Gatti sonnacchiosi; fuori, la realtà

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Non so se definirla pace o tregua ad oltranza, quella che ha preso il posto di una guerra che avevo immaginato molto più lunga e soggettivamente avventurosa.
Evito dunque un terzo capitolo dei miei diari bellici, rinunciando a raccontare la vivace, a tratti imponente, manifestazione cittadina di lunedì scorso: ho già sottoposto a una certa prova di fedeltà i miei non moltissimi cari lettori e commentatori, sia diradando la frequenza dei miei articoli, sia, appunto, dedicando gli ultimi due alla vertenza sindacale dei tassisti.
E riprendo le pagine del mio diario con i toni che da sempre le contraddistinguono, quelli ‘fra l’intimista e il sociale’.

L’amica Rita, nel post che ha pubblicato poche ore fa, ci ricorda che oggi sono cominciati i ‘giorni della merla’, cioè gli ultimi tre di gennaio, tradizionalmente i più gelidi e aspri dell’anno.
Persino i miei gatti escono poco, giusto per sgranchirsi le zampe, poi si rincantucciano nei posti più caldi di casa: il fondo di un armadio una e la cesta sotto il termosifone l’altro.
Mentre il Nord-Ovest del Paese si è ammantato di neve, dalle nostre parti questa domenica è stata caratterizzata dalle luci molto smorzate di un cielo fosco, e dalle tinte rese uniformi da una fagocitante mescola di molto grigio e appena un tocco di azzurro.
Quella mestissima luce, in un silenzioso pomeriggio domenicale, stentava a cedere il passo al buio definitivo della sera, a ricordarci che il cammino percorso dal solstizio d’inverno ad oggi ha già conquistato molto terreno, ma quella considerazione e quell’atmosfera erano, e sono, ben lontane dall’infondere nuovo slancio ed energia.
Mi ritrovo anch’io gatto sonnacchioso, a cercare il calore, il riposo, la quiete, e ad apprezzarne e goderne tutto l’intimo conforto, privo di qualsiasi urgenza verso un’altra spettacolare primavera, ché tanto il tempo corre anche troppo senza bisogno del nostro aiutino.

Da ormai diversi mesi la mia vita è impostata su nuova attenzione e nuove abitudini riguardo gli aspetti essenziali e attinenti alla salute, fisica e psichica: conversione all’alimentazione vegana, aumento dell’attività sportiva, ricerca del riposo profondo anche a costo di sacrificare il tempo libero. Da una ventina di giorni, tuttavia, ho dovuto rimodulare questi ingredienti, da quando una fastidiosa infiammazione al tendine d’Achille (quello dietro il piede, sopra il tallone) mi ha costretto ad interrompere i frequenti e impegnativi allenamenti podistici.
La tentazione di vivere l’infortunio come un deragliamento dai nuovi binari, con l’ansia nevrotica di non ‘rimanere indietro’ per un tempo indefinito rispetto a un teorico cammino di vita ottimale, è stata tenuta a bada, anche grazie al particolare benessere dal conseguente aumento dell’altro ingrediente, il riposo.
Dapprima ho dato la colpa dell’infortunio ad esercizi ginnici di allungamento troppo violenti, come già in passato mi era successo a un ginocchio.
In un secondo tempo l’ho attribuita ad un ipotetico (quanto improbabile) restringimento delle scarpette, comprate solo quattro mesi fa, dopo l’ultimo lavaggio a mano. Quelle che sentivo addosso come le più confortevoli mai avute, sembravano diventate ora strumenti di tortura per il tendine stesso, ma anche per la punta degli alluci.

