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Il passare del tempo e delle esperienze sembra rafforzare anziché affievolire il mio rapporto con Internet, il tempo che vi passo collegato e soprattutto la qualità degli scambi di informazione che vi intrattengo (anche prescindendo dall’incremento quantitativo e qualitativo delle amicizie), come in una sorta di grande atmosfera all’interno della quale, da piccola pianta, traggo anidride carbonica, ossigeno, gli elementi necessari alla mia vita, e in piccola parte li emetto e diffondo.
I canali che consulto quotidianamente più volte al giorno, fra singoli siti preferiti e Facebook, mi offrono un flusso continuo di segnalazioni e di stimoli di approfondimento, forse anche troppi, su cui è ormai abitudine antica l’esercizio di selezionare al volo, intuitivamente, quelli ai quali davvero ho voglia di dedicare qualcosa di più che una fuggevole occhiata.
E accade, ogni tanto, la gioia dell’illuminazione, la scoperta della perla da contemplare, conservare, e, per qualche via, replicare.
A seconda dei casi, la mia diffusione e replica tramite link può avvenire all’interno di un commento a blog o forum amici, o in posta elettronica a qualche mio corrispondente, ovvero sulla mia bacheca di Facebook, ovvero facendone temporaneo oggetto dell’occhiello, come ho chiamato il primo moduletto sulla colonna di destra della home page di questo blog, ovvero, infine, all’interno di un post come questo.
Questo post è dedicato appunto a tre di queste perle, scoperte di recente; per ciascuna di esse farò precedere al link alcune mie brevi considerazioni di presentazione.
La prima, in realtà, è già ospite da alcuni giorni del cosiddetto occhiello, ma visto che in gran parte chi passa da queste bande applica nei suoi confronti lo stesso mio criterio di intuitiva cernita a cui accennavo, e lo ignora, mi preme dargli ulteriore visibilità.
La segnalazione mi è giunta, su Facebook, dalla pagina di ‘Cometa’, la rivista trimestrale di Giulietto Chiesa, che l’ha a sua volta ripresa da un sito che non conoscevo, chiamato ‘Stampa libera‘, e che tuttavia non credo per il futuro di frequentare, dato il suo approccio alla realtà che a prima vista mi sembra un tantino complottistico, o meglio ‘complottofilo’.
Forse non sfugge a tale impostazione anche l’articolo in oggetto, a firma Gianluca Freda, ma credo che il grado di verosimiglianza del suo contenuto lo renda comunque molto illuminante.
Da oltre quindici anni stiamo vivendo l’incubo berlusconiano, che come ogni incubo che si rispetti va assumendo, col tempo, tinte e toni sempre più spaventosi, in un crescendo progressivo di degrado nazionale a tutti i possibili livelli, a partire da quello morale, con cui mai avrei immaginato di dover convivere, in un senso di vasta e generica impotenza.
Mi sembra che un evidente cambio di marcia nella diffusione dell’abominio, sistematica, quotidiana, si sia avuto dopo le ultime elezioni politiche; allo stesso modo mi sembra evidente che quel senso di generica impotenza si sia ormai impadronito di gran parte delle menti ancora pensanti, vittime così, per l’eccezionale perdurare ed intensificarsi del fenomeno, di una sorta di fatalismo e rassegnazione.
Ogni incubo che si rispetti, tuttavia, finisce di colpo, lasciando uno strascico di ansia, sudore, affanno, ma anche sollievo e liberazione, in chi l’ha vissuto; molti segni della cronaca di queste ultime settimane lasciano presagire davvero, a dispetto di quel senso di incancrenita rassegnazione, che il risveglio sia vicino.
L’articolo in questione non solo ribadisce questo concetto, ma ne interpreta la dinamica in una chiave di lettura ben precisa, che non cito per non togliere la sorpresa, e che lascia un misto di speranza ed amarezza, nella considerazione che, come sempre, come in altre storiche Liberazioni, siamo e restiamo un popolo tendenzialmente passivo, controllato, pilotato; comandato come un cane sempre e comunque bisognoso di un padrone.
Per leggere l’articolo, clicca qui.
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Dall’orizzonte nazionale a quello planetario ci porta un altro splendido articolo, che parla di Decrescita.
