Pietre miliari

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Mi sta diventando sempre più difficile scrivere un nuovo post: il cammino che ho intrapreso di nuove pratiche di attenzione, di ‘cura’, agli aspetti più essenziali e vitali del mio essere (inteso come integrazione di soma e psiche), sembra insaziabile di tributi, in termini di tempo libero, vita associata, approfondimento di interessi.
Se, da una parte, ho l’innata sicurezza della bontà della via imboccata, dall’altra mi è altrettanto chiaro come sarebbe difficile dimostrarlo a chi dovesse interessarsi alla mia organizzazione del tempo, che ha molti connotati di una fase di depressione o di ripiegamento nell’individualismo.
Per quanto riguarda il blog, poi, non mi è certo di stimolo l’oggettivo e forse progressivo calo di interesse dei navigatori nei confronti della ‘blogosfera’, in corrispondenza con il successo dilagante dei social network, a cui peraltro non nego il mio contributo, limitatamente a Facebook.
Ma non ho nessuna intenzione di abbandonare questo diario, che mi ha dato molto in termini di amicizie e scambi di idee, di palestra espressiva e di utile marcatore delle tracce del cammino effettuato, come un’abituale posa di pietre miliari.
Penso anzi, generalizzando, che i blog debbano conservare il loro ambito, che è quello meditato, lento e riflessivo, in opposizione o integrazione alla rapidità, e al rischio di superficialità, tipici dei social network.

Riprendo così la parola mentre là, oltre la tendina e i doppi vetri della finestra, il cielo va gradualmente spegnendo la sua luce, e mi fa compagnia un bel silenzio, interrotto di tanto in tanto dai cinguettii nervosi di passeri e merli alla difficile ricerca del cibo.
E’ un momento particolarmente adatto a lasciare una nuova traccia, stando alle previsioni meteorologiche, che da domani annunciano un cambiamento radicale e sorprendente delle condizioni: sole e, nel giro di due o tre giorni, temperature primaverili.
Ieri sera, mentre lavoravo, si è compiuto un altro prodigio, visto che ormai se ne era persa memoria: qualche timida e appena percettibile gocciolina sul parabrezza, poi sempre di più, fino a una vera pioggia, che sarebbe poi continuata tutta la notte e fino a questo pomeriggio, mischiandosi per brevi periodi a un’ultima umida nevicata.
E ho dovuto rendermi conto che guidare di notte con la pioggia è molto più pericoloso e stressante che con la neve: l’asfalto fa da specchio confuso delle fonti luminose, complicando la percezione degli ostacoli, come può essere un pedone che attraversa improvvisamente la strada o una bicicletta dai fanali spenti che si materializza dal nulla. Era poi una serata in cui, uniformandosi come spesso succede in fenomeni inspiegabili di psicologia sociale, la guida degli altri veicoli appariva particolarmente aggressiva e pericolosa, e ribelle, da solisti impazziti, alla corretta concezione di una sinfonia.
Peccato, perché la domenica sera il traffico comunque limitato permette di smaltire rapidamente le corse, e quelle che salgono a bordo sono spesso persone educate e solitarie: studentesse fuori sede, giovani professionisti in trasferta, che tornano nei luoghi dell’attività, a volte con il cuore gravido di perplessità.
Ho fatto giornata in poche ore: il lavoro era tanto e non ha conosciuto tempi morti, sicuramente per il perdurante gentile omaggio di Nostra Signora della Neve, che faceva preferire ancora il mezzo pubblico a quello privato, anche solo, come mi ha confidato un cliente, per la paura di perdere il posto auto lungo le strade occupate dai mucchi di neve, sempre alti e ingombranti, benchè trasformati ormai in tristi colline di ghiaccio grigio scuro con un affiorante sottofondo bianco.

Da qualche tempo, anziché le famose insalate di farro, porto con me solo qualche crostino o cracker per ingannare l’appetito, e poi mi concedo una cena leggera una volta a casa, cioè intorno all’una, prima di mettermi al computer fino alle tre e passa.
Da alcune sere, poi, cerco di bilanciare, con del riso bollito, un eccesso di fibre che la mia alimentazione vegana tende fastidiosamente ad apportare. Nella cena della scorsa notte non ho aggiunto neanche la carota cruda grattugiata, come nelle sere precedenti, ma solo della morbida zucca bollita, dal bel colore di polpa di melone maturo. Poi, per insaporire, un po’ di spezie: maggiorana, un pizzico di peperoncino, e una piccola pioggia di noce moscata, grattugiata al posto della carota.
Dopo quel piatto e una mela, dopo il lavaggio delle poche stoviglie e l’accensione del computer, prima ancora di consultare la posta elettronica, la cosa che ho avuto la curiosità di controllare sono state le proprietà della noce moscata.
Superato un piccolo esame di coscienza, quando ho letto l’avvertimento di non abusarne (cioé di non superare i tre grammi) per evitare effetti allucinogeni, ho poi appreso, con pura curiosità, le altre caratterstiche dell’esotica spezia, fra cui quella narcotica.

