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C’è un misto di piacere e titubanza, nell’aprire e riempire di parole una nuova pagina di questo mio diario; da diversi giorni mi è mancato quel felice incontro di riposo, calma e tempo libero, per poterlo fare con qualche speranza di esiti interessanti e gradevoli, e dunque sono un po’ in ritardo rispetto alla cadenza abituale.
Di solito gli argomenti che chiedono attenzione si presentano da soli, basta mettersi in ascolto, o magari interrogarsi a più riprese per sollecitarli, e poi mediare le risposte, presenti come vaghe idee, intuizioni, abbozzi, con la parte cosciente e controllata della mente, in un gioco di scambio che penso sovrintenda a quello che chiamano il ‘pensiero creativo’.
Se mi sono mancate le condizioni per mettermi alla tastiera del computer, la parte di sollecitazione interiore, invece, che avviene nei momenti più disparati della giornata e della notte, non si è affatto fermata, a anzi ha avuto ancora più tempo a disposizione.
Non è casuale dunque se ho cominciato questo post affrontando il tema della formazione del pensiero, che mi porterebbe a parlare di psicologia, di quel poco di teorie e pratiche che credo abbiano influenzato moltissimo la mia vita, e che in quest’ultimo periodo mi sembrano regalarmi qualche nuovo frutto.
Non è casuale perchè è proprio in quella direzione che sono giunte ripetute ‘risposte’, cioé sollecitazioni ad affrontare l’argomento.
Una memorabile pastasciutta al sugo, il confortevole calore delle coperte del letto, gli orari del treno da San Lazzaro a Bologna.
Ecco, vaneggia, è diventato matto, penserà qualcuno di fronte a questa improvvisa virata.
Non è così (almeno spero); quei tre temi sconclusionati chiederebbero attenzione: sono loro, insieme ad altri, che mi parlano del presente di queste mie ultime giornate, dei progressi fatti e di quelli ancora da fare nella mia personale interpretazione dell’arte quotidiana del vivere.
Ma so anche, ed è il ‘pensiero controllato’ a dirmelo, che l’argomento è difficile, complesso, che mi porterebbe troppo lontano, ora, nel cercare di spiegare, di raccontare, di capire.
E la fantastica libertà di poter scegliere gli argomenti, e gli sviluppi di considerazioni e racconti, mi permette così una seconda virata, che lascerà quella pastasciutta, quelle coperte e quegli orari solo a livello di abbozzo, buoni per riprendere il difficile ed importante discorso in futuro, magari a più riprese, con la dovuta precisione e, magari, incisività.
Invece degli sviluppi interiori, dunque, racconterò quelli dei fatti, fatterelli o fattacci, che connotano queste mie giornate, e che spiegano la carenza di tempo e di calma.
Dunque l’auto è arrivata; è là in Co.Ta.Bo. a fare bella mostra di sé di fronte all’ultimo cancello, quello grande dell’accesso notturno, ferma e imperturbabile come un cavallo sotto qualsiasi tempo e qualsiasi cielo.
Non ha ancora targa né soprannome, ma qualche fotografia sì: raccogliendo un pressante amichevole invito giuntomi nei commenti all’articolo precedente, ieri pomeriggio gliene ho scattate quattro, due delle quali pubblico in fondo a questo post.
Sono di nuovo alle prese con la burocrazia, e mi tornano in mente le lunghe e gloriose battaglie affrontate quasi tre anni fa, nei mesi dopo il trasloco in questa casa.
“Sembra facile…”, diceva ‘l’uomo coi baffi’ della pubblicità, “fare un buon caffé”: arriva l’auto nuova, si installano le apparecchiature necessarie ad un taxi, si immatricola e si riprende a lavorare.
Peccato che a queste semplici frasi corriponda la necessità di spostarsi un’infinità di volte fra uffici, officine, agenzie e spazi espositivi.
E peccato che, puntuale come la cosiddetta ‘sfiga’, mi è caduta sopra la testa proprio ieri la spada di Damocle che per due mesi aveva resistito sospesa senza troppi sussulti, per mettersi poi ad ondeggiare minacciosa sul finire della scorsa settimana.
Sto parlando della condivisione dell’auto di scorta con un altro collega appiedato.
Ieri a mezzanotte, qui nel parcheggio condominiale, gli ho dato le chiavi della Multipla, gli ho passato un po’ di consegne relative, e ci siamo accordati sull’organizzazione quotidiana dello scambio della vettura.
Al volante dell’auto che l’aveva accompagnato fin qui sedeva una giovane donna che è rimasta in disparte, non so dire se intimidita o contrariata dalla situazione.
Perdita di flessibilità nell’orario di lavoro e soprattutto mancanza dell’automobile al di fuori di quello, cioè fino alle cinque del pomeriggio, connotano e complicano ora le mie giornate.
Ma è inutile perdere la calma, le giornate si affrontano e si inventano una per una, in questo breve ‘periodo di transizione’ che durerà poco più di un’altra settimana, e magari mi offrirà spunti di vita e di racconto nuovi, come, perché no, un probabile ‘viaggio’ in treno da San Lazzaro a Bologna.
Mentre scrivevo, il collega mi ha riportato puntualmente la Multipla.
E’ ora di uscire e di andare: un’agenzia di pratiche auto aperta fino alle sette mi sta aspettando dalla parte esattamente opposta della città; poi potrò cominciare la mia serata di lavoro.
