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Primo lunedì di agosto.
Benvenuti nella rarefazione, quella della città intendo, una dimensione affascinante, amica, di un’austerità quasi sacra.
Ma andiamo con ordine.
Ero partito una settimana fa per passare cinque o sei giorni fra le mie Dolomiti bellunesi; lo ammetto, senza alcun entusiasmo, più per una sorta di tacito impegno annuale con Claudio, l’amico di tante vacanze nei medesimi luoghi, a meno delle vistose trasformazioni del paese (e anche del Paese) in tutti questi anni.
Trasformazione vistosa pure il mio scarso entusiasmo, in confronto a quei tempi là; ma quest’anno, chi segue i miei scritti mi capirà, mi sembrava di andare contro corrente, concentrato com’ero nella scoperta della vacanza come dimensione interiore e per questo non bisognosa di viaggi, trasferimenti, villeggiature di sorta.
Mi sono piegato docilmente, tuttavia, al lusso di trasgredire per qualche giorno alla nuova regola.
Ogni deragliamento dalle abitudini acquisite, piccole o grandi, e in primis mentali, regala esperienze di particolare ricchezza; lo appresi di sfuggita tanti anni fa durante una breve presentazione di un corso yoga. E’ stato così anche questa volta: paradossalmente, proprio una breve vacanza di stampo tradizionale fra i monti ha costituito quella deroga, quel deragliamento dalla fissità monolitica della mia nuova acquisizione, oltre che dalla quotidianità e dal torrido clima cittadino, e mi ha fatto bene.
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Una pennellata di verde, da quella antica e sempre nuova tavolozza, sulla mia vita, e una sequenza di spettacoli naturali; tempo buono, aria fresca e tonificante, un’accelerata al metabolismo, appetito e fantastiche mangiate seguite da sorprendenti performance digestive, e tre escursioni giornaliere in cinque giorni netti di permanenza, con l’eredità di tante fotografie ben riuscite (ne ho pubblicate trentuno; il link è alla fine di questo post).
Un nuovo gioco, da eterni ragazzacci, diventato quasi un’ossessione durante l’ultima gita.
Si tratta di farsi venire in mente il nome di cantanti degli anni sessanta e settanta di scarso successo; nomi spesso improbabili, ridicoli, patetici come la loro carriera terminata nell’oblio dopo qualche tempo più o meno breve di luci della ribalta.
La neodiciottenne Silvia non capisce le finalità di questa nuova mania che ha colpito papi (quello vero, per carità) e il di lui amico di infanzia, come mi confiderà mamy Daniela, probabilmente a sua volta stressata da questa nostra fissazione.
Forse Silvia è troppo giovane per capire il piacere sottile che si può provare nel disseppelire dalla memoria e fare risuonare nella mente nomi del calibro di Cocky Mazzetti, Vasso Ovale, Rinaldo Ebasta.
Concordiamo che internet potrà facilitare le ricerche, ma non smettiamo di arrovellarci il cervello durante la lunga camminata fra gli abeti e verso le rocce: Ugolino, Robertino, Louiselle…
In effetti la facilità del gioco su internet ne smorzerà poi l’attrattiva; al mio ritorno in città mi limiterò a un paio di scoperte interessanti, che pregusto di comunicare all’amico, ammesso che non le legga in anteprima su questo post.
La prima è la leggenda della morte prematura di Vasso Ovale, diffusasi per qualche tempo negli anni ‘60 all’insaputa del cantante stesso. E’ comunque patetico, anche se non era morto, leggere la storia del suo inesorabile declino dopo l’apice della sua carriera, un settimo posto nelle classifiche di vendita.
L’altra perla è la presenza di Cocky Mazzetti, dopo il suo brillante terzo piazzamento al festival di Sanremo 1963 con “Giovane giovane” (grazie soprattutto a Pino Donaggio, autore ed esecutore principale della spensierata canzoncina), nella categoria “veterani” del festival successivo.
