Il cantautore

Federico Aicardi

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La notte è quieta, fresca, gradevole; settembre sembra finalmente aver trovato un suo stabile equilibrio climatico.
La desolazione agostana è ormai un lontano ricordo; benchè non sia ancora il fine settimana, le strade del centro denotano già una certa vivacità: le percorre il popolo della notte; italiani e stranieri, in prevalenza giovani, soli, a coppie, a gruppetti; a piedi, in motorino, in auto, qualcuno a volte anche in taxi.
L’attesa non è stata lunga, qui nel posteggio di quel largo e lungo spazio architettonico denso di storia cittadina, chiamato Piazza Malpighi; un tipo con una custodia dall’inconfondibile forma di chitarra già mi sta chiedendo se sono libero.
“Certo, dove andiamo ?”
“Al Bravo Café, in via Mascarella; da qui non so qual è la strada migliore”.
“Io invece credo di sì, visto che è il mio mestiere”, mi limito a pensare.

Mi dà sempre un certo piacere trasportare artisti, e in particolare i musicisti; sono persone che in fondo, nell’approccio all’esistenza, sento vicine alla mia dimensione interiore, più di ogni altra tipologia umana.
Capisco che sta andando ad esibirsi, e di lì a poco ne ho la conferma:
“Ne approfitterei per accordare la chitarra”, mi fa.
“Certo, se vuoi accendere la luce devi premere lassù”.
Estratto lo strumento, comincia l’operazione, completamente a orecchio.
“Quando si suona insieme ad un piano,” si interrompe un attimo, “bisogna adattare l’accordatura a lui”.
“Eh già, quella è fissa e comanda”.
“Suoni anche tu ?”
“Ho suonato il piano qualche anno da piccolo, ma ora son capace solo di strimpellare qualche canzone, rigorosamente in do”.
“C’è un’ottima acustica, qui dentro, è l’ideale per provare”, dice; poi, finito il tira e molla delle corde, si mette a pizzicare con disinvoltura qualche veloce arpeggio.

Immediatamente, mentre procedo, si diffonde dentro la Multipla un’armonia delicatissima quanto insolita ed irreale.
Cerco di immaginare la scena, ancora più irreale, per chi distrattamente buttasse l’occhio dentro questo taxi in corsa, dove, illuminato dalla lampadina della piccola plafoniera posteriore, qualcuno, proprio come sopra una gondola, sembra intento a suonare una serenata all’indirizzo …del gondoliere.

Alla fine non mi trattengo dal fargli un sincero complimento: “Hai un tocco gradevolissimo, è un piacere ascoltarti”.
Apprezza visibilmente, mi ringrazia.
Poi, giusto per continuare la conversazione, butto là scherzosamente:
“Visto che la Multipla ha sei posti, si potrebbe fare un servizio speciale di taxi con accompagnamento musicale dal vivo”.

L’idea gli piace, ahimé troppo; l’evidente desiderio di farsi conoscere e magari di fare qualche buon affare con la musica sembra incantarlo oltre misura, tanto che a più riprese mi tocca fare marcia indietro:
“Sarebbe bello, ma penso ci siano molti problemi con il regolamento”.

Siamo ormai in via Belle Arti; dopo aver rimesso la chitarra dentro la custodia, gentilmente mi dice che posso accostare prima di intrufolarmi nella stretta via Mascarella, sul cui selciato c’è sempre un sacco di gente nullafacente in piedi davanti ai locali notturni.
“Guarda, ti do un mio cd e la fotocopia di un articolo, con la foto dove sono insieme a Fernanda Pivano”.
“Eh, la buon’anima, della Pivano… Grazie, grazie davvero”.
Sulla superficie del disco campeggia il suo nome: Federico Aicardi.
“Ascolta, ma tu hai un fratello che si chiama Giorgio ?”
“Certo !”.
“Ma pensa, eravamo compagni ed amiconi alle scuole medie; si ricorda sicuramente di me. Digli che lo saluta Francesco”.
“Va bene, senz’altro glielo dirò”.
“Eh, mi ricordo che aveva un sacco di fratelli, e l’ultimo era nato proprio durante quegli anni”.
Su quest’ultimo dettaglio non ribatte; poi, mentre salda il conto della corsa, mi dice: “Una sera che sei libero, vieni a sentirmi. Ci sei su Facebook ?”
“Sì che ci sono; ho anche un blog; e magari racconterò di te e di quest’incontro”.
“Allora mandami la proposta di amicizia, con due righe per ricordarmi chi sei, visto che ne ho parecchi di amici. Altrimenti mi trovi sempre in farmacia, sai dov’è ?”.
“Ma certo, me la ricordo bene”.
La Farmacia Aicardi è una di quelle tradizionali della città, sul limitare della zona universitaria.

