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Sono passati più di tre giorni da quando una straordinaria ondata viola, infinita, gioiosa, viva, serena, si riversava dalle placide vie di Roma, rese ancora più belle da un sole che incendiava i colori, ‘quel’ colore dominante, fino alla piazza, ‘quella’ piazza.
Il tempo corre, il fluire degli eventi ancora di più, e con esso gli interrogativi su che cosa potrà riservarci il futuro, tanto che mantenere la promessa di raccontare qualcosa del mio personale ‘No B. Day’ mi costa un piccolo sforzo di recupero dallo scrigno della memoria.
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“Siamo rimasti quattro gatti !”, esordisce l’attore satirico Andrea Rivera (che qualcuno ricorderà non nuovo a questa piazza).
Sono ormai le sette e mezza, la temperatura si è molto abbassata; la chiamata a raccolta dalle centinaia di pullman, distribuiti per provenienza in diverse aree di parcheggio della città, e la stanchezza dopo due ore di corteo e altre tre di permanenza all’ascolto di quei piccoli grandi ospiti chiamati ad intervenire là in fondo sull’enorme palco, ingranditi da un solo schermo gigante, hanno fatto il resto.
Non proprio quattro gatti, ma poche centinaia.
Anche la mia cara amica e gemella di blog, con cui ho condiviso gran parte della giornata, è scappata verso la stazione; io mi sono defilato un po’, non lontano da quelle transenne nella fotografia.
Una panca di marmo libera; aggiungo un’altra maglia di lana sotto il mio k-way ‘quasi-viola’, poi apro la borsa a tracolla ed estraggo le due uova sode, il pane, uno spicchio di finocchio, la bottiglietta d’acqua.
E mentre comincia la mia cena sotto le stelle, vedo avvicinarsi tre ragazzi; quello in mezzo, aiutato dagli altri due, è visibilmente in crisi, barcolla e ha lo sguardo stravolto. Gli fanno coraggio, ma sanno per evidente esperienza che non c’è che aspettare che passi.
Faccio un po’ di spazio sulla panca, e ne approfittano per sedersi anche loro.
Proprio forte, Rivera: mi strappa qualche risata, con un crescendo di frasi ad effetto, di giochi di parole, sempre più energicamente pronunciati e sottolineati da sciabolate di accordi di chitarra.
Giunge un invito strano: “Abbracciatevi, con il vostro vicino, anche se non lo conoscete !”.
Osservo divertito la gente in piedi scambiarsi abbracci, immediati e calorosi soprattutto fra le coppie presenti.
Non me l’aspettavo: con il capo un po’ inclinato, quasi un’espressione di scusa, il ragazzo che ho vicino sulla panca accenna ad allargare le braccia verso di me. Gli cingo le spalle con un braccio, sorrido e gli do una robusta gioiosa convinta pacca.
Finito lo spuntino, carico di nuove energie, torno nei pressi del palcoscenico. Ad applaudire, ancora.
La parte di spettacolo della giornata che era stata aperta da Vecchioni, è una miniera di belle sorprese e di altre emozioni, dopo quelle regalate dal cantautore milanese, come l’intensissima esecuzione in duo, dello stesso Vecchioni con Paola Turci, di ‘Povera patria’ di Franco Battiato.
Bisognerebbe fare un ‘concertone viola’, qui nella piazza del più blasonato Primo Maggio: è un peccato che un menu così sorprendente, sia pur in gran parte di ‘outsider’, trovi un pubblico ormai in totale disarmo.
Ancora un’ora, per me l’ultima, poi anch’io mi avvierò, a concerto tutt’altro che terminato, verso la metropolitana, diretto alla stazione Tiburtina.
Dentro il cuore molte voci, giunte da quel palco, mentre il pomeriggio luminoso si faceva sera, sull’immensa piazza gremita, e, da quelle voci, le onde di emozione, che sembravano trovare fra la folla un unico ostacolo di rigidità, in quelle fastidiose isole di bandiere di partito, principalmente Rifondazione Comunista e Italia dei Valori, renitenti a raccogliere l’invito dell’organizzazione a tenere un profilo più basso, se non a confluire nel colore simbolico dominante.
Il memorabile intervento di Salvatore Borsellino, nobile, appassionato, vibrante.
Ma anche la veemenza dell’attore Ulderico Pesce , la durezza delle parole del blogger Alessandro Gilioli, le testimonianze di Dario Fo e Franca Rame, di Moni Ovadia, il saluto di Fiorella Mannoia, e ancora tanto altro…
E tante immagini da conservare, catturate principalmente con la luce del sole, e dunque nel corteo.
