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Eccomi, allora, a bussare alla coscienza di chiunque capiti su queste pagine, vuoi per amicizia o per abitudine, chi ancora per curiosità e chi per caso.
Come dicevo, la quantità di argomenti che richiederebbero attenzione e mobilitazione è vasta, oggi più che mai.
Tuttavia ne ho già selezionati alcuni alla fine dell’ultimo post, cosa che mi toglie ora l’imbarazzo della scelta; ma non li tratterò nemmeno tutti: dopo aver seguito la volta scorsa il criterio dell’importanza, dando voce alla campagna di sensibilizzazione sulla Conferenza di Copenhagen e sull’emergenza ambientale planetaria, questa volta mi piace soffermarmi unicamente su un paio di temi, e solo sulla spinta del mio interesse specifico, lasciando per ora in sospeso gli altri.
La mia amica blogger che si firma ‘Giraffa’ vive in Sardegna, su un indefinito ‘monte’.
Se penso alla Pianura Padana, dove abito (vicino ad uno dei suoi confini naturali con l’Appennino), ho l’immagine di un territorio terribilmente devastato dall’uomo, di una campagna sfruttata intensivamente ed allo stesso tempo in troppa misura soffocata, da capannoni industriali, attivi, abbandonati, strade, case vecchie, nuove, ristrutturate, ridenti, cadenti, troppo spesso disabitate, città e paesi tentacolari, sempre ansiosi di asfaltare, cementificare, trasformare aree verdi in centri commerciali.
Un’immensa zona, insomma, in cui trovare un po’ di silenzio vero è quasi impossibile.
Al confronto, per quel poco che ho potuto conoscere l’isola da cui proviene il mio cognome e un quarto dei miei geni, appunto la Sardegna, non dico che mi sembri la classica isola felice, ma un po’ più felicemente preservata sì, quanto meno in molta parte del suo territorio interno, senza scendere in considerazioni sull’occupazione militare, che credo potrebbero peggiorare assai il quadro; e magari, probabilmente, anche sottovalutando gli aspetti di speculazione edilizia perpetuatasi per lunghi anni, invece, sulle sue spettacolari coste.
Dunque, dal suo monte, la cara Giraffa lancia un grido d’allarme: in questo post ci fa sapere che il già disgustoso Disegno di Legge nazionale di rilancio del settore edilizio (quello che permette l’ampliamento degli edifici esistenti) ha trovato, nel governo della regione autonoma sarda, una cassa di risonanza molto preoccupante e minacciosa per la salvaguardia di quel bene prezioso che si chiama territorio, e paesaggio. Si tratta di un disegno di legge regionale, che viene illustrato con grande preoccupazione in questa pagina di un’associazione ecologista chiamata “Gruppo d’Intervento Giuridico”.
Un ricorso al governo, con la richiesta di valutare la costituzionalità del D.d.L. regionale, e alla Commissione europea, per violazione delle normative comunitarie, è stato presentato dallo stesso Gruppo, insieme agli ‘Amici della Terra’; e queste due associazioni invitano a fare la stessa cosa, per scritto, anche i semplici cittadini che richiedano il fac-simile via email all’indirizzo indicato (grigsardegna@tiscali.it).
L’appello in questione rappresenta l’emergenza ecologica di una sola regione, certo, ma, oltre che una richiesta di collaborazione da parte degli amici sardi, è anche una battaglia di civiltà, e in quanto tale senza luogo e senza tempo.
L’altro argomento su cui mi sta a cuore spendere un po’ di attenzione è invece nazionale, ed è politico.
Si tratta del secondo ‘No Berlusconi day’, previsto sabato 5 dicembre a Roma.
Ne sono venuto a conoscenza già almeno una decina di giorni fa, ascoltando un ‘Microfono aperto’ di Radio Popolare che invitava ad esprimersi sull’opportunità o meno, e anche sull’efficacia, di una protesta di piazza generica, non motivata da qualche evento particolarmente clamoroso da parte dell’anziano corruttore.
Ascoltando le considerazioni degli ospiti e gli interventi telefonici del pubblico ho sciolto le mie personali riserve e mi sono in cuor mio schierato per l’adesione.
Credo infatti che la misura sia colma a prescindere, e da tempo; anche da prima di questi ultimi guizzi di ‘riformismo’ della giustizia a cui ci tocca assistere impotenti, e che sono lucidamente e spietatamente spiegati, in tutta la loro spudorata tracotanza e devastanti conseguenze, nell’ultimo ‘Passaparola’ di Marco Travaglio, che consiglio vivamente di leggere o ascoltare (clicca qui).
