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E’ rassicurante, giocoso, elegante, il Mago Silvan, nel proporci una nuova fantastica illusione; vorrei che l’illusionismo fosse sempre di quel genere, di puro spettacolo, e implicitamente dichiarato.
E invece il mondo intero, dall’11 settembre di dieci anni fa in avanti, è vittima di una ben diversa tipologia di maghi, di incantesimi e di illusioni: subdole, menzognere, spacciate e scambiate per la realtà.
E così succede che, in un giorno di primavera di questo ipertellurico 2011, la radio diffonde la notizia della morte di Bin Laden, senza neanche farla precedere dalla rituale formula magica: Sim-Sala-Bin!
L’ho recepita subito con istintivo grande fastidio, come una nota molto stonata nella mia quotidiana colonna sonora.
E con sgomento, fino ad oggi, ho visto imporsi quella notizia, con il corollario delle successive e spesso contraddittorie versioni dell’accaduto (spesso assurde, come quella di un esame del dna effettuato in pochissime ore da un campione prelevato da una nave in mezzo all’oceano), diventare di dominio pubblico, generalmente condivise, senza che la quasi totalità dei mezzi di informazione facesse niente per filtrarle con un vaglio critico invece urgentissimo.
E con uguale sgomento ho visto riaffermarsi i postulati, anch’essi di carattere illusorio, che stanno dietro alla barbarica esecuzione (in terra straniera e senza un processo) che ci è stata raccontata.
E cioè che lo sceicco saudita, ex-alleato degli Americani nella guerra dei Mujaheddin afghani contro i Russi, sia poi diventato il capo degli organizzatori della storica terribile giornata degli attentati statunitensi.
E che quegli organizzatori siano raggruppati in un movimento chiamato Al Qaeda, che ha per strategia ed obiettivo un terrorismo di carattere essenzialmente ideologico, contro la cultura occidentale, e che quel movimento abbia capacità operative davvero superiori all’immaginazione, proprio come dimostrerebbe quella giornata che cambiò la storia mondiale.
In questi giorni ho cercato avidamente in Rete le voci e le argomentazioni che potessero confortare, se non proprio neutralizzare, quel mio sgomento, rimettendo in ordine le evidenze, le prove, le testimonianze e gli indizi di un’altra verità, quella vera.
Ne ho trovate molte, e mi sono spesso premurato di linkarle sulla mia pagina Facebook, cercando nel mio piccolo di dare ad esse un poco di visibilità in un panorama dominato dalla versione ufficiale, quella americana, quella di Barak Obama il ‘terminator’.
Mi risparmierò la fatica di rintracciare quei commenti per linkarli in questo articolo, salvo i casi strettamente necessari: so che raramente chi legge queste pagine ha tempo e voglia di approfondire l’argomento cliccando sui link.
Alla fine, o quanto meno al momento attuale, sono giunto ad organizzare la materia in pochissimi punti fermi, solo tre, che cercherò di elencare.
Cominciando proprio dall’11 settembre.
Me ne occupai approfonditamente in passato, e pensavo non ce ne fosse più bisogno, anche perchè intanto mi sembrava che il sommarsi delle prove inconfutabili, molto al di là di ogni ragionevole dubbio, circa la costruzione della più grande menzogna mai raccontata, e il diffondersi della relativa consapevolezza, avessero cambiato decisamente la percezione collettiva di quegli eventi.
Ricordavo di aver adocchiato di recente un articolo che dimostrava scientificamente (ultimo fra i tanti!) l’uso di un materiale chiamato ‘termìte’ per fare crollare le Torri Gemelle dopo l’impatto degli aerei; è uno dei testi che avrei voluto linkare, ma non lo trovo più, poco male.
Osama Bin Laden.
Malato di reni e sottoposto cronicamente a dialisi, fu visitato in ospedale un mese prima dell’11 settembre da alcuni agenti dei Servizi Segreti U.S.A.
Un paio di testimoni autorevoli come l’ex primo ministro indiano Benazir Bhutto (poi uccisa nel 2007) e più recentemente l’attuale presidente pakistano, Asif Ali Zardari, riferivano della morte di Bin Laden avvenuta non molto tempo dopo l’11 settembre 2001.
Nessuna immagine o filmato successivo è in grado di smentire questa informazione, mentre ricordo bene come sia stato smascherato l’utilizzo di sosia in alcuni video con i presunti successivi messaggi del barbuto sceicco.
Al Qaeda.
L’ex capo dell’antiterrorismo francese, Alain Chouet, nel gennaio 2010 ha dichiarato che quell’organizzazione non esiste più fin dal 2002 (vedi qui).