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Il tempo corre, il fluire degli eventi ancora di più, ma prima che la mia attenzione sia attirata dalle inquietanti novità, come l’approvazione della legge che permetterà alle mafie di ricomprarsi i terreni confiscati, come le voci di estensione della legge ‘ammazza-processi’ ai reati di mafia e terrorismo, o quelle dell’esistenza di una lista dei siti per le nuove centrali nucleari, prima che il ‘Passa-parola’ di Marco Travaglio getti nuova luce sui rapporti fra lo stato e Cosa nostra e sul ruolo attivo di Silvio Berlusconi, prima di cercare di capire davvero che cosa stia succedendo ora, e prima di rendermi conto che, in fondo, tutto questo è comunque poca cosa nei confronti di quanto si sta giocando a Copenhagen sul futuro del pianeta; prima di tutto questo, un articolo apparso sul ‘Fatto quotidiano’ del 6 dicembre, a firma di uno degli organizzatori dell’onda viola romana, mi regalerà ancora qualche momento di commozione profonda. E di sogno.
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La foto del titolo è tratta da:
http://www.facebook.com/no.berlusconi.day?v=photos&so=510#/photo.php?pid=3156993&op=38&o=global&view=global&subj=149702514283&id=633076848
Riesco ad immaginarlo ancora un sogno mio:
un Frozen viola sparso e contemporaneo in tutte le città ‘Italia.
Sogno per sogno: un bel “Frozen” della Jena Ridens e di tutti i suoi servi striscianti.
Ma mollllllto lungo…
Purtroppo non c’ero, ma c’ero col cuore.
Comunque, secondo me, dobbiamo ricordarci soprattutto una cosa: siamo noi quelli che lavorano, che studiano, che perdono il lavoro, che cercano di capire la realtà in generale e la realtà (talvolta incomprensibile) di questo povero, sfortunato Paese.
SIAMO NOI che decidiamo.
SIAMO NOI che possiamo mandare a casa chi del bene comune se ne infischia.
E NOI vogliamo semplicemente vivere in maniera dignitosa.
Perciò di megaville, bionde in affitto, coca ed amicizie al gusto lupara & tritolo non vogliamo saperne.
Ricordiamocelo sempre, questo… NOI.
E se lo ricordino anche quelli che non sanno che cosa significhi rompersi la schiena “non solo” sul lavoro, ma anche per trovarlo o mantenerlo.
Un caro saluto.
Certo, bisogna ricordare sempre queste semplici verità.
E, cosa più difficile, bisogna cercare di ricordarle a quella metà dell’Italia che ha accettato, approvato, condiviso, come in passato il fascismo, ora, in questi ultimi anni, e addirittura in tre diverse elezioni politiche, l’assurda ascesa al potere tirannico di un corruttore e di un colluso con la criminalità.
Un caro saluto a te.
‘giorno Franz,
Ti ringrazio della visita al mio Blog e per il commento lasciatomi. Berlusconi & C. si sono resi conto di quanto sia diventato per “lui”/loro Internet, “la Rete” intendo dire. Metterci un bavaglio non è o sarà cosa semplice. Tutti Noi, di qualsiasi colore si appartenga (meno l’azzurro o il nero s’intende) dobbiamo cercare, in tutti i modi, di difenderci. Io, vivo all’Estero da 40’anni e, ogni qualvolta cerco un Sitio italiano il PC sembra fermarsi. Inizia a lavorare con una lentezza che ha dell’incredibile tanto che, il più delle volte, si è costretti a rinunciare. Si viaggia su due mondi paralleli ma, del tutto diversi tra di loro. Augurandoti un lieto fine settimana Ti saluto…e alla prossima…..Mario
Masaghepensu (Ma se ci penso)
‘giorno Masaghepensu.
Da tempo sono nell’aria provvedimenti restrittivi della già risicata libertà telematica nazionale; immaginavo una ‘discesa in piazza’ molto agguerrita di tutti noi internauti a fronte di nuovi provvedimenti di censura; il fatto che già una clamorosa manifestazione sia nata ed esplosa senza bisogno di tale miccia non può che rallegrarci, perché penso che la difesa di questo insostituibile e vitale spazio di libertà ora potrà essere ancora più convinta.
Un saluto a te, Mario, e alla prossima !
Vista l’ora, l’esserci trovati rende gradito e doveroso il mio saluto..
Ho letto il tuo commento che mi hai gentilmente lasciato sul mio blog, chissà mai a chi facevi riferimento..MAH? ..la notte è ancora giovane ed il tempo non mi manca, sicuramente entro il nuovo sorgere del sole l’arcano sarà svelato, anche perchè un certo presentimento non mi manca…ahahah
Ciaooo neh! alla prox.
Ancora un saluto a te, prima di chiudere questa specie di breve ‘chat’ incrociata fra blog.
Alla prossima !
Ciao wrommmmmm
Ciao, e …occhio al motovelox !
Che bella sensazione questa piazza e questa gente.
Che bella impressione io, te e tutti gli altri.
Silvana
Non so se c’eri anche tu ad applaudire il tuo beniamino Vecchioni e tutti gli altri, ma poco importa, i confini fra Rete e piazza non esistono: l’onda si alimenta e propaga in entrambi gli ambienti, grazie al fervore di intelligenze e cuori.
Ancora un saluto e un abbraccio a te.
Qualche cosa inizia a muoversi speriamo solamente che non si fermi di colpo.
Non potrà fermarsi, proprio come un’onda, anche se il conflitto vero forse deve ancora cominciare.