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Dagli atrii muscosi, dai fòri cadenti,
dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
dai solchi bagnati di servo sudor;
un volgo disperso, repente si desta,
intende l’orecchio, solleva la testa,
percosso da novo crescente romor.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
quel raggio di sole da nuvoli folti,
traluce de’ padri la fiera virtù:
ne’ guardi, ne’ volti confuso ed incerto
si mesce e discorda lo spregio sofferto
col misero orgoglio di un tempo che fu.
S’aduna voglioso, si sperde tremante,
per torti sentieri con passo vagante,
fra tèma e desire, s’avanza e ristà;
e adocchia e rimira scorata e confusa
de’ crudi signori la turba diffusa,
che fugge dai brandi, che sosta non ha.
Ansanti li vede quai trepide fere,
irsuti per tèma le fulve criniere,
le note latebre del covo cercar;
e quivi, deposta l’usata minaccia,
le donne superbe, con pallida faccia,
i figli pensosi pensose guatar.
E sopra i fuggenti, con avido brando,
quai cani disciolti, correndo, frugando,
da ritta, da manca, guerrieri venir:
li vede, e rapito d’ignoto contento,
con l’agile speme precorre l’evento,
e sogna la fine del duro servir.
Udite! Quei forti che tengono il campo,
che ai vostri tiranni precludon lo scampo,
son giunti da lunge per aspri sentier:
sospeser le gioie dei prandi festosi,
assursero in fretta dai blandi riposi,
chiamati repente da squillo guerrier.
Lasciar nelle sale del tetto natio
le donne accorate, tornanti all’addio,
a preghi e consigli che il pianto troncò:
han carca la fronte de’ pesti cimieri,
han poste le selle sui bruni corsieri,
volaron sul ponte che cupo suonò.
A torme, di terra passarono in terra,
cantando giulive canzoni di guerra,
ma i dolci castelli pensando nel cor:
per valli petrose, per balzi dirotti,
vegliaron nell’arme le gelide notti,
membrando i fidati colloqui d’amor.
Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
per greppi senz’orma le corse affannose,
il rigido impero, le fami durar:
si vider le lance calate sui petti,
a canto agli scudi, rasente agli elmetti,
udiron le frecce fischiando volar.
E il premio sperato, promesso a quei forti,
sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
d’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
all’opere imbelli dell’arse officine,
ai solchi bagnati di servo sudor!
Il forte si mesce col vinto nemico
Col nuovo signore rimane l’antico;
l’un popolo e l’altro sul collo vi sta:
Dividono i servi, dividon gli armenti;
si posano insieme sui campi cruenti
d’un volgo disperso che nome non ha..
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Ho sempre amato, nonostante la sua enfasi retorica lontanissima dal mio gusto, questa poesia, che dovetti imparare a memoria per l’esame di terza media.
E’ il secondo coro della tragedia ‘Adelchi’ di Alessandro Manzoni, ambientata negli anni dal 772 al 774 d.C., e rievoca l’invasione dei Franchi e la loro vittoria sui Longobardi sulla terra italica, sede ormai di soli ruderi abbandonati dell’antica civiltà romana.
Il messaggio di Manzoni è ovviamente rivolto, in epoca risorgimentale, ai suoi contemporanei, a rendersi protagonisti e a non delegare ad altri la propria indipendenza, la propria storia, civiltà e gloria.
Sono certo che chi è abituato a sopportare la lunghezza dei miei scritti non si sia fatto spaventare da un esordio così lungo, e avrà probabilmente già capito dove voglio andare a parare.
Chi mi segue, peraltro, dovrebbe aver ben presente anche una tesi che non mi stanco di ribadire, fin dalla fine di luglio, quando a più riprese diedi risalto a questo articolo (‘Prove tecniche di ribaltone‘, a firma Gianluca Freda), in cui si sostiene che il progressivo aprirsi di crepe nella solidità del potere berlusconiano “risponde ad un progetto geopolitico elaborato a livello internazionale e che ha come fine ultimo l’eliminazione definitiva del ‘servo infedele’ Berlusconi dallo scenario politico italiano.”