Al ritorno, oltre a svelarmi la biografia dei cantanti, internet sembra volermi sommergere con una settimana di arretrati dai blog e dai siti che consulto abitualmente.
E sembrano volermi sommergere i sospesi, antichi e recenti: la polvere in casa, i bucati da fare, una raccomandata da inviare, eccetera, eccetera, eccetera.
Ma l’impressione è ingannevole, e la giornata di lavoro non tarderà a svelarmi l’aspetto più vero del nuovo mese.
Lunghe attese nell’afa soffocante del tardo pomeriggio, con qualche goccia che a fatica giunge sul parabrezza.
Poi una sera piacevolmente rinfrescata. La magia delle strade quasi attonite in cui è piacevole fare scorrere veloce e silenziosa la mia auto bianca a metano.
Piazza Maggiore non ha più lo schermo gigante, nè il pubblico unanime e attento nel buio di quel fantastico cinema all’aperto che è stata per tutto luglio.
Non resta che gravità, rarefazione, fascino, incanto del tempo rallentato, quasi fermato.
Il più bel regalo, non c’è dubbio, per riprendere il cammino dopo la parentesi verde.
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Per consultare le foto dei monti, clicca qui.
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Immagine iniziale tratta da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Vasso_Ovale
Ma guarda un po’… Grazie al ripescaggio di Luca mi trovo a leggere un post per me del tutto inedito. E mi colpisce, sopra ogni cosa, la tua riflessione sulle vacanze, e credo che tu possa capire il perché.
Quanto ai cantanti del giochino da ragazzacci (che bello essere ragazzacci/e, ogni tanto) quei cantanti me li ricordo tutti, o quasi. Alcuni di loro erano quasi big in una manifestazione lanciata da RadioRai che si chiamava Un disco per l’estate (non ho guardato su internet, mi è venuta in mente leggendoti…). Andiamo a mietere il grano, da te citata in un commento, ma che subito mi era balzata alla mente unita al nome di Louiselle, mi ha perseguitato per tutta un’estate…
Estate: che strano leggere questo post, dove descrivi (sempre con leggere, ma suggestive parole) l’atmosfera della nostra città nelle sere di agosto, poco dopo aver letto l’altra tua pagina, dove invece è la neve a cambiarne la fisonomia…
E di estate, e del grande schermo di piazza Maggiore, e dell’Arena Puccini, anche, mi è venuto desiderio.
Buon inizio settimana, Franz! Un ciao e un abbraccio.
E’ la tua dimensione, il tuo humus, il tuo habitat naturale, l’estate cittadina, con le sue serate e i suoi cinema all’aperto.
Per il resto dell’anno sembra una dimensione fuori dal tempo, ma sappiamo che, al Cielo piacendo, si ripeterà puntuale ancora una volta.
E sarà probabilmente quella, la vera vacanza.
Buon inizio settimana a te, carissima amica!
Mo di’ veh, avevo beccato Rinaldo Ebasta e Annarita Spinaci (citata da supercalifragilisticespiralidoso) praticamente ad occhi chiusi controcommentando un tuo commento a uno dei miei ultimi post. Anzi Rinaldo di Sorbolo, agreste paesino intermedio tra la Barilla e Don Camillo, era già nel post.
Però mi era ssfuggito Ugolino, e questa non me la perdonerò mai…
A questo punto rilancio con i Gens, Lara St. Paul e Juri Camisasca.
Voi suonate i vostri tromboni?
Noi suoneremo i nostri campanoni:
Oscar Prudente
Filipponio
Faust’O
😯
Touché???
Bruno Filippini
Diego Peano
Piero e i Cottonfields……Ciao.
Raccolgo e ribatto:
Nico e i Gabbiani, Flora Fauna e Cemento, Sonia e le sorelle.
E rilancio:
I pelati.
E che l’immortale spirito di Vasso Ovale sia con tutti noi.
😉
Anch’io con il passare degl’anni ho perso entusiasmo per le vacanze… Forse perchè pensieri e preoccupazioni si infilano da soli nella valigia mio malgrado…
O forse sto inveccchiando?
