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“Tieni, è per il tuo compleanno !” mi fa la vecchia e cara amica Cristina.
Non può non ricordarsi che sono nato in dicembre, quindi non discuto, ringrazio, e accetto il suo amichevole nuovo giro del coltello nella piaga fuori tempo massimo, in epoca teoricamente immune.
Fra i vari oggetti del pensierino c’è l’ultimo numero di una rivista che esiste da sempre, cioè dal 1977, e che da sempre ho considerato destinata ad un pubblico di praticanti ecologisti un po’ fissati. Si chiama “aam Terra Nuova”: credo non ci sia chi non l’abbia mai vista almeno una volta esposta da qualche parte.
Ecco, col passare dei compleanni anch’io devo essere diventato fissato, perchè in realtà la scoprirò interessantissima, a partire dal sottotitolo (‘il mensile per l’ecologia della mente e la decrescita felice’) e soprattutto dal breve editoriale ‘Andare in vacanza’, che si rivela sorprendentemente vicino alla mia personale inedita impostazione dell’attuale estate.
“(…) forse ci accorgeremmo del grande inganno che si cela dietro il mito delle ferie: l’illusione del tempo liberato (…)”
“(…) si tratta di consumare, secondo parametri, tempi e modalità imposte da altri.”
“(…) E’ evidente che se avessimo una vita appagante, completa e stimolante, non sentiremmo questo bisogno impellente di vacanza.”
“(…) Fermandosi (…), la vacanza potrebbe diventare un’occasione preziosa per riflettere e (…) trovare il coraggio per (…) una vita diversa, più vicina alle nostre esigenze”.
Come in un improvviso contatto elettrico, mi illumino alla lettura di queste frasi, che sembrano fotografare l’attualità dei miei pensieri.
A parte due irrinunciabili brevi parentesi, una in giugno (Caterraduno) e una a giorni, alla fine di luglio (tradizionale visita agli amici nelle Dolomiti), ho infatti deciso di vivere l’estate a casa, modificando, anziché il domicilio, il modo di affrontare le giornate.
Soprattutto riducendo drasticamente l’impegno sul lavoro, in termini di tempo ed energie mentali.
E poi cercando di ascoltare ed assecondare con più attenzione del solito le richieste provenienti dal sottosuolo della coscienza, che a volte sgorgano e zampillano con decisione, altre volte sembrano dei timidi sussurri che esigono grande sensibilità nell’ascolto.
Tutto bello, tutto facile, e idilliaco ?
La scoperta di un Paese delle meraviglie nascosto ai miei occhi fino a ieri ?
Vorrei poter dire di sì, manifestare l’entusiasmo incondizionato e infantile di fronte ad un nuovo ed inesplorato orizzonte; e invece la realtà è un po’ diversa, e non risparmia le sue asperità.
La terza ondata di calura soffocante e atroce, soprattutto, che ti trasfigura in un fantasma boccheggiante e privo di vitalità.
E, in questo contesto, l’acuirsi dell’insofferenza per le difficoltà del traffico, il vagare disordinato, senza criterio, di zombi al volante o al manubrio, così come di pachidermici autobus vuoti e lenti e in evidente anticipo sui loro orari, che sembrano volerti ostacolare e farti fermare ad ogni semaforo. Le richieste di servizio che collassano; nel tempo in cui a fatica ti dirigi verso un posteggio che il terminale ti indicava non presidiato, altri tre o quattro colleghi ti hanno già anticipato.
Le attese. Nel caldo umido. Smetti presto, come ti sei prefissato, ma a volte l’incasso è poprio scarso, in rapporto alla fatica.
E’ uno strano alternarsi di senso di rinnovamento e depressione, che comunque non mette mai in discussione l’impostazione di fondo, evidentemente molto sentita ed autentica.
La soddisfazione di modifiche positive alla dieta: legumi, quasi sconditi, tutti i giorni come parte del primo pasto (che chiamare colazione fa un po’ ridere), finalmente ben tollerati, che mi permetteranno di evitare quasi del tutto la carne, senza carenza di proteine o di ferro.