“Non ha aumentato troppo gli allenamenti?”
A chiedermelo è il negoziante di un piccolo centro commerciale nei dintorni di Castel Guelfo, dove sono tornato ieri, poche ore dopo il fallimento dell’ultima ‘prova su strada’.
“No, no, non credo!” rispondo impulsivamente a quella che invece, ripensandoci con calma, si dimostrerà l’ipotesi più attendibile.
Ha lineamenti distesi su un bel faccione largo, un tono di voce pacato e piacevolmente amichevole, e un piccolo negozio nuovo, dedicato esclusivamente al podismo, aperto in settembre poco prima di quel mio acquisto.
Conversiamo sull’inconveniente e mi chiede se possiamo darci del tu: “Se hai tempo ti faccio fare una prova computerizzata sul tapis-roulant, così vediamo come appoggi il piede.”
Mi sottopongo volentieri all’esame, sperimentando per la prima volta la sensazione di correre stando fermo mentre il suolo acquista progressivamente molta velocità.
Poi guardiamo insieme le immagini sul grande schermo sopra l’attrezzo. Non è un bello spettacolo: ad ogni passo il tallone appoggia dalla parte interna per compiere poi immediatamente una vistosa torsione. Si chiama pronazione.
“E’ un peccato che non l’abbiamo fatta la volta scorsa, se no ti avrei consigliato delle scarpe più adatte.” Di cui mi mostra due paia, indicandomi i punti in cui la struttura di gomma rigida inibisce quel movimento innaturale.
Le provo, poi scelgo quelle più protettive e più costose, che ora in epoca di sconti mi costano solo quanto il vecchio paio.
“In fondo è l’unica spesa per chi fa questo sport” conveniamo da veri appassionati, del tutto o quasi disinteressati.
Compro anche un paio di pantaloncini, di cui l’altra volta era sprovvisto; nel salutarmi mi regala una canottiera blu con il marchio del negozio, e poi mi sollecita a farmi vivo la prima volta che passerò da quelle parti, per fargli sapere come va.
Gli stringo la mano ed esco dal luminoso piccolo locale.
Domani le proverò (per fortuna la neve qui è attesa solo a partire da martedì) e spero di riuscire a ripercorrere tutto il mio familiare tragitto di circa tredici chilometri, fra cavalli stanziali, campi da golf, campagne e laghetti, senza problemi, e di rimettermi dunque completamente in carreggiata, in tutti i sensi.
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Intanto.
Intanto è passato ormai il primo mese di un anno che è cominciato gridando e starnazzando, fra minacce di guerra sempre più acute e spaventose sullo scacchiere geo-politico, e, nel nostro Paese, ondate di rivolta settoriali, nel cuore di una popolazione umiliata da quelle politiche restrittive, e inique, e inutili, dettate dall’Europa della finanza a un fedele esecutore ‘tecnico’, ma anche molto politico, alla guida del governo delle grandi intese e dei grandi tornaconti di partito.
E’ un quadro all’apparenza molto avvilente, per chi non riesce a ritrovare quei venti tiepidi di rinnovamento sociale che avevano accarezzato quasi per intero il drammatico anno passato.
Così come per chi ritiene premature e pericolose le rivolte come quella ‘dei forconi’, capace sì di incendiare l’animo di intere popolazioni vicine alla disperazione, ma priva di una strategia politica che vada oltre gli interessi settoriali di alcune categorie, o forse, peggio ancora, una ricerca dell’eversione essenzialmente restauratrice e autoritarista.
Ed è un quadro avvilente,  infine, per chi avverte drammaticamente l’assenza di rappresentatività in partiti o movimenti che si pongano, con qualche speranza di successo, alla guida di un cammino di riscossa e risanamento democratico, sociale, politico, culturale, oltre che economico.

Ma non può essere svanito tutto, come in un miraggio. Quello sarebbe l’inganno.
Ce lo ricorda ripetutamente Giulietto Chiesa, che continua a porre come primo obiettivo del movimento ‘Alternativa’ proprio la costituzione di un unico aggregato politico capace di rappresentare quella ‘maniglia’ di cui una popolazione tutt’altro che sottomessa e rassegnata avrebbe bisogno.
Il movimento ha celebrato a Pordenone, pochi giorni fa, il suo secondo congresso nazionale, che è stato aperto da una relazione dello stesso Chiesa, un brano di grande profondità e ampiezza di sguardo, che ci aiuta a capire le dinamiche turbolente della realtà attuale. Consiglio a tutti di trovare il tempo e l’attenzione necessari a leggerlo per intero, cliccando qui.

Ma ci sono altri elementi, per così dire di realtà ragionata, che permettono di evitare quell’inganno nichilista e obbligatoriamente rinunciatario.
Chi frequenta internet, magari anche con l’aiuto (se usato intelligentemente) di un social network, conosce tante voci amiche, compagne di quel desiderio di rinascita su valori condivisi. Molte magari sono le voci di cittadini qualsiasi, come il sottoscritto, o come probabilmente si sente anche chi, come me, legge, si informa e magari contribuisce con i propri commenti e con la diffusione di articoli.
Ma alcuni, di questi compagni di strada, non sono cittadini qualsiasi: sono personalità di successo, capaci di parlare a un pubblico molto più vasto, e per questo in grado di dare una spinta molto più sostanziale a quel treno che sembra ora fermo alla stazione.
Cito a casaccio, in una strana macedonia, o minestrone, fate voi, un elenco di nomi estratti da campi della comunicazione piuttosto disparati: Jacopo Fo, naturalmente anche Dario e Franca Rame, i don: Luigi Ciotti, Alex Zanotelli, Andrea Gallo; Luca Mercalli, Domenico Finiguerra, Franco Berardi-Bifo, Antonio Ingroja, Ilda Boccassini, Salvatore Borsellino, Sonia Alfano, Gustavo Zagrebelsky, Gino Strada, Flavio Lotti, Vauro Senesi, Michele Santoro, Riccardo Iacona, Milena Gabanelli, Roberto Saviano, Marino Sinibaldi, Marco Paolini, Caparezza, Daniele Silvestri, Maurizio Landini, Giorgio Cremaschi (e il suo movimento ‘No debito’). E ne ho tralasciati sicuramente moltissimi altri: se qualcuno vuol divertirsi ad arricchire questo strampalato elenco, mi farà molto piacere.

