E la nave va…?

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Il Risiko per la conquista del comando della nostra navicella ormai alla deriva, come sappiamo, non si è interrotto con le settimane di Ferragosto.
Fonti informate ragionano sulla mappa geografica e sul curriculum  dei dissidenti schierati con Gianfranco Fini,

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e ci preannunciano l’ ‘agglutinamento’  (Gianfranco Rotondi dixit) degli immarcescibili democristiani, al seguito appunto del loro leader carismatico, o quasi.
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Umberto Bossi rinuncia alle elezioni immediate, accontentandosi di qualche nuova poltrona e della rendita di posizione acquisita.
A Rimini, nell’annuale ‘meeting’ di Comunione Massoneria e Liberazione, sovvenzionato anche con fondi pubblici, Giulio Tremonti e Sergio Marchionne disegnano l’imminente e incombente modello economico lavorativo, che prevede in pratica una nuova tratta degli schiavi.
Una parte un tantino più sana della compagine cattolica, quella che fa capo a don Antonio Sciortino, spara su ‘Famiglia Cristiana’ improvvise violente bordate contro il mostro diversamente Nano.
Il quale, infine, cerca di tenere in piedi, oltre ai pezzi della propria impalcatura facciale, il suo impero di tv, sorrisi e corruzioni.
Insomma uno spettacolo avvincente (o avvilente, secondo i gusti), non c’è che dire.

Sia o no vera l’ipotesi di forti correnti atlantiche sulla rotta della navicella alla deriva, ipotesi che ho già diverse volte citato, una cosa a me sembra evidente. E cioé che, a dispetto dei proclami della disperazione emanati quotidianamente dei suoi servi fedeli, di cui mi fa troppo schifo anche solo citare i nomi, la sorte del vecchio satiro sembra ormai segnata.
Perchè l’inganno, su cui si è retta per quindici anni, è ormai definitivamente smascherato, anche agli occhi più colpevolmente pigri o compiacenti.

E’ per questo che senza troppa soddisfazione, anzi con un certo fastidio, ho appreso su Facebook la notizia di un secondo ‘No Berlusconi day’, previsto a Roma sabato 2 ottobre, e poi quella delle prime adesioni importanti all’iniziativa: Andrea Camilleri, don Andrea Gallo, Paolo Flores d’Arcais e Margherita Hack.
E mi dispiace, perchè il successo travolgente della passata giornata dicembrina di protesta, ideata sempre su Facebook da un quasi anonimo gruppo di giovani, resta, al pari della memorabile multimediale ‘RAI per una notte’ di Michele Santoro e soci, una pagina da incorniciare di questi ultimi anni di vita politica, sociale e mediatica.
Non solo, infatti, è alta la probabilità di delusione legata a qualsiasi riedizione, cioè ai cosiddetti ‘sequel’, ma ritengo che sia ormai venuto meno il dirompente bisogno di gridare in piazza che il re è nudo, perchè, come dicevo, ormai lo sanno tutti.
Se proprio bisogna fare un ‘No qualcuno day’, perchè non muovere una guerra preventiva al nuovo mostro sorgente, e ai mostruosi interessi nazionali e internazionali che incarna: Giulio Tremonti.

E poi (anzi è stata la prima cosa che ho pensato), viene ad intralciare un evento molto più ricco di propulsione, di proposta, di politica, di gioia, di energia giovanile, di arte creativa: sto parlando della ‘Woodstock 5 stelle’ di Beppe Grillo, ideata molto prima del secondo ‘No B. day’ e collocata una sola settimana prima, nelle giornate del 25 e 26 settembre a Cesena.
E’ lo stesso Beppe Furioso che lamenta, in un suo recente post, l’inanità di schierarsi ancora contro quel totem.

Proprio come nella sinistra italiana, ci tocca assistere ad uno sgradevole spettacolo di contrapposizione anche di quella parte più sana e propulsiva della società, rappresentata dai movimenti giovanili e da parte del mondo della cultura e dello spettacolo.
Una gara, un dualismo alla Coppi e Bartali, sembra pervadere i canali comunicativi, in primis ancora una volta l’agile e potente Facebook, in cui si alternano i messaggi di incentivo e propaganda ora degli uni, ora degli altri.
Visto che, da parte mia, ho sposato una sola delle due parti in campo, voglio farlo per bene anche da queste righe, sottolineando alcune presenze importanti (per ora sono note solo quelle del mondo dello spettacolo) della due giorni di Cesena.
Ci saranno Daniele Silvestri, Samuele Bersani, Stefano Bollani, Francesco Baccini, Max Gazzé, Sud Sound System, e poi altri emergenti che ho avuto modo di apprezzare per radio, come Paolo Benvegnù, Tre allegri ragazzi morti, Marta sui tubi, Teatro degli orrori; e poi il grande comico Flavio Oreglio (qui la sua lettera aperta di adesione), sempre attento e presente nei momenti che contano.
E ci sarà, soprattutto, il clima ‘pazzo di gioia’ testimoniato da questo straordinario brano alla voce e pianoforte dello stesso Beppe Grillo.

