La provvisoria sospensione

rubinetto annodato

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“Verrà sospesa l’erogazione dell’acqua! Attenzione! Per lavori Hera viene sospesa l’erogazione dell’acqua!”.
Anche per stamani Hera non heroga.

Vista la frequenza, comincio a pensare che sia una professione: annunciatore della sospensione dell’erogazione dell’acqua.
In passato ho già raccontato questo genere di sveglia, per me, in quello che per gli altri è già ampiamente orario di lavoro; e da allora è tornato a succedere, mantenendo una cadenza da record del mondo, almeno un paio di altre volte, fra cui appunto stamattina.
“Vaffanculo !”, sospiro rabbioso, risvegliato d’improvviso; mi fiondo giù dal letto: cucina, credenza, pentole, rubinetto, scrosci di rifornimento preventivo, per quando mi alzerò davvero.
Poi torno a letto con passo da sonnambulo e mi ci vuole un bel po’ prima di riaddormentarmi.

Ma ritrovo il sonno profondo, anche se a spese della tabella oraria della mia giornata.
Poco male: oggi è l’ultimo giorno di giugno, e quest’anno sto sperimentando con molto interesse una forma per me insolita di vacanza, anzi direi di semi-vacanza.
Quella senza prenotazioni e senza viaggi che non siano brevi ed improvvisati; una vacanza interiore, fatta imparando a concedermi ritmi molto più blandi, la possibilità di oziare un po’, di rimandare le molte cose che non sono davvero urgenti.
Di scoprire, e mi sembra quasi una novità, l’incanto di quel poco di quiete fascinosa che si può ritrovare ‘qui ed ora’, a casa mia, fra gli alberi del giardino che sono un trionfo di foglie e abitati da un merlo (che per la mia ignoranza potrebbe anche essere un usignolo) che non si stanca mai di gorgheggiare, dall’alba alle quattro di mattina fino al tramonto alle nove di sera.
La luce stabile, il caldo non troppo opprimente.
E, nell’assaporare questa insolita tranquillità, uno strano senso, quasi un’ansia di ristrettezza dei due mesi estivi che stanno per cominciare, quasi di avidità di goderne i frutti, che paradossalmente non avvertivo gli anni scorsi, quando erano parzialmente riempiti di vacanze fuori città.
Ma anche un’intuizione: che imparare a prendere le cose con minori carichi di ansia sia una conquista destinata a durare al di là della provvisoria sospensione rappresentata da questi mesi estivi, così come dall’odierna erogazione dell’acqua.

Anche il mio lavoro, fra i suoi tanti aspetti positivi, mi permette di calare le dosi gradualmente: nessuno mi corre dietro, soprattutto in questo periodo, in cui anche la richiesta di servizio taxi va un po’ in vacanza.

Domenica mi sono tolto l’ultimo pensiero: toccava a me portare a spasso per i sentieri dell’Appennino i soci del gruppo escursionistico (AVIS di Bologna).
Da un paio d’anni do il mio contributo volontario, a quelli che sono i miei amici storici, proponendo tre o quattro escursioni, senza peraltro riuscire a partecipare, per una ragione o per l’altra, a quelle proposte dagli altri.
E’ andata bene, nonostante fossimo solo in quattro, o magari proprio grazie a questo.
Poca brigata, di persone piacevolmente ragionevoli, condizioni meteorologiche all’ultimo momento virate al bello, e un itinerario di cinque o sei ore di cammino all’interno delle foreste casentinesi e della Lama, che è quanto di più spettacolare io conosca nell’ambito dell’Appennino tosco-romagnolo, fra faggete ed abetaie, saliscendi, ruscelli e radure in zone molto isolate e selvagge, che ripagano il costo di diverse ore di viaggio, in un’inevitabile manovra di accerchiamento fino dalle parti dell’Eremo di Camaldoli.

Pubblico qui qualche piccola immagine, in anteprima rispetto alla rassegna completa che ne farò nel fotoalbum, di cui mi deciderò a inserire anche il link, qui nella colonna di destra della home page.

Il tutto farò, ovviamente, godibilmente, rilassantemente, con una certa calma.

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radura e felci

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fungo ed abeti

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L’immagine iniziale è tratta dal sito: http://ipeuropa.comune.modena.it/

Informazioni su Franz

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15 risposte a La provvisoria sospensione

  1. filippo b. ha detto:

    Quest’anno mi sono completamente perso la stagione della raccolta dei funghi. Dalle mie parti non è stata un gran stagione: qualche ovulo qualche ordinario qualche altro tipo ancora, ma sempre con le lamelle. I porcini sono rari.
    Non abito nelle isole come la Sardegna dove hanno fotografato un sacco di porconi.
    E’ scontata ma non ho resistito, e poi volevo unirti i miei saluti.

    • Franz ha detto:

      …e visto che vi si recavano con voli governativi, si trattava di “porci con le ali” !
      Un saluto a te, Filippo, e se trovi un’amanita “a presa rapida” fammelo sapere, che la passiamo al cuoco del G8.