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Come era lecito aspettarsi, Giulietto Chiesa, che notoriamente è il principale esponente italiano del movimento per la verità sull’11 settembre, si è espresso già diverse volte in questi giorni sul blitz americano in terra pakistana, ed anzi è stato ospite di moltissime trasmissioni televisive e radiofoniche sull’argomento.
Ho finora limitato, come promesso, l’utilizzo di link; ma ho voluto tenerne per ultimo uno speciale, quello ad un videomessaggio dello stesso Giulietto Chiesa, che compendia e completa la mia breve panoramica.
Già da qualche settimana, il giornalista piemontese rilascia ogni giovedì un commento su youtube (canale MegaChannelZero), un po’ come fa ormai da anni Marco Travaglio ogni lunedì; a differenza di quest’ultimo, la qualità della sua immagine è scarsa, a causa di un’illuminazione sbagliata che rende cadaverico il viso del protagonista; speriamo che in futuro il difetto venga corretto, anche se, in fondo, la cosa dà una certa suggestione carbonara di informazione clandestina, di guerra.
Ed è proprio di guerra che Giulietto Chiesa finisce per parlare. Gli U.S.A., per contrastare l’incipiente bancarotta finanziaria e allo stesso tempo l’espandersi in Africa del futuro avversario geo-politico, la Cina, stanno colonizzando la fascia di Paesi arabi che possono fungere da scudo e trincea, con il loro strumento di cui hanno ancora il predominio mondiale: l’apparato militare.
E’ un messaggio inquietante, in fondo nel tipico stile di chi lo emana. Ammetto che quando ho sentito pronunciare l’aggettivo ‘mondiale’ dopo la parola guerra, ho avuto un piccolo sussulto di spavento; e che quel concetto si è fissato nei meandri della mia coscienza incupendo ulteriormente la mia visione del futuro.
Forse ha ragione Jacopo Fo, bisognerebbe cercare di segnalare di più le buone notizie, che in fondo non mancano mai, basta cercarle; perchè, a differenza di quelle cattive, danno una certa spinta positiva per impegnarsi a migliorare la realtà.
Cionondimeno mi sembra doveroso diffondere la consapevolezza dei rischi che l’umanità sta correndo, con una certa apparente progressività difficilmente arrestabile. (Clicca qui per il videomessaggio).
A noi, però, piace ancora e sempre la vita, questa fantastica primavera e tutto l’incantesimo, senza sospetti di illusionismo, di un tripudio di foglie verdi e di cinguettii; a noi piace ancora fantasticare, e sognare, e continueremo a farlo.
Sognare, ad esempio, che un giorno compaia su tutti i teleschermi del mondo il mago Silvan, e, dopo la sua consueta formula magica, estragga qualcosa di nuovo e di antico dal suo cilindro: una bianca colomba di pace.
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Immagine da: http://www.romaregione.net/2011/04/05/roma-teatro-vittoria-the-international-theatre-presenta-silvan-in-%E2%80%9Csim-sala-bim%E2%80%9D/
Sempre misteri attorno al fantomatico Bin.
Ucciso con arma da fuoco e il colpo naturalmente è al viso e ne stravolge i connotati…..
e il corpo?Naturalmente finisce negli abissi marini……Mah!
La somma di tanti misteri, se vogliamo chiamarli così, alla fine fanno un’unica certezza, quella di un piano preordinato con finalità di potere e predominio di chi l’ha ordito, ai danni di tutto il resto del mondo.
Un saluto a te.
Io la notizia non l’ho recepita con fastidio ma con l’assoluto menefreghismo, in quanto non credo ne in quello che viene detto da una parte ne tanto meno quello che viene detto dalla parte opposta, io non credo a nessuna delle due parti, ma dato che vivo nel mezzo mi limito a prenderne atto.
Qualora fosse anche vero in fondo poco importa cosa e come è successo, ma importa unicamente che entrambe le parti in questioni en accettino il verdetto ed il risultato, che Osama sia morto l’altro giorno oppure qualche anno fa poco importa, quello che importa che ora è morto per gli amici e per i nemici, quindi anche se non fosse veramente morto poco importa in quanto è comunque un personaggio reso ufficialmente obsoleto per la storia.
Quello che si è visto nelle varie TV e nei proclami dei governi interessati non è null’altro che il gioco delle parti che ovviamente ne consegue sempre in queste occasioni, dove sia la verità nessuno lo saprà mai, perché appartiene ad un numero ristrettissimo di persone che non hanno nessun motivo per condividerla, quindi è una verità morta per sempre, sotterrata in mare insieme all’immagine ufficiale di un personaggio che volente o neolente ha fatto parte della storia recente.
