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Nella notte ghiacciata di Copenhagen, fra venerdì 18 e sabato 19 dicembre, il vertice sul riscaldamento globale stava per conoscere la sua conclusione; dopo giorni di faticosi e sterili confronti, l’accordo avrebbe dovuto basarsi sull’intesa a quattro raggiunta fra Barack Obama, il premier cinese Weng Jibao, l’indiano Singh, il sudafricano Zuma; un’intesa accettata anche dal Brasile e, a denti stretti, dall’Europa.
Chi si trova con l’acqua alla gola non teme la ribalta.
E l’arcipelago di Tuvalu, situato nell’Oceano Pacifico a metà strada tra le isole Hawaii e l’Australia, ha davvero, letteralmente, l’acqua alla gola: laggiù la fantascienza sta rapidamente diventando realtà, ora, in questi anni.
Gli atolli di Tuvalu sono la primizia degli sconvoglimenti climatici mondiali: anno dopo anno l’Oceano se li sta inghiottendo.
E così il rappresentante di una delle nazioni più esotiche, piccole, dimenticate del mondo non ha esitato a lanciare il suo grido disperato, e il suo disperato “no” a quell’accordo, aprendo poi la strada del dissenso a molte altre voci, dall’America Latina e dall’Africa: “I soldi messi sul tavolo per questo accordo sono, usando una metafora biblica, come trenta denari d’argento per tradire il nostro popolo. Signor presidente, il nostro futuro non è in vendita, noi votiamo contro”, ha dichiarato.
In una notte molto tetra, per Copenhagen e per il mondo intero, gli farà seguito, con toni ancora più virulenti, il rappresentante sudanese Lumumba Di Ping: “E’ una violazione contro i paesi poveri, contro la trasparenza e il senso comune. Obama, agendo come ha agito, ha eliminato tutte le differenze tra lui e l’amministrazione Bush. E’ il negazionismo climatico in azione. Questo è l’accordo peggiore della storia e il Sudan non lo firmerà”.
Nella notte danese il gelo scende sugli accordi contro il surriscaldamento.
Qualche migliaio di chilometri più a Sud, anche tutta l’Italia del Nord è battuta dal gelo, e così la mia città: una fitta nevicata la ricopre di un candido morbido fiabesco luminoso manto come non si vedeva ormai da anni.
E’ il mio turno di riposo, e una volta tanto coincide con un evento che mi sta a cuore.
No, non sono volato a Copenhagen a manifestare a fianco di Greenpeace: come miliardi di altre persone sono rimasto nella mia terra e ho lasciato fare, anzi non fare, anzi disfare, a loro, i cosiddetti potenti.
Parcheggio la Cavallona nelle vie dove solitamente porto due tipologie di clienti piuttosto diverse: qui vicino c’è il più noto ‘club privé’ della città, dove cercano asilo ed occasioni le coppie ed i singoli desiderosi di trasgressione sessuale; ancora più vicino una residenza universitaria internazionale, dove mi capita di riaccompagnare ragazze e ragazzi stranieri, solitamente molto gentili, educati, carini.
Cammino facendo attenzione sui marciapiedi già bianchi ed insidiosi: l’indirizzo corrisponde a un Centro Sociale attiguo alla residenza. Qui, dove ha la sua base, il coro multietnico Mikrokosmos terrà un breve saggio prima del rituale rinfresco natalizio.
Mi era capitato già di ascoltarli, più di un anno fa, e mi erano piaciuti molto, e così mi ero iscritto alla loro mailing-list.
Questa volta il locale è decisamente più piccolo, un quadrato di meno di dieci metri per ogni lato, con un paio di file di sedie per il pubblico.
Prendo posto davanti, in posizione strategica per scattare qualche foto, aspetto, osservo: quello dev’essere il giovane direttore: si muove, veste, dialoga, con la tranquilla maestà di un leader intelligente.
Complice la serataccia, quando finalmente chiama a raccolta il coro succede un fenomeno curioso: più di quaranta voci stanno per farsi ascoltare da un pubblico di non più di una decina di persone.