Mah…
Un bacio immeso caro amico di tastiera!
Giovanna
Vorrei che anche tu la vivessi come una conquista e non una rinuncia, come credo di stare riuscendo per la prima volta quest’anno.
Non avere paura di invecchiare: sei nel fiore degli anni; ed ogni età può davvero essere affrontata con atteggiamento di sempre nuova apertura alla vita.
Batto i tasti, uno alla volta, per ricambiare di cuore il tuo bacione affettuoso, che ti rivela una volta di più una cara amica.
Io ho un ex collega ferratissimo: ricorda nomi e canzoni. Ricordate Annarita Spinaci? la canzone che lanciò? Io quest’anno sono stata a Barcellomne ed a Marsiglia con Maso Biggero…….ve lo ricordate? mi ha raccontato tante di quelle cose nel lungo viaggio in automobile da Roma a Marsiglia e durante il soggiorno. Per i profani: ha scritto Angelita di Anzio e Lo straniero con quella faccia da straniero sono soltanto un uomo vero………ecc.Baci Super
Con la Spinaci hai centrato lo spirito del gioco: successo di breve durata (meglio se scarso, che però nel suo caso non si può dire), e nome ridicolo.
Ricordavo bene il suo primo successo: ‘Quando dico che ti amo’, ma la sua biografia su Wikipedia mi ha rinfrescato altre cose interessanti.
Per quanto riguarda Tommaso Biggiero, proprio non lo ricordavo, ma temo abbia abbellito i suoi racconti un po’ oltre il limite del vero.
La bellissima canzone “Lo straniero” è infatti opera di Georges Moustaky, e il testo dell’originale versione in francese (“Le Metèque”) risulta tradotta da Bruno Lauzi.
Riguardo alla canzone “Angelita di Anzio” (per la quale, sia pur molto piccolo, nutrii un’autentica passione), sembra che invece abbia detto la verità: ho trovato il testo in due siti, in uno a firma “T. Roman (uno pseudonimo ??) – M. Minerbi”, nell’altro, finalmente “Marcello Minerbi – T. Biggiero”.
Termino linkandoti qui un filmato d’epoca della RAI in cui Moustaky canta la sua bellissima canzone.
Baci super a te !
Ciao Franz, complimenti per le bellissime foto, molto belle quelle macro sui fiori, ma assolutamente stupende quelle dei paesaggi, tornando al racconto su questo tuo periodo di vacanze mi è rimasto impressa una sensazione particolare una specie di retrogusto, il tuo raccontare sul dopo vacanza è molto più significante e di contenuto, nel ritorno alla normalità è tangibile una rilassatezza tutto tondo, come se la vacanza fosse quasi stata un onere mentre il tornare alla vita di sempre un vero piacere, vi ho percepito un senso di completezza e di appagamento profondo, l’ho sempre saputo che le vacanze in fondo sono un vero stress mentre la quotidianità è l’unico nostro vero punto di sfogo e appagamento, detto da me che sono padrone del mio temo da 11 anni sembra un sacrilegio, ma in fondo il far nulla è il mio quotidiano quindi sono ben conscio di amarlo svisceratamente.
Ciaooo neh! e ben tornato.
Credo che tu abbia centrato la questione, e pure il mio vissuto al proposito, che a differenza di te, assume in me anche l’aspetto attraente della novità e della scoperta.
Sono tematiche importanti, e credo bisognose di ulteriori approfondimenti; sicuramente torneranno ad imporsi nei miei futuri scritti.
Ciao e grazie; alla prossima !
Proprio dei ragazzacci! Così imparo a farmela coi ragazzacci. Scuotere i miei ’60 con notizie così tristi! Lumini e Musiani (il franco-egiziano non lo ricordo proprio) stavano lì in santa pace sedimentati nei mei anni ’60, ed ora grazie a voi ragazzacci…
Carissimo, penso che tu possa rimettere tranquillamente al loro felice e sedimentato posto i cantanti scomparsi. In fondo, che differenza fa?, anche fossero ancora in vita sarebbero altra cosa.