Anche questa volta, nella diffusione dello stesso, c’è lo zampino di Giulietto Chiesa (che, per il suo tendenziale catastrofismo, avrei preferito per una volta non citare…): è stato pubblicato infatti nel sito Megachip, di cui Chiesa è il principale promotore.
Il suo contenuto è una replica dei giornalisti Marino Badiale e Massimo Bontempelli ad un articolo di Maurizio Pallante, il più famoso divulgatore nazionale delle teorie della Decrescita, e tratta di benessere sociale, del cosiddetto ‘welfare state’, che Pallante vede necessariamente dover ridursi, in un’ottica di decrescita (pur ‘felice’), per far largo a concetti come famiglia allargata, sussidiarietà, autoproduzione.
Di straordinaria, direi entusiasmante, lucidità, e di grande preparazione nei riferimenti culturali, la replica in oggetto, e con essa l’analisi dell’attuale realtà e dell’unica difficile possibile via di salvezza dell’umanità, che, con termini decisamente più morbidi di questi miei, viene citata nella frase finale:
“Nessun risultato è garantito, l’unica certezza è quella della profonda crisi di civiltà e cultura alla quale l’attuale sistema ci sta portando.”
Per leggere l’articolo, clicca qui.
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Ma non voglio contraddirmi.
Spesso parlo di gioia, di gioia condivisa, e recentemente ho sostenuto come qualsiasi movimento che non preveda questa componente quale fondamentale motore, sia destinato alla sterilità, quand’anche animato dalle migliori intenzioni e dalle più raffinate capacità critiche.
E dunque la mia terza ed ultima perla riprende la cronaca di quell’esplosione di gioia consapevole e condivisa che sembra profilarsi grazie all’iniziativa di Beppe Grillo chiamata ‘Woodstock cinque stelle’.
Pochi giorni fa è apparso sul suo blog un post che mi ha scaldato improvvisamente il cuore e riacceso la speranza e il sorriso.
Evviva, i dubbi sono fugati, la festa si farà, e sono già di dominio pubblico la data, gli orari, le modalità ed il luogo.
Amici, cominciamo fin d’ora a fare gli scongiuri sul tempo meteorologico, e cominciamo a pregustare la “un giorno di pace, amore, musica” voluta dallo scatenato Beppe e dallo straordinario suo giovane popolo.
Per leggere l’articolo, clicca qui.
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Immagine da: http://thealien.blog.excite.it/archive/month/200703
Troppo stanca e assonnata per lasciare commenti intelligenti (ma forse non è questione di stanchezza: è un mio stato permanente di povertà cerebrale) su tutto il prezioso materiale che ci hai segnalato mi limito a ringraziarti e ad applaudire gioiosamente per la notizia che Woodstock cinque stelle si farà.
Ciao, caro Franz. Stammi bene.
Milvia
Ho già sentito, o per meglio dire appena percepito, nomi molto succulenti di personaggi che avrebbero già dato la loro adesione alla Woodstock cesenate.
Il fatto che manchi ancora parecchio tempo va a tutto vantaggio della diffusione e intensificazione del tam-tam, cosa che sono sicuro contribuirà a farne un evento memorabile, oltre che bello e gioioso.
Intanto prepariamoci a un altro evento, lunedì prossimo, decisamente meno festoso, ma estremamente importante per noi bolognesi e per chi ha memoria e senso civico. Ho visto su Facebook che parteciperai alle celebrazioni; conto di esserci anch’io, e, come due anni fa, di svolgere per Co.Ta.Bo. servizi volontari di trasporto cittadino ai parenti delle vittime.
Ciao, carissima, a presto.
Fuoco al fuoco e ceneri alle ceneri……. MissInfuriataInceneritaIncazzataNera
Ho letto, sul tuo blog, delle disgraziatissime ustioni alle gambe di tuo marito, e mi dispiace molto.
Ma non è che sia stata tu un po’ troppo …focosa con lui?
Scusa la battutaccia da stanchezza lavorativa, e tanti tanti auguri, davvero, di rapida e indolore guarigione!
La seconda che hai detto !
Se linkate non si aprono, se cliccate su google non si aprono, poi leggi il pezzo di Silvana metti tutto sul tavolo e spalanchi gl’occhi.O no ?
Quanto alle avventure poetiche, cerco di ammorbidire le donne di Tiffany che hanno gradito quel post sulla luna di luglio ,ma non si sono accorte di quella su ”Estate”.
