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Penso che la Jena Ridens, interiormente, ringrazi di cuore i Taleban, e magari si pavoneggi per la “sua” politica, quella di lasciare i militari italiani in loro balia, che dopo l’autobomba di Kabul frutterà sicuri vantaggi alla “sua” apoteosi politica, recentemente un tantino minacciata.
E’ facile riconquistare consensi con lo spettro della morte e l’immagine della pietà. E con il patetismo, trappola quanto mai subdola per una popolazione in gran parte immatura e sentimentale come la nostra.
Starà già rispolverando e lucidando furbescamente termini di sicura, immediata, infallibile presa: “l’Eroismo dei Nostri Ragazzi”, “l’Altruismo delle Nostre Forze Armate”, “il Sacrificio di sei Giovani Vite Immolate”, e poi la Patria, la Democrazia, la Libertà, l’Onore agli Impegni Internazionali, fino a quella “Lotta al terrorismo” che sembrava una locuzione d’importazione ormai tramontata.
Non solo: è un’occasione piovuta dal cielo per ricompattare le fila con gli ex-fascisti, dopo il recentissimo strappo con Fini.
La Russa, ministro del governo italiano, ha già pronunciato, nei confronti degli assassini, una parolina magica: “infami”, uno dei termini del vocabolario immediatamente riconoscibile dalla sua rampante gente (o gentaglia), e per questo generatore di consenso. Come, ovviamente, altrettanto magico è il tema del morire per la patria.
Ma soprattutto, dulcis in fundo, quell’autobomba ha fatto per il momento naufragare la manifestazione di sabato a Roma per la libertà d’informazione.
Sicuramente la Jena non ignorava la portata di un evento nuovo e senza alcun dubbio clamoroso: l’iniziativa della FNSI, la federazione della stampa, stava raccogliendo l’adesione e la partecipazione da parte di mondi solitamente divisi o contrapposti; quello sindacale, quello politico, quello del giornalismo, quello degli intellettuali, quello di internet, quello della cosiddetta società civile.
Il compromesso sui temi e sui toni del proclama sembrava piacere a tutti, e lasciava presagire un’affluenza straordinaria e convinta da parte di una popolazione che per la prima volta avrebbe avuto modo di sentirsi forte, straordinariamente forte, e coesa.
Lui stesso, con i suoi ultimi diktat, e con il fiasco della sceneggiata televisiva delle villette di Onna, aveva spianato la strada ad una reazione davvero sentita, davvero popolare.
Anch’io la stavo covando come si cova un pulcino, la stavo curando come si cura una piantina, la stavo assistendo come si assiste una persona cara. E non vedevo l’ora di avere finalmente un’occasione per buttare fuori un po’ della mia personale nausea, che ha raggiunto in questi ultimi tempi dei livelli inusitati.
Oltre ad averlo già fatto diverse volte su queste pagine, nei giorni scorsi ho cercato di fare un po’ di tam-tam su Facebook e in qualcuno dei blog che sento vicini, e oggi mi riservavo di dedicare un intero post a questo scopo.
La notte scorsa, al ritorno dal lavoro, ho come sempre acceso il computer; su Facebook risultava connesso uno solo dei miei (non moltissimi) ‘amici’: si trattava proprio di ‘No Guinzaglio’, un utente presumibilmente vicino all’organizzazione, nato pochi giorni fa per agevolare la propaganda dell’evento.
Ho provato a chattare. Gli ho manifestato, oltre al mio entusiasmo, una richiesta: sarebbe utile conoscere un elenco, anche approssimativo, di tutte le personalità e di tutti gli enti che hanno dato la loro adesione.
Mi ha risposto, in un primo tempo dicendomi che avrebbe girato la richiesta, poi ha corretto il tiro chiedendomi di agevolarlo, scrivendo direttamente una mail alla federazione.
“Ok fra un po’ lo faccio. Buonanotte e in bocca alla Jena”, ho risposto a questo misterioso interlocutore, e un po’ più tardi ho mantenuto la promessa e ho scritto alla FNSI.
Stamattina la doccia fredda.
E i primi commenti, qua e là, in gran parte decisamente contrariati dal dietro-front.
Dopo averci riflettuto un po’, a me non sembra sbagliata l’idea di congelare provvisoriamente la manifestazione.