Girando per blog e per siti di informazione, ma anche nel corso delle ricorrenti piccole discussioni quotidiane di tutto questo tempo, posso ben dire di aver in questa occasione sposato, pur con abbondante cautela e beneficio d’inventario, un’idea di nicchia, tutt’altro che popolare e diffusa nella percezione, nell’evidenza immediata, nelle chiavi di lettura automatiche della gente.
La sfiducia nell’effettivo tramonto del dittatorello del Bunga Bunga, l’ansia quasi dolorosa che il voto di sfiducia parlamentare del 14 dicembre possa davvero costituire una svolta, e soprattutto le pessimistiche previsioni che una nuova consultazione elettorale non possa davvero togliercelo finalmente dai piedi, si sono rivelate e si rivelano ancora di gran lunga dominanti.
Il discorso vale anche, alquanto clamorosamente, nei confronti dei letterati e dei giornalisti, che dovrebbero essere specialisti nella lettura in trasparenza della cronaca politica: ieri, nelle due interessanti tavole rotonde a cui ho assistito dal vivo a Casalecchio di Reno (vedi qui), nessuna parola è stata spesa a favore di quella tesi, mentre più volte è stata ribadita l’ansia di dover ancora sopportare a lungo la dittatura mediatica del Diversamente nano.
Nonostante questo, negli ultimi giorni ho notato un ‘novo crescente romor’, come direbbe il Manzoni, intorno a quella tesi.
Rumore, e un grande fermento negli ultissimi giorni, con l’aspettativa delle rivelazioni dei contenuti di ‘Wikileaks’, che verranno divulgati ormai a momenti; mentre scrivo sono di dominio pubblico già molte anticipazioni, indiscrezioni, supposizioni su di essi, tutte perfettamente allineate a ‘quella’ tesi.
E, d’altra parte, è sotto gli occhi di tutti il disagio e lo stato pre-confusionale dei nostri governanti, e dei loro amichetti, terrorizzati da quelle rivelazioni, come pure il diffuso affrettarsi alla caccia delle scialuppe di salvataggio, l’accorrere sparso o organizzato alla ricerca di un posticino in soccorso dei nuovi probabili vincitori:
“E sopra i fuggenti, con avido brando, quai cani disciolti, correndo, frugando, da ritta, da manca, guerrieri venir“.
Non nascondo una doppia soddisfazione, da parte mia: quella dello scommettitore che ha puntato, con quella tesi, su un cavallo che era un outsider ed ora sembra candidato alla vittoria; ma anche quella di vedere probabilmente scongiurati i più disfattisti e cupi pensieri dominanti circa la fissità inesorabile del raccapricciante regime in cui ci ha sprofondati l’anziano satirello di Arcore.
La lezione che sembra provenire fin qui dalla vicenda è quanto Internet costituisca un’autentica miniera, di commenti illuminati e di informazione libera e approfondita, ma quanto sia necessario saper cercare, e saper giudicare con una certa autonomia di pensiero, i contenuti davvero validi, che navigano come piccole barchette nell’oceano delle altre opinioni e racconti della realtà. E chiedo scusa se questa morale lascia trasparire un certo evidente autocompiacimento.
Sulla falsariga di quell’articolo, vorrei segnalare, sia pure a posteriori, altri due brani che ho trovato di importanza straordinaria, e di non commisurata risonanza nell’agone quotidiano e spicciolo della politica chiacchierata (e …bloggata).
L’argomento è affine al precedente, ma parliamo questa volta di poteri occulti locali, allineati e funzionali ad un’amplificazione delle volontà dei più forti poteri d’oltreoceano.
Fu la mia amica e blogger Superfragilistic a diffondere, sempre lo scorso fine luglio, la “lettera aperta del massone Gioele Magaldi a Silvio Berlusconi, con un’appendice rivolta a Bersani, D’Alema, Veltroni, Di Pietro, Casini e Rutelli” (clicca qui).
La presa di distanze nei confronti del capo del governo è nettissima, senz’altro più dell’esortazione, esoterica e probabilmente allusiva, a disvelare la vera motivazione spirituale-massonica che avrebbe guidato tutta la sua straordinaria vicenda di potere. Molto chiara è anche, invece, l’indicazione di un governo sostitutivo di larghe intese, mentre sorprendente è l’indicazione di Nichi Vendola come candidato leader di tale coalizione.