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L’immagine iniziale è tratta da:
http://occhitristi.splinder.com/tag/biagio+parole+e+canzoni
Il pareggio mi sta molto bene, è un risultato che non fatico ad accettare, ahahah, sono contento per te ed ovviamente anche per me…. ciaoooo neh!
La nostra gara/scommessa virtuale a chi comincerà per primo;
Non so te, ma io è da ieri alle 17,00 che cavalco il mio nuovo nero destriero, inutile dire che pur avendo comprato una macchina che non è nulla di particolarmente eccezionale è tutta un’altra cosa rispetto alla mia vecchia e fedele macchinina di un tempo, questa nuova mi piace un casino, un bel nero bastardissimo ed un sacco di aggeggini nuovi da imparare.
Comunque qualche cosa mi dice che ho vinto la singolar tenzone, che ti ho messo il sale sulla coda, oppure ti ho bagnato il naso, scegli tu, quale modo di dire preferisci, ahahah, ma magari scopro poi che hai vinto tu, mah? un bel dì saprò!
Ciaooo neh alla prox.
Ciao Alan, mi fa piacere che il ‘nero destriero’ ti sia arrivato e che ti stia regalando qualche emozionante cavalcata.
Sembra impossibile ma la nostra gara è finita in un pareggio: stesso giorno e stessa ora per me ! (quanto meno per la disponibilità definitiva dell’auto, dopo i vari passaggi tecnici e burocratici necessari all’allestimento di un taxi).
Oggi stesso forse racconterò qualcosa sul blog.
Ciao a presto. E guida con prudenza…! 😉
Percepisco comunque un senso di disagio… la cultura dell’individualità ci lascia impreparati davanti alla condivisione di un’auto “pubblica” per definizione.
Credo che questa “multipla proprietà” sia un ulteriore esercizio per scrostarsi di dosso ogni residuo di “finto possesso”.
Le tue ore di lavoro sono tue, con tutto quello che succede (che racconti mirabolmente anche in queste pagine virtuali).
Le cose, gli oggetti, i mezzi, sono solo strumenti, belli e brutti, per compiere il vero viaggio personale: quello fatto dalle azioni.
Oggi sono un po’ parmenidea… e come sempre contorta! 🙂
Secondo me il possesso, finto, vero, ottenuto o desiderato che sia, è sempre comunque una brutta bestia; è la componente deteriore di ogni legame affettivo, nei confronti di persone, animali, oggetti, ed è in grado di rovinare e anche di distruggere il legame stesso.
Al di là di questa considerazione, il rapporto che si crea con un mezzo come l’automobile, usata quotidianamente molte ore, è qualcosa di speciale: la simbiosi che si genera fra uomo e macchina ha qualcosa che ne fa quasi un tutt’uno, un’estensione del proprio corpo finalizzata al movimento e al trasporto; in questo, il fatto che sia un “bene pubblico” a disposizione di qualsiasi richiedente non conta, almeno per il pilota.
Grazie della visita e delle tue considerazioni che non mi sembrano per niente contorte !
Salutone. 😉
Pardon, correttamente
Iolanda
con la maiuscola.
Ha una sua personalità che già viene fuori dalle foto. Non vorrei essere irriguardoso, ma mi sento indiscretamente coinvolto, suggerirei:
iolanda.
Ed honi soit qui mal y pense.
Accolgo con gioia il tuo contributo e soprattutto il tuo coinvolgimento (in certo qual modo, fraterno 🙂 ).
Devo dirti però che la tua candidatura potrà concorrere solo all’attribuzione del secondo nome, perché la giuria monocratica ha già in cuor suo deciso il primo nome, che verrà ufficializzato a tempo debito.
Bene, allora è tutto pronto per l’inaugurazione?
Aperitivo per tutti?
Buona serata
Giovanna
Champagne per tutti (‘virtuale’ ma di ottima marca) !
Tuttavia bisogna aspettare ancora qualche giorno…
Buona serata a te, con rilancio di un bacione.
E la Miss disse: Hai voluto la bicicletta? Ora pedali neh!!!!
E se non mangi la minestra salti dalla finestra. Baci.
Mancano giusto i pedali, a quella Multipla pesantissima che non va neanche a spingerla.
In compenso ama molto le visite di emergenza in officina, anche in orari …estremi.
Mi sa che salterò dalla finestra, anzi dal finestrino.
Baci.
Complimenti cavaliere dalla bianca armatura, è molto bello il tuo nuovo destriero, beato te che te lo puoi godere almeno in foto e forse non solo, io non avendoci per tempo pensato, sono costretto ad allacciarmi unicamente ai vaghi e fugaci ricordi di quello che dovrebbe poi diventare il mio destriero dal nero mantello e dal passo sicuro e slanciato.
Cissà il domani, se porterà lieta novella, anche io attendo ansioso nuove avventure..
Ciaooo neh!
Caro Alan, i “cavalieri neri” del Signore degli Anelli erano creature demoniache che facevano venire i brividi al loro passaggio e al loro pensiero.
So che non è il tuo caso, e che un animo equo e pacifico, benchè notturno, abita nell’ormai prossimo domatore del tuo italico destriero.
Resta aperta la nostra gara/scommessa virtuale a chi comincerà per primo.
Un saluto a te.
Bella, spaziosa e candida. Che meraviglia! Riri52
E’ quasi un peccato usarla, e spero che il giorno della prima ammaccatura tardi ad arrivare…
Ciao !