Lo guardo mentre si congeda definitivamente; un bel viso dall’aspetto un tantino bohémien, trasecolato, e la chioma un po’ stempiata, a denotare già qualche anno di attività fra il bancone della farmacia e quelli dei locali notturni.
Si congeda definitivamente e si dirige, con la chitarra già accordata, ad esibirsi con gli amici sul palco del ‘Bravo café’.

Ieri pomeriggio ho ascoltato il disco; sono solo due brani, ma molto piacevoli, con una certa poesia intimistica, nei testi dedicati alle luci, alle penombre, agli incontri, alla cultura vissuta della nostra città; nella voce elegantemente garbata che tradisce in qua e in là, un po’ come Luca Carboni, la sua matrice petroniana; nelle musiche non originalissime ma abbastanza accattivanti.
Poi ho trovato un video su Youtube; gli arrangiamenti sono più grezzi che nel cd, e le immagini decisamente artigianali; ma come in uno strano, onirico replay, sembrano ripercorrere i momenti di quel nostro insolito incontro; ritraggono infatti una persona alla guida di un’automobile nella città di notte, le cui strade scorrono dai finestrini; ed è facile riconoscere proprio Piazza Malpighi…

Non ho ascoltato nient’altro che mi permetta una vera e propria recensione, ma posso dire che la curiosità di sentirlo dal vivo mi è rimasta davvero.
Ho pure letto quell’articolo fotocopiato, che è servito anche a rivelarmi l’età del cantautore.
Ed ho avuto così la conferma di un mio vago sospetto: quell’uomo stempiato, alla ricerca dell’armonia e delle luci della ribalta, come del perpetuarsi di atmosfere notturne artistiche forse in via di estinzione, è proprio quel fratellino, neonato in casa del mio amico, dei tempi delle medie.

Un passato ancora non del tutto fuggito continua, vertiginosamente, a bussare alle porte del mio sfuggente presente.
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L’immagine è tratta da:
http://www.myspace.com/federicoaicardi

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14 risposte a Il cantautore

  1. Giovanna Amoroso ha detto:

    Bello il racconto del musicista-farmacista!

    Scritto da un tassista-scrittore… è veramente sublime!

    baci baci

    Giovanna

    • Franz ha detto:

      In realtà, per renderlo ‘sublime’, ci voleva il commento di una …albergatrice-operatrice culturale !

      Baci baci; e ancora ‘in bocca al lupo’ per tutto !
      (o, se preferisci, ‘in c… alla balena’).

  2. alanford50 ha detto:

    Come vedi le medesime ore ci trovano insonni a pigiare tasti per dare voce ai pensieri;
    Bologna città strana, nella mia unica visita nel 2004, in quelle poche ore ho incontrato Gianni Morandi, si vede che la città pulsa di armonie e di musica, l’unica volta che ho incrociato da vicino un’artista è stato proprio li in Piazza Maggiore.
    Devo complimentarmi con te, per il tuo modo di raccontare e di raccontarti, è un modo che ha del musicale, un ritmo di vita che esprime dell’armonia, te lo dissi già in altre occasioni.
    Come più volte ho affermato, io amo i particolari, sono rimasto colpito, al punto di essermi immaginato per un attimo seduto sul sedile di fianco a te, da quel momento in cui quell’uomo della notte ha donato una parte vera di se, in quel posto inconsueto, persino strano, sul sedile posteriore del tuo taxi, con quel gesto semplice, per lui probabilmente consueto e ripetitivo, ma capace di essere sempre fresco e nuovo, credo di condividere con te che la bellezza di alcune forme artistiche stia comunque nell’espressione delle capacità personali, insomma la capacità di fare uscire e prevalere l’uomo.
    Grazie per questa bella condivisione.
    Ciaooo neh!