Ma Michele Napolitano, il maestro, non è inquieto, ed instaura subito un colloquio molto rilassato, spiritoso, beh, proprio festoso, con i convenuti e con i suoi cantanti, ragazzi e ragazze (ma anche alcuni signori e signore), provenienti da tutto il mondo, anche se la pelle bianca e la lingua italiana sono decisamente preponderanti.
Organico e repertorio dunque entrambi all’insegna della varietà etnica, interculturale; di questi tempi è di per sé un segnale parecchio importante.
“Sono felice perché continuiamo a crescere; spero solo che non superiamo i settanta elementi, che è la capienza massima di questa sala !”.
E via con le danze, anzi con i canti.
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In realtà qualche elemento di danza non mancherà, ad indicare un rapporto del tutto giocoso e quasi fisico con i brani del repertorio.
Dalla Polonia, dal Camerun, dalla Macedonia, da Israele, e, sul finire, una “Stille Nacht” multilinguistica.
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Gli arrangiamenti di Napolitano sono abbastanza semplici, non indulgono a voluti effettacci di bravura come spesso succede in altri cori di musica etnica, anche più quotati.
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Ma le armonie sono suggestive, e la potenza di tutte quelle voci in una sala così piccola fa il resto: la vibrazione è tangibile, quasi tattile, in un crescendo di forti e dolcissime trascinanti emozioni. Insomma da occhi lucidi, davvero.
Noi pochi fortunati cerchiamo di applaudire più forte che possiamo, per colmare quel divario sonoro fra loro e noi.
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Cinque o sei brani in tutto: il rinfresco incombe.
Mi alzo e vado a recuperare ed indossare il giaccone, optando per un altro genere di ‘rinfresco’, con l’anima (e probabilmente anche l’espressione del viso) rasserenata da tanta armonia e dolcezza.
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Altrettanto dolce il panorama innevato che mi si presenta all’uscita.
Un’ultima foto ricordo al taxi, che proprio come una mansueta Cavallona mi ha aspettato fermo sotto la neve.
Poi, quando mi avvio per aprire la portiera, mi si avvicina un ragazzo dalla pelle nera.
Deve essere la prima volta in vita sua che vede la neve; mi ha visto armeggiare con la macchina fotografica e mi chiede se posso fargli un paio di istantanee, da poter esibire come un trofeo, presumo, ai parenti e agli amici in patria.
“Va bene, ce l’hai un indirizzo email per spedirtele ?”
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E così, mentre alla fine mi scrive su un foglietto il suo indirizzo, che suona all’incirca ‘Arabinelmondo’, si conclude, in una serata dal clima in tutto e per tutto nordeuropeo, il mio privato e minuscolo summit interculturale per la salvezza dell’umanità.
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Foto iniziale da http://travel.nationalgeographic.com/places/photos/photo_tuvalu_tuvalu.html
Foto finale da http://www.mikrokosmos-cm.it/Benvenuto.html
La neve è già sciolta, ma restano atmosfere e foto a ricordare i momenti più belli! Un saluto grande e un abbraccio di cuore. Rita
Hanno un’atmosfera tutta particolare, le giornate fra Natale e Capodanno, come sospesa, trasecolata, e particolarmente rilassante, cosa che proprio non guasta dopo gli stress di ciascuno di noi e di una città impazzita (complice anche neve e ghiaccio) nei frenetici giorni della vigilia.
Sarò irriverente, ma mi sembra quasi che la festa e i momenti più belli siano adesso.
Ragione di più per ricambiare il tuo graditissimo salutone ed abbraccio, cara amica mia.
Ricambio di cuore gli auguri…Tanti auguri di Buone Feste
Giancarlo
Nel mio commento di auguri ho voluto esprimerti anche la mia riconoscenza per quelle incantevoli tue fotografie, che spero continuerai a pubblicare nell’anno nuovo.
Oh Cielo!!! Franz, non c’è più zucchero filato in questo blog…provvedo subito!!! Caramelle e torroncini per tutti…Buon Natale
E’ nel momento del bisogno che si vedono gli amici più veri e più …dolci !!!
Buon Natale a te e a tutti !!!