Ma non tanto per le ragioni ufficiali di lutto nazionale e via discorrendo, che mi convincono il giusto, per la loro pericolosa contiguità alle ragioni della retorica, che hanno giustificato le premesse di questa strage in parte annunciata, e chiudono invece gli occhi su un’infinità di altre stragi.
Penso che il valore di un rinvio sia essenzialmente strategico: purtroppo è venuto meno il momento magico per fare scoppiare questa bomba, l’unica davvero intelligente; l’opinione pubblica è distratta e sotto shock mediatico; gli apparati statali impegnati nelle celebrazioni ufficiali.
L’unica consolazione è che potrà approfittarne Salvatore Borsellino, la cui manifestazione antimafia ‘Agenda rossa’ prevista a Roma esattamente una settimana dopo, (vedi qui) rischiava di essere soffocata e sminuita da un clamoroso successo di quella della FNSI.
Avevo nei giorni scorsi cercato, in mancanza di quell’elenco di adesioni, di averne una generica mappa intuitiva, leggendone qua e là.
Ne avevo anche annotate alcune di spicco, fra cui quella di Dario Fo.
Mi aveva invece colpito, a pochi giorni dall’uscita del suo nuovo giornale ‘Il fatto quotidiano’, il profilo bassissimo di Marco Travaglio, nonché di Beppe Grillo, a differenza invece di Giulietto Chiesa e dei suoi collaboratori sul sito ‘Megachip‘, che si era schierato a chiare lettere a favore.
Non so dire se lo scarso entusiasmo dei primi due sia dovuto ad una diffidenza cronicizzata verso il mondo delle istituzioni, in questo caso dei sindacati, o se non addirittura proprio ad un’intenzione di agevolare Salvatore Borsellino, che, in memoria del fratello, sta combattendo in modo eroico.
Per loro, Paolo e Salvatore, no, l’aggettivo non è davvero improprio.
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L’immagine della Jena è presente su vari siti, fra cui:
http://nonsosescendo.blogspot.com/2008/11/jena-ridens.html
All’i nizio sembrava che che la destra si stringesse superando le difficoltà, ma Bossi ha ritrattato il suo proclama sul ritiro a Natale, come a dire mi sono sbagliato e Fini ha querelato Feltri, che non è un politico, ma il servitore del suo padrone. Ora è sotto gli occhi di tutti: i partiti la governo sono una confusione pesante, attaccati dalla Chiesa, e nell’indecenza con le sparate dei suoi ministri. Hanno governato il momento in modo pessimo infatti non basta una bara e dei familiari che piangono a spiegare perché. Ciao Riri52
Avrà fatto slittare la manifestazione, ma l’episodio tragico ha contribuito ugualmente a fare salire la marea della confusione e della instabilità nell’ignobile classe che ci governa.
Accenni agli attacchi della Chiesa: a questo proposito c’è un prete, don Paolo Farinella, che “è sceso in campo” con evangelico sprezzo del pericolo: vedi qui , e qui.
Ciao Riri, alla prossima.
Non l’ho scritto a chiare lettere nel mio ultimo post sul tema ma qui, come tua commentatrice, posso farlo: ma alla fine non è che tutti i giovanotti, sia pure del sud, per lavorare scelgano di far parte della Folgore. Qui stiamo parlando di professionisti convinti ideologicamente e non di poveri pischelli. Allora non confondiamo i morti, con tutto il rispetto per il dolore, e non mettiamo altra carne a cuocere; la manifestazione per la libertà di stampa deve rimanere tale e non confondere temi come vorrebbe magari qualche frangia, sia a destra che a sinistra, per cavalcare una tigre diversa. Speriamo solo che non sopravvengano ostacoli, per quanto mi riguarda, alla patecipazione. Un abbraccio
Perfettamente d’accordo.
I quotidiani morti sul lavoro non scelgono, di solito, un mestiere che preveda di fare la guerra.
E i cittadini afghani rimasti uccisi nell’attentato, neppure.
Perchè per tutti costoro non è previsto il lutto nazionale ?
Ciao, Super, un abbraccio a te.
Ciao caro Franz, ti lascio un saluto. Passa quando hai un attimo. Notte.
Vengo subito a vedere che cosa hai partorito.
Ciao Miss.