L’intenzione, già rinviata dal pomeriggio, era quella di aggiornare il blog con un nuovo articolo, ma, effettuata la prima rapida scorsa alla posta e ai siti amici, un torpore invadente mi ha costretto a spegnere e andare a letto molto prima del solito.
Penso che, in un periodo in cui la quantità di ore che dedico al sonno è già enorme, prima che io riapra il barattolino della noce moscata passerà molto ma molto tempo.
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Immagine da: http://meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/Colpo-gobbo-dell-anticiclone-tra-giovedi-e-domenica-anticipo-di-primavera-su-gran-parte-d-Italia/36266/

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22 risposte a Pietre miliari

  1. giraffa ha detto:

    Caro Franz, sebbene con qualche giorno di ritardo (il tuo post è del 21 febbraio e siamo già marzo!) leggo con divertito piacere la tua “scoperta” degli effetti della noce moscata. A me piace molto, la uso anche quando preparo la pasta con la ricotta (forse la dieta vegana non la prevede, giusto?) però più di tre grammi in un colpo solo sono tanti! Comunque, per tornare all’argomento iniziale del tuo post, io continuo a preferire il blog, anche se ogni tanto “cinguetto” su twitter (facebook proprio non riesco ad usarlo, lo trovo troppo invadente) e spero proprio che la blogosfera rimanga viva e vivace ancora a lungo 😉

    • Franz ha detto:

      Carissima, spero anch’io che il mondo dei blog abbia subìto solo una benefica potatura e possa rifiorire più vitale che mai.
      Per quanto riguarda Facebook, l’effettiva caratteristica di invadenza, che ti infastidisce, ha anche degli antidoti, cioè dei filtri di visibilità sia in entrata che in uscita.
      Da parte mia diffido di Twitter, sia pur non conoscendolo, per il limite alla lunghezza dei messaggi pubblicati, e comunque non ce la farei a seguire due diversi ambienti di comunicazione.

      Ciao, buona settimana, e buoni manicaretti speziati (…ma non troppo!)
      🙂

  2. Terry ha detto:

    Eccomi, ci sono anche io, la specie di Homo Sapiens distratta ed approsimativa. Allora che dire? Secondo me nel periodo di boom dei blog ne abbiamo direi abusato, infatti tanti blogger si sono stufati e hanno chiuso bottega, accontentandosi di stare su Facebook che a me sinceramente non dice guei (infatti faccio i giochi e mi sono registrata sotto mentite spoglie e ho solo 8 amici eh eh eh eh). Il blog è una cosa lenta, scrivi e metti lì a macerare, e così via. Ci sono anche i momenti di euforia e va bene, ma in linea di massima bisogna procedere tranquilli tranquilli. Bisogna anche latitare a volte per non stufarsi, ma poi si torna e via avanti ancora. ciao baci
    p.s. io non faccio testo direi, il mio blog non è molto meditato ma un gran casino, però tiro avanti.

    • Franz ha detto:

      Penso che la migrazione verso i social network abbia lasciato nel mondo dei blog solo le persone meno frettolose, e, per questo, tendenzialmente più riflessive e profonde. Anche se non ci siamo mai incontrati di persona, ho condiviso con te lo stesso periodo di esistenza da blogger, che ha già superato i cinque anni e mezzo, una vita!
      Speriamo di non stancarci mai e di ottenere in cambio almeno altrettante soddisfazioni.

      Ciao, bacioni.

  3. Carlo ha detto:

    Mi raccomando: DEVI continuare ad aggiornare questo tranquillo luogo virtuale! 😉

  4. Riri52 ha detto:

    Capisco perché, dopo aver consumato il brodo, con una spolveratina di noce moscata mi abbiocco, cosa che in questo periodo è costante. Un ghiro. D’altra parte anche il riso e la zucca sono cibi “calmanti”, come la mela. Per il blog penso che si vada a periodi, adesso va molto twitter, poi tra qualche anno andranno i piccioni viaggiatori, c’è sempre un ritorno al passato! Ciao Riri52

    • Franz ha detto:

      Non si finisce mai d’imparare, vedi?, anche in gastronomia, e spesso a proprie spese.
      Quanto al ritorno al passato, sarebbe bello ritrovare, invece dei piccioni viaggiatori, quel bel fermento che c’era intorno ai blog qualche anno fa, quando cominciammo, ma penso sia una fase superata per sempre.
      Ciao!

