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Mi sono divertito a modificare l’immagine che compare oggi su molti blog, e che originariamente mostra un megafono arancione e recita: “Questo blog alza la voce contro il bavaglio del DDL Alfano”.
Il DDL Alfano, per chi non lo sapesse, è quello che restringe in modo diciamo clamoroso, ma sarebbe meglio dire scandaloso, l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche e ambientali nelle indagini giudiziarie, nonchè la diffusione giornalistica di atti, peraltro pubblici, relativi ad indagini in corso.
Con il cosiddetto “obbligo di rettifica”, porta poi un attacco subdolo ma deciso alla libertà di espressione via internet, libertà che evidentemente comincia a generare più di un’orticaria ai nostri despoti.
La ‘notte bianca’ romana a cui ho partecipato, e dedicato il precedente post, è nata proprio contro quel disegno di legge, oltre che con lo scopo di promuovere il nascente “Fatto quotidiano” di Travaglio & co.
Poco tempo prima di quell’evento, con una prassi non proprio rituale, il presidente Napolitano aveva convocato il ministro Alfano per invitarlo a ‘ridisegnare’ alcuni passaggi della legge, perché incostituzionali.
E il DDL, che era già stato approvato con voto di fiducia alla Camera, è stato di conseguenza ‘rimandato a settembre’ per l’esame del Senato.
La Federazione nazionale della stampa ha perciò deciso di sospendere la manifestazione che aveva indetto, cioè lo sciopero previsto per il 13 e la conseguente giornata del silenzio di oggi 14 luglio.
Come immaginavo, l’azione di protesta parallela dei blogger, che intanto è andata prendendo forma in un silenzio collettivo, o meglio di grido condiviso e standardizzato in quel megafono arancione, non si è fermata.
Il piacere che dà fare squadra in un’azione corale si è rivelato infatti troppo forte per immaginare e realizzare una autodisciplinata e matura retromarcia, anche a costo di manifestare in maniera preventiva, come sta avvenendo, contro qualcosa di intenzionale, eventuale e ufficialmente non definito, cosa che non mi vede d’accordo.
Detto questo, mi piacerebbe ravvivare questo post, probabilmente molto noioso per i non addetti ai lavori (cioé per chi non si sente coinvolto come blogger), con qualche altra considerazione.
Ad esempio quelle che ho maturato nei tre giorni di decantazione dell’esperienza romana, e che avevo promesso prima o poi di trattare.
O quelle relative alla clamorosa candidatura di Beppe Grillo alla segreteria del Partito Democratico.
Ma la stanchezza ha il sopravvento.
Mi limito ad una semplice, forse banale, ma incoraggiante impressione, quella che i fatti politici nostrani stiano prendendo un ritmo di evoluzione piuttosto dinamico, una specie di effetto valanga. Una valanga che continua comunque la sua corsa, anche dopo un G8 che ha dato a molti l’impressione dell’ennesima restaurazione dello status quo, cioè dell’impero gaudente, illegale e incontrollato della Jena Ridens.
E infine, per quanto riguarda lo specifico fenomeno-Grillo, mi limito ad una citazione, estratta dal “Passaparola” di Marco Travaglio di ieri, che ritengo molto condivisibile e molto illuminante:
“Non sarà che per sentir parlare di ambiente, di lotta al nucleare e di rifiuti zero bisogna andare sul blog di Grillo? Non sarà che per sentir parlare di acqua pubblica bisogna andare sul blog di Grillo? Che per sentir parlare del caso Aldrovandi, possibilmente prima della sentenza che ha condannato i poliziotti, bisogna andare sul blog di Grillo, o partecipare al ‘V-day’, e che per sentir parlare dei condannati in Parlamento bisogna andare da quelle parti lì, e che per sentir parlare di tante altre cose importantissime, pensiamo soltanto a tutto il tema dello sviluppo, della decrescita, dell’auto verde, tutti temi che sono sulla punta delle dita di Obama e che Grillo tratta da anni e che il centro-sinistra non tratta; allora forse se vogliono sconfiggere Grillo alle primarie dovrebbero provare a cominciare a rubargli il mestiere, a cominciare a parlare di alcune di queste cose che sono tutt’altro che robe qualunquiste o comiche, sono cose normali per una politica normale; invece si incazzano, strillano, preparano codicilli per sbarrargli la strada.
Credo che anche se dovesse durare soltanto una settimana, questa candidatura ha già sortito i suoi effetti, perché ha già mostrato quale parte del Partito Democratico è morta e sepolta e quale invece ha ancora una speranza.”
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L’immagine della clessidra, nel riquadro, è tratta da:
http://www.clker.com/search/architetto/1
Vergognosamente una manciata di minuti dopo mezzanotte….
Concordo sulle perplessità riguardo all’iniziativa… io sono andata avanti. La data mi piace, il clamore pure, ma spesso temo le strumentalizzazioni. Ho optato per uno “sciopero preventivo”: un lusso che un blog può permettersi, un giornale no.
Riguardo a Grillo… è sempre un ottimo comico e dal suo blog, dove racconta quello che è successo, si nota ancora (fantastico l’attacco sui mezzi di locomozione), ma in qualche modo ha “bruciato” l’effetto bavaglio di altri “colleghi”.
Forse ha ragione il PD: quest’uomo, di corporativismo, ne sa forse meno di me….
Altro che vergogna, la tua correttezza “sindacale” è esemplare.
Vedo che, come te, hanno aderito tante teste pensanti che stimo molto; e vedo che al momento nessuno mi ha tacciato di aristocrazia intellettuale, probabilmente per disinteresse, o forse perché tutti impegnati a tacere, o forse perché traspare comunque il mio contributo costruttivo sul tema.
Riprendendo il discorso su Grillo, credo che da molti anni la definizione di comico gli stia molto stretta; secondo me è una delle poche voci che parla, magari tumultuosamente, con irruenza, disordinatamente, ma di problemi veri, e cercando di incidere su una realtà decadente e corrotta.
Il PD non è un taxi, ha sentenziato Fassino. Peccato, avrei potuto candidarmi anch’io alla sua guida…
Ciao, a presto.