Quanto al quadro internazionale, che qui è la cosa che più ci interessa, lo scrivente Magaldi, che si dice filo-israeliano (sia pur disposto a prefigurare un futuro stato palestinese) e ‘filo-amerikano’, sì, proprio con la kappa, sconfessa alcuni rapporti intessuti dall’uomo di Arcore:
“…la Conservazione del Potere imprenditoriale, mediatico e politico in Italia (dagli anni settanta e fino ad oggi) è stata scandita da rapporti e relazioni con precisi personaggi, cenacoli e logge dell’establishment massonico mondiale. Non sempre ciò è avvenuto come mi sembra sarebbe dovuto avvenire in una Democrazia liberale occidentale e certo non con quella ‘trasparenza e pubblicità’ che si addice ad un aspirante uomo di governo e statista”
fino a minacciare:
“Qualora si rendesse necessario, su questa vicenda il Gruppo di ‘Grande Oriente Democratico’ si riserva di fare ampia e graduale luce, a beneficio dei cittadini italiani e dell’opinione pubblica europea e mondiale.”
Infine, è interessantissimo il post scriptum, in cui si accenna, con avvertimenti durissimi, alla propria copertura da parte di poteri internazionali:
“P.S. Che non venga in mente al Fratello Silvio Berlusconi e/o al Fratello Gustavo Raffi e/o a qualche loro scagnozzo o cortigiano di intraprendere azioni improprie e illegali nei riguardi di nessun membro di Grande Oriente Democratico… Primo: non siamo gente che ‘porge l’altra guancia’; secondo: per ogni ‘azione’ simile c’è il rischio di una reazione dieci volte più incisiva e dolorosa; terzo: credeteci, non ci sono le condizioni internazionali perché vi possiate consentire ‘certe libertà’. Rischiereste di farvi molto, ma molto male e di screditarvi definitivamente dinanzi a chi vi osserva e vi giudica, con la piena autorità per farlo. E la forza necessaria a sanzionarvi pesantemente.“
L’altro articolo in tema di massoneria è invece recentissimo.
Il blogger Miguel Martinez ci fa sapere (clicca qui) di un paio di incontri avvenuti a Roma (il secondo appena mercoledì scorso, 24 novembre) in occasione della presentazione di due diversi libri di Giancarlo Elia Valori, indicato da Luigi De Magistris come “ai vertici attuali della nuova P2”.
A differenza dell’articolo precedente, qui la cosa che conta è l’uditorio di quei due incontri, in cui troviamo personaggi di varia provenienza, a cominciare da Gianfranco Fini.
Chi è interessato a capire meglio di me la geografia del potere massonico, troverà nell’articolo il link ad un commento (molto critico) proprio di Gioele Magaldi nei confronti di Giancarlo Elia Valori, da cui traspare se non altro l’effettivo ruolo di prestigio di quest’ultimo.
Dicevo sopra della mia soddisfazione nel “vedere probabilmente scongiurati i pensieri dominanti circa la fissità inesorabile del regime dell’anziano satirello di Arcore.”
C’è da essere davvero soddisfatti?
Credo, e ho già anche scritto altre volte, che assistere alla sconfitta politica di questa specie di assurdo Superman (Supernan?) che ha lungamente devastato, volgarizzato e ridicolizzato il nostro tessuto sociale sarà, al di là di ogni altra considerazione, un grande conforto, un valore assoluto.
Detto questo, è onesto e corretto aprire gli occhi criticamente sui modi di questa liberazione, e sugli scenari futuri.
E’ a questi temi che sono dedicati gli ultimi due articoli che voglio indicare.
Il primo è a firma di un nostro vecchio amico, tale Beppe Grillo.
Avrà anche i suoi limiti, il comico genovese, ma quando si cimenta in veloci carrellate a volo d’aquila, di interpretazione della realtà e dei suoi futuri sviluppi, credo sappia dare il meglio di sè.
L’ha fatto anche due giorni fa, in questo breve post, in cui, fra l’altro, chiama Gianfranco Fini ‘uomo degli americani‘, e preconizza, esattamente come faceva il primo articolo da cui siamo partiti, che ‘il sostegno ai gasdotti russo South Stream e libico Greenstream costerà il posto a Berlusconi‘.