L’unico rischio, se ragioniamo in termini di efficacia, è di una risposta scarsa, di una dispersione di forze, ma penso che sia oggettivamente trascurabile, oltre a non inficiare l’intrinseca necessità ed urgenza di una protesta popolare.
Dalla trasmissione radiofonica ho appreso che l’iniziativa è partita da alcuni blogger e si è diffusa rapidamente tramite Facebook; uno dei promotori, ospite telefonico, ha raccontato del dibattito svoltosi in rete intorno all’opportunità di lasciare aderire partiti e leader politici, come poi è effettivamente avvenuto per Antonio Di Pietro e Paolo Ferrero e i loro rispettivi partiti (Italia dei Valori e Rifondazione Comunista).
L’impressione che si ha da una prima occhiata alle pagine Facebook e dai blog del comitato organizzatore è di un fermento estremamente vivace, per non dire travolgente.
Giusto per dare un’idea, sono nati comitati locali in circa cinquanta città italiane e in più di dieci città straniere (vedi qui) , mentre l’attenzione degli organizzatori sembra concentrata attualmente sulle metodologie più efficaci di diffusione dell’appello. (vedi qui)
Il sito/blog ufficiale di riferimento è questo.
Il successo della manifestazione di Roma per la libertà di stampa, che portò in piazza lo scorso 3 ottobre molte decine di migliaia di persone, derivò sia dal tam-tam in Rete sia dalla propaganda attiva effettuata da ‘La Repubblica’.
Non so se quest’ultimo fattore sarà ugualmente presente questa volta, forse no; ma sarebbe bello che la sola organizzazione su base volontaria qui in Rete si tramutasse in un evento di piazza clamoroso, incisivo, da ricordare a lungo, da parte di chi c’era.
E magari anche, con una smorfia di dispiacere, da parte dell’anziano tiranno.
Penso che, col passare dei giorni, vedremo crescere l’interesse sull’argomento, anche grazie, perché no, al nostro aiuto.
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Immagini tratte da:
http://www.nexres.org/2009/01/10/permission-marketing-seth-godin/
http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/Ricorsi_contro_la_legge_regionale_sarda_sul_piano_per_l_edilizia__2016881.shtml
http://www.facebook.com/event.php?eid=172143242331
MITiCO FRANZ!!! (Come sempre d’altronde!)
buona giornata e un bacio
Giovanna
Troppo buona, mia cara.
Fra “miti” (aggettivo o sostantivo, a te la scelta), ci si intende sempre…
Un buon fine settimana e un bacio a te.
Per tutti:
‘La Repubblica’ on-line parla dei cantieri del “No Berlusconi day”:
cliccare qui.
Ciao Franz, grazie per aver diffuso la notizia, i mostri si possono fermare anche così, anche con le proteste che provengono dai singoli cittadini, almeno per far capire a chi comanda che non tutti subiscono le cose passivamente, con rassegnazione! Dopo le proteste, poi, dovremmo iniziare a fare dei passi avanti, con proposte e facce nuove.. per esempio, mi piacerebbe che il No-B-Day si trasformasse in futuro in una manifestazione a favore di un politico decente 😉
Ciao Lagiraffa; come a confermare la tua fiducia nelle reazioni di protesta contro le mostruosità ambientali, Beppe Grillo ha appena pubblicato questo “minipost” (clicca qui), in cui dà notizia di una battaglia vinta a Genova, contro il progetto di un grande parcheggio devastatore.
Per quanto riguarda la facce nuove, come non darti ragione; penso comunque che proprio da questo nostro mondo virtuale stiano cominciando ad uscire le prime facce nuove, armate necessariamente di molto coraggio.
E comunque (mi sembra che tu mia dia ragione), un moto di protesta e di sdegno 😡 è indipendente da ciò, e guai se mancasse.
😉
Il cemento è uno di quei partiti trasversali che va da destra a sinistra indifferentemente e diventa sempre più difficile fermarlo purtroppo.
Per quanto riguarda la protesta, bisognerà vedere se avrà il giusto spazio nei giorni successivi sui media, cosa che dubito fortemente.
I blog contro il “blob” del cemento che ci invade e soffoca ?
Non stanchiamoci di agire e reagire, nel limite delle nostre possibilità.
Tutti gli Scodinzolini di turno cercheranno indubbiamente di minimizzare e denigrare la protesta di piazza, è un dato ormai noto e una tara abituale ai movimenti libertari; ciò non toglie che la protesta e la lotta siano giuste e in qualche misura utili.
Un caro saluto al tuo gradito ritorno da queste bande (e, come tua abitudine, primo per reattività !) 🙂