@ FRANZ E PER TUTTI
Perdonatemi l’evidente fuori contesto, ma mancano pochi giorni al Natale, quindi vista la mia vetusta età, 999 anni per chi ancora non lo sapesse, è bene che mi appresti per tempo a porgere gli auguri per le feste che velocemente ci vengono incontro, non vorrei mai che arrivassi per qualche arcano motivo in ritardo, quindi mi appropinquo a porgere a tutti indistintamente il mio più vero, sincero e caloroso augurio di Buone Feste, Buon Natale, Buon Capodanno (occhio ai botti ed alle ciucche) e per finire, per le sole Signore e Signorine Buona Befana, Buona Epifania che a quel punto e per fortuna ogni festa si porterà via.
Giunti a questo punto d’obbligo è il tirar le somma, fare un po’ i conti e regalarsi dei nuovi proponimenti per il nuovo anno, visto che di quest’anno che volge al termine non mi posso lamentare, mi auguro e mi propongo di mantenere quell’equilibrio che me ne consentirà altri 99 uguali, tanto per non mettere limiti alla provvidenza o al destino.
Un abbraccio nonnesco, unito ai miei migliori auguri di buone feste a tutti Voi ed alle vostre famiglie.
Alanford50, Ciaooo neh!
Assolutamente in argomento, ci mancherebbe.
E anzi sono ben contento che mi dai l’occasione di farti i miei auguroni !
Sarà un anno straordinario, per te: a tutti piacerebbe festeggiare i propri “primi mille anni” come, se l’aritmetica non è un’opinione, ti sta per capitare…
A parte gli scherzi, ricambio di vero cuore il tuo abbraccio augurale.
Bravo Franz, con un piccolo gesto hai fatto felice quel ragazzo, a volte basta così poco..
In barba a chi ci vuole dividere 🙂
Su Copenaghen sono delusissimo quanto te.
Speriamo che qualche piccolo germe di attenzione e di ospitalità verso chi è straniero possa fare germogliare piante resistenti all’odio, all’egoismo e alla grettezza.
Quanto al vertice sul clima, ho notato con piacere ancora una volta la consonanza e la simbiosi dei nostri rispettivi blog, a dimostrazione di una sensibilità comune che è confortante ritrovare.
A presto, e tanti auguri di pace anche a te e ai tuoi cari .
Che bello il tuo piccolo summit interculturale! Sicuramente, è stato più utile di quello enorme di Copenhagen..mi ha fatto rabbia leggere in che modo i minuscoli e miopi uomini che governano il mondo abbiano sprecato un’occasione per iniziare a salvare il Pianeta, è stato il solito, grande bluff.
Carissima amica, davvero è stata un’occasione molto importante molto stupidamente persa.
Ma non disperiamo: finché ci saranno persone (e giraffe) che si arrabbieranno, l’umanità (e tutto il regno animale) potranno ancora farcela !
Un saluto, un abbraccio, e anche a te tanti auguri di pace.
Caro Franz,
grazie per la Tua visita e per avermi lasciato il commentino. Sta guardando il Tuo Blog che trovo, a differenza del mio, molto vario e interessante. Nel mio, tratto soltanto un argomento, è sempre lo stesso e, col passar del tempo diventa molto noioso. Il mio argomento è, purtroppo sempre lo stesso. È fissato su una sola idea, il cosidetto Cavaliere da Arcore. La sua continua sulla scena italica ha qualche cosa di osceno che mi rode il fegato. È l’unico contributo che io, persona con molta scarsa fantasia posso mettere in atto per combatterlo. Vorrei tanto poter assomigliare al Travaglio e a tanti suoi colleghi ma, non essendone all’altezza, cerco di mettere in evidenza i loro scritti. Ma ora, mi sto dilungando e, come il solito rischio la monotonia. Auguro a Te e a tutta la Tua Famiglia un Felice Natale e un lieto “scivolone” nell’Anno Nuovo 2010. Un abbraccione sincero…Mario…
Maseghepensu (Ma se ci penso)
Caro Mario,
è facile intendersi fra noi terroristi…
E meno male che Travaglio c’è.
Ti ringrazio per le belle parole; quanto a te credo che la tua insistenza, benché inevitabilmente ‘annoiata’, ti faccia onore.
Uno dei più begli auguri che posso farti, allora, è di essere costretto a cambiare presto argomento!
Un abbraccio di pace.