Volutamente ne ho lasciati indietro due importanti, per dedicare loro l’ultima parte di queste mie considerazioni.
Innanzi tutto quello più e più volte citato lungo gli anni in questo mio diario: ‘zio’ Beppe Grillo.
Personalmente, una delle notizie che più mi hanno incoraggiato e riscosso da quel senso di annichilimento di cui dicevo, è stata la pubblicazione di un recentissimo sondaggio elettorale che dà il ‘Movimento cinque Stelle’ al sette e mezzo per cento, dietro soltanto a PD, Pdl e Lega, e davanti a partiti importanti come quelli guidati da Di Pietro, Vendola, Casini, Fini.
Come ho già scritto più volte, seguo quotidianamente il blog di Grillo da molti anni e per questo credo di essere un conoscitore molto approfondito sia della persona che delle sue incessanti campagne, che sono quanto di meno ‘antipolitico’ io sappia immaginare.
Gli si rinfaccia, forse a ragione, di rifiutare alleanze per un progetto che possa davvero ambire a ricostruire il Paese, più che limitarsi ad intralciare la casta. Ma intanto quel sette e mezzo di consensi, destinato probabilmente ad aumentare ancora di qui alle prossime elezioni, è un risultato straordinario che non tutti i suoi detrattori possono vantare.
Quanto alle altre accuse che gli vengono rivolte (tanto più chiassose, guarda caso, quanto più aumenta il suo ‘pericoloso’ consenso), lascio a lui la parola, di cui si sa servire notoriamente bene, in questo suo articolo pubblicato poche ore fa (clicca qui).

L’altro, ed ultimo, illustre compagno di strada che voglio citare, è Luigi De Magistris.
Caparbietà, onestà, lucidità, e spalle molto larghe sono le caratteristiche che ha ormai ampiamente dimostrato di possedere, anche nell’affrontare scommesse azzardate come quella di sindaco di Napoli.
E non gli mancano iniziative e preziosa capacità visionaria, come ha dimostrato in questi giorni nell’assemblea indetta con i sindaci ‘per i beni comuni’, e, in quella sede, nel dichiarare i suoi nuovi progetti: una ‘Festa dei Beni Comuni’ da organizzare alla prossima Mostra d’Oltremare, ma soprattutto la costituzione di un nuovo movimento politico di ampio respiro, proprio quello che sembra drammaticamente mancare.

La speranza ha più che mai valide ragioni: ha solo bisogno di un po’ di tempo per potersi tramutare in realtà tangibili.
Auguriamoci davvero che quel tempo necessario le sia concesso appieno.
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Immagine dal blog: http://gattiandgatti.iobloggo.com/

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16 risposte a Gatti sonnacchiosi; fuori, la realtà

  1. Carlo ha detto:

    Eh si, fa davvero freddo! E credo che solo tu, caro Franz, da questa semplice e a tratti mesta premessa -se ne parla nei tiggì, nei negozi, sul bus…- potevi poi prendere il volo per arrivare a parlare di tutt’altro! Comunque un post di pausa ci vuole, anche perché come tu ricordavi gli ultimi erano stati davvero bellicosi/belligeranti.
    Poi, come dicono i poeti, è arrivata la neve ed ha ovattato tutto: rumori, contorni, preoccupazioni, problemi….
    Qui da me, in Liguria, purtroppo, non nevica. Fa solo freddo, vento, e quasi 24 h. non-stop di pioggia. E devo dire che il freddo è eccezionale, perché nonostante i termosifoni accesi sono costretto a tenere le scarpe anche in casa, io che ho sempre amato riposarmi in ciabatte…

    • Franz ha detto:

      In effetti, carissimo, il salto fra i due diversi versanti del mio blog può lasciare interdetti; ma vedo con piacere che anche tu, che scrivi i tuoi vivaci resoconti su tematiche socio-politiche, non rinunci qui a qualche nota di genere intimista. Che cosa c’è di più intimista, infatti, di un paio di ciabatte? 🙂
      Quanto alla neve, caduta dalle mie parti con eccezionale abbondanza (e sabato se ne prevede dell’altra!), sta segnando le mie giornate, di attività e non, in maniera altrettanto eccezionale, come penso che racconterò nel prossimo post, fra qualche giorno.

