.
.
Alle tre e mezza, quando sono arrivato, l’Orchestra di Piazza Vittorio stava già suonando in quest’altra, piazza, quella che probabilmente verrà legata a lungo al ricordo della manifestazione di sabato.
Come da previsioni, un pomeriggio romano magicamente tiepido, a tratti caldo. E come da previsioni, le più ottimistiche previsioni, un afflusso imponente: la carica delle trecentomila teste pensanti.
.
.
.
Palloncini, bandiere, striscioni, cartelli a non finire, distraggono dall’ascolto dell’ottimo gruppo musicale internazionale, che ricordo protagonista qualche anno fa di una bella serata di un ‘Caterraduno’.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Il primo intervento è del segretario della FNSI, Franco Siddi, che chiede per cominciare un minuto di silenzio per la tragedia di Messina.
E la piazza, già ‘al completo’, in pochi attimi attenua fino a spegnere del tutto la propria variegata voce.
E tace, davvero, lunghi momenti: un popolo di gente educata, pensante, abituata a controllarsi, senza gli immancabili imbecilli di turno. Ne resto piacevolmente sorpreso, prima che il “Grazie a tutti !” scateni l’applauso esorcizzante ed autocelebrativo purtroppo immancabile.
Applaudirò tante volte, nelle oltre tre ore della mia permanenza in mezzo al Popolo della Piazza.
Lo farò per volontà di dare il mio contributo di sottolineatura alle frasi più significative, benché sicuramente non nuove, pronunciate da quel palco, ma anche, di tanto in tanto, partecipe di qualche sporadica ondata di emozione collettiva.
Franco Siddi non è Beppe Grillo. E, come lui, gran parte degli oratori si riveleranno incapaci di infiammare un pubblico, a sua volta più eterogeneo rispetto a quello dei due ormai storici ‘V-day’.
Ci saranno anche momenti di noia, di caduta di tensione, già in quel primo pur onestissimo ma troppo lungo discorso, e di iniziale perplessità rispetto alle aspettative, le più ottimistiche aspettative, di un’atmosfera continuativa di gioiosa battaglia civile.
Mi limito dunque a citare (e linkare), senza dilungarmi in un’inutile cronaca, i soli momenti di particolare intensità, artefici di quelle ‘sporadiche ondate emotive’.
.
Roberto Saviano viene accolto da un applauso interminabile; quando finalmente riesce a parlare, con quel suo tono pacato e riflessivo, ringrazia, e ringrazia di poter tornare a vedere “tanti visi e tanto sole”.
.
.
.
Segio Lepri, novant’anni, storico direttore dell’ANSA , con voce ferma, agile e chiara, e grande lucidità di pensiero, confronta la situazione attuale con gli anni del fascismo.
Il concomitante corteo dei precari della scuola fa tappa, come previsto, in Piazza del Popolo, e la sua rappresentante, una ragazza con gli occhiali di nome Antonella Vaccaro, chiede quattro minuti ‘di tempo autogestito’. Lei sì, allenata probabilmente da decine di megafoni, arringa ed infiamma la folla di veemente partecipazione, chiedendo alla stampa di dare voce al disagio e alle proteste del mondo del lavoro anzichè concentrarsi solo sulle ‘escort’ presidenziali. Termina con le richieste del movimento, ultima delle quali “le dimissioni, per manifesta incapacità, del ministro Gelmini”, fra un boato di consensi.
C’è spazio anche per protagonisti della musica e dello spettacolo.
Come Simoni Cristicchi, che si rivela uno straordinario trascinante showman dal vivo, fra toni sarcastici e urlati, atmosfere di musica popolare e rap, battute e versi di poesia dialettale.
Come Marina Rei, che ripropone, dopo alcune battute del famoso inno “Libertà è partecipazione” di Gaber, la sua strillata intensissima “Donna che parla in fretta”, suonando contemporaneamente la batteria, come fece al concertone del primo maggio.
E infine come Neri Marcoré: un piacere profondo ascoltare le sue considerazioni, il suo tono pacato, intelligente; ed una straordinaria sorpresa il visionario brano di filosofia politica che ci fa riscoprire, scritto da Alexis de Tocqueville fra il 1830 e il 1840 (tratto da “La democrazia in America”).
Fra le tante presenze illustri in mezzo al pubblico (all’inizio mi sono visto letteralmente sfiorare dal passaggio di Eugenio Scalfari), c’era anche quella di Giulietto Chiesa, come ci fa sapere lui stesso in questo breve articolo.
Dove, fra l’altro, scrive: “Il momento più alto del pomeriggio, in assoluto per me, è stato quando Neri Marcorè ha letto un brano di Alexis De Tocqueville, attorno al tema della dittatura della maggioranza e della facilità con cui un popolo sazio può essere costretto in una ‘servitù facile’.”
Sono felice di condividere il vissuto con uno dei miei opinionisti preferiti. Uno che sentii dal vivo, già un paio di anni fa, criticare i sindacati per il loro cronico disinteresse nei confronti dei gravi problemi dell’informazione, a vantaggio di esclusive battaglie sulle condizioni di lavoro.