Mi stupisco in verità del tuo stupore, ti ho sempre letto e di conseguenza immaginato come una persona con le idee ben chiare e con obbiettivi realizzabili ben chiari, invece ora questa tua non accettazione di quello che appare del reale mi lascia perplesso, perché quello che è leggibile in questa vicenda del de cuius dal mio punto di vista vale per tutta la storia contemporanea del nostro normale vivere, quello che tu accusi a questo evento vale secondo me per qualsiasi cosa che fa parte del nostro moderno vivere quotidiano, ossia, siamo in mano a poche persone che fanno di noi quello che meglio credono e che decidono con quale forma farcelo meglio credere.
Riporto qui la risposta che ti ho lasciato nel blog del comune amico Luca-Uncadunca;
Mi sento di dissentire con l’amico Franz in quanto credo che la mia opinione discosti e quindi sia tutt’altro che allineata alla narrazione dominante, io mi sono limitato ad evidenziare delle similitudini tra le varie organizzazioni, siano esse di tipo politico o mafiose o religiose, io non ho mai creduto all’etichettazione che la storia ed i media hanno dato alle varie organizzazioni nel tempo, anzi, sono sempre stato uno degli assertori di una unica matrice, colorata alla bisogna per quanto riguarda il nostro periodo stragista, rossa quando serviva e nera quando serviva, ma supportate e comandate da uniche menti incolori, anche in questo senso il terrorismo non fa molta differenza, credo che ci siano poche teste pensanti incolori al di sopra delle religioni e delle politiche ed una massa (base) di povera gente per bene che va ignorante che si lascia comandare ed è pronta ad agire in base alla bisogna, oggi per un Dio domani magari per un altro, questo meccanismo è in verità più valido per l’occidente mentre per i costumi orientali bisogna aggiungere la componente fondamentalista religiosa che fa sì che ci siano più persone disposte ad immolarsi senza chiedere nemmeno un minimo perché, ma in linea di massima il meccanismo è unico e le teste pensanti mi sa che si contano con nelle dita delle mani e che a loro poco importino le motivazioni religiose o politiche in quanto tali.
Come sempre perdona il mio neurone logorroico. Ciao neh! alla prox.
Sul senso di eccezionalità di questa enorme macchinazione, caro Alan, ho appena risposto a Milvia, e non mi ripeterò qui.
Non si può dire che il tuo pensiero, che tu stesso dichiari di stampo nichilista, manchi di coerenza, di un filo logico abbastanza ferreo.
Che conduce all’assoluto menefreghismo (secondo la tua stessa definizione) di fronte a spettacoli di verità calpestata a fini di potere, un potere, ovviamente, nemico dell’uomo e delle sue istanze pacifiche di vita.
Da parte mia, come ben sai, ritengo invece importante dedicare una buona parte del proprio tempo e delle proprie energie a difendere tre sorelle, molto legate fra loro: la verità, la giustizia e la bellezza.
La minaccia della loro sconfitta definitiva, almeno per quanto riguarda la razza umana, non è mai stata così grave, e tale sconfitta significherebbe calare il sipario sull’intera vicenda umana sulla Terra.
Siamo entrambi, caro Alan, in una fase della vita fra la maturità e l’anzianità, e possiamo dire di aver goduto, oltre che delle bellezze intrinseche del nostro pianeta e della vita in quanto tale, anche del frutto di chi si è speso, anche con il sacrificio estremo, per la difesa di quelle tre sorelle.
Le generazioni che verranno non potranno perdonarci di non aver fatto altrettanto, quando avremo lasciato a loro in eredità un mondo devastato dai frutti avvelenati della guerra e dell’ingordigia ambientale, e saranno a loro negati i privilegi che abbiamo avuto in sorte noi, e forse la stessa possibilità di vita.
L’impegno è dunque un fatto di responsabilità, secondo me; ma con una ricaduta positiva anche sulla nostra stessa esistenza, che ne risulta più ricca e interessante rispetto a quella di chi sceglie, sia pur in base ad una filosofia razionale, il menefreghismo.
Un caro saluto.
Non mi piacciono gli spettacoli di magia, mi deprimono, anche quando fanno parte di uno spettacolo. Tanto meno posso amare i maghi cattivi, la cui disonestà è direttamente proporzionale alla loro abilità nello scambiare l’ordine dei fattori (e il risultato cambia, eccome…), nel far comparire dal nulla gli eventi, nel far scomparire prove e misfatti.