      • Carlo ha detto:

        Le ciabatte sarebbero una ‘nota intimista’? Sei proprio uomo del secolo scorso 😀
        Ma almeno noto che lo scandalo Ruby e le avventure sessuali del premier che hanno avuto come effetto solo quello di abbassare l’asticella del comune senso del pudore, non ti hanno minimamente intaccato! Ammirevolissimo, come sempre! 😉

      • Franz ha detto:

        E tu sempre molto gentile!
        Devo però ribattere che il termine ‘intimo’ e derivati ha, per fortuna, diverse sfumature di significato, e per questo, nei confronti di un amico, come pure nel sottotitolo del mio blog, darei per scontato di lasciare da parte, con sollievo, le vicende porno-boccaccesche del Clown Psicopatico, e la spudoratezza (che in realtà è volgarità becera) a cui ha abbassato l’asticella dell’italica coscienza, come sottolinei anche tu.

        Hasticella siempre! 😀

  2. Silvana ha detto:

    Questo commento non c’entra nulla con il post, ma ti ho taggato sul mio blog per un giochino carino 😀
    Non me ne volere
    Ciao
    P.S. io adoro i gatti, come Bologna è una Parigi in minore, loro sono delle pantere in minore

    • Franz ha detto:

      Bella definizione, ‘pantere in minore’.
      Anch’io adoro i gatti e quando li incontro rivolgo sempre loro la parola, ottenendo di solito in risposta un disinteresse fintamente annoiato…

      Quanto al giochino, mi fa piacere rientrare nei tuoi magnifici sette, ma non volermene tu se non gli do seguito: je n’aime pas beaucoup ce genre de jeux (stavo per scriverlo in inglese poi ho optato per la tua seconda lingua 🙂 )
      Ciao.

  3. Sara ha detto:

    Sissi ed io lo sapevamo già da tempo che in te aleggia l’indole di un gattone! miao! miao!

  4. Luca Rinaldoni ha detto:

    Da un decrepito condominio di periferia dal quale tutti scappano ululando nella notte come lupi mannari o volpi womannare, ed in cui albergano e scrivono ancora solo esoterici personaggi a piede libero solo grazie alla Legge Basaglia, ogni tanto non mi dispiace fare un salto in centro città in qualche condominio più à la page, tecnicamente attendibile e culturalmente affidabile.

    Esaurito questo imprescindibile preambolo, mi sia consentito di concedermi al mio graditissimo diritto/dovere di commento rispetto ad uno dei tuoi torrenziali, eterogenei, multicentrici, multitematici posts (con la esse, son più d’uno) di cui la Terrybile Miss avrà letto le prime 9 parole considerando la virgola condizione necessaria e sufficiente per gettare la spugna.

    Anche quando non racconti un sogno vero o presunto, è bello perdersi nella scansione per certi versi onirica dei tuoi posts (vedi sopra) in cui gli argomenti si incastrano, si inseguono, si addensano e si nascondono per ricomparire dove meno te li aspetti.

    Io sono profondamente convinto che, una volta che il Libro delle Facce ha assorbito l’esigenza di comunicazione pragmatica, continua a tenere un blog chi attribuisce all’espressione di sè anche una valenza in qualche modo terapeutica. Chi non è sicuro di aver capito tutto quello che ci sarebbe da capire, ma vive questa condizione di incompletezza con gioia perchè quando ti sembra di aver capito tutto e di aver sempre ragione sei pronto per l’eterno riposo.

