.
Correnti fresche riporteranno un po’ di respiro.
Vedere il termometro della temperatura esterna al taxi segnare quaranta gradi è un evento che merita una citazione, non foss’altro per il fatto che siamo ancora in maggio.
Non resta che adattarsi alle circostanze, cioè al periodo di massima calura diurna, giunto così, beffardo, improvviso, non molto tempo dopo le lunghe stagioni delle piogge.
Sopportarne i disagi e goderne i piaceri, sì ci sono anche quelli.
Strategie casalinghe, quelle già accennate, di difesa naturale.
Lunghi tempi concessi al riposo, a tenere a basso regime il motore del tuo corpo, i piedi nudi a disperderne il calore, il momento in cui ti annunciano con un senso di freddo l’arrivo di un nuovo sonno, rilassante, rigenerante come non mai.
E il disagio quando devi camminare per le strade della città e ti senti il fiato mozzato, e ti senti come dentro un grande forno a microonde.
Quello di guidare fra automobilisti stressati e nevrotizzati più che mai, e capaci di strane sorprese nel comportamento di guida e di vita.
E la lotta quotidiana, più aspra che mai, per affrontare, oltre al lavoro, le incombenze estemporanee, sia pure ridotte al minimo.
Ieri, prima di cominciare a lavorare, sono andato in centro a comprare una cartina dei sentieri, della zona appenninica dove domenica prossima è prevista una delle due mie escursioni stagionali proposte per lo storico gruppo di trekking dell’AVIS.
Ne avevo già una, ma era vecchia, i sentieri si modificano piuttosto in fretta con gli anni, e quando andai qualche settimana fa in avanscoperta finii per perdermi in mezzo ai roveti e agli intrichi di rami di un bosco arido.
Oltre alla frustrazione, ricavai da quella gita alcune foto, che forse nelle prossime ore mi deciderò a pubblicare.
Acquietarsi.
Il ritmo blando. Pochi rumori, qualche cinguettio di tanto in tanto, molta luce schermata da tende ed imposte, e un trionfo di foglie verdi, là fuori.
Una strana, inedita impressione: che l’estate stia già per finire, prima ancora del suo esordio ufficiale, che per me non è il solstizio ma il più volte citato “Caterraduno” di Senigallia, che lo anticipa di un paio di settimane.
Sarà piacevole accorgermi della verità, e cioè che siamo solo all’inizio, anche in assenza di progetti di vere e proprie vacanze, ad eccezione, dopo Senigallia, di pochi giorni in luglio nelle “mie” Dolomiti bellunesi. Così ho scelto quest’anno, per necessità essenzialmente interiori, che è comunque positivo e piacevole assecondare, per strano che possa sembrare.
I ricordi della vita vissuta, quelli antichi ma soprattutto quelli appena depositati nella memoria, insistono nel suggerirmi decisamente una cosa. Non cercare il vortice dell’esperienza, sembrano dirmi, ma assapora il perdurare degli attimi, delle atmosfere, fondendo in esse (e non certo per il caldo insano…) la tua presenza.
La corrente del passar del tempo ridotta al minimo, e una quiete che acuisce l’udito e fa echeggiare i rumori più nascosti.
Il respiro regolare.
E vorrei convincere Luciano Ligabue che si sbaglia. Per due sere di seguito, ‘Radio Love F.M.’ ha trasmesso una delle sue tante belle canzoni, “L’amore conta”, che dice, fra l’altro: “conosci un altro modo per fregar la morte ?”.
Si sbaglia: gli attimi dell’amore, nella loro bruciante intensità, sono quanto di più fuggevole possa conoscere la nostra esistenza.
Guardiamo le foglie verdi, ascoltiamole.
La musica dei rari sussulti di vento di una giornata calda.
Ascoltiamo il silenzio del cuore.
.
.
.
Adoro leggerti in veste di “narratore intimistico”…
E’ un pò come se tu mi raccontassi per telefono i tuoi pensieri. Da questi scritti sembra emergere la tua voce…
Torno a studiare, il tempo strige!!!
Baci
Giovanna
Ma grazie, mia cara, ma che bei complimenti !
Ti dirò che mi fanno particolarmente piacere perchè credo che il ‘genere’ intimistico sia molto insidioso, sia per i rischi di eccessivo autocompiacimento, egocentrismo, narcisismo eccetera, sia anche per l’apparente facilità: in fondo l’approccio è quello del classico diario che ognuno di noi ha sperimentato in anni infantili o giovanili; riuscire a dare un respiro un tantino universale, o comunque che risulti interessante, mi sembra dunque un bel risultato.
Ricambio i complimenti con una “òla” di tifo per il …’campionato del mondo’ che stai giocando in queste settimane.
Bacioni.
…in una società di sordi.
Bellissime riflessioni queste . Ti leggo sempre ,anche se sempre non commento.
Grazie caro Re.
Spero di non annoiare mai te nè gli altri miei fedelissimi !
A presto.
mi piace leggere i tuoi pensieri ogni tanto…potresti scivere un libro di vita
ciao
Giancarlo
Non posso che essere felice del tuo apprezzamento, dato che, sinceramente, ti considero uno dei più grandi artisti dell’immagine a colori che si possano incontrare fra i fotoblog.
Quanto a scrivere un libro, ho appena “declinato l’invito” nei commenti del post precedente a questo.
Ti ringrazio della visita, e spero di ospitarti ancora fra queste pagine.
Ciao.