  2. Miss ha detto:

    Ebbene sì, confesso, ho letto tutto il post, ho guardato tutte le foto (belle!) ora dimmi, cosa ho vinto?
    Almeno un pò di sugo lo hai fatto?
    Baci

    • Franz ha detto:

      Hai vinto un biglietto per visitare il prossimo post !
      Di commestibile abbiam trovato solo un porcino; se l’è portato via lo scopritore, ma io non ho visto niente (eravamo all’interno di un parco nazionale…).
      Baci.

  3. Franz ha detto:

    Ho pubblicato diciotto fotografie dell’escursione
    (vedi qui)

  4. calaminta ha detto:

    Questo post emana quiete, è quasi terapeutico! 😉

  5. riri52 ha detto:

    Vivere con calma, non avere il tempo che fugge, ma sei tu che fuggi dal tempo è una delle attività migliori, da alternare a una buona dose di adrenalina. Ciao Riri52

  6. alanford50 ha detto:

    A proposito ho letto nella tua biografia che hai un passato lavorativo molto simile al mio, anche io sono un ex informatico pardòn a quei tempi si diceva meccanografico, anche io ho iniziato come operatore per finire come analista di sistemi, anche se io l’ho fatto su sistemi probabilmente un po’ più piccoli…. ariciaoooo neh!

    • Franz ha detto:

      Destini paralleli, molto singolarmente, e non è la prima volta che mi capita.
      E sono convinto che un comune patrimonio lavorativo, con le sue indelebili tracce, possa agevolare molto la comunicazione e lo scambio di idee.
      Arialla prossima, ciao.

  7. alanford50 ha detto:

    EVVIVA, credevo di essere uno degli ultimi della mia specie, uno degli ultimi abitanti del pianeta dei padroni del proprio tempo, hai pronunciato parole che sanno di sacro, nella loro estrema semplicità recondita del significato letterale, lo scoprire una persona che per scelta ha deciso di rallentare il proprio vivere ha del miracoloso, in un mondo dove tutti vogliono, devono fare, dire, vivere tutto con la massima velocità, fino a raggiungere lo stordimento cerebrale, sentire che c’è qualcuno che ha deciso di suo di fermarsi a raccogliere i dettagli, quelli sempre sacrificati, fino al punto di averli fatti diventare insignificanti, ebbene tutto questo ha del miracoloso, sei riusito a sentire il merlo cantare, e ti sei stupito come se fosse la prima volta che l’incauto essere si soffermi sotto la tua finestra a fischiettare, per bene che va è tutta la sua vita che il poverino lo fa, ma tu eri troppo preso dal vortice della velocità del vivere per potertene accorgere, pensa che può diventare così per quasi tutte le cose, particolari e colori mai visti, profumi mai sentiti, quello che io ho sempre chiamato la tecnica del rallentamento del battito del proprio cuore, l’attenzione a quella frazione di secondo tra un battree ed un suo levare, quell’attimo di silenzio che riempe gli eventuali spazi vuoti della vita, esiste realmente un’altra dimensione da poter vivere, così simile all’altra e nel contempo così diversa, tutto è rallentato anche la percezione delle cose ne guadagna in quantità e qualità, si ha la sensazione di vivere più appieno le cose, nella loro completezza, quindi in tutta la loro potenzialità, tu sei ancora molto (leggasi schifosamente) giovane, quindi è giusto vivere il tuo tempo nella velocità che esso richiede, ma se impari il metodo, il riuscire a rallentarloa tuo comodo e piacimento è e sarà senz’altro una grande e positiva scoperta, ciaooo neh! goditi questi nuovi spazi…..

    • Franz ha detto:

      Grazie dei complimenti, e visto che mostri molta saggezza e un certo allenamento, nei miei futuri momenti di crisi, quando il rumore di fondo soffocherà nuovamente il gorgheggio degli uccelli sugli alberi, penso che verrò a chiederti consiglio.
      Vorrei davvero essere ‘schifosamente giovane’; in fondo le nostre età non distano molto, e tu sei coetaneo di mio fratello.
      Ciao e alla prossima.

  8. duhangst ha detto:

    Se imparassimo a prendere la vita con maggiore rilassatezza penso che ne guadagneremmo tutti. Noi per primi e anche chi ci sta a contatto. il problema è che più facile a dirsi che a farsi.wordpress stats plugin

    • Franz ha detto:

      Stiamo parlando forse, anche se in parole povere, della sintesi fra il pensiero occidentale e quello orientale. Personalmente non ho nessuna intenzione di rinunciare a sani principi di efficienza; ma nello stesso tempo ho molto da imparare, per quanto riguarda l’arte di affrontare ogni attimo evitando di guastarlo in un perenne accecante affanno.
      Più facile a dirsi, certo, ma tentar non nuoce.

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