Ciao Franz, è dura la vita e quando il gioco si fa duro ecc.ecc.
Siamo o no un popolo di ‘poeti e di ……navigatori’?
Quanto ai ‘santi’, ho qualche dubbio, ma chi ha subito quindici anni di soprusi e conserva ancora un po’ di speranza forse qualche merito soprannaturale deve averlo acquisito.
Ciao Tonino, hasta la victoria, (quasi) siempre !
Che periodo strano è mai questo, piano piano qualcuno comincia a prendere coscienza che in fondo in fondo, sì siamo animali pensanti, ma la cosa straordinaria è che questa scoperta ci porta a farne una ancora più clamorosa, che il fatto che siamo animali pensanti non significa e non ci porta assolutamente a nulla, nel corso dei millenni ci siamo inventati mille motivazioni, quasi sempre sbagliate, più portate a sani ed egoistici bisogni che non un vero desiderio di miglioramento intellettivo, culturale, sociale, capace di farci evolvere e di dare finalmente un giusto senso a questo strano dono che possediamo e che assolutamente non sappiamo gestire, ovviamente sto parlando dell’intelligenza.
In questi ultimi tempi si è detto di tutto e di più sull’innominabile, siamo arrivati al punto che è ormai opinione quasi totale che Lui è la summa di tutti i mali, ma che purtroppo non possiamo ne sappiamo viverne senza, persino l’opposizione è arrivata ad ammettere che è ormai auspicabile un nuovo governo, nuovi nomi, nuovi uomini, ma sotto il comando dell’unico uomo che in questo momento può ed è capace di farlo, non lo nomino nemmeno, sto parlando ovviamente sempre di Lui l’innominabile, questa presa di coscienza è di per se devastante, se non fosse che la cosa non mi coglie assolutamente impreparato, era nell’aria ed era evidente che fosse così, l’uomo dalla sua genesi ha sempre avuto il bisogno di avere qualcuno sopra di lui, fosse un Dio od un comandante, un capo, non ha una vera importanza la sua capacità reale, ma deve sapere accogliere, rappresentare e tranquillizzare le masse di sudditi incapaci di vivere solo grazie alle proprie intelligenze, troppo insicuri, troppo incapaci di vivere se stessi, meglio assecondare il pensiero e l’ordine di qualsiasi altro capace di sollevarci da questo immane sforzo.
Se poi mettiamo nel conto anche lo sfacelo dell’umanità delle masse, la loro incapacità di ritrovarsi coese e di trovare nuove forze generatrici capaci di dare un comune senso dell’agire e del vivere, allora lo squallore umano prende il posto sul palco è non ha più paura nel palesarsi in tutta la sua miseria distruttiva, ci si ritrova una massa di singoli esseri incapaci di pensare e di agire, ognuno per se e Dio per tutti (tanto probabilmente manco esiste), abbiamo perso la capacità di sentirci uniti anche nel nulla, nella povertà, nella fame, nella guerra, nelle pestilenze, oggi che abbiamo mille volte quello che ci serve ci ritroviamo più poveri di prima ed incapaci di qualsiasi forma di condivisione, rendendo vani ed inutili i mille oggetti che la nostra società ancora ci consente e ci regala, abbiamo ancora molto ed è come se avessimo meno che nulla, questa incapacità di coesione culturale e sociale ci condanna alla morte di solitudine in mezzo a 7 o 8 miliardi di esseri umani.
Ciaooo neh! dal solito iperrealista.
E’ vero, a livello di intera umanità sembra che l’uso di quello strano, complesso, indescrivibile dono che è l’intelligenza sia sprecato, per la nostra fondamentale incapacità di gestirlo; questo è vero nelle linee generali, di tendenza, che purtroppo sono quelle che contano, anche se, al contempo, sarebbe ingeneroso e autolesionistico non considerare una parte del progresso scientifico e i tanti esempi di eccellenza artistica o di nobiltà d’animo di cui l’uomo è stato capace.
Non sono d’accordo invece sulla presunta inesorabilità che la nostra nazione continui ad essere comandata e stuprata dal Diversamente Nano; quello che ho brevemente scritto, e l’articolo linkato, sostengono che si respira l’impressione esattamente opposta. Condivido invece la tua considerazione sull’infantile e deresponsabilizzante bisogno di un padre-padrone da parte del nostro popolo, anche se, in fondo, abbiamo vissuto molti anni (fra il regime del duce e quello del nano) senza che la cosa si materializzasse in un unico leader; e, in fondo, si può immaginare e molto verosimilmente sperare che un eventuale nuovo leader non sia catastrofico come, appunto, l’Innominabile.