Secondo me, queste morti contribuiranno ad alimentare i dubbi di tanti italiani, sulla necessità di una missione così pericolosa (della quale, onestamente, non abbiamo ancora ben capito il senso) e sulle capacità dei nostri politici di gestire una situazione così delicata. Sul rinvio della manifestazione, credo sia la scelta migliore, per il momento e per rispetto delle vittime e delle loro famiglie, ci sarà sicuramente un momento migliore e la gente lo apprezzerà. Ciao Franz 🙂
Spero anch’io che, almeno a qualche dubbio e a un po’ di consapevolezza, quelle morti possano servire.
Per il rinvio della manifestazione, a costo di sembrare cinico, continuo a pensare che ci siano soltanto buone ragioni strategiche.
Molti pensano, diversamente da me, che la protesta prevista a Roma avrebbe dovuto essere estesa al tema di questa inutile e prevedibile carneficina.
Ho rispetto anch’io per lo strazio delle famiglie, come ho rispetto e dolore per qualunque vita venga spezzata; ma la mia libertà mi impedisce di provare più rispetto e più pietà per loro che per altre vittime, e ce ne sono tante, vicine e lontane, di una cultura di potere, di sopraffazione e di guerra, che purtroppo in qualche modo ci viene istigata.
I quotidiani morti sul lavoro, quelli che vengono uccisi o si suicidano in carcere, ma anche i morti sulle strade, e così pure i poveracci che vanno incontro alla morte perchè i nostri coccodrilli di stato negano loro l’asilo politico, tutti questi e tanti altri non avranno certo funerali di stato.
Anzi quei clandestini non hanno nemmeno uno stato.
Ciao Gi’.
Rimandare l’iniziativa era invevitabile, l’avrebbero ridicolizzata e girata a loro favore.
Ora Bossi dice di tornare a casa, qualche anno fa quando eravamo pochi a sfilare e disocciarsi da quella che loro chiamavano legittima guerra, non era così, spero che si torni a casa, ma Bossi è solo un opportunista spero che questo sia chiaro a molti.
Lo spero anch’io, Du.
Bossi è un opportunista e il primo rappresentante di una cultura di violenza e di grettezza. Anzi, parlare di cultura è fargli un complimento.
Non saprei dirti il perché, ma nel leggere il tuo post mi è tornato in mente il film di Michael Moore dove tra le mille altre cose denunciava il fatto che mentre i soldati americani combattevano e morivano in Afganistan il buon Bush ospitava e intratteneva alla casa bianca una delegazione del management Talebano, con tanto di ricchi premi e cotillons.
Non è che bisognoso di rialzare il punteggio del suo share personale si è fatto anche Lui qualche amichetto talebano che sa sua volta gli ha fatto un piacerino, così da consentirgli nuovamente di vestire il suo costume da super eroe, ovviamente sto scherzando, voglio sperare che la mia sia Italicamente parlando, fantapolitica, anche se probabilmente il suo amico cow boy ne è stato capace…..
Ciaooo neh
Continuando la tua ipotesi fantapolitica (ovviamente solo per gioco), sarebbe bello che gli amichetti talebani gli preparassero anche un sicuro rifugio per il giorno, spero vicino, della sua caduta.
Ovviamente dentro una grotta…
Ciao Alan.
Probabilmente è meglio lasciare decantare l’iniziativa per qualche tempo, anche perchè se si facesse sono convinta che il nostro caro PdC strumentalizzerebbe anche questa, per i suoi secondi e terzi fini, facendo passare le persone che dovessero partecipare alla manifestazione come persone insensibili che non sanno neppure comprendere il dolore di una nazione e che tutto possono per l’odio che nutrono verso di lui.
C’è da dire una cosa: ha un c… della malora, tutto il paese va a catafascio ma quando si trova all’angolo anche le sventure degli altri arrivano per sorreggerlo.
Sono d’accordo che adesso partirà tutta la litania sul valore dei militari italiani, sulla loro abnegazione e volontà di portare pace e civiltà.
Intanto Bossi sta già dicendo che bisogna far tornare tutti a casa.
Ciao
Silvana
Comunque non può durare sempre, la sua “fortuna”, se, oltre che eufemistico, è un termine utilizzabile in casi tragici come questo.
E’ da tanti anni che aspettiamo; penso che ormai anche il popolo dei qualunquisti voltagabbana, che sono una fetta decisiva del popolo tutto, stia finalmente per cambiare canale.
Per finire mi riallaccio ai paradossi del tuo recente post “sperare in un fascista”: ci tocca essere d’accordo con Bossi…
Ciao, Silvana, un salutone.