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Quando, con oltre un mese di anticipo, compaiono in città le luminarie che addobbano strade, portici e negozi, la reazione non può essere certo di sorpresa: è un fenomeno piuttosto noto e prevedibile.
E’ piuttosto un’altra, almeno per quanto mi riguarda, la sensazione avvertita, immediata e persistente per diversi giorni: quella di una forzatura. Quelle luci colorate non c’entrano niente, “nun ci azzeccano” direbbe Tonino Di Pietro.
Il trucco è palese: chi mai può sentire la necessità di cominciare a diffondere la cosiddetta atmosfera natalizia, quando ancora, nei pomeriggi un po’ foschi, l’azzurro grigiastro del cielo sembra contrastare l’avanzata di quella lunga sera dell’anno, del buio notturno solstiziale.
La strumentalizzazione commerciale non è mai così lampante, avvertibile a pelle, o meglio a sguardi, infastiditi, al limite del rigetto, del disgusto. In tempi di crisi, poi, molto di più.
Una volta superata la lunga fase di rigetto, si comincia (o almeno è quanto succede a me) a dare un giudizio estetico su quelle prospettive di lampadine, di composizioni di lampadine, disposte ad arte. E qui le cose vanno un po’ meglio: da diversi anni il gusto dei decoratori ha sensibilmente virato al bello; certe pacchianerie viste in passato sembrano superate, del tutto o quasi.
Gli ornamenti luminosi rivestono, addolciscono, sembrano nobilitare, accarezzare, blandire la già fascinosa estetica della mia città.
E si scende un po’ a patti con l’operazione: ora sembra un po’ meno stridente, ipocrita, strumentale; ora fa quasi piacere, un piacere sottile, un po’ subdolo, all’inizio quasi inconfessabile, poi sempre più accettabile e condiviso.
Poi viene il periodo della frenesia, del traffico caotico di veicoli, e di gente, straniata e convulsa, compulsivamente in giro per negozi, gente drogata di luci, di suoni, di odori, di confusione, di pacchetti colorati. Di acquisti.
Si sopporta, si fa tesoro di qualche richiesta di taxi in più, soprattutto se il clima è rigido, nelle serate di pioggia, di neve, di bruma.
Infine arrivano le feste. Sembra impossibile ma se ne apprezza ancora l’intima suggestione, la possibilità di dedicare intere giornate, un paio di settimane, un tempo improvvisamente dilatato, agli affetti, a nuove e vecchie amicizie e a sè stessi; alla quiete, alla dolcezza di rapporti umani più umani, anzi addirittura un po’ festosi, con l’avvicendarsi delle differenti atmosfere delle singole festività, la vigilia, Natale, Santo Stefano, la notte e il giorno di Capodanno, l’Epifania.
Sembra impossibile, dicevo, e ogni anno aumenta la diffidenza e il dubbio che davvero la magia si ripresenti: chissà.
Beh… avremo modo di verificarlo insieme.
Intanto, una cosa è certa, questo blog rispetta una sua tradizione, che permette di fare (e invita a fare) di necessità virtù.
Acquisti, regali? Ottima occasione per finanziare, con la scelta di uno o più calendari, associazioni di volontariato più o meno meritevoli.
Se l’anno scorso lo pubblicai un po’ troppo a ridosso delle feste, quest’anno ‘il post dei calendari’ arriva invece con buon anticipo, sperando che la cosa permetta acquisti più sicuri come tempistica, e magari ripetuti a più riprese.
In questo modo, però, bisogna per il momento rinunciare ad alcune importanti presenze, cioè calendari non ancora pubblicati e pubblicizzati, a cominciare dal mio preferito (quello di ‘Carta’ in collaborazione con ‘Ya Basta’), ma anche Medici senza Frontiere ed altri ancora.
E, come se non bastasse, uno dei più belli e più classici, quello di Greenpeace, è dato invece per esaurito.
Pazienza, magari più avanti pubblicherò un ‘post-post dei calendari’, con le integrazioni.
Non mi dilungo in chiacchiere, ma lascio parlare le immagini campione.
