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L’estate scorsa dedicai un post ad un giovane narratore italiano, avendo appena terminato la lettura del romanzo che gli stava dando notorietà.
Parlo di Flavio Soriga e del suo “Sardinia blues”; se qualcuno è curioso, può ritrovare qui quelle mie impressioni, piuttosto entusiastiche.
Segnalai poi quel post allo stesso autore, scrivendogli due righe di sinceri complimenti.
Non sapevo della pubblicazione di una sua nuova opera, quando, poco più di un mese fa, ricevetti una mail.
No, non proveniva dallo scrittore sardo, bensì da un’impiegata (…suppongo) di un’agenzia di comunicazione e promozione commerciale.
“Ciao Franz, ti contatto perchè so che apprezzi Flavio Soriga e volevo offrirti la possibilità di ricevere una copia del suo nuovo libro ‘L’amore a Londra e in altri luoghi’. Tu dovrai soltanto leggerlo e, se vorrai, scriverne sul tuo blog. Lavoro per un’agenzia che insieme a Rcs sta cercando dei nuovi canali di comunicazione con alcuni, selezionati, blogger italiani e tu mi sembri la persona giusta da coinvolgere. Se ti va di ricevere il libro o vuoi qualche chiarimento sull’iniziativa rispondimi pure all’indirizzo mail da cui ti scrivo. Grazie mille e a presto“.
Superata la sorpresa, tutto sommato piacevole, accettai la proposta, chiedendo solo molta pazienza riguardo ai miei tempi di lettura, e se avessi potuto raccontare questo antefatto. Ricevetti immediate rassicurazioni su entrambi i fronti, e, nel giro di un paio di giorni, una copia del libro.
Anche grazie alla recente gita a Roma e Napoli, che ho appena raccontato, sono riuscito a finire il libro in tempi ragionevoli, aiutato in questo dal piacere di una lettura ancora una volta sorprendente, per non dire straordinaria.
Non so se l’avrei comprato, nonostante fossero soddisfatti i requisiti per me fondamentali di ambientazione ai giorni nostri e di stima dell’autore; ma si tratta di una serie di racconti e non di un romanzo e, se entrare in una storia richiede già un certo impegno, l’idea di dover entrare e uscire da una serie di storie di più breve respiro, di solito, è sufficiente a togliere la motivazione ad un lettore un po’ ansioso come il sottoscritto.
La particolare struttura della raccolta, tuttavia, aiuta molto a superare quell’impressione di coinvolgimento a singhiozzo.
Comincia con il racconto più lungo (da solo un terzo dell’intero libro) e più decisamente autobiografico; quelli che seguono hanno lunghezza, tematica e ambientazione piuttosto variabili, ma sempre un sotterraneo filo conduttore, fatto di continui richiami, più o meno vaghi ed espliciti, a personaggi, vicende, ambienti, considerazioni ed espressioni già ritrovati in precedenza.
Soriga non ha ancora trentacinque anni, ma dimostra di conoscere bene l’essenza del vivere.
Racconta di distacchi, di unioni, di solitudini, di affetti, di palpitanti ricordi, di gusto vitale per l’esperienza, di personaggi incontrati e della loro concretezza del tutto contemporanea, di contrasto fra la natura selvaggia di zone remote della Sardegna, per lunghi mesi abbandonate a sè stesse, e il pulsare della metropoli, Roma o Londra che sia.
Dosa con grande facilità invenzione fantastica e confessione autobiografica.
E ha un’affascinante capacità espressiva di far risuonare le corde profonde del cuore, con un ritmo della narrazione fluente, che è stato giustamente definito di grande musicalità, aggiungerei di ballata, di nenia, di canzone.
Peraltro la musica è parte integrante dell’antica cultura sarda, e l’autore non disdegna l’uso di costrutti sintattici tipici di quella lingua, soprattutto nelle pagine più espressamente autobiografiche.
‘Nelle lettere non spedite, o non lette dai destinatari, in lettere inutili e di dolore finiscono molti amori (…)’.
‘A me è piaciuto sempre l’isolotto nostro’.
‘Un’orchestra ci vorrebbe per raccontare la sua voce e i suoi scherzi’.
Soriga, secondo me e in conclusione, è un grandissimo scrittore; gli sono grato per le numerose e ricche emozioni che mi ha regalato questa sua nuova lettura.