Il secondo è scritto da Marino Badiale e Massimo Bontempelli, due saggisti molto vicini a Giulietto Chiesa e al suo nuovo movimento ‘Alternativa’.
Traggo alcuni passaggi da questo loro articolo (che linko qui), ricco, complesso e non esattamente incoraggiante o rassicurante:
“Il modo di operare dei nuovi governi all’interno dei palazzi del potere sarà certamente meno scorretto, sguaiato e indecente di quello dei ministri dell’epoca berlusconiana. Tuttavia non saranno assolutamente in grado di contrastare la virulenza e la proliferazione del capitalismo mafioso che sta divorando l’Italia, e quindi di arrestare i processi di decadenza civile e sociale del Paese.”
“L’Italia sta precipitando in un baratro spaventoso perché disfatta da un triplice collasso: della sua coesione sociale (crescenti ineguaglianze di reddito, devastante precarizzazione del lavoro e della vita, assenza di tutele sociali), del suo territorio (inquinamento dell’aria dei suoli e delle acque, dissesto idrogeologico, invasione dei rifiuti), e della sua vita civile (corruzione generalizzata e capillare, giustizia lenta e costosa, mancanza di senso morale nelle relazioni sociali, inversione tra meriti e demeriti).”
“Assisteremo ad uno sgranarsi di episodi di guerra civile strisciante, non tra partiti o ideologie, ma tra gruppi sociali e territoriali.”
“Servono soltanto personalità di governo capaci di invertire le tendenze al baratro di cui si è detto, ricostituendo ed ampliando i diritti sociali degli individui, bloccando ogni nuova opera sul territorio e curandone invece una capillare manutenzione, facendo subito diminuire la produzione di rifiuti e di agenti inquinanti, accettando e potenziando il controllo giudiziario sulla criminalità, colpendo duramente ogni infiltrazione della malavita nella politica.
Se queste cose non vengono fatte, e fatte rapidamente, ogni altra forma di differenza tra i politici sul piano dell’estetica e della decenza personali, e persino delle intenzioni soggettive, è del tutto irrilevante.
Il capitano di una nave, su cui si sono aperte falle che certamente la faranno affondare, se non si impegna a chiudere quella falle, non è in niente più utile di un capitano precedente, anche se non è rozzo e prepotente come quello, e se tiene più pulita la nave.“
Teniamoci forte dunque, e festeggiamo poco, e molto sobriamente, l’ormai prossima cacciata della Jena Ridens.
Sono passati quasi tredici secoli e mezzo dai fatti cantati da Manzoni, e quasi altri due secoli dalla sua opera; sessantacinque anni dalla liberazione operata dagli alleati anglo-americani.
Sembra che in fondo non sia cambiato molto, e che noi, Italiani del 2010, stiamo vivendo solo l’ultimo anello di una catena contraddistinta da una stessa costante: fare parte di un ‘volgo disperso’ privo, ancora e sempre, di una qualche identità, dunque di un vero nome.
E forse, ora, privo anche di un sufficiente livello collettivo di dignità ed umanità.