Impossibile, infine, non essere d’accordo con te sull’inutilità e distruttività del sovrabbondare di beni di consumo, insomma del modello economico che si è imposto globalmente, che ci destina alla catastrofe, e nei confronti del quale le teorie della Decrescita, dibattute nell’altro articolo che ho linkato, cercano una via di salvezza.
Mi fa piacere ricevere i tuoi commenti nonostante il periodo ufficialmente di ferie, come recita l’avviso che “campeggia” (o forse alloggia in una pensione… 🙂 ) sul tuo blog.
Salutone iperrealista.
Sapessi ,caro Franz
com’è difficile la vita di una farfalla.
Pensa che enormi modifiche apporta alle sue forme.
Nasce da migliaia di uova deposte in un contenitore ,che dopo un periodo d’incubazione ,produce delle larve.
Queste si alimentano con quello che il mondo vegetale gli mette a disposizione : foglioline tenere, in decomposizione,microrganismi.
Poi avviene la metamorfosi più spettacolare del mondo animale : s’impupano, si rivestono di schiuma mista a filo setoso prodotto da se stessi e dopo una nuova incubazione, si formano le farfalle con disparate forme e colori delle ali.
La vita delle farfalle ,a volte, dura poche ore, il tempo della riproduzione e poi muoiono.
Il bloghista, schifosissima parola che indica colui che naviga e che pubblica liberamente il suo pensiero nel suo e/o in siti da lui stesso scelti,è la metafora della farfalla.
Potete facilmente comprendere come esso si forma rileggendo quello che succede agl’insetti farfalla, ma la lente d’ingrandimento io la punterei su quando posa la sua freccetta del mouse su alcuni spazzi o indirizzi o collegamenti.
La farfalla si avvicina ad un fiore attratta dal colore, dalla forma, dal profumo e nel suo irregolare volo si posa e quando sta già pregustando la linfa che le si offre….
ZZAACC! La lingua appiccicosa di un camaleonte, mimetizzatosi fra le foglie, interrompe la sua breve esistenza.
La freccetta del puntatore ,abilmente comandata ed esperta , frutto di tante ore trascorse davanti all’elaboratore, si posa su di un indirizzo che ,convenzione vuole sia lo stargate di una nuova pagina, e…..
e……
ZZAACCC !
L’elaboratore super accessoriato, velocissimo, privo di elementi saprofiti e/o deleteri delle memorie di massa, si ghiaccia, si blocca,rimane come una statua di sale di bibblica memoria.
Mi chiedo, PERCHE’, ci sono alcuni fiori che non devono essere impollinati ?
Che tremendo interrogativo si è instaurato fra i miei restanti neuroni leggendo il tuo articolo e quello dell’amica Silvana.
PERCHE’ ?
Interpretare un poeta è a volte impresa ardua e la tua natura di poeta, caro Tonino, emerge prepotentemente anche in considerazioni come queste.
Le ho rilette diverse volte, al ritorno dal lavoro, illuminato dalla luna piena più straordinaria che si possa immaginare (anche per gli aspetti simbolici che le hai/abbiamo attribuito 😉 ), poi ho letto il lungo post della cara Silvana sull’argomento, ma sono andato a dormire, e poi mi sono risvegliato, incerto su tre diverse chiavi di lettura.
La prima, più immediata e prosaica (e che ritengo tuttavia meno attendibile), è che il tuo computer abbia fatto i capricci nel cercare di aprire le pagine da me linkate nel post.
La seconda è che tu alluda alla purtroppo concreta possibilità che tante voci, tante pagine, vengano di colpo annullate dalla purtroppo imminente entrata in vigore della legge-bavaglio.
La terza è che il tuo dubbio e rimpianto sia sulla apparente casualità di quel movimento del mouse, e di tutte le pagine meritevoli che, di conseguenza, non hanno o avranno la fortuna e il pubblico che meriterebbero.
Ho dormito lo stesso, ma mi farebbe davvero piacere se mi dessi una mano a risolvere i miei dubbi…
Salutone.