Credo che questi maghi, mistificatori, acrobati della menzogna, siano sempre esistiti. Dei grandi eventi storici, dei veri “perché e per come” che li hanno generati cosa sappiamo veramente? Chi è meno miope, chi, come te, cerca strenuamente informazioni e le confronta, può avere davvero certezze?
Ho apprezzato l’accenno che Luca fa a Pirandello. Sto leggendo proprio in questi giorni “Il teatro della memoria-La sentenza Memorabile” di Leonardo Sciascia, sulla dibattuta questione della vera identità dello smemorato di Collegno, e anche l’autore siciliano, riportando la storia di quella vicenda, con tutte quelle verità costruite, quelle memorie dei testimoni artificialmente create, fa spesso riferimento a Pirandello. Un brano del libro mi ha colpito particolarmente: “[…] e attendono tutti che un alto responso li dispensi finalmente dal ragionarne per conto proprio. […. ] attendono con la speranza di non sentire, di non doverne discorrere più”.
Mi auguro che non si smetta mai di ragionare per conto proprio, e che inizi sempre più a farlo anche chi ha sempre creduto ciecamente nelle fantasmagorie dei maghi cattivi. Forse non si arriverà a possedere la verità, ma, almeno, avremo tentato di raggiungerla.
Bellissimo come chiudi il tuo articolo, Franz! Tutto sommato, quello che più conta, è sentire il battito delle ali della bianca colomba di pace.
Buon lunedì, caro Franz!
Il tuo commento, cara Milvia, e in parte anche quello successivo (temporalmente) di Alan, mi hanno posto un quesito logicamente non facile da dirimere.
Perché da una parte è innegabile che l’uso dell’informazione pubblica menzognera sia un connotato abituale di qualsiasi apparato di potere, ma dall’altra avverto, nettamente, come qualcosa di davvero straordinario il castello di bugie costruito dai registi statunitensi (con i loro soci a delinquere, soprattutto israeliani).
Intanto l’11 settembre è stato un evento unico nella storia, per la capacità spettacolare di convogliare in diretta le emozioni più sconvogenti di tutti i popoli provvisti di tv.
Ma poi, a rendere straordinario quel castello di bugie, oltre alla portata mondiale, credo che sia l’efficacia scientifica dei mezzi di diffusione, e la vastità della rete di conformistici ‘ponti radio’ su tutto il pianeta.
Non solo, ma anche l’intuibile disegno imperialista e foriero di sanguinose e pericolissime guerre, tali in prospettiva da mettere a repentaglio la vita dell’umanità intera, ispiratore dell’intera macchinazione.
Non disprezziamo, tuttavia, l’impegno costante per la ricerca della verità, come sconfitto in partenza, perchè tale non credo prorpio che sia.
E’ la nostra forma di Resistenza contro l’oppressore, il tiranno, il devastatore, l’attentatore al presente e soprattutto al futuro dell’umanità.
Grazie del consueto bel contributo, e buone giornate a te.
Quello che più mi fa schifo e che da adito al mio menefreghismo e nichilismo di essere nel giusto e che Lui ormai non ha più nessun ritegno ne vergona, compra tutto e svende e regala tutto pur di restare a galla, ma soprattutto a farmi schifo più di tutto è il fatto che a più di metà degli Italiani questa cosa vada più che bene, anzi, sperano e si augurano che la cosa duri a lungo e forse andrà proprio così, d’altra parte la nostra società ha lasciato che gli Italiani perdessero il senso e la ragione su di cosa è l’onestà, il buon senso e la morale, allora non possiamo neanche più prendercela ed arrabbiarci con nessuno, possiamo solo aspettare che arrivi una qualsiasi fine, purchè sia imminente, definitiva e foriera di nuove possibilità di rivincita e di eventuale rinascita.
Ciaooo neh!
Lasciami, per una volta, ricorrere ad un comodo copia-incolla, visto che un commento lasciato due post fa ad Amanda si presta all’occasione:
Ti invito però a non cadere nella trappola della narrazione berlusconiana: sull’intero corpo elettorale, compresi dunque gli astenuti, il suo partito, approssimativamente, ha sempre oscillato fra il venti e il trenta per cento dei suffragi, percentuale che non si alza di molto comprendendo i suoi ‘alleati’ (si fa per dire…) leghisti.
Questo significa che la netta maggioranza degli Italiani non lo ha mai votato.