Termino il post lasciando la parola a lui, trascrivendo due passaggi, cercati adesso, così, un po’ a caso fra le pagine.
Forse non sono neanche quelli che mi hanno emozionato di più, ma credo che possano rendere l’idea delle sue capacità narrative.
La madre conosce i suoi segreti e i suoi amori ma non ha forze per difenderlo combattendo il padre, le ire di lui a sentire certe voci sul figlio, certe risate che gli arrivano all’orecchio, nei bar del paese; la madre sembra invecchiata d’improvviso, non gli parla più accarezzandogli i capelli, gli chiede cosa vuole fare dopo gli studi e perché va in città ogni sera; lui non le parla delle lezioni e del cugino, sente che non capirebbe, che le sue scelte danno un dolore che non può condividere, che deve tenere per sè, proteggendo la madre da questo padre che non capisce; la madre gli giura il suo amore ma non vuole perderlo, “Cosa vuoi studiare, Elias?”, lui non risponde, non lo sa, non gli sembra importante.
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Quando si è alzato dal tavolino, in quel bar del centro dove io non vado mai, quando si è alzato ed ha chiesto un’altra spremuta alla ragazza al banco, ed è riuscito a farla ridere con due parole, e le ha chiesto come si chiamava e si sono messi a parlare del caldo e dei turisti, tutte quelle parole e quelle immagini si sono stampate come fotografie, ogni suo movimento, ogni sua espressione, ogni movimento e ogni espressione di quella ragazza, e le ho trovate mie, e mi sono dovuto chiedere come fosse possibile, e se in qualche modo poteva essere che io assomigliassi a quell’uomo, un uomo che pure non avevo mai conosciuto veramente, e che avevo già dato per morto, e se avrei portato con me qualche traccia di lui: del suo modo di muovere le mani o di tenerle in tasca, di sorridere alle donne e di trovarle belle e desiderabili, di farle arrossire e di amarle e di farle soffrire.
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Immagine iniziale tratta da:
http://rcslibri.corriere.it/bompiani/_minisiti/soriga/foto.shtml
Si, l’Isola e Carloforte. Se la conosci già è inutile dirti che è bellissima!
Per fortuna il cemento non ha rovinato le sue coste e le spiaggie, conservando così il suo aspetto selvaggio. Le case sono state costruite solo vicino al paese e nelle campagne. Noi la amiamo tantissimo e ci andiamo spesso. Devo farla conoscere a Milvia.
Riguardo alle tue origini, qualcuno dei tuoi antenati è nato a Cagliari e in che anno? A presto. Ciao
Sono passati molti anni dalla mia visita a Carloforte e all’isola di San Pietro, ma è restata nella mia mente come uno dei luoghi di bellezza selvaggia più straordinari che io abbia mai visto; sicuramente, se ce la porterai, Milvia saprà apprezzare appieno.
Cambiando discorso, sono passati molti e molti più anni ancora, dal giorno in cui mio nonno si trasferì ‘in continente’; parliamo degli anni intorno al 1900, forse addirittura qualcuno prima; non conosco il suo anno di nascita, né quello della nonna (di cui so pochissimo, ma credo fosse di origine campana); posso ipotizzare che fosse nato fra il 1870 e il 1880; si chiamava Giovan Battista Selis.
Ancora un caro saluto.
Ringrazio Raffaela, per volermi far conoscere Carloforte, e mi piacerebbe tantissimo andarci con lei, e rivedere quell’isola splendida. Scrivo “rivedere”, perchè in realtà, anch’io ci sono stata tanti anni fa, con mio figlio adolescente, allora. E come te, Franz, considero quell’isola uno dei posti più belli che ho visto (e ne ho visti parecchi…) Ricordo che una notte, dopo aver trascorso tutto il giorno in una insenatura particolarmente suggestiva, non riuscivo a dormire, perchè davanti agli occhi avevo lo splendore delle rocce bianche e il colore intenso del mare. E una cosa così non mi è più capitata.
Un abbraccio a Raffaela e a te, caro Franz
…”non ti è più capitata”, ma grazie a questa tua grande amica, probabilmente presto capiterà ancora!
Abbraccio ricambiato, e ancora un caro saluto a Raffaela.
Ciao Franz, per i libri di Flavio hai fatto recensioni da STREGA, ma, come dice mio marito per le recensioni scritte da Milvia, non vale!