Ad ognuna di esse è associato il link alla home page della specifica organizzazione, quello ad una eventuale presentazione più dettagliata del calendario proposto, e quello alla pagina con le modalità di acquisto.
Come si può vedere, la quasi totalità degli enti che ad oggi hanno pubblicato il loro calendari si occupano di Africa: erano già molti l’anno scorso, quest’anno ancora di più. A una prima vista mi sembrano organizzazioni serie, comunque lascio aperto il giudizio.
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Immagine iniziale da: http://www.flickr.com/photos/gaerandi/4153033207/#/photos/gaerandi/4153033207/lightbox/
Io pensavo di fare un calendario con la gatta Sissi!
Se lo fai e lo diffondi lo prendo!
La prima copia, autografata di sua zampa, è mia di diritto !!! 🙂
Questi consigli per gli acquisti mi piacciono, caro Franz.
Fanno del consumismo di Natale un consumismo piacevole e buono.
Grazie, cara Silvana.
In effetti, a volte basta un po’ di buona volontà e un pizzico di fantasia per cercare di dare una mano al mondo, magari alla faccia e …in barba ai troppi babbi natali della pubblicità.
Guarda che è in via di ultimazione anche il MIO calendario e così poi devi fare un post per pubblicizzarlo ma un POST SOLO PER IL MIO CALENDARIO OK? ciao bacinataliziluccicosi
Ma potrei mai esimermi?
Affrettati, però, perchè la notizia si è diffusa e una minacciosa Belen è già sulle tue tracce, belìn…
Baci Pirelli.
Ciao Franz, grazie per i consigli. Anch’io come Milvia condivido il contenuto del tuo post. Ogni anno, a Natale, io e mio marito ripetiamo le stesse cose che tu hai descritto benissimo. Pensa che io non ho mai preparto un albero di Natale e da sempre, imperterrita, continuo a preparare solo il presepe, con le stesse statuine di gesso di quando ero piccola e quest’anno, seguendo il tuo consiglio regaleremo calendari di Emergency. Ancora ciao. Raffaela
Sono questi segni di continuità con tradizioni antiche, collettive, o familiari, o financo individuali, a dare ancora senso a festività ormai altrimenti espropriate di qualsiasi significato.
Mi fa molto piacere che tu raccolga i miei ‘consigli per gli acquisti’; e mi ha fatto piacere anche verificare (or ora) che il calendario di Emergency risulta nuovamente disponibile, dato che da un paio di giorni sembrava voler seguire le sorti di quello di Greenpeace (invece ancora esaurito).
Un salutone.
La tua ricerca dei calendari è sempre un buon punto di riferimento per fare regali utili a chi ne ha più bisogno.
Spero davvero che più di una persona ne approfittino, piuttosto che ‘sovvenzionare’ grandi catene commerciali…
Quest’anno la scelta è un po’ monotematica; comunque anche rivolgere un solo pensiero all’Africa, il continente dimenticato, dove si svolge una quantità impressionante di tragedie quotidiane, non ci farà male.
Condivido, come credo tu possa immaginare, l’intero contenuto di questo post (un bel contenuto, tanto per non farci perdere l’abitudine di apprezzarti).
E a proposito dei regali, da anni, solo con qualche interruzione, devolvo la somma destinata ai doni
natalizi alle due associazioni che più amo e stimo: Amnesty ed Emergency. E non voglio regali, sperando che anche parenti ed amici seguano il mio esempio.
L’idea dei calendari è comunque ottima. E grazie di avercela suggerita. Sei sempre grande, Franz!
Ciao!
E anche la tua amicizia è sempre grande, cara Milvia.
Se non sbaglio la tua consueta (e preziosa) ‘dose’ di complimenti questa volta ha origine da più lontano del solito, visto che è in corso una delle tue frequenti scorribande culturali…
Anch’io amo Amnesty ed Emergency, ma ‘a pari merito’ con Greenpeace.
E per quanto riguarda i regali, ho la fortuna di non frequentare parenti, ad eccezione di mio fratello, con cui c’è l’abitudine di condividere il pranzo di Natale ma non di farsi regali.