E un’altra grande soddisfazione: per due volte in pochi giorni essere riuscito ad alzarmi non oltre le otto di mattina per andare a correre più di un’ora nelle consuete stradine non lontane da qui, fra campi e boscaglia già ebbri di luce, prima che il caldo rendesse l’allenamento intollerabile.
E poi, a seguire, il riposo, il sonno, il benessere fisico, nuove vaghe intuizioni che affiorano, la gioia di vivere, barricato in casa nelle ore infernali del pomeriggio.
Nessun rimpianto.
Neanche nei confronti del pubblico assiepato silenziosamente in una Piazza Maggiore completamente oscurata, mentre sul gigantesco schermo si proiettano le immagini del “cinema ritrovato“, la consueta rassegna di film del laboratorio cittadino di restauro cinematografico, uno dei più importanti del mondo.
Ho lasciato il taxi nella nostra area di posteggio, in quinta o sesta posizione; ho aspettato il sopraggiungere di un collega per ‘dargli l’ultimo’, convenzionalmente; poi di buon passo felpato mi sono diretto verso il centro della piazza, buio ed echeggiante del sonoro del film.
Mi sono affiancato alle prime file del pubblico.
E mi sono lasciato sedurre da quelle immagini, di un pulitissimo bianco e nero, da quei dialoghi appena un tantino metallici.
Dalla grandissima presenza scenica di un Vittorio De Sica che sembrava fissato per sempre fuori da ogni contesto storico.
E anche la mia anima, così, per qualche secondo appena, è sfuggita dai ceppi del tempo.
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Immagine da:
http://www.odealvino.com/primi/zimino-di-ceci-una-ricetta-dalla-liguria.html
Caro Franz,
meraviglioso narratore “intimistico”…
baci baci
Giovanna
Grazie cara Giovanna, sei davvero troppo buona nei complimenti: quasi quasi ci credo !
Baci bacioni a te.
Ciao Franz, mi piace molto questa tua descizione di una estate diversa, lenta, viva. Mi piace perché anche io, volente o nolente , negli ultimi anni mi sono adeguata alle piccole cose di città, con qualche incursione nelle abitudini di una volta, marmellate o altre gioie recuperate da libri e racconti. Anche ora, qui fra cicale e vento mi dedico al silenzio e alla meditazione, tralasciando la folla, che pure sarebbe vicina comr pure le città di mare. Ho deciso che al ritorno mi dedicherò agli amici; troppo spesso trascurati, ma estremanente importanti. Poi qualche film in Piazza o alla Arena Puccini ! Viva l’estate. Riri52
P.S. il mio blog non lo aggiorno per problemi tecnici, il pc non ce la può fare!
Ciao Riri52, devo proprio dire che continuare a ricevere commenti come questo tuo (e quello di Alanford che precede) dà un conforto molteplice. Intanto perché, comunque sia, le forze centrifughe dell’estate rendono meno frequenti i segnali di presenza e di amicizia. E poi perché quando scrivo righe di genere intimistico ho sempre l’impressione di cadere in un noioso narcisismo, e per questo le attestazioni di gradimento fanno particolarmente piacere. Infine è bello sentire consonanza su quanto ho cercato di esprimere, così come sentire citare luoghi che a noi bolognesi suonano familiari e fortemente simbolici dell’estate (vedi alla voce: Arena Puccini).
Viva l’estate, viva gli amici, viva Nuvola-Riri !
Ciao Franz.
Mi è piaciuto molto quanto hai scritto, perché è sempre più evidente che stai prendendo coscienza del ritmico ondulatorio susseguirsi della vita, mi è piaciuta moltissimo questa tua frase, che è assolutamente chiarificatrice del tuo nuovo sentirti;
“E’ uno strano alternarsi di senso di rinnovamento e depressione”.
Una specie di onda sinusoide, con degli alti e dei bassi, come se la vita fosse una serie infinta di contrazioni e di espansioni, una specie di eterno respiro, tutto questo mi riporta ad un vecchio articolo sulla nascita dell’universo, tu dirai che centra con il discorso, centra nel senso che io credo e sento l’esistenza di questo ritmo, e credo che questo alternarsi appartenga ad ogni cosa della nostra esistenza.