Questa è la pagina ufficiale della manifestazione, da cui è possibile anche dare un contributo alle spese organizzative.

Augurando buon vento a quella gioiosa navicella, voglio tornare un attimo, in conclusione, sull’argomento Facebook.
Per chi non lo sapesse, ogni utente di quel ‘social network’ ha una sua ‘bacheca’, dove può pubblicare brevi messaggi, o piccole immagini, o link, rendendoli immediatamente visibili nella bacheca di tutti gli altri utenti dichiarati vicendevolmente ‘amici’.
Esiste poi il concetto di ‘evento’, a cui è possibile dare o meno la propria adesione, o ricevere o inviare i relativi inviti ai propri amici; ogni utente può far nascere degli eventi.
Nei primi tempi in cui bazzicavo in quel mondo, volli fare un piccolo esperimento, apparentemente fra il serio e il faceto, ma con un evidente slancio ideale.
Erano i tempi del festival di Sanremo condotto da Paolo Bonolis, e il compenso milionario percepito dal presentatore destava un certo scandalo. Provai a generare un evento, corredato da una bella immaginetta che elaborai personalmente, in cui si chiedeva a Bonolis di versare metà del suo compenso ad Emergency.
Pensai che se l’iniziativa si fosse diffusa a macchia d’olio, difficilmente il presentatore avrebbe potuto esimersi dal farlo, ma non feci niente per spingere la mia stramba iniziativa, sperando che camminasse da sola con le proprie gambe.
Morale: l’evento ottenne un solo partecipante, guarda caso il sottoscritto, inserito d’ufficio nella lista.

Ma devo essere proprio un po’ testardo, se pochi giorni fa ho avuto e messo in pratica un’idea simile.
Un nuovo evento: ‘Invitiamo chi vincerà gli oltre centodieci milioni del Superenalotto a devolverne cinquanta all’organizzazione di Gino Strada‘, corredato da questa immagine:

Questa volta ben tre, fra i miei attuali trentaquattro amici, si sono accorti della mia iniziativa e l’hanno sottolineata cliccando su ‘mi piace’.
Ho poi scoperto come si fa a diramare gli inviti, e in seguito all’operazione, gli stessi tre hanno aderito.
Ad essere sinceri pensavo che la diffusione risultasse immediatamente più evidente e fosse più facile da replicare, e speravo ancora una volta in una rapida moltiplicazione spontanea a macchia d’olio della proposta.
Dovrei forse utilizzare la messaggeria del social network per chiedere personalmente agli amici di dare un contributo al tam-tam, ma ormai, in realtà, anche questo mio sogno si è un po’ smontato, soprattutto quando ho visto che, fra tutti gli altri amici che non si sono ancora espressi, ce n’è uno che lo ha fatto, roba da fare impallidire Ponzio Pilato, cliccando su ‘forse parteciperò’…
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Immagini da: http://www.forumtime.it/Forum/lofiversion/index.php/t3243.html  ; http://www.ilsussidiario.net/

Informazioni su Franz

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15 risposte a E la nave va…?

  1. Silvana ha detto:

    A dire la verità adesso hai una adesione in più (non vado quasi mai su FB) comunque penso che sarebbe un impegno che uno può sottoscrivere per due ragioni fondamentali: 1) che campi benissimo anche con i restanti 50-60 milioni di euro 2) ci sono così tante, ma tante, ma tante poche possibilità di vincere che uno può pure impegnarsi senza grandi rischi (questo a essere volgarmente opportunisti).
    Per il resto, neppure io sono mai molto favorevole alle riedizioni di eventi passati di grande successo, ma è comunque necessario partecipare ad eventi, manifestazioni, proteste per far capire che ci siamo, esistiamo e non mandiamo giù qualunque intruglio ci venga propinato.

    P.S: bentornato!