Come già dicevo nel post precedente, la perplessità più grave che avevo nei confronti di questa manifestazione era proprio sulla credibilità degli organizzatori, il mondo dei sindacati e dei partiti, in tanta misura corresponsabili, per omissione di una qualsiasi strategia di contrasto, con la degenerazione mediatico-democratica a cui siamo progressivamente giunti.
.
.
E tutte quelle bandiere, CGIL e PD, a ben pensarci un qualche retrogusto fastidioso lo davano.
Ma è inutile ormai piangere sul latte versato, ed è forse inutile anche cercare di capire per quale ragione solo adesso le cose stiano cambiando, anche perché magari si arriverebbe a conclusioni ancora più amare.
Le due grandi organizzazioni hanno finalmente sottoscritto e dato vita ad un’importante testimonianza popolare di protesta, ed è positivo il consenso che hanno saputo generare da parte di tanti altri gruppi impegnati nella società civile, organizzazioni e singoli cittadini, insomma un popolo.
Solo così, smussando un po’ gli angoli e confluendo tutti in una popolazione unita da poche ma chiare direttive, si può sperare di influire davvero sulla realtà. E’ questo che sicuramente spaventa la Jena e i suoi servi.
La CISL non c’era e non ha dato nemmeno, come invece ha fatto la UIL, una sua sostanziale adesione alle tematiche della manifestazione.
Ritenevo la posizione della CISL il fatto più vergognoso di questo tre ottobre.
Ma non avevo ancora visto l’intervento al TG1 di Minzolini…
.
.
.
.
L’immagine finale è tratta da:
http://www.sarx88.com/2009_07_01_archive.html
Gli italiani, perlomeno, quelli che guardano il TG1, il TG2, il TG4, il TG5, studio aperto e leggono Chi, non hanno saputo quasi niente di quello che è successo, di quanta gente c’era, dei temi trattati e delle adesioni degli altri paesi.
Ma noi non ci arrendiamo, continueremo ad andare in piazza ad urlare con i nostri blog, con la nostra voce, con i nostri passaparola quello che di questo disgraziato paese non ci piace e non vogliamo.
Un caro abbraccio e come ti ho scritto nel mio blog (in risposta al tuo commento) dasvidania tovarish Franz.
In fondo, per ora, questa nostra seconda Resistenza non è nemmeno paragonabile con la prima, considerando il prezzo di sangue e di dolore che costò quella, e che sono certo non avrà bisogno di repliche, anche se il piccolo duce degli anni 2000 ora cercherà di acuire i contrasti politici e sociali.
Un abbraccio a te, compagna Svetlana Scriccic. 😀
Ciao Franz,
purtroppo (come sempre) i media non hanno “citato” in modo esauriente questa bella ed importante manifestazione.
I telergionali ne hanno parlato poco e male… Meno male che ci sei tu a fornirci una decrizione dettagliata dell’evento!!!!! MITICO FRANZ!!!!!!!!
Una volta di più si è rivelata l’immensa differenza fra il mondo di Internet e quello delle tv più o meno di regime, nel diffondere notizie e commenti seri.
Non sono stato certo l’unico ‘internauta’ a parlare della manifestazione, l’hanno fatto tantissimi; tuttavia chi come me ha partecipato personalmente ha potuto diffondere anche le proprie impressioni personali, un po’ come avveniva ai tempi in cui gli avvenimenti e le notizie si tramandavano oralmente.
Comunque grazie per il “mitico”: in fondo avveniva così anche per i miti…
Salutone & bacione.
eran 300mila
eran giovani e folti
e son risorti
perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre legislazioni
e poi risorge
😉
Non ho potuto presenziare, anche se mi sarebbe piaciuto tanto, ma fortunatamente migliaia di italiani hanno “agito” anche in nome mio..so che non è la stessa cosa, perchè in occasioni del genere i numeri contano tantissimo ma, stavolta, è andata così 🙂 ciao Franz, un abbraccio
P.S. non ho visto la pagina di Facebook, perchè serve account e password.. ma l’importante è che si muova qualcosa!
Credo che, quando c’è un mare di mezzo (in senso geografico !), le giustificazioni per l’assenza si sprechino, non ultime quelle di impatto ambientale relative al viaggio; anche se capisco bene il tuo dispiacere.
La pagina di FB che ti ho linkato risultava accessibile anche dopo la mia sconnessione da FB e la cancellazione dei “cookies” dal browser. Evidentemente purtroppo non era una prova sufficiente.
Comunque, a parte tutto, oggi direi proprio che ‘qualcosa si è mosso’…
Un saluto festoso (per una volta) e un abbraccio.
Grazie, sembrava di esserci. Adesso vedremo come procede. Ciao Riri52
Niente affatto male, procede, almeno per stasera !
Concediamoci un attimo di festa, alla faccia dei ‘veri’ farabutti (nonché criminali) :
la legge è uguale per tutti, la sua applicazione pure.
Ciao, cara Riri !
Io sono rimasto di stucco quando ho visto Minzolini.
Sai ci sono state manifestazioni “farabutte” anche a Londra e Berlino.
Ma anche a Parigi e a Bruxelles, mentre da molte altre nazioni europee è arrivata la solidarietà delle associazioni di giornalisti.
Fra i tanti motivi di conforto della manifestazione penso ci sia anche l’aver finalmente mostrato all’estero una faccia presentabile del nostro Paese.