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Ho dovuto ricoverare d’urgenza la Cavallona. Una tosse equina, cronicizzata nel giro di due sere, e poi il rifiuto, di tanto in tanto, della biada gassosa di metano, con automatica commutazione sulla pappa reale dai sacchi d’emergenza della benzina verde.
Immediato rientro a casa, non appena la spia che indica problemi al motore si accende definitivamente, con venticinque euro di incasso giornaliero totale; un the coi biscotti come cena nella ritrovata, insolita quiete casalinga, poi si va a letto presto nella vana speranza che arrivi il sonno un numero sufficiente di ore prima delle sette e un quarto, orario impostato sulla sveglia per l’indomani.
Il signor Marino, il mio scrupolosissimo meccanico, mi vede far manovra nei pressi dell’entrata della sua officina autorizzata Volkswagen.
“Mi dispiace,” mi fa quando gli espongo i sintomi: “ma per i problemi legati all’alimentazione a gas bisogna che vada da Soverini, solo loro sono competenti.”
“Va bene, signor Marino, grazie, ci vediamo fra due settimane per il tagliando.”
Occupa una vasta area di via Larga, la concessionaria principale dell’azienda tedesca; non c’è alcun problema per parcheggiare nei pressi dell’accettazione dell’officina.
Dopo una mia breve spiegazione, mi fanno portare la vettura in uno stanzone chiuso, dove può alloggiare una sola auto, poi mi fanno accomodare nell’ufficio accettazione, con due scrivanie a disposizione del pubblico.
Mi ricordo di lei, tenne i contatti con noi anche quando accompagnai qui un’amica con la sua Polo in panne. E’ gentile, riflessiva, competente, nonostante l’aspetto molto giovanile, da ragazza; gradevolmente morbide le linee del corpo, che scorgo quando deve alzarsi interrompendo per qualche attimo la procedura.
“Bene,” conclude: “non so se riusciranno ad effettuare la diagnosi in giornata, comunque la richiamiamo entro sera.”
“D’accordo, resto in attesa. Arrivederci!”
Gli spostamenti da e verso casa senza automobile sono sempre piccole avventure, piccole composizioni creative di lunghi tragitti da superare a piedi, alternati con altri in autobus di varie possibili linee e percorsi, o addirittura in treno.
Avevo già previdentemente riempito una borsa, con tutto l’equipaggiamento da riversare dalla Cavalla su un’auto di scorta della Co.Ta.Bo., nell’eventualità di una riparazione non completata in giornata, mentre il cambio di officina mi costringe ad improvvisare un piano di rientro a casa diverso dal previsto.
Dopo tre chilometri a piedi e quattro o cinque in autobus, percorro ancora a piedi gli ultimi tre chilometri, con la mia borsa a tracolla, dal centro di San Lazzaro a casa, sotto un cielo grigio e una luce strana.
Qualche capannone artigianale, poi la prima campagna, in vista del casello dell’autostrada, mentre il rumore convulso della città lascia posto al sollievo di una quiete un po’ incantata e sempre fascinosa, nello spalancarsi del panorama sotto quel cielo.
Ripenso ad un altro sollievo, quello di essere stato trattato con garbo e rispetto in un ambiente altrettanto silenzioso. ‘Sti Tedeschi hanno da insegnarci molte cose: l’antica consolidata abitudine nostrana, quando hai bisogno di un intervento artigianale, è di essere trattato con sufficienza, di doverti conquistare un po’ di attenzione, addirittura di spazio fisico, dentro locali rumorosi e nell’empireo dell’ascolto, arrogante e sfuggente, del fornitore, che deciderà tempi, modi e prezzi dell’intervento in assoluta autarchia.
Ed io invece mi sono sentito rispettato come persona pensante, prima ancora che come cliente. Mi rendo conto una volta di più, per differenza, che viviamo nel paese delle mafie e dell’arroganza, come dimostra anche l’irresistibile ascesa, e la lunga carriera di gloria, ed ora il precipitoso declino psicopatico, del nostro meschino despota di Arcore.
Cammino veloce, i piedi mi fanno un po’ male, la prossima volta meglio le scarpe ginniche; ma mi sento bene, stranamente, timidamente.
Perchè quando già il cliché delle tue abitudini stenta a smaltire tutte le necessità ed incombenze, e sei sempre come alla rincorsa di qualcosa, e ti piomba infine sulla testa l’imprevisto, stai imparando a non angustiarti, a non avvilirti, a non sentirti un derelitto infelice e sfortunato. Ma semplicemente a derogare da quelle abitudini, e scoprire così ogni volta la dolcezza del deragliamento, dell’insolito, della novità; …di questo panorama grigiastro quieto e un po’ incantato. E in fondo, mi vien da pensare per astrazione, le emozioni più forti che danno sapore alla vita non sono certo conseguenza di un ordinato andamento delle cose; anche una delle esperienze di maggior ebbrezza e felicità come l’innamoramento, altro non è che questo, un violento e improvviso deragliamento dall’ordine mentale precostituito.