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L’immagine iniziale, relativa al crollo della ‘Casa del gladiatore’ di Pompei, è presa da: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/2010/11/la-colpa-del-crollo-della-casa-dei.html
Eccomi a te mio caro, in un rarissimo momento strappato alla mia intensa vita. Come avrai potuto notare, mio malgrado, ho dovuto diminuire drasticamente le mie incursioni sul web a causa di tanti eventi che hanno attraversato la mia vita e che ne hanno modificato i ritmi. A volte riesco a navigare dal cellulare prima di alzarmi, ma solo ai festivi, che gli altri giorni la sveglia suona inesorabilmente alle 6.15 e non c’è tempo da perdere. Ho visto, e te ne ringrazio, la tua citazione della lettera del massone democratico Magaldi che pubblicai sul mio sito. Le cose lì contenute ed i riferimenti sul passato e sul futuro, hanno diretto la mia osservazione dei fatti che hanno riguardato il Cavaliere da allora in poi e recentemente ho letto che sarebbe in preparazione una seconda lettera al fratello massone. Le profezie evocate si stanno a poco a poco realizzando in un alzarsi di toni e di livelli ai quali il nano non sembra reagire, non può reagire. il suo stare lì non è un atto di libertà, ma dovuto a quelli con i queli ha stretto, già da prima di arrivare al potere, un patto scambievole. Ho tra le altre cose letto che la Massoneria democratica non aspira alla crisi ed alle elezioni in questo momento in quanto la sinistra non darebbe, a detta dello stesso Magalddi, ancora pronta a quel salto di qualità che gli consenta di andare al Governo di questo Paese. Certo noi pensiamo che con questa settimana si chiuderà un’era, ma poi possiamo constaare che tutte lle statistiche ci danno perdenti a sinistra, a causa della grande frammentazione ed eccesso di critica che costituisce da sempre il piatto forte degli intellettuali sinistrorsi. Il populismo intanto fa furore e da Grillo fino a Di Pietro, il facile consenso è l’unico a resistere mentre la candidatura di Vendola, in un siffatto Paese, rischia di non essere vincente perché l’Italiano crede ancora alla forma più che alla sostanza e chissà se manderebbe al Governo un gay con orecchino! Ma comunque io per quello che mi riguarda continuo a fare la mia parte nella società con il mio volontariato ed allo stesso ho anche regalato il mio ultimo figlio che oggi si trova presso una ONG in India ad esercitare le sue conoscenze sul microcredito a favore delle donne del sud dell’India. Il mio compito cerco di svolgerlo al meglio, per il resto staremo a vedere. Un abbraccio caro Franz a te e speriamo di vederci presto!!!
L’impegno, il volontariato, di persone come te, rendono un po’ migliore questo mondo; anzi il nostro habitat, che il mondo sta bene anche senza di noi.
Forse non basteranno a salvare le prossime generazioni, ma almeno potrai dire “ci ho provato”. E poi sicuramente aiutano a vedere in una più corretta prospettiva i piccoli orrendi drammi e la corruzione di casa nostra, oltre che di …’cosa nostra’ ed affini.
Articoli come quello che ho linkato dal tuo blog, o altri che ho citato, stimolano a non lasciarsi ingannare da quanto avviene sul palcoscenico politico, che è solo la punta emergente di un complesso iceberg.
Da parte mia ho una considerazione un po’ diversa dalla tua, rispetto ai personaggi che hai citato, e ho fatto mio il concetto che la dicotomia destra-sinistra sia ormai inadeguata rispetto agli attuali problemi planetari. Fra gli attori più o meno attivi politicamente è un concetto sostenuto, mi sembra, solo da Beppe Grillo e da Giulietto Chiesa.
Mi auguro che Nichi Vendola sappia rivelarsi un leader trainante e faccia dimenticare intere generazioni di inciuciatori; penso però che anche a lui manchi una visione sufficientemente intransigente (e drammatica) della situazione e degli equilibri internazionali.
Ricambio l’abbraccio, cara Super, e la speranza di rivederci presto.
Nel suo vivacissimo blog, Miguel Martinez ha pochi giorni fa pubblicato un nuovo interessante post sulla massoneria. Dove si legge fra l’altro che l’indicazione di G.E.Valori come leader del movimento fatta da De Magistris è all’imperfetto, e che lo stesso personaggio è l’ “unico signore ad aver avuto l’onore di essere espulso dalla P2”. (Clicca qui).
Il legame tra Massoneria, politica e affari ormai è stretto e indissolubile. Finito uno avanti un altro, a scapito della nazione intera. All’inizio i Massoni erano dei costruttori, guarda caso! sai cosa mi preoccupa un pò? Che qui poi franerà tutto, non solo Pompei o la scuola. Sarà possibile rimettere a posto qualche cosa? Non lo so , almeno in modo diverso da come abbiamo visto le cose noi.
Anche i file di wikileaks poi alla fine, per ora non sono trascendentali. Giusto un poco di pepe. Vedremo cosa succederà con le banche. Intanto complimenti per il post! Riri52
“Prima o poi franerà tutto”, dici. A me piace sperare che gli smottamenti, le frane, le slavine, insomma la devastazione, avvenuta negli ultimi anni in tutti i settori della vita associata, a cominciare da quello culturale, si sia già in gran parte verificata.