    • Franz ha detto:

      Il problema della nuova giornata antiberlusconiana è che si mette, di fatto, in concorrenza con la Woodstock di Grillo, ideata molto prima e che, nell’attuale contesto, ritengo molto più interessante.
      Grazie per l’adesione all’evento su FB, che continua tuttavia a non decollare; anzi, adesso sono diventati due gli amici che ‘forse parteciperanno’…

  2. amanda ha detto:

    per quanto riguarda le iniziative che si sovrappongono Nanni Moretti diceva: continuiamo così facciamoci del male. La sinistra italiana è da sempre e soprattutto negli ultimi (10? 15?) anni un continuiamo così facciamoci del male.

    Per quanto riguarda FB, non mi ha convinta e non mi sono iscritta, mi sembra la fiera della superficialità, vuoi mettere un blog?

    • Franz ha detto:

      E ce ne ha fatto, di male, questa sinistra, cara Amanda, oltre che, masochisticamente, averlo fatto a sé stessa.
      Probabilmente, forse beneficamente, la dimensione dei problemi planetari del presente renderà presto superato il dualismo destra-sinistra, come ad esempio già sostengono, sia pur con le loro rispettive, notevoli differenze di approccio, due illuminati come Beppe Grillo e Giulietto Chiesa.

      Per quanto riguarda Facebook, se usato in sostituzione di un blog è sicuramente uno strumento che induce e genera superficialità. Ma ha alcune caratteristiche proprie che ne fanno, se correttamente usato, un ottimo strumento. Penso alla rapidità e semplicità nella diffusione di segnalazioni, notizie, appuntamenti, e (cosa a me non proprio riuscita…), nel generare movimenti di opinione.

  3. alanford50 ha detto:

    Se esiste una realtà che non ha bisogno di controprove è proprio la totale inutilità dell’insistere a prendersela con Lui, tutte le battaglie messe in atto contro di lui sembrano addirittura averlo per certi versi rafforzato, lo ha fatto passare per vittima, il suo elettorato si è fatto corona per proteggerlo dai soliti comunisti mangia presidenti del consiglio, insomma è l’inutilità del voler insistere nel mettersi ad urlare contro una persona che finisce sempre per usare quelle grida per passare per vittima, io credo che l’unica cosa che può sconfiggere questo tipo di dittatura è una nuova coscienza del singolo cittadino, coscienza capace di ricreare nuove motivazioni e di aggregazioni, capaci di diventare una nuova idea generatrice di ideologie percorribili, portatrice di un possibile ipotetico benessere e futuro, ma quello che più mi spaventa non è la resistenza di Lui e degli uomini come Lui o delle loro idee malsane, quello che mi terrorizza è proprio il constatare che non c’è possibilità di creare nuove aggregazioni di massa, capaci di creare nuove forze d’urto contro i problemi di questo nuovo millennio e della situazione mondiale (sono tutti messi come noi), l’uomo oggi anziché sforzarsi di trovare nuove strategie comuni pensa unicamente a strapparsi di mano le ultime briciole di benessere rimaste, non oso pensare cosa sarà il dopo, cosa succederà quando anche queste ultime briciole saranno inesorabilmente finite, sono anzi siamo tutti improntati unicamente al nostro personalissimo tornaconto, alla spasmodica ricerca dell’eventuale briciola, di cui continuiamo a pretenderne il diritto, ormai non si può più prendersela con una casta od una parte della politica, ormai rubano tutti, chi più chi meno e a farlo non sono solo i potenti ma nel piccolo lo fanno ormai quasi tutti, anche il singolo piccolo povero cittadino dove può cerca di prendere il possibile, anche se non dovrebbe, anche se non gli aspetta, ma la frenesia del possesso è troppo forte e vista l’inutilità del perseguire la via costruttiva tutti si sono messi a praticare quella della via distruttiva, ed ecco il ritrovarci indietro di millenni, ad essere quegli animali che lottano per la personale sopravvivenza in una lotta di tutti contro tutti.

    Il mio non è pessimismo, ma purtroppo un tremendo maledetto realismo, che dice non c’è più volontà di costruire, di seguire regole, di faticare, di soffrire per un bene comune e futuro, non riusciamo nemmeno più a pensare al bene dei nostri figli, figurarsi se ci mettiamo a pensare al bene dei figli degli altri.