Gli interrogativi e le zone d’ombra intorno alla morte di Bin Laden sono infiniti: io mi sono limitato a ritenere di cattivo gusto le manifestazioni di giubilo rispetto all’esecuzione sommaria (e peggio ancora se si tratta di una pura fantasia) di un uomo che ormai contava come il due di bastoni quando briscola è denari, esternando immediatamente tutta una serie di dubbi (che 5 giorni dopo diventano quasi infiniti) su una operazione in cui nulla è chiaro sul piano dei fatti, ma tutto è lampante sul piano della rappresentazione: gli USA da una parte, al Qaeda dall’altra, non hanno il minimo dubbio su come sono andate le cose, mentre (sarà un caso) tutto il resto del mondo continua a nutrire sacrosanti dubbi. Questa pseudo-vicenda è la nuova puntata di una fiction planetaria. Se ci fosse ancora un Pirandello avrebbe tanto, ma tano, da dire.
Non c’entrerà nulla, ma mi viene in mente un aforisma di Travaglio “Oggi i fatti sono trattati come opinioni e le opinioni come fatti”.
Il sanguinoso paradosso della civiltà globale, tecnologica, dell’informazione in tempo reale, e della possibilità di ciascuno di commentare in tempo altrettanto reale (e anche io e te ci siamo dentro a questa incontrollabile babele, con l’unica consolazione che anche dovessimo sparare immani cazzate non abbiamo un pubblico tale da poter fare danno) è che ci si allontana sempre di più non dico da “commenti”, ma anche semplicemente da “descrizioni” univoche ed attendibili. Che forse non interessano più nessuno.
Buon inizio di settimana e salutami la Cavallona.
Una fiction planetaria: vero, bella definizione, una fiction, tuttavia, che si presenta proprio come un reality, con burattini, o sembianze di burattini, diretti da un grande fratello che indirizza l’opinione pubblica mondiale dove gli fa comodo, e certo non a fini umanitari.
Giusta anche l’allusione a Pirandello, profeticamente affascinato dal contrasto fra l’essere e l’apparire.
Il tuo commento stesso, oserei dire, si presta a una doppia lettura: da una parte parli di interrogativi e zone d’ombra, dall’altra citi Bin Laden e Al Qaeda confermandone in qualche modo la relativa chimera.
Ma anche a Radio Popolare, e in parte sul Fatto Quotidiano, si parla dell’uccisione di Bin Laden senza preoccuparsi di aggiungere almeno un ‘presunta’.
E’ tutta questa confusione mediatica (anzi asservimento), come dicevo, a provocarmi fastidio e un po’ di sconcerto.
Mentre i nostri poveri commenti, anche dovesso essere ‘immani cazzate’, quanto meno sono animati da passione per la verità.
Un buon inizio settimana a te, saluti e nitriti.
Più che passione per la verità (in questo purtroppo assomiglio un po’ ad Alan e non credo che esistano verità ultime in nessun campo della vita umana, avrebbe detto Paul Watzlawick che può esistere sempre una verità più vera o una realtà più reale) direi che ci salva dal rischio scherzosamente evocato di dire “cazzate immani” (la cui valutazione come tali è peraltro sempre molto soggettiva e può essere un modo drastico di controbattere un’opinione contraria non avendo nè voglia nè tempo di cercarne le possibili fallacie) una costante disinteressata ricerca di fatti e notizie e la voglia di collegarli fra loro in maniera non banale.
Vogliamo chiamarla “ricerca della verità” come termine convenzionale? OK, facciamolo, ma trattiamola sempre come una approssimazione.
E del resto, l’astronomia di Galileo e la fisica di Newton descrivono con buona approssimazione l’Universo anche se la relatività allargata e la fisica quantistica (le cui conclusioni spesso cozzano col senso comune) sono approssimate ancor meglio.
L’importante è argomentare con garbo e coerenza le nostre opinioni e non spararle ad alzo zero con adolescenziale fideismo.
Vogliamo chiamarla “ricerca della verità” come termine convenzionale? OK, facciamolo, ma trattiamola sempre come una approssimazione.
Ok, affare fatto, se l’approssimazione è riferita alla verità e non alla sua ricerca, che invece ha da essere estremamente precisa.
Garbo, coerenza, anche qui sono d’accordo, ma aggiungerei: repulsione bellicosa nei confronti della menzogna.
Opinioni espresse in funzione di una ricerca dei fatti e del loro significato piuttosto che come eco del potente di turno, potremmo dire e tanto basterebbe. E anche codesta “zuccherosa quaestio” vede così la sua felice conclusione.
Non mi resta che chiosare con lo ‘Zuccheroso’ titolo di una canzone del nostro antieroe:
“Amen!”
Ho provato il tuo stesso fastidio..Troppe zone d’ombra dal 11 settembre in poi.
Purtroppo si tratta di un ‘fastidio di nicchia’, e la cosa è spaventosamente grave…