    E allora ecco che si susseguono e danzano lungo il post come fiocchi di neve la fase di guerra che molti cittadini hanno l’impressione di attraversare, guidati da un Badoglio del Terzo Millennio che però non troverà giammai il coraggio di voltare la schiena ai tedeschi; la celebrazione della nostra parte saggiamente animalesca che ci aiuta a transitare lungo gli anni e le stagioni con ecologico distacco (laddove la ragione, croce e delizia del genere umano, ci indurrebbe all’angoscia più incoercibile); ma subito dopo una magistrale descrizione di come tenere in equilibrio il corpo e la mente (se fossi a casa mia direi la res cogitans e la res extensa ma qui non voglio, non devo e non posso indulgere all’esoterico) porta a grovigli delle volte anche dolorosi; e infine una lunga, articolata disamina di questo paradossale e beffardo momento storico che ha sostituito ai venti di rivolta (che, impetuosi a Sud del Mediterraneo, hanno raggiunto anche lo Stivale pigramente proteso attraverso il mare a raccogliere quello che arriva) una controrivoluzione silenziosa e sorridente (anzi, perfino con uno struggente pianto alla parola “sacrifici”) ma probabilmente non per questo meno subdola, infida e quasi umiliante.

    Conclusa questa per me piacevolissima esegesi psico-letteraria (e mi torna in mente Patrizio Roversi che, quando su Italia 1 si poteva fare della televisione non banale, nelle vesti di un Lupo Solitario alla bolognese immaginava spazi per una critica psico-gastrica) me ne torno al fatiscente condominio di Leonardo che più si svuota più mi fa sentire a mio agio.

    Sono fatto così…

    • Franz ha detto:

      Beh, ricevere un commento così ricco di immagini e suggestioni un po’ folli, oltre che di una dose di complimenti sicuramente esagerata, è fonte di soddisfazione, orgoglio, e sorrisi che sfociano in qua e in là in sane risate.
      Ma cercando di stare seri, vorrei ribattere solo alla tua interpretazione in chiave psicoterapeutica (benché propositiva) della propensione bloggeristica, indipendentemente dall’insindacabile scelta del condominio.
      Credo che quella valenza non manchi, e ne è prova un certo senso di soddisfazione e benessere successivo, di solito, alla pubblicazione dei post (anche al plurale: non siamo tenuti a conoscere le regole grammaticali delle lingue straniere! 🙂 ) più elaborati; ma a me sembra che l’istanza di fondo sia la stessa che spingeva i nostri progenitori, molte migliaia di anni fa, a incidere sulle pareti delle grotte le scene della loro vita quotidiana; dunque di carattere prettamente espressivo.
      E il resto, come da oltre quarant’anni ripete, con voce sempre più nasale, Maurizio Costanzo, è vita.

      p.s.: che dici, se smetto di usare le virgole magari la ragazza Terrybile riuscirà a leggere qualche mia riga di più?

  5. Comunicazione di servizio: trasloco da Leonardo, vado nel condominio della Bibi, cioè http://ilmiocassettodelcasino.blogspot.com/. Su Leonardo chiudo, comunque la nuova location è tutta in costruzione eh eh eh eh ciao baci

    • Franz ha detto:

      Hai fatto bene: anche se in molti ne abbiamo nostalgia, quello da molto tempo è diventato un ambiente tecnicamente poco affidabile, popolato ormai solo da pochi irriducibili soggetti che scrivono in un linguaggio esoterico… 😉
      Ti auguro lunga, prosperosa e incasinatissima vita, più che mai, nella tua nuova dimora!
      Ciao baci.

  6. Riri52 ha detto:

    I gatti oggi si sono rifiutati di accompagnarmi al bar ( fanno anche questo!) ed avevano ragion :freddissimo. Spero che i movimenti di critica si allarghino, in democrazia ci vogliono le voci critiche e tutte le persone che hai nominato hanno una voce forte, Ma quello che a me infastidisce è la mancanza di coesione. Troppi personalismi e troppe idee inamovibili. Se si trovasse una voce che li rappresenti tutti sarebbe più facile. Persino Beppe Grillo ha litigato con il suo movimento! Ammetto di essere frastornata. Come il 54% degli italiani!. Ciao e Grazie Riri52

    • Franz ha detto:

      Hai sottolineato proprio il tema più importante, cioè l’urgenza di un progetto forte e condiviso unitariamente.
      Quanto a ‘zio Beppe’, come altro poteva reagire, lui che un giorno sì e l’altro pure si scaglia contro i finanziamenti pubblici alla stampa, quando un consigliere a 5 Stelle della nostra regione ha presentato una mozione per salvare ‘L’Unità’…

      Un salutone a te e ai micioni (…ma al bar qualche volta offrono loro?)

  7. duhangst ha detto:

    Stai attento al tendine, per le infiammazioni ci vuole riposo altrimenti non passano mai.

    • Franz ha detto:

      Lo so, ci vuole molta pazienza.
      Comunque sono reduce dall’allenamento e le cose sono andate bene, a parte i doloretti a tutte le articolazioni, dovuti all’inattività…

Commenti:

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