Vero è comunque che la ricostruzione, se e quando comincerà, sarà molto lunga, problematica e faticosa.
Ti ringrazio molto per i complimenti, cara Riri; questa volta temevo davvero di aver esagerato in complessità e pesantezza…
Scusate, per sbaglio ho messo l’indirizzo del mio blog vecchio.
A scanso di equivoci, la segnalazione è qui: http://kelebeklerblog.com/2010/11/30/centomila-un-piccolo-intermezzo/
Grazie della citazione… ho segnalato oggi sul mio blog il tuo splendido post sugli imprenditori in giro lasera a Bologna!
Ringrazio te, Miguel, per le belle parole, e per avermi segnalato sul tuo blog.
Nell’oceano di Internet, a cui accennavo, a volte si incontrano delle piccole o grandi imbarcazioni, e dei piccoli o grandi navigatori, che viaggiano su rotte molto simili alle proprie, ed è sempre una grande emozione.
Ho scoperto il tuo blog tramite il sito Megachip (che aveva pubblicato proprio il post che ho referenziato anch’io), e penso che d’ora in poi lo seguirò con molta attenzione.
Un saluto solidale.
Innanzitutto un bel ciaooo neh!, così tanto per ben cominciare, poi passiamo a questa data fatidica e meravigliosa di cui tanto se non addirittura troppo si parla e si è parlato, 14 Dicembre 2010, con la speranza che non abbia il medesimo effetto che si è evinto per quanto riguarda il 24.11.2010 data in cui scienziati e filosofi davano per epocale , di fatto, come sempre si è dimostrata un bel buco nel vuoto siderale, diciamo che il mio pensiero l’ho più volte espresso e come direbbero i più è sempre stato del tipo funesto/similpessimistico, specialmente sul fatto di riuscire a disfarci una volta per tutte di quella piccola anima nera, il pensiero che probabilmente pur se si dovesse giungere alla sua caduta ed a nuove elezioni il pensiero che probabilmente non significherebbe il suo abbandono della politica perché per mille motivi tra cui il metodo di compra voti così ben spiegato da Saviano in “vieni via con me” di questa sera, probabilmente ci da quasi la certezza di ritrovarcelo ancora più ringalluzzito e con la schiuma alla bocca contro tutti quelli che non la pensano come Lui in quanto coglioni e comunisti o per bene che va stupide vittime dei giochi della sinistra, quindi questo pensiero mi attanaglia e mi logora, perché questo pericolo lo sento sempre più vicino alla sua realizzazione.
Per quanto riguarda il ‘novo crescente romor’ per ora e per le notizie che sono giunte, onestamente mi lasciano abbastanza indifferente, tutte cose risapute, se questo fantomatico Sig.Assange noto Acher avesse chiesto a qualsiasi dei 60 milioni di Italiani avrebbe avuto ben altre cose da scrivere e da dire, quindi per quello che ci riguarda da vicino direi che siamo al livello di un rutto in mezzo al deserto, ossia nulla di più inutile ed insignificante, quelle notizie diramate dagli oppositori di Obama hanno come vero ed unico obbiettivo il nero presidente Americano, se anziché essere nel 2010 fossimo ancora in quei meravigliosi anni 60, probabilmente gli avrebbero offerto un viaggio su di una macchina scoperta magari nuovamente a Dallas, ma siamo nel 3° millennio ed ai presidenti non gli si spara più, siamo in piena era tecnologica e con la tecnologia lo si stronca, insomma per quanto riguarda l’Europa e gli Europei sono notizie quasi a livello del gossip, tutto già ampiamente risaputo e vissuto purtroppo, mentre il vero obbiettivo sono le relazione americane con il medio oriente Iran in testa, probabilmente per preparare, visto il prossimo ritiro dall’Afganistan, un nuovo dispendio di uomini e MEZZI in una nuova guerra contro il nuovo Hitler Iraniano, così i fabbricanti di armi e di morti continuano il loro tragico gioco a chi si fa più soldi.