    Quello che il nuovo padrone della Fiat sta facendo è per certi versi un percorso obbligato, per la salvezza dell’azienda, che attenzione, non è un ente di beneficenza ma un qualcosa che ha come unico senso ili fare denaro, sono finiti i tempi in cui esisteva una visione sociale del mondo del lavoro, in questo senso siamo tornati indietro di secoli ed ancora non abbiamo visto tutto, secondo me sarà ben peggio, d’altra parte ognuno di noi compre e spende il proprio denaro laddove trova il prodotto a prezzo inferiore, difficile trovare qualcuno che continua a pagare il prodotto a prezzo più caro per simpatia o per pietà del vecchio negoziante, questo vale per il pane così come vale per l’automobile o qualsiasi altro prodotto, quindi tornando alla Fiat nei prossimi anni vedremo partire lo stabilimento Campano e se sarà il caso anche quello Torinese, senza pietà ne remora alcuna, l’attuale padrone della Fiat si sta predisponendo per attuare questo distacco nel modo più indolore possibile, difatti nello stabilimento campano i dipendenti non sono nemmeno più Fiat ma di una nuova società così anonima che se fallirà non smuoverà nemmeno le coscienze più attente, basta che non si nomini più il simbolo ed il nome FIAT e noi ritorniamo nostro malgrado del medio evo.

    Circa il discorso della Fiat però voglio spendere ancora una parolina per far comprendere come siamo fatti noi Italiani, un fatto che si è sempre verificato negli anni a Torino, davanti agli stabilimenti della Fiat nei parcheggi dei dipendenti, le macchine di marchio Italiano sono sempre state in un numero relativamente basso, sicuramente a denuncia che persino i dipendenti nonostante gli sconti non credono nel marchio da loro prodotto, sono convinto che la stessa cosa non succede negli stabilimenti francesi o tedeschi, ma si sa noi Italiani siamo esterofili fino all’eccesso di farci del male.

    Insomma come sempre sarebbe stato necessario prima di cercare di fare l?Italia di riuscire a fare gli Italiani, purtroppo non ci siamo riusciti mai, ci siamo solo illusi accecati da un falso comune momentaneo benessere.

    Mi scuso per il mio neurone prolisso e logorroico, Ciaooo neh!

    • Franz ha detto:

      Come sempre, caro Alan, ci accomuna una visione disincantata sui drammatici problemi del mondo e del nostro Paese, ma nello stesso tempo un atteggiamento molto diverso circa la loro fissità inesorabile (secondo il tuo pensiero), o la loro dinamicità, che lascia aperti alla speranza (secondo il mio).
      Mi limiterò solo ad un paio di considerazioni.

      Intanto contesto vivamente che le manifestazioni anti-nano siano da evitare per non rafforzare il suo elettorato, ma solo perchè ormai rese inutili dall’evolversi ormai spontaneo del suo destino.
      Alle ultime elezioni su base nazionale, quelle europee, se prendiamo correttamente come parametro il totale degli aventi diritto al voto, solo un venti per cento circa mise la sua crocetta sul simbolo del nano; ora, poi, il suo consenso è vistosamente calato, tanto da fargli cambiare repentinamente idea sulle elezioni immediate. Possiamo ipotizzare, senza ulteriori possibili crolli, un attuale quindici per cento. Sono cifre proprie di un qualsiasi partito importante, ma di certo agli antipodi da quella volontà plebiscitaria così sbandierata dal nostro abile venditore di menzogne.

      Su Marchionne posso darti ragione che non ci si possa aspettare altro che una logica industriale, in cui i diritti dei lavoratori sono solo un mezzo (magari un intralcio) e non un fine.
      Penso che si potrebbe criticargli comunque, prettamente dal punto di vista industriale, una visione miope del mercato, in cui la richiesta dell’automobile, come la conosciamo, cioé con i disastri che ha combinato nella sua enorme espansione, continuerà a crescere.
      I diritti dei lavoratori andrebbero difesi da governi e sindacati mondiali, che non esistono.
      Ma i governi e i sindacati nazionali sì che esistono, e quando si sentono discorsi come quello di Tremonti a Rimini, verrebbe voglia di prenderlo a sonori ceffoni.

      Mi fermo qui, il mio neurone è in riserva…
      Un salutoneh.

