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Eccomi di nuovo, finalmente. Eh già, direbbe Vasco Rossi.
Alla tramortita rincorsa dietro il precipitoso galoppare degli eventi sociali, che raccontavo nell’ultimo post, la vita, con uno di quegli scherzetti, un po’ bonari un po’ maligni, che ogni tanto si diverte ad ordire contro noi comuni mortali, me ne ha sovrapposta improvvisamente un’altra; una rincorsa, o meglio un’odissea, del tutto privata, qui nella mia stanza/studio.
Riguardante cioè il privatissimo e morbosissimo rapporto fra me, questa tastiera e questo schermo del computer.
Impossibile raccontare la lunga disavventura senza scendere in una sequela insopportabile di dettagli tecnici.
Posso dire che la componente imponderabile di un particolare fattore, in inglese tecnico chiamato Sfiga, si è scatenata senza ritegno nè legittimo impedimento.
Mi limiterò a riferire poco più di com’è cominciata e com’è finita.
E’ cominciata con quello che eseguo ad ogni inizio mese: una passata di antivirus (che faccio precedere di norma ad un salvataggio dell’intera partizione ‘C:’); questa volta ne è stato trovato uno, e la sua eliminazione ha reso improvvisamente inaccessibile la partizione stessa, cioè il cuore del computer.
E’ finita ieri mattina, quando son riuscito a risistemare, dopo innumerevoli prove, l’audio del PC.
Fra l’inizio e la fine, la bellezza di cinque giorni, che hanno visto, fra l’altro, numerosi tentativi di ripristino dei dati, molteplici ricaricamenti integrali di Windows e dei programmi fondamentali, l’improvvisa rottura e sostituzione del disco fisso (con blitz mattutino, sabato, nel negozio del fornitore), la definitiva rinuncia a ripristinare i vecchi dati al completo.
Senza dubbio più interessanti, tuttavia, rispetto al diario tecnico di queste cinque giornate campali, penso siano alcune considerazioni d’altro genere, diciamo di filosofia di vita, spicciola finchè si vuole, ma altrettanto preziosa.
Alludo al rapporto con l’imprevisto, le piccole avversità, i deragliamenti improvvisi dalla quotidianità più consueta a causa di qualche emergenza.
Relativamente agli standard di una persiona ansiosa, quale sono abituato a considerarmi, ritengo di essere uscito piuttosto bene dalla piccola odissea, che presto ricorderò con un sorriso. Sono riuscito, e chiedo scusa per l’auto-encomio, anche a trovare aspetti di inattesa passione per il cosiddetto ‘smacchinamento’, tanto che mi è venuta voglia di tentare, a tempo debito, nuove avventure inesplorate, come il caricamento del sistema operativo Linux, che permette di svincolarsi dalla dittatura del signor Bill Gates.
Ma soprattutto è stato un ottimo allenamento a mantenere la calma e la gioia di vivere anche a fronte, come dicevo, di un brutto inconveniente.
In fondo mi capita spesso di dirlo, anche ai miei clienti occasionali ospiti della Cavalla, che gli unici problemi davvero seri nella vita sono quelli relativi alla salute; quale migliore occasione per comportarmi di conseguenza?
Le complicazioni sono fatte per essere risolte, e nel migliore possibile dei modi, dopodichè la vita riprende come e meglio di prima, tanto più se si è riusciti a far tesoro anche del tempo e delle energie dedicate alla ricerca stessa della soluzione, senza soverchie maledizioni ed angosce.
Credo che sia importante imparare a cambiare prospettiva: se si è capaci di astrarsi dalla contingenza ansiogena e pensare all’aspetto che questa assumerà nel ricordo, si è già con almeno un piede fuori dalle sabbie mobili; il ricordo può davvero insegnarci molte cose, su come affrontare al meglio la vita.
Ma c’è un’altra considerazione, sempre di filosofia a dispense, che ha indotto in me questa odissea nel mio studio. Fra i vari dati che ho perso, alla fine della fiera, c’è l’ultimo mese di posta ricevuta ed inviata: in fondo è un piccolo danno rispetto alla minaccia di perdere tutta la posta degli ultimi anni.
Ma anche quella eventuale minaccia mi ha fatto ragionare.
Mi sono chiesto quante volte, e in quali occasioni, mi capita di andare a rispolverare una email ricevuta o inviata nel passato; e mi sono reso conto che lo faccio rarissimamente e solo per necessità contingenti, ad esempio il controllo di un documento spedito al commercialista.
Tutto il flusso di comunicazione della vita quotidiana (ma il discorso mi sembra estendibile a tutte le fotografie, anche le più belle), se ne sta archiviato a dormire un sonno profondo che, appunto salvo rare necessità contingenti, non avrò praticamente mai l’improvvisa voglia di turbare.