Circa il fatto che Internet costituisca un’autentica miniera, forse questa storia ci insegna che dovremo cominciare a fare molta più attenzione, perché chi ce lo dice che in mezzo a tutte le migliaia di notizie “vere” non ce ne siano alcune volutamente “false”, ossia chi è stato capace di fare uscire migliaia di notizie di un certo livello di importanza e sicurezza dai fortini superdifesi americani ha i mezzi e sicuramente la volontà e soprattutto i motivi di farne un uso speculativo ben mirato, quindi non è da escludere l’uso fraudolento e mirato di internet.
Tornando alle cose nostre, dopo l’auspicabile esito positivo del 14.12.2010, molto dipenderà dal fatto se si riuscirà a modificare la legge elettorale prima di un ventuale voto, sempre sperando che ne facciano una migliore, perché se si va al voto con questa legge o torna Lui o siamo in piena ingovernabilità e non oso pensare al caos che ne potrebbe conseguire.
Sono d’accordo con le recenti notizie che raffigurano il nostro premier come un servo di Putin e Gheddafi, ma non ci voleva Assange per ricordarcelo, mi ha fatto venire il volta stomaco un’immagine passata questa sera in uno dei tanti spazi televisivi che faceva vedere Lui in uno dei tanti incontri con Gheddafi baciargli la mano, Lui a Gheddafi, ma manco al Papa, figuriamoci a Gheddafi, facendo una dovuta scala dei valori di importanza e livello politico a livello internazionale non oso pensare cosa abbia potuto baciare a Putin nei loro numerosi incontri.
Purtroppo resto ancora sempre dell’idea che assistere alla sconfitta politica di questa specie di assurdo Superman non vorrà probabilmente significare il vederlo sparire dalla scena, per la serie “a volte i mostri ritornano”….
Circa la virulenza e la proliferazione del capitalismo mafioso che sta divorando l’Italia, non commettiamo l’errore di dimenticare che non è solo più una cosa Italiana, si tratta ormai da tempo quasi immemore di capitalismo mafioso mondiale, una tecnica adoperata da tutte le potenze per dominare e per fare capitalismo, l’America è in Afganistan non certo per quei tre beduini straccioni che sparacchiano con vecchi kalasnikosc, ma sono li a proteggere interessi indicibili e ben nascosti ai più, tutto è solo più legato al puro business e per tutti torna a valere l’unica legge che vale “Mors tua vita mea”, altro che mafia Italiana , ormai è mafia globale a livello planetario.
Perdona il mio dilungarmi ma ad un post così non si poteva rispondere con poche righe.
Ciaooo neh!
Caro Alan,
le tue parole non fanno che confermare quanto scrivevo, che cioè la tesi di una potente volontà internazionale di allontanare l’ormai sgradito clown alla guida del governo italiano, sia una tesi non popolare, non condivisa come evidente o quasi: anche tu temi, anzi prevedi, il permanere di questa situazione.
Dato per scontato che l’ometto non accetterà mai di fare il numero due in patria (cosa che ha sempre avidamente cercato in campo internazionale), quella tesi, invece, prevede proprio la sua sparizione di scena, fra applausi di scherno del pubblico di voltagabbana del circo Italia.
Nell’ultimo ‘Passaparola’, Marco Travaglio, a questo proposito afferma: “…gli Italiani votano, sono sempre in soccorso del vincitore, quando sentono che uno comincia a puzzare di cadavere o vedono che comincia a traballare, lo impallinano, quindi non è che votino volentieri per un uomo ridicolo che sembra alla frutta”.
E d’altra parte, anche il meccanismo di compravendita dei voti, ben raccontato da Roberto Saviano ieri sera, a mio parere non fa che avvolarare quella tesi, se accettiamo che mafia, massoneria e poteri occulti di vario genere abbiano scaricato l’anziano satirello.
E’ vero, le rivelazioni di Wikileaks a noi sembrano abbastanza ridicole, per il momento (benchè Travaglio la pensi diversamente), e probabilmente è arbitraria la mia associazione di quelle rivelazioni alla tesi di cui si diceva. Però qualche ulteriore colpo alla stabilità del nanerottolo penso che contribuiscano a darla.
Ti ringrazio del tuo contributo, Alan, su cui contavo, vista anche la lunghezza e complessità del mio scritto, che lo rende probabilmente un po’ indigesto e fastidioso a molti amici abituali.
Un salutoneh.