L’indole di ragazzaccio mi porterebbe ora a fare battute sui lumini cimiteriali, ma il rispetto per i defunti agisce da freno.
Un caro saluto.
Carissimo,eccomi di nuovo a casa,per poco per fortuna.Certo con tutto il materiale che si riesce a mettere insieme consultando internet si potrebbe scrivere un piccolo trattato sui cantanti dimenticati.Te li ricordavi giovani(certo più grandi te,ma giovani!) e invece scopri che oggi sono settantenni o quasi;altri poi oltre ad avere avuto una carriera artistica breve hanno avuto anche una vita breve, finita tragicamente,come Claude Francois o Daysi Lumini o Paola Musiani.Ti saluto e ti aspetto per il prossimo “gioco da ragazzacci”,Quando ci vediamo per qualche giorno infatti ritorniamo un poco ragazzini e penso che questo giovi ad entrambi.A presto.
Con gli occhi di allora, Internet sarebbe la fantascienza, né più né meno.
Ma anche l’idea di tanti, famosi e non, che hanno lasciato la scena (e non solo artistica), sarebbe stata fantascientifica, e invece è l’inevitabile realtà del tempo che passa.
L’importante, per quello che si può, è restare un po’ ragazzi (meglio ancora ragazzacci).
Ciao carissimo a presto.
Bellissime foto, il macro ti funziona che è ‘na meraviglia!
Dei citati, desueti, artisti non ne conosco nemmeno uno.
Una colpa o un pregio?
Ciao
Probabilmente nè una cosa né l’altra, ma scommetto che se ti dico “Andiamo a mietere il grano” ti viene in mente un motivetto. Indovinello facile facile: chi dei sei illustri poco-noti che ho citato la cantava ?
Ciao !
Louiselle, però ho barato perchè sono andata a vedere su google, comunque la canzoncina in effetti me la ricordavo.
Ciaaaaaaaaaao.
😉
Più che prolifica mi rende scorretta! Scrivo malissimo…sob!
Non temere: per ‘sta volta non avvertirò la tua amica ministra…
Belle foto, veramente belle foto.
Io dopo una pausa faccio sempre una gran fatica ad ingranare di nuovo la marcia.
Grazie Du; in effetti, nei limiti delle mie capacità fotografiche, ‘sta volta sono decisamente soddisfatto dei risultati.
Per quanto riguarda la mia “ripartenza”, è fin troppo morbida e vellutata, nella città semideserta.
Ciao !
….azzzzz. Franz 31 ma 31 e che cavolo ma sei matto? Guarda ora non posso la prossima volta vedo di cliccare e andare a vedere nehhhhh!!!!
Dai scherzo me lo permetti?
Ma cosa è ‘sta storia che non vuoi andare in vacanza ma sei fuori?
Baci.
Trentuno, sì, proprio come i giorni di luglio, e credo che ti piaceranno, quindi, datte ‘na mossa e vai a vederle.
Certo, sono matto, e sono anche fuori: ce n’è voluta ma alla fine l’hai capito…. 😉
Baci.
Andrò alla fine di agosto a Pejo, prima della grande ripresa di settembre. Il caldo già prorompente soffoca ogni azione, tranne lo scrivere sulla tastiera o sui quaderni. Ho voglio di fresco e ceramnete osservando le tue foto avrò un poco di rfrigerio. I cantanti degli anni sessanta non lo ricordo. chissà perchè. Ciao
Passai a Pejo una settimana di vacanza estiva molti anni fa; è una località che conserva la sua anima montanara antica: ottima scelta.
Se il caldo ti rende così prolifica, però, mi verrebbe da augurarti dodici mesi di afa.
Ma la pietà per te e per tutti i cittadini mi fa sperare che duri l’attuale tregua, che rende molto gradevole anche stare in città, al di là di ogni considerazione sui massimi sistemi.
Per quanto riguarda i cantanti che ho citato, penso che davvero in pochi se li ricordino.
Ciao e a presto !