Siamo creature fortemente legate al momento presente, credo sia un dato di realtà a cui non possiamo sottrarci, anche se la nostra smania di assoluto ci vorrebbe padroni del tempo, di quello passato così come, e soprattutto, di quello futuro.
A maggior ragione bisogna dunque fare tesoro, sempre e comunque, del momento contingente, anche quello della più inaspettata disavventura, anche quando un computer, il tuo principale strumento quotidiano di comunicazione, informazione, scambio, invece di eseguire la consueta procedura di accensione, ti dice che non riesce a leggere il disco C:, e di battere control alt canc per ripartire.
E dopo che l’hai fatto, ti torna a dire esattamente la stessa cosa.
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Immagine da: http://www.videostoreonline.it
I computers (con la esse, son più d’uno) sono creature ineffabili e misteriose sulle quali si possono inventare religioni e filosofie specie quando non si capisce un kaiser del loro reale funzionamento (così come le vere religioni, e perchè no le fedi politiche, spesso proliferano sull’ignoranza e sulla pigrizia per cui immaginare un Dio ch’el ghe pensa lù rassicura e blocca ogni ulteriore fastidioso dubbio).
Che dire del mio meraviglioso notebook Toshiba, col mouse incorporato bloccato e lo schermo che ogni tanto si accendeva per 10 secondi in lancinanti spasmi d’agonia per spegnersi poi subito dopo, su cui il centro autorizzato sperso nella campagna padana e difficilissimo da raggiungere aveva sparato un preventivo di 604 euro più IVA e che da una settimana ha miracolosamente ripreso a funzionare perfettamente (oserei dire meglio di prima)?
Mi aspetto uno scenario alla Asimov in cui l’intelligente e talentuosa macchina mi cacci di casa non sopportando più di convivere con uno molto meno intelligente di lui.
Credo che il tuo commento, specie nel suo finale, sia perfettamente in linea con il film a cui è ispirato il titolo del post.
Quando sentirai il tuo Toshiba cantare spontanemente “Giro-girotondo” capirai che siete giunti al duello finale.
Ma secondo me vincerai tu: ho ancora fiducia nell’uomo, soprattutto se dotato di testa pensante.
Adesso non è che voglio copiare la Miss… Non dirò che porti “sfiga”, ma che sei contagioso lasciamelo dire. Lunedì, infatti, mentre ero qui tranquilla a “paciugare” sui tasti del mio Mac portatile (che è l’unico armamentario informatico che possiedo) improvvisamente si è bloccato tutto, e spegni accendi, accendi e spegni sia il computer che il modem non è servito proprio a niente. La connessione wireless era morta stecchita. Così ho chiamato il maghetto del Mac, che per fortuna sta a poche decine di metri da casa per avere il certificato di morte. Per fortuna era una morte apparente, e, seppur non sanissimo, alla maniera di Lazzaro il fedele compagno che mi è vicino ormai da sette anni è risuscitato. E il mago non si è fatto neppure pagare. Se avessi perduto tutto sarei morta io, e non apparentemente. A me piace rileggere le vecchie lettere e riguardarmi le foto, così come lo faccio, o lo facevo ,con le lettere di carta e gli album fotografici. Non c’è alcuna differenza, secondo me.
Imparare a essere meno ansiosi è indice di maturità. Bravo, Franz!
Ora ti saluto e vado a dormire.
Milvia
Più che un mago, mi sembra uno stregone, il tipo che ha riportato il tuo Mac sulla Terra, dal regno dell’Ade.
Comunque mi dichiaro innocente da ogni accusa di diffusione di sfigovirus, di qualsivoglia genere!
Quanto a posta e fotografie, come ho risposto ad Amanda, ho generalizzato arbitrariamente una mia tendenza soggettiva, ma resto convinto circa la valenza totalizzante del momento presente su ciò che siamo.
Liberarsi dall’ansia, infine, è un esercizio importante che dona maturità, come dici tu, ma anche tanta serenità in più.
Seguo il tuo esempio e vado a dormire pure io: buonanotte!
Ma non è che porti sfiga anche a me? Questo mio piccolo portatile che sto usando ora funziona bene, il pc di casa grosso è da due giorni che l’antivirus mi fa strani avvisi, disinfestare, oggi anche, un virus presente disinfesta tutto, poi fa la scansione e riavvia ma poi ancora ahhhhhh cosa succederà?
Daremmo dei punti a Stanley Kubrick, se riuscissimo a propagare il virus della sfiga tramite i blog.