– Milvia è una cara amica a cui vogliamo bene e sappiamo che anche lei ci vuole bene,
– tu, visto il tuo cognome, sei senz’altro un pò sardo e noi sardi fuori dall’Isola ci vogliamo bene.
Condivido con te le amozioni provate nel leggere il primo racconto del libro “L’amore a Lon……..” Mi piace come racconta l’Isola dove il protagonista bambino andava in vacanza dai parenti. Io invece in quell’isola ci portavo i miei figli e con curiosità guardavamo i bambini del posto tuffarsi nelle acque del porto, o dalle alte scogliere in un mare azzurro, azurrissimo!!!
Di dove sei originario? A presto.
Raffaela
Ciao Raffaela, e grazie ancora per i tuoi complimenti, che sono il miglior premio che potessi desiderare!
E’ vero (volevo accennartene nel commento precedente poi mi sono scordato), ho un po’ di sangue sardo anch’io.
Mio nonno abitava a Cagliari e lavorava nelle ferrovie; credo che fosse ingegnere, cosa non comune a quell’epoca. Parliamo infatti di anni lontanissimi, perchè mio padre fu l’ultimo di diversi suoi figli (nati in città diverse per le continue trasferte del nonno: lui a Bari), e mio padre, a sua volta, ebbe me come secondogenito all’età di quarantaquattro anni; dopo diverse trasferte effettuate a sua volta, aveva messo radici e si era sposato qui a Bologna.
Aggiungendo al conto i miei quasi cinquantacinque, come vedi, quel poco di Sardegna è per me molto lontana nel tempo; né ho mai conosciuto eventuali parenti residenti sulla grande isola.
Comunque porto con orgoglio il mio cognome, Selis, che ne è testimonianza, e ogni volta che sento il vostro bellissimo accento nelle parole dei miei clienti sul taxi ne sono felice, e spesso mi scappa raccontata tutta questa mia saga familiare…
Ancora un caro saluto, non prima di provare ad indovinare quale sia l’isoletta a cui alludi nel tuo commento: si tratta di San Pietro?
La visitai tanti anni fa ma mi lasciò un ricordo assolutamente maestoso.
Ciao !
Buongiorno Franz, Milvia Comastri mi ha segnalato il tuo blog, l’ho visionato e letto le tue recensioni su “Sardinia Blues” e “L’amore a Londra e il altri luoghi”, complimenti sei bravissimo e scrivi benissimo! Io, invece, non trovo parole per dirti il piacere che ho provato nel sapere che apprezzi i libri di Flavio. Grazie Franz. Mi aspetta un caffè da bere con te e Milvia a Bologna, intanto continuerò a visitare il tuo blog. Ciao
Per Lorena:
Ciao Lorena sono la mamma di Flavio Soriga, sto bene, la storia che Flavio racconta in Sardegna Blues è comunque vita vissuta: tredici anni fa morì in quel modo la moglie di mio fratello, aveva 46 anni. Un abbraccio
Raffaela
Buongiorno Raffaela! Ricevere i complimenti dalla mamma di uno dei più grandi scrittori italiani attuali mi riempie di piacere, gioia e orgoglio.
Milvia mi ha parlato entusiasticamente di te e della vostra splendida famiglia.
Se verrai a Bologna, caffé assicurato, ma anche giro turistico della città a bordo del mio taxi!
Ciao; …e sarà sempre una gioia ricevere le tue visite anche solo su queste pagine.
Ma guarda guarda…
Veleggiavo per tutt’altro e dove capito? Da Franz, che non solo si dimostra anche un ottimo recensore, ma è anche lui entusiasta di uno dei miei tre giovani autori preferiti ( gli altri due? Cristiano Cavina e Fabio Geda).
Beh, mi piace proprio questa cosa qui.
Manderò il Link alla mamma di Flavio che, voglio tranquilizzare i lettori del precedente romanzo di Flavio, gode di ottima salute. Ed è sempre contentissima (orgoglio di mamma che io ben capisco), quando si parla bene del suo figliuolo.
Davvero, Franz, sei proprio bravo a fare recensioni. Non per niente Bompiani ti ha mandato la copia del libro.
Ciao ciao.
Milvia
Allora, oltre che “Grazie, Flavio”, dirò, per l’ennesima volta, “Grazie, Milvia”!
