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Il progetto politico di Beppe Grillo prevede in prima battuta di portare, nei consigli comunali, degli esponenti dei suoi più attivi giovani sostenitori, sulla base di alcuni punti di programma condivisi.
Lo sto seguendo fin dal suo nascere, con molta attenzione e speranza, per non dire da vero e proprio tifoso.
E ho aspettato, da tifoso, il pomeriggio di ieri, cioè l’arrivo, anzi l’irrompere turbinoso di Beppe in Piazza Maggiore, ancora una volta dopo il primo “V-day”, quando fu accolto da un mare di persone.
Giungo decisamente in ritardo in piazza, rispetto alle 17, l’orario annunciato per l’inizio della lunga manifestazione a sostegno della lista civica; da quando il sindaco di San Lazzaro, che ha una “sinistra” vocazione a costruire, cementificare ed asfaltare, ha aperto nuovi inutili stradoni dalle mie parti, non si circola più, e per dirigermi a Bologna mi tocca sorbirmi lunghe code.
Ma sul palco siamo ancora ai preliminari: piano piano la tensione e l’irritazione mi passano, sostituite però da una certa delusione.
Sono venuto qui per dare il mio contributo di entusiasmo, ma anche per ricevere un po’ di conforto, e vedere la piazza così poco popolata non mi rincuora affatto.
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Per i suoi spettacoli al palasport trovare un biglietto è sempre un’impresa: vanno subito a ruba; ed oggi che si esibisce gratuitamente coram populo non ritrovo lo stesso pubblico, ma solo gruppi di giovani volonterosi.
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Anche il tempo non aiuta: è parecchio imbronciato: forti folate di vento freddo fastidioso tengono lontano il rischio di un temporale annunciato da enormi nuvoloni scuri.
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Prende la parola Filippo Boriani, mio amico e assessore comunale dei Verdi in una ormai remota giunta. Racconta che da pochi giorni ha abbandonato la sua lunga militanza in quel partito, dopo aver visto costituire le liste elettorali con interessi che con l’ecologia non hanno niente da spartire.
Poi altri portavoce, altri personaggi, alcuni strani, pittoreschi, più da sagra paesana che da movimento politico.
Poi la lettura, a carattere teatrale, di un dialogo recitato da un ragazzo e una ragazza candidati nella lista civica: un po’ di retorica (soprattutto sul tema delle morti sul lavoro), ma anche qualche palpito di passione autentica.
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Ma non c’è tempo per concluderlo: finalmente, su quel palco, si può scatenare la furia incendiaria di Beppe, e il turbine delle sue invettive, che sembra intimidire quello del vento freddo che continua a soffiare, e del temporale, che continua a minacciare.
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La piazza ora è un po’ più popolata, e applaude alle battute e agli argomenti, ben noti a chi frequenta il suo blog, di quel grande trascinatore.
Ma l’impressione di un mancato evento di popolo resta.
Qualche gocciolone di pioggia inizia a cadere mentre Beppe presenta, uno per uno, i tantissimi candidati, che dichiarano ciascuno, oltre alla loro giovane età, la propria occupazione e, in una frase, il proprio personale progetto politico.
E’ il momento di presentare il capolista, Giovanni Favia, accolto con un tifo da stadio dai suoi compagni di lista stipati sul palco.
E’ pacato, dolce, umile nei toni e incisivo nei contenuti.
Si scusa di non essere capace di arringare una piazza, ma, dice, mi hanno eletto capolista perchè avevo più tempo degli altri.
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Ricorda le battaglie sostenute dal gruppo cittadino degli Amici di Beppe Grillo, per il verde, per interrompere progetti assurdi di mobilità e di edilizia, per l’acqua bene pubblico.
Beppe lo interrompe: un’altra tappa della sua tournée lo aspetta a Reggio Emilia e deve scappare.
E così Giovanni Favia conclude il suo comizio da candidato sindaco in una piazza che sta spopolandosi, anche perchè la furia di Beppe ora sembra essere rimpiazzata da quella del temporale.
Noi pochi rimasti applaudiamo con grande calore, a lungo, il giovanissimo eroe dell’antipolitica.
O magari dell’unica vera politica.
Penso che solo qui, in questo quadro un po’ desolato, è stato usato il linguaggio adatto alle terribili sfide del presente.
Beppe ha esordito inneggiando ad una nuova rivoluzione, raccontando l’origine popolare, semplice, di alcuni grandi rivolgimenti culturali della storia.
Sarà, ma qui sono scappati tutti.
Auguri, auguri di cuore, Giovanni Favia, bisogna crederci !
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“…Auguri, auguri di cuore, Giovanni Favia, bisogna crederci !”
Ci abbiamo creduto!!!!!
Grazie anche a te, per il sostegno
Il significato di aver vinto una battaglia come questa, fatta di ideali e progetti condivisi in tempi di deriva ideologica ed etica, è immenso, e la gioia ancora di più, anche per chi, come me, non ha combattuto in prima linea per questo obiettivo.
Un abbraccio a cinque stelle, a tutti voi !
Pensavi che l’effetto dell’anestetico somministrato alla gente avesse già perso i suoi effetti ?????
purtroppo la nottata è ancora lunga !!!!!!!!!!!
Notte buia e tempestosa.
Ci salveranno /sveglieranno le donne (Veronica e, indirettamente, Noemi) ?
Un carissimo saluto a voi.