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Ancora una volta, nello scorrere degli anni, che ti hanno cambiato, segnato, forse addolcito, e un po’ invecchiato.
Ancora una volta aprire gli occhi, intorpiditi, semichiusi, indeboliti, increduli, e un po’ stanchi, sul ripetersi di piccoli e grandi miracoli, estemporanei o periodici, che la vita ancora ti dona.
Il “Caterraduno” è uno di questi e, puntuale come quello di San Gennaro, si ripete ancora una volta, con le sue giornate di autentica grazia.
Ho appena fatto colazione nella mia abituale pensioncina di Senigallia e scrivo queste note con carta e penna, come si faceva una volta, su un tavolino del cortile rivestito da una tovaglia gialla e arancione, così da non perdere preziosi minuti di connessione nell’ormai abituale e caro (…in ogni senso) Internet-point in centro, da cui, come feci anche gli scorsi due anni, pubblicherò il mio post ‘in trasferta’.
Giornate di grazia, e una mattina piena di colori, accesi da un sole abbacinante nell’aria tersa.
L’azzurro impetuoso del cielo, oltre i palazzoni anni ’50, ocra e sabbia, qui nei vialetti dietro il lungomare, lontani dal centro.
Il giallo canarino della mia maglietta, quella che ho scelto quest’anno, come sempre a sostegno di “Libera”, con i due ometti dal naso a patata disegnati da Altan.
Colori, e suoni, le voci amiche dei conduttori e degli ospiti abituali, familiari, festose, calde, la gente che aumenta di giorno in giorno, tanta, quest’anno più che mai (le magliette in vendita sono già quasi esaurite), nei vari momenti di trasmissione su Radio2 o di spettacoli, sui palcoscenici nelle piazze o in quello sulla spiaggia, applaudire a ritmo, sorridere ridere palpitare tutti insieme all’unisono.
Rimando il resoconto dei momenti più significativi al prossimo post, che scriverò al mio ritorno, nuovamente nel silenzio di casa.
Dalla vicina spiaggia, proprio in questo momento riprendono ad echeggiare, metalliche, discontinue nel vento, le voci e le musiche della locale pubblicità, diffuse dagli altoparlanti, dal timbro incredibilmente simile a quello delle spiagge della mia infanzia, ormai sperdute in anni lontani.
E’ bello percorrere pedalando la pista ciclabile sul lungomare, e guardare verso la spiaggia.
La stagione balneare sta cominciando adesso, e il Caterraduno, per quanto affollato, non riesce a diffondere il suo popolo sui lunghi chilometri di spiaggia, che restano piacevolmente a disposizione di rari gruppi di persone in vacanza.
Il clima caldo, stabile, asciutto, invita alla libertà e al piacere di assaporare l’aria e il sole sulla pelle, alleggerendo il più possibile l’abbigliamento.
E ti rendi conto che, stranamente, la pienezza della vita spesso coincide ingannevolmente con la sua premessa, e con la sua promessa: perchè adesso, che il sole splende più che mai, sembra doverlo fare ormai indefinitamente.
Come se quella del miracolo fosse la nostra dimensione quotidiana.
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Si può seguire il Caterraduno, con immagini dal vivo, da qui.
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Immagine tratta da: www.caterpillar.rai.it
Ciao Franz, buona serata. baci. Miss.
Un buon fine settimana a te, Miss. Baci.