Più farò mio questa idea e più saprò far fronte con un sorriso a qualsiasi imprevisto, concludo saggiamente.
Le pantofole danno sollievo ai miei piedi. E’ strano, è piacevole ritrovarsi a casa, passato da poco mezzogiorno, nella casa silenziosa e illuminata dalla luce diurna, già svegli e attivi da diverse ore.
E concedersi un bello spuntino: legumi in insalata, pane in abbondanza, the verde al limone, una fetta di dolce; e infine il riposo, e il sonno, con il telefonino acceso in attesa degli sviluppi.
Suona alle cinque e venti.
“Sono Stefania di Soverini auto, è lei signor Francesco?”
“Buonasera Stefania, mi dica.”
“Guardi che non sono riusciti a completare la diagnosi, bisogna che la richiamiamo domani.”
“Va bene, ma solo in tarda mattinata, per favore.”
Anche Chiara, impiegata in Co.Ta.Bo., a cui telefono immediatamente, è molto gentile, nonostante stia per concludere il suo orario di lavoro.
“Sì, c’è una Multipla libera. Segno i chilometri e poi ti lascio i documenti in centrale radio, così puoi passare a prenderla già stasera.”
“Grazie, Chiara. Al momento non so per quanti giorni mi servirà.”
“Non c’è problema, ricordati solo di segnare i chilometri quando la riconsegni.”
Mi preparo per una seconda traversata ed esco di casa, questa volta ormai nel buio di una sera umida e fosca rischiarata da lontane fonti di luce, mentre una pioggerella leggera non troppo fredda accompagna la nuova camminata.
Chi l’ha utilizzata prima di me è stato molto coscienzioso: è pulitissima dentro e fuori, di un bianco brillante nella notte, la Cavalla di scorta, che finisco di attrezzare con la cartella di servizio, la chiave per le colonnine telefoniche, il blocchetto delle fatture, e tutto il resto dell’equipaggiamento per lavorare.
Una cavalla di facili costumi, che va con tutti i tassisti bisognosi di conforto, una cavalla a ore.
Non confesserò il tradimento alla Cavallona, che so ricoverata in ottime mani.
Le dirò, sì farò proprio così, che ho passato il tempo con la mia igienista dentale, e so che lei riprenderà a servirmi molto fedelmente.
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Immagine da: http://www.google.it/images?hl=it&biw=800&bih=440&gbv=2&tbs=isch%3A1&sa=1&q=taxi+fiat+multipla&btnG=Cerca&aq=f&aqi=&aql=&oq=
Bravo!
…e comunque tanto per voler puntualizzare anche se per caso remoto e fortuito leggessi tutto un tuo post ma dico tutto ma proprio tutto e sarei così organizzata per commentare finalmente a tema non lo farei comunque perchè sono troppo monella per fare ciò e devo ormai stare nei miei panni non mi posso mica smentire con un bel commento eh???? Epppoi non voglio dartela vinta ecco….
MissSvogliata 2 la vendetta e ritorno
Matta come un cavallo, capricciosa come una Cavalla.
La Miss è fatta così, e così ce la teniamo… 😉
(solo per questa volta) Vedi? Se fai così tutto si può intendere capito?
Eh, ma se poi anch’io metto le spiegazioni come hai fatto tu, alla fine il risultato è ancora più lungo, e la speranza che, di tanto in tanto, arrivi un commento della Miss a tema, ancora più remota…
Comunque mi fa piacere che continui a venire “a casa mia” anche solo per un saluto, per così dire (con un eufemismo…) ‘cazzeggiante’.
Bye, bye, baby.
V? SFC TSPI capito?
Non è che non passo più a casa tua a trovarti, però ti leggo a rate perchè o è tardi o sono stanca, però così rimango sempre indietro. Ma non è che potresti abbreviare in qualche modo? Così potrebbe uscirne un pastone di sigle che lascerebbero sfogo alla libera interpretazione di noi (o solo io?) lettori svogliati e stanchi? Ciao. MissSvogliata 2011
E no ,caro Franz
tu non potresti essere un conducente di tram.
Il tuo animo , la tua compostezza, il tuo garbo ha bisogno di spazzi, di largo ,di visioni a 360°:
la sensibilità nei confronti della ”cavallona”, dell’attenzione posta alla signorina/ reception dell’officina, alla teutonica fermezza,al percorso stridente fra autobus e distanze coperte a piedi.