Deve essere un’amicizia davvero speciale, quella che hai avuto la fortuna di instaurare con la mamma di Flavio Soriga.
Inutile dire che mi fa un gran piacere l’idea che, grazie a te, lei possa leggere questo mio breve articolo.
Ancora un salutone!
Grande, Franz!
Grazie, ma, se alludi alla selezione, mi sembra più fortuna che grandezza.
Un caro saluto.
Caro Franz,
ho aggiunto il tuo link fra i miei COMPAGNI DI BLOG…
Così, posso seguiti sempre!
Saluti
Giovanna
Grazie amica, spero che tu possa continuare sempre a farlo con questo iniziale entusiasmo, che mi fa molto piacere.
Ciao !
Ciao Franz,
le “tematiche” del tuo blog sono estremamente interessanti…
Credo che passerò molto tempo tra le tue pagine…
A presto!
Giovanna
Ciao Giovanna; ma sarà per me una gioia: le tue visite e i tuoi commenti saranno sempre i benvenuti.
A presto !
Innanzitutto complimenti a te Franz, l’impiegata di quell’agenzia non avrà sicuramente scelto a caso i blog da coinvolgere in questo nuovo progetto. Mi hai fatto venire voglia di leggerlo, magari me lo segno, per irprenderlo quando il tempo sarà più benevolo con me. Buona serata, e grazie.
Beh, ad essere onesti credo che si siano accorti di me solo dopo la mia segnalazione inviata all’autore. Comunque è stato un episodio decisamente piacevole.
Ti auguro ancora una volta di trovare presto il modo di affrancarti un po’ dalla schiavitù del lavoro, e di poter leggere tanti bei libri: quando si ha la calma per farlo è sempre un grande piacere.
Una buona settimana a te !
Piacere di conoscerti, Franz!
Ho letto qualcosina su di te, e devo dire che abbiamo molto in comune…
Riguardo a Flavio Soriga, ho letto SARDINIA BLUES, e credo che leggerò presto anche questo nuovo romanzo.
Un caro saluto
Giovanna
Enchanté, Madame!
Penso che quello che hai letto su di me l’abbia scritto il …sottoscritto, dato che non sono certo oggetto di pubblici commenti e recensioni. Da una prima occhiata sul tuo blog, invece, vedo che hai al tuo attivo già diverse affermazioni.
Mi fa doppiamente piacere la tua visita, anche per la possibilità che mi darà di seguire sia il tuo sito sia quelli che, da lì, segnali e in cui sei più o meno direttamente (e molto attivamente) coinvolta.
Un caro saluto a te.
grazie mi ha fatto piacere leggere il tuo post…molto scorrevole…io sto leggendo ora l’Amore a Londra e amo Soriga!!!
lo sto consigliando a tutte le mie amiche deluse come me dall’amore…
In effetti, cara nuova amica Ciuffolo, come starai leggendo anche tu il nostro si dimostra più che mai disilluso e disincantato riguardo alle promesse di amore eterno. D’altra parte, da attento osservatore della realtà non potrebbe essere altrimenti. Spero che, almeno, la lettura sia una buona cura e un conforto per te e le tue amiche.
Ciao !
Caro Francesco l’estate scorsa finita la lettura di “Sardinia Blues”, mi passasti il libro e lo lessi anzi lo “divorai” per la bellezza e lo splendore non solo della lettura ma dello stesso scrittore FLAVIO SORIGA nel suo descrivere ambienti e personaggi del suo ambiente nativo. Quindi concordo ed avallo completamente ciò che scrivi di lui in QUESTO POST. Ti chiederò se mi passi pure questa lettura, visto che l’hai terminata, diversamente me ne comprerò una copia. E nel mio tempo troverò spazio, come hai fatto tu per il tuo tempo (poco) ansioso, per le migliaia di cose che ci sono sempre da fare. Come sono, pure, certa che condividerò e mi rimarranno impressi gli stralci del libro che qui in questo post hai minuziosamente descritto. Grazie a Flavio e grazie a te per averne parlato. Un ciao di affetto e di ammirazione. Lorena. ;-D)).
Ho cercato di segnalare anche questo post a Flavio Soriga; penso che, se lo leggerà, le parole del tuo commento potranno fargli ancora più piacere delle mie…! Prenotata per la lettura della mia copia del libro, che sono sicuro ti piacerà, se e quando la leggerai. Ciao !