Certamente, nel caso, puoi comunque star tranquilla che non cercherei di colpire una amica ormai di vecchia data come te…
🙂
Sì però oggi non voleva aprirmi la posta, faceva sempre delle finestre di errore, mi sta venendo l’angoscia….. poi si è aperta epperò dopo non voleva aprire i giochi di carte che fa il marito, stesse finestre di errore….. mi devo preoccupare? Ah, come si fa a salvare tutte le email fatte e ricevute? Grazie notte.
… e comunque sappi che io con il tempo faccio il contrario, invece che invecchiare ringiovanisco e miglioro ok????????????????????
E’ l’amicizia, di vecchia data, e non tu, perdincibacco!!!
Mister Precisino.
La causa dei rallentamenti e degli errori, naturalmente, non posso saperla: potrebbe essere un conflitto fra programmi concorrenti o un virus; ti conviene fargli dare un’occhiata.
Per salvare la posta, invece, posso darti un po’ di dritte, dato che mi sembra che anche tu abbia Windows XP.
La rubrica di Outlook Express è facile da salvare:
clicca su Rubrica / File / Esporta / Rubrica / e poi scegli tu in quale cartella salvarla.
I messaggi inviati e ricevuti stanno invece in una cartella che ti viene indicata se, dalla finestra principale, clicchi su:
Strumenti / Opzioni / Manutenzione / Archivia cartella
Per poter copiare il contenuto di quella cartella, però, devi prima rendere visibili i file protetti di sistema.
Per fare questo, apri una qualsiasi cartella di dati, poi clicca su:
Strumenti / Opzioni cartella / Visualizzazione /
e poi accendi l’ opzione ‘visualizza cartelle e file nascosti’ e spegni l’opzione ‘nascondi i file protetti di sistema’.
A questo punto diventa facile ritrovare i tuoi dati nella cartella che ti aveva indicato, e, da lì, copiarli dove vuoi.
Ciao Miss, buon fine settimana e …in bocca al Quorum!
Uahoooo non mi aspettavo una così esaustiva e corposa spiegazione: mille stramillllle supermillllleeee grazieeeeeeeeeeee stampo il tutto e poi domani eseguo. notte baci
Appena vedrò “levarsi un fil di fumo” in direzione di Genova, capirò che hai seguito le mie indicazioni…

Ho fatto tutti i salvataggi, grazie ancora. Poi ho eliminato un pò di cose vecchie e casini vari e ora sembra vada meglio, per il momento fumo non ne esce eh eh eh eh eh eh
Ottimo lavoro, Miss.
E per la mia consulenza, i tuoi sei “eh” possono bastare!
uh come la conosco l’angoscia da computer in coma vigile uh che ansia!
comunque io certa posta la rileggo e le foto le riguardo
Nel mio caso, veramente, il coma vigile del PC si è poi tramutato in un suo …colpo apoplettico.
Quanto alla posta e alle foto, mi fai capire di essere stato molto soggettivo nelle premesse, ma non credo che le conclusioni siano comunque sbagliate.
Io avrei dato di matto se il pc mi avesse fatto questo tipo di scherzetti, ma più che altro perchè non ci capisco niente. Io sono una persona abbastanza ansiosa, ma prima di eventi particolari; quando invece ci sono dentro riesco ad essere sempre rilassata e lucida 😛
Anche a te auguro di cuore una lunga, felice e serena convivenza con il tuo PC; ti consiglio comunque di salvare periodicamente su un dvd gli archivi più importanti.
Ansiosa nell’attesa, ma determinata sul campo di battaglia: mi sembra già un ottimo bilancio, ma certamente, se lo vuoi, imparerai progressivamente a liberarti dall’ansia.
Ti auguro, a maggior ragione, anche questo! 😉
Solitamente al pc non lavoro, nè faccio niente. Bloggheggio e vado su facebook, quindi non c’è niente da salvare. La musica e le foto stanno tutte su un hard disk esterno (oltre che sul pc) 😛
In effetti Facebook, con i suoi pregi e difetti, almeno mantiene i tuoi dati sui suoi server, evitando il rischio di perderli, sempre che il temibile Mister Zuckerberg non decida di fare un bello scherzetto ai suoi cinquecento milioni di utenti…
Per il resto vale il famoso motto: “Quello che non c’è non si rompe”! 😉
Sono ricorso all’uso di un disco esterno per i dati, perchè non so se riuscirei ad essere filosofico come te. 🙂
Se posso darti un consiglio, dopo questa esperienza, è quello di non fidarti troppo delle ‘utility’ di save e restore di partizioni o dischi, perchè, a fronte di un nuovo caricamento del sistema operativo, la restore non funziona più. Molto più opportuno il salvataggio mirato di tutti gli archivi che ti interessa salvaguardare.
E comunque ti auguro davvero di non avere mai problemi!