Salutone-one.
Gent.mo Franz
sensibile ”registratore ” di vicende umane e sociali, uomo della notte che,vigile, osserva e seleziona le preziosità delle vicende umane e materiali.
Lei, Sign. Franz, a cui nulla sfugge poichè immerso e silente percorri le arterie e le vene della città.
Noti i colori, le modifiche giornaliere,il diverso scorrere del tempo inuguale in giorni diversi,l’umore dei cittadini e dei visitatori che ci sguazzano dentro.
Ami la tua città, lo si nota subito, la vivi, disegni i pregi ed i difetti, a volte esaltanti a volte deliranti.
E’ una grande città con tantissimi e variegati indigeni e proprietari di diverse culture.
La luce.
Sta per giungere la festa della luce.
I popoli pagani illuminavano questi che per loro erano i giorni più bui dell’anno sino al solstizio d’inverno e poi festeggiavano la nuova luce con la ”luce del fuoco”.
Canti ,balli, feste, libagioni per cacciare via le streghe e per esorcizzare un buon raccolto di lì a pochi mesi.
Le nostre luci.Illuminano i nostri anfratti arcaici inconsci,rispolverano la nostra unione con la terra con i suoi benefici. Inconscio.
Illuminare senza ritegno, senza gusto, scontro di colori, pubblicità che coprono prospettive, difficoltà per fotografare la luce del tramonto felsineo su terre rosse a cui si sovrappone la vendita di tappeti o di carte di credito.
Messaggi hard su sentimenti soft, irriverenti e disattenti.
Che ‘c’azzecca con il Natale ?
Perchè ,sta arrivando Natale ?
Le suggestioni insite nel tuo commento sono tantissime, gent.mo Sig.Tonino; se mi lasciassi prendere la mano scriverei un nuovo post dentro questa finestrella bianchina dei commenti…, ma cercherò di essere breve.
Intanto la descrizione del mio rapporto con la città mi ha colpito a fondo, e, se ce ne fosse bisogno, mi ha fatto apprezzare ancor di più il mio lavoro.
E poi la luce. Hai ragione, è un elemento che l’uomo percepisce di importanza vitale, ai livelli più intimi e sotterranei della coscienza, probabilmente ancor più del calore. Ogni religione, ma anche molte feste pagane, contengono dei collegamenti fortissimi con i cicli naturali della luce.
Pensare alle feste natalizie nell’altro emisfero, a ridosso del solstizio d’estate, a noi sembra quasi blasfemo, o quanto meno stridente; perchè il contrasto fra la notte dell’anno e la luce, le luci, quelle prodotte dall’uomo, sono il primo, il più immediato segno della festa, del rito.
Forse è per questo che, alla fine, nonostante i troppi messaggi hard, osceni per l’intelligenza, alla fine gran parte delle persone cedono, un poco o tanto, all’intima fascinazione di queste atmosfere.
Mi fermo qui.
Grazie per gli spunti di riflessione.
Anche io sono tra coloro che pensano che il Natale dovrebbe esistere unicamente per i bambini, tanto per aggiungere e regalare stupore, gioia ed attimi di sogno alle loro piccole esistenze, bambini che dovranno fin troppo presto sbattere il loro viso e di conseguenza perdere la loro ingenuità scontrandosi con realtà ben diverse.
Tutto il resto è fumo negli occhi che appaga unicamente il senso dello sfruttamento globale.
Ciaooo neh!
La magia del Natale e delle feste natalizie per i bambini meriterebbe molto più di un commento e anche di un post; credo che nella mia crescita sia stata un elemento addirittura vitale.
Per il resto penso che le feste possano essere vissute come una dolce pausa da chi lavora troppo durante il resto dell’anno; non è il tuo caso, da felice pensionato, e lo è molto meno anche per me, grazie alla straordinaria flessibilità del mio attuale lavoro.
Vu’ cumpra’??? Anche se non è necessario farlo per “sentirsi più buoni”, ci sono alcuni calendari oggettivamente molto belli!
Ciaoneh.