    • Franz ha detto:

      Grazie a te, caro Alan. Devo dire che c’è qualcosa di ‘musicale’ anche nel tuo ritmo di vita, ancora più notturno del mio, proprio come quello dei musicisti più o meno di professione; anche se nel tuo caso la tastiera è quella di un computer e la musica quella dei pensieri.
      Quanto alla ‘bellezza di alcune forme artistiche’, è certamente fondamentale la prevalenza della personalità umana, ma, nei casi in cui l’espressione artistica sia capace di trasmettere emozioni, sembrerebbe quasi una grazia che sovrasta anche lo stesso artista, che ne diventa un tramite.

      Ciao, un salutoneh.

  3. Superfragilistic ha detto:

    La musica cantata a quel modo oltre le note, quasi recitata, sembra ispirata ad un De Gregori forse più che ad un Carboni. Piacevole incontro se non avessi poi scoperto che era il ‘fratellino ex neonato’……. : )

    • Franz ha detto:

      Sulle ‘parentele artistiche’ hai indubbiamente ragione; con Luca Carboni (mi limitavo a suggerire) condivide solo qualche nostro tipico difetto di pronuncia.

      Fare i conti con gli anni che passano non sempre è entusiasmante, ci siamo capiti, ma l’incontro è stato ed è restato piacevole.
      Ciao cara Super, alla prossima !

  4. giraffa ha detto:

    Sì, son d’accordo con te, anche se, sia in campo artistico che musicale tanta gente finisce al primo posto nelle classifiche delle vendite “senza passare dal via” (si vede che da piccola giocavo con il Monopoli??) senza avere alcun talento, e non facciamo nomi.. un abbraccio 🙂

  5. silvanascricci ha detto:

    Bologna è davvero una città molto piccola e prima o poi rincontri tutti.
    A volte un passato lontano e qualche volta il futuro.
    Un sonoro saluto
    Silvana

    • Franz ha detto:

      L’idea di andare a caccia di futuro è decisamente più stimolante, cara Silvana, sempre senza dimenticarsi che, in realtà, non ci appartiene che il presente (e anche quello fino a un certo punto !).

      Un saluto e un giro di valzer.

  6. giraffa ha detto:

    Caro Franz, racconti sempre i tuoi incontri con molta delicatezza proprio come, immagino, le armonie che si sono diffuse all’interno della tua auto. Auguro a Federico tanta fortuna, perchè la tenacia va pure premiata, qualche volta 🙂

    • Franz ha detto:

      Cara Gi, penso anch’io che la tenacia vada premiata, ma solo quando è sorretta dalla capacità: abbiamo esempi di tenacia, ad esempio in politica, premiata un tantino troppo, o sbaglio ? 😯
      Grazie per i complimenti che mi fai, altrettanto delicati.
      Salutone e bacione.

  7. duhangst ha detto:

    Il passato quando bussa alla porta è quasi sempre piacevole, ma lo odio quando irrompe nel presente in maniera dirompente..

    Io non so suonare una nota, forse per questo i musicisti mi hanno sempre affascinato..wordpress stats plugin

    • Franz ha detto:

      Ciao Du.
      Le tracce del proprio passato sono incancellabili; l’importante è che, come dici tu, non si impongano mai oltre misura su un presente che ha il diritto e il dovere di prevalere su qualunque passato.
      Per quanto riguarda la fascinazione di una musica ben interpretata, penso che colpisca chi ha l’animo predisposto, indipendentemente dalla capacità o meno di suonare.

Commenti:

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