  5. silvanascricci ha detto:

    Concordo con Milvia, non è da buttare via l’idea di qualche piccola allucinazione grazie alla noce moscata.
    Non si darebbero soldi neppure ai narcotrafficanti…

  6. Milvia ha detto:

    Ecco, ci mancano solo le allucinazioni, adesso… Però non sarebbe mica un’idea da scartare, sai, procurarsele. Chissà che storie belle e maledette, scriveresti.
    Devo confessare che quando ho letto “una piccola pioggia di noce moscata” un po’ ho tremato (insomma, tremato è esagerato, diciamo che ho mormorato: oh, my god…). Che la noce moscata usata come pioggia, seppur piccola, avesse controindicazioni lo sapevo da tempo. E, se tu non avessi fatto la tua brava ricerchina ti avrei avvertito.
    Avendo io la predisposizione a lasciarmi affascinare dalle cose pericolose (siano oggetti, situazioni o uomini), devo dire che la noce moscata mi piace per il suo sapore e mi piace anche toccarla, quando è ancora integra, quando cioè nessuno l’ha ancora violata per ricavarne una piccola, allucinogena pioggia. E ancor di più mi piace guardarla quando è ancora racchiusa, prima che venga commercializzata, nel suo bellissimo, lucido reticolo rosso. come mi è capitato di vedere nei miei viaggi in oriente.
    Ciao, Franz! Buona serata, buon appetito, un abbraccio. E basta così.

    • Franz ha detto:

      Il blogger maledetto che si fa di spezie aromatiche… Sembra una storia alla Super-Pippo, ricordi?
      A dir la verità, che non l’ho confessata tutta, l’esito del mio intruglio era risultato sgradevolmente amaro, prima ancora che narcotizzante.
      Visto che da un po’ di tempo ho ristretto i miei acquisti alimentari a prodotti, se non proprio ‘a chilometro zero’, almeno esclusivamente nazionali, non avrò molti rimpianti nel rinunciare a comprarne della nuova, il lontano giorno che avrò vuotato quel barattolino.

      Una buona giornata a te, cara Milvia, e …attenta a non esporti troppo ai pericoli, alimentari e non!

  7. duhangst ha detto:

    Non mi scrivere queste cose che poi sono curioso e mi li pappo io tre grammi di noce moscata 😉

  8. amanda ha detto:

    Ma 3 GRAMMI! che te devi magnà tutto il nociaro

  9. Luca ha detto:

    Come sempre, i tuoi scritti sono densi di metafore volute e non volute e spaziano con andamento ossimoricamente gaio e pensoso fra le varie dimensioni ed estrinsecazioni di cui la specie Homo Sapiens è tradizionalmente portatrice, seppur spesso distratta ed approssimativa (ma non mi sembra il tuo caso).

    I periodici attacchi di turbolenta fatica che assalgono chiunque non si limiti a vegetare all’ombra delle abitudini; la complessa, e mai del tutto raggiunta, integrazione fra res cogitans e res extensa (la prima prodiga di graziose bugie, la seconda bastarda e fetente nel ricordarti la verità); gli strani grovigli fra l’autocoscienza e l’immagine di sè; la lotta in perenne retroguardia di chi vuole difendere un sentimento antico e delicato (attinente ai blog, ma anche ad una alimentazione coerente e ragionata) contro il profluvio di rumorose emozioni (una pagina facebook scritta al portatile in un Mc Donald fra profluvi di purulenti cadaveri bovini); il misterioso commovente scorrere delle stagioni con i primi annunci virtuali di primavera mentre i volatili non migranti che non guardano la TV non sanno come gioirne; le strane avventure di un felsineo Robotax ormai biologicamente fuso col suo mezzo nelle scroscianti piogge di un tardo inverno; e per finire, la via bolognese allo sballo urbano che non si alimenta di droghe sintetiche ma di insospettabili magnioliofite.

    E in mezzo a questi, che sono i principali personaggi dell’humana comedia, si agitano indistinte ombre, macchie cromatiche, luminescenze misteriose, sprazzi subitanei e quant’altro possa albergare in una pagina scritta senza dover richiedere il permesso di soggiorno.

    Se vuoi assumermi come tuo esegeta personale, mi accontento di 1200 euro mensili al netto dei contributi.

    • Franz ha detto:

      Grazie dell’ennesimo ricco e generoso commento.
      In effetti è così, la teorica ricetta per vivere bene sta nella capacità di fare le scelte più giuste e armoniche fra spinte contrastanti, opposte, ‘ossimoriche’, che caratterizzano il nostro incedere.
      Aggiungo al tuo piccolo elenco, generalizzando: attività e riposo, dovere e piacere, altruismo e cura di sè, protagonismo e fruizione, e infine quello già tante volte ripreso nei nostri dialoghi a distanza, ottimismo della volontà e pessimismo della ragione.

      Per quanto riguarda la tua autocandidatura, ne riparliamo quando avrò finito di estinguere il mutuo sull’appartamento…

  10. Loretta ha detto:

    Certo che sarebbe carino leggere ” Narcotraffico- scoperto tassista in preda ai fumi della….
    noce moscata”!
    Sei troppo forte. Ciao Franz, buona giornata.
    Ritornerò con calma su questo articolo.

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