Ti riporto il link dell’articolo e le mie riflessioni:
Universo ciclico e la teoria delle superstringhe
Sulla base dei risultati cui conduce la teoria delle superstringhe sono stati elaborati alcuni nuovi modelli cosmologici uno dei quali prevede l’esistenza di un Universo ciclico senza un inizio nel tempo e senza una fine, in un alternarsi ininterrotto di contrazioni e di espansioni.
http://www.cosediscienza.it/metodo/05_teorie.htm
STUPENDA MERAVIGLIOSA TEORIA.
Ho dato una lettura veloce all’articolo e mi è subito saltato agli occhi un fatto incredibile, sono anni e anni che ribadisco una mia sensazione basata sul modo di vivere ciclico dell’uomo e della natura in genere, corsi e ricorsi formano una specie di onda sinusoide che condiziona il nostro vivere e soprattutto il nostro progredire o il nostro venire risucchiati indietro nella storia, come se l’uomo non fosse mai capace di andare realmente avanti, ma dovesse sempre compiere dei movimenti in avanti ed indietro, in alto ed in basso, creando così un reale lentissimo progredire, non solo, questo movimento ciclico storico fa sì che in realtà sembri che l’uomo non progredisca mai realmente e che non sappia trarre spinte verso il nuovo dal suo passato e dai suoi errori, tanto da farlo sembrare sempre quasi fermo nel lentissimo scorrere del tempo.
Negli ultimi duecento anni siamo progrediti come mai è successo nella storia conosciuta dell’uomo, ma ciò nonostante sembra che al di la delle scoperte tecnologiche l’uomo non sia stato in grado di stare al passo ed al livello della propria tecnologia, non solo, ci si chiede come hanno fatto e con quale tecnologia gli antichi a costruire opere che persino oggi con la nostra moderna tecnologia faremmo fatica ad eguagliare (mi riferisco per esempio alle piramidi ed alla loro perfetta tecnica di costruzione), quindi questa nuova teoria delle stringhe potrebbe dare una spiegazione che ha parvenze logiche quindi plausibili, ossia il tempo è un continuo ripetersi degli stessi eventi, quindi riecco uscire l’onda sinusoide (tanto per facilitare la comprensione del fenomeno, la storia è un continuo ripetersi, a partire dal famoso Big Bang o attimo di inizio di tutte le cose da noi conosciute, questa teoria dice che in realtà non c’è ne è stato un solo ma un continuo ripetersi di Big Bang e relative millenarie evoluzioni fino a tornare alle origini per poi ripetersi e rinnovarsi, questo è il punto focale che mi ha attratto molto dell’articolo.
L’esistenza di un Universo ciclico senza un inizio nel tempo e senza una fine, in un alternarsi ininterrotto di contrazioni e di espansioni, può a chi ha fede e quindi crede nella presenza e nell’esistenza di Dio, dicevo può far vedere in quell’alternarsi ininterrotto di contrazioni e di espansioni il respiro di Dio.
Una simile teoria, anche per me che sono fermamente non credente, non può che donarmi una stupenda sensazione di grandezza e di bellezza.
Tutto questo per dirti che ho colto la tua presa di coscienza di questo movimento intrinseco delle cose che normalmente facciamo e della sua forma bizzarra sinusoidale, un’onda fatta di alti e bassi che ritroviamo in ogni cosa che ci appartiene e nel nostro modo di vedere e di fare le cose.
Perdona se come sempre io ho la capacità di attaccarmi ad una singola frase per giustificare l’incondizionata libertà di divagare, ciaooo neh! alla prox.
Caro Alanford, anch’io ho potuto dare al momento soltanto una sbirciata al lungo articolo che hai linkato nel tuo lungo commento, ma l’ho trovato molto suggestivo e meritevole di maggior attenzione.
Dal punto di vista scientifico, ho sentito più volte affermare che la teoria dell’ “universo pulsante” è tendenzialmente scartata, a favore del modello di un’espansione che continuerà sempre più lenta contestualmente al raffreddarsi delle temperature universali.
Chissà, certo quello sinusoidale è altrettanto suggestivo per affrontare i grandi quesiti della storia e i piccoli quesiti delle nostre storie personali.
Grazie del tuo (…laborioso !) contributo, a presto, e un proseguimento d’estate buono e propizio !
Alla prossima.