  4. Tonino ha detto:

    Cura per il raffreddore.
    Il ”raffreddore” , comunemente chiamato dal popolo invece di ”rinite” con tutte le sue varianti, rappresenta e , si esplica ,con una abbondante secrezione generata dalle mucose irritate.
    Si accompagnano ,queste secrezioni ,con abbondante produzione di pus più o meno liquido.
    Come guarire : Se di natura allergica, basterebbe invitare il soggetto a cambiare aria e , in caso di rifiuto, isolarlo.
    I suoi prodotti infetti segnano il territorio e, su facile humus, prolificano o si tengono attivi rinvigorendosi nel momento di contatto.
    Può essere molto utile il cambio di luogo ed anche un accorato invito al rinnovo d’aria, respirando, per esempio, così a caso, a Cesena o ,per chi vive vicino al mare,a Roma con lunghe passeggiate sul Lungotevere.
    Credo che questa prescrizzione l’abbiate ritrovata anche su spazzi virtuali di massa e che , mi giungono voci, non abbiano riscosso molto successo e, parimenti , un continuo di malattia.
    Ho letto cure anche su un giornale che sino ad ora si è occupato di psicologia delle masse, retto ,però, da imbonitori di ragazzi in pubertà e che ora si avventurano su patologie temporali.
    Diffidare, diffidate,defedatevi da questi imbonitori o da chi sale sulla groppa del leone con la spada conquistatrice.

    Se non dovesse bastare , potrei invitarvi ad un meeting su spiagge munite di bandiera blu sferzate dal maestrale con presenza sul desco di abbondanti spaghetti con frutti di mare o, a sera, con zaffate d’origano su profumati pomodori.
    Questa ricetta non la ritrovate sugli spazzi virtuali.

    • Franz ha detto:

      Ecco un altro commento del più etereo, imprevedibile, inafferrabile dei miei amici.
      Allusioni, rimandi, indicazioni sapienziali e dottrinali…
      Visto che è difficile capire tutto, mi soffermo volentieri su quell’immagine finale, di un ‘meeting’ forse solo potenziale ma, di sicuro, dotato degli ‘ingredienti’ che contano!
      😉

  5. Milvia ha detto:

    I tuoi post sono sempre così ricchi di spunti che, paradossalmente, a volte ho difficoltà a commentare. Anche perché, scorrendo tutti i punti anche di questo post mi verrebbe da scrivere solo che sono d’accordo, che condivido quello che dici.
    Schifo lo provo anch’io, per l’Innominabile Impunito e per tutti i suoi accoliti, che hanno portato il nostro paese a un degrado morale inimmaginabile solo due lustri fa. E purtroppo penso che se anche questi scarafaggi spariranno, non sparirà il morbo dell’egoismo, dell’ individualismo sfrenato, della furbizia, della disonestà che in questi anni loro hanno propagato. Di spettacoli avvilenti continuerà ad esserci inflazione e, forse, cominceranno ad avere sempre più spettatori entusiasti.
    Non più, quindi, un No B day, ci vorrebbe, ma un “riprendiamoci la nostra dignità Day”, un “torniamo a essere cittadini e non sudditi Day”, un “Ricominciamo a pensare Day”…

    Ma non ho molta speranza, sai… Non so se nave troverà il giusto vento…

    Mi auguro di ritrovarla, la speranza in una rinascita collettiva, nei due giorni cesenati. Spero che saremo in tanti, e che ci siano fra noi tante facce nuove e non sempre e solo le stesse.

    E…. se vincessi al Super Enalotto (cosa del tutto improbabile, perché non gioco) metà della mia vincita la darei a emergency, e una parte anche ad Amnesty.
    (Sei troppo forte, Franz! )

    Ciao e buona serata

    Milvia

    • Franz ha detto:

      E’ comprensibile lo sconforto, cara Milvia, nell’aver assistito ad una stagione, di straordinaria lunghezza, di progressivo degrado di …tutto.
      Però dobbiamo e possiamo credere, se non in una rinascita globale, nel diffondersi di nuovi segni di risveglio.
      Ci sono molte forze, nascoste dall’informazione di regime, che non hanno perso intelligenza e dignità, magari solo un po’ di necessaria fiducia in sé stesse.
      E poi l’esperienza di vita di ognuno di noi insegna che gli anticorpi che la spuntano su una malattia lunga e devastante sono poi dotati di straordinaria forza reattiva.
      E poi ancora, dici che gli “spettacoli avvilenti (…) cominceranno ad avere sempre più spettatori entusiasti”. E perché mai, perché non pensare invece di aver assistito già al peggio, a quello che, in fondo, non ci saremmo mai immaginati di vedere e che ricorderemo con disgusto.