E’ l’animo che deraglia e tu non ce lhai un ordine mentale precostituito. Meglio : sei pronto a sottolineare queste sfumature. Sensibilità.
Imprevisto : l’innamoramento è imprevisto, Alberoni docet,lo stato nascente dell’amore si rivela alla coscienza quando sei già in corsa.
Ma bisogna essere presenti, pronti , allenati, svegli .
Grazie Franz per le opportunità che metti sul tavolo da gioco della vita e che noi leggiamo.
Ps :chissà come ha affrontato la nevicata domenicale la tua Ronzina.
Tradimento ?
Con teutonica fermezza la cavallona ti dirà :
lei riparaten i tenti ?
Io a te spaccaten tutti ! Ya !
Vai piano con …la neve Franz , l’innamoramento è come il ”Dall’Ara”, ti ritrovi dopo 15 minuti negli spogliatoi.
Ciao a tutti
T.
Mi riempi di tanti straordinari complimenti, caro Tonino, che non so proprio come ribattere, oltre a dirti un sincero grazie… 🙂
E allora… passo direttamente ai p.s.:
Anche la Cavalla-2 ha gli zoccoli da neve, quindi nessun problema, anche perchè domenica sera non se ne era accumulata tanta.
Grazie per l’indicazione: in effetti basterebbe una brusca frenata indesiderata, causata dalla gelosia della Cavalla ufficiale, per farmi scordare per sempre dentisti ed igieniste dentali…
Quanto all’innamoramento, ti assicuro che era un argomento di pura teoria, nel bene e nel male.
Ciao, poeta!
“Igienista dentale”?!? Maddai non ti crederà mai. Si accorgerà subito di quel profumo al sandalo che tu non hai mai usato, ma che impregnando i sedili della Multipla (nessun nome è stato mai più azzeccato per una “zoccola”) ha inzuppato anche i tuoi pantaloni marroni di velluto.
Unica via di uscita sarà attaccare per primo: dovrai sederti sul sedile della tua dolce Cavallona e dirle a bruciapelo: “Ti ho visto con quel meccanico biondo che razzolava nel tuo motore!”
Vi perdonerete a vicenda e sarà amore più di prima!
E poi, a dir la verità, chi mi ha tradito per primo è stata lei, abbandonandomi al mio destino; ma come si fa ad infierire su una malata?
Comunque è vero, quello che dici sul nome della Multipla 🙂 ; mi viene da pensare che quando si parla di Escort si sbaglia clamorosamente modello di auto!!!
E per finire spero che la tua profezia si avveri: sai, devo conviverci ancora a lungo…
La vita è costellata di sostituti/sostituzioni. Sostituiamo e, malgré-nous, siamo sostituiti. A volte è un bene, a volte non proprio. Ma poi ci si adatta.
Mi ero ripromessa di non farti più complimenti per la tua scrittura (a lungo andare, forse, anche i complimenti ricevuti vengono a noia e magari finiscono con l’infastidire), ma ancora una volta, anche in questo brano che apparentemente potrebbe essere di scarso interesse per chi ti legge, dimostri una notevole capacità narrativa che lo rende vivace e interessante. E allora tacere mi costa fatica.
Eh, sì, i tedeschi sono altro da noi… Ma non mi piacerebbe, ugualmente, essere tedesca.
Mai confessare i tradimenti. La confessione, la maggior parte delle volte, è solo un modo per mettersi a posto la coscienza e crea solo guai. Esperienza personale.
Auguri alla Cavallona malata e “tradita”. E al suo gentile cavaliere un augurio di buon febbraio ( L’inverno è lungo ancora, ma nel cuore appare la speranza. Nei primi giorni di malato sole la primavera danza).
Imparare ad adattarsi e a cogliere gioiosamente le grandi occasioni di qualsiasi cambiamento è un’arte difficile e preziosa, anche se ammetto che certi adattamenti hanno più che altro l’amaro sapore della rinuncia.
Mi tocca ringraziarti ancora una volta, dunque, per i tuoi complimenti… 🙂 Beh, se queste sono disgrazie che il Signore ce ne mandi tante! Anche perchè so che sono complimenti sinceri e spassionati.
Neanche a me piacerebbe essere tedesco, e alcunchè di diverso da quel che sono, ma da loro, e da molte altre genti, avremmo collettivamente davvero da imparare molto: soprattutto un miglior livello di civiltà nella vita associata.
A proposito di tradimenti, poi, dicono anche che a volte un rapporto clandestino extraconiugale sia di aiuto alla coppia; ma in materia non posso esprimermi, per inesperienza, vista la mia condizione di single fin qui piuttosto costante.
Auguri ricambiati di buon febbraio da Cavallona, Cavalla di scorta e ambidestriero!