      Possiamo e dobbiamo credere e sperare, e non solo perchè farlo migliora il nostro umore e le nostre giornate.
      E magari, così, arriveranno delle vincite anche senza aver (molto correttamente) speso soldi in lotterie pubbliche illusorie e strumentali…

      Ciao, cara amica e ottima casuale cliente del mio taxi (da non crederci…) ! 😀

      • Milvia ha detto:

        Mi imporrò la speranza, allora… Farò diventare la speranza una sorta di disciplina quotidiana, una ginnastica dolce.

        Eh eh… le vie della Cavallona sono infinite…

        Buona notte, caro Franz.

        Milvia

  6. Superfragilistic ha detto:

    Cavoli, eri tu? io ho letto dell’invito durante una precaria connessione con il mio cellulare e non ricordo neanche se ho scritto mi piace o no, ma credo di no anche perché, pur essendomi appena svegliata, sono stata abbastanza lucida da chiedermi: ma chi cavolo vuoi che vinca sto superpremio? e poi subito dopo: credo che se uno vincesse veramente non avrebbe il buon cuore di fare una così generosa donazione. Ma, a parte gli scherzi, sono molto d’accordo con te sul NoBday2. Assurdo, inopportunoo e tardivo ripetere un’esperienza nata e realizzatasi in un modo del tutto inaspettato, in un momento storico preciso. Ora al massimo si fa una rivoluzione, se proprio non si riesce ad abbattere il nano e la sua spregevole corte di cui tu, giustamente, hai lo schifo a anche solo a pronunciare i nomi. Che si gridi contro i soprusi operati verso i lavoratori e non contro il nano moribondo: altre sono le priorità e la prima è quella del disprezzo dei lavoratori e dell’auspicato ritorno, da parte di Marchionne e company, alle medioevali regole di sudditanza ed obbedienza al padrone. Altro che intellettuali in piazza alla ricerca di visibilità….spero che presto i precari della scuola, gli operai, i pastori e tutti quelli che non hanno più niente da perdere, scendano in guerra contro questo Stato. Ciao Franz

    • Franz ha detto:

      Cavoli, ero io!
      In effetti sia l’invito a Bonolis che quello all’ignoto/i futuro/i vincitore/i di quella fortuna spropositata sono velleitari, ma se Facebook rendesse più evidente agli amici destinatari il breve testo e la possibilità di aderire, e soprattutto di replicarlo con due soli click, il gioco varrebbe forse la candela.
      Ciao, Super, mi fa molto piacere ritrovare te e tutta la tua combattività, nonostante gli impegni ti abbiano un po’ allontanata dalla Rete, come tu stessa hai segnalato.

      Salutone affettuoso, e restiamo sempre “lanciati a bomba contro l’ingiustizia”!

  7. Sara ha detto:

    Poni tante riflessioni, e al volo me ne vengono in mente due: FC secondo me è da un po’che lancia bordate contro B. Non ho più un editoriale del 2008 che fece clamore…
    Tra quanti plaudono Marchionne vorrei sapere chi si compra una Fiat. C’ un pregiudizio che vuole che le macchine italiane le acquistino quelli di Destra! come se la Panda come la mia fosse l’auto dei capitani d’industria.
    Conosci un rimedio per il raffreddore? 4 giorni di ferie, 4 giorni di raffreddore…wordpress stats plugin

    • Franz ha detto:

      Ho un ricordo un po’ vago delle passate campagne d’opinione di Famiglia Cristiana, ma sicuramente la tua testimonianza è corretta. Ora, tuttavia, fanno più scalpore per l’attuale contesto di subbuglio.

      La Fiat ogni tanto azzecca qualche colpo: la vecchia Uno fu un successo mondiale, e la nuova Panda è un’auto simpatica; poi le motorizzazioni a metano anche sulle utilitarie (così come lo fu la Panda 4×4) sono state una bellissima trovata. Tuttavia, a parte i pregiudizi destra/sinistra, che ricordano tanto la divertente canzone di Giorgio Gaber, c’è da dire che gli altri modelli perdono regolarmente, in qualità, il confronto con le principali case concorrenti.

      Il mio rimedio personale al raffreddore è il riposo e l’ascolto attento dei micro-sintomi; più volte mi hanno consigliato il Ribes Nigrum, per rinforzare le difese, ma prima dovrei rinforzare quelle contro la mia tendenziale pigrizia.

      Ciao, e buona, immediata guarigione!

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