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La propria lettura dell’attualità, nei suoi vari aspetti più brucianti, a volte sembra avvicinarsi al sentire comune, o della maggioranza della nazione; altre volte, invece, si rivela contrapposta ad essa.
Un blog come questo, e in generale l’attività interattiva in Rete di persone consapevoli, ha fra i suoi motori anche e soprattutto questi secondi momenti, o per meglio dire queste fasi, per la volontà di diffondere la giusta consapevolezza, anzi (di solito) il giusto allarme, sui grandi temi di volta in volta in questione.
Dalla sua nascita, oltre cinque anni e mezzo fa, questo blog ha cercato, per esempio, di fare da piccolo amplificatore ad un’idea, quella della ‘decrescita’, in grado di generare circoli virtuosi in una situazione di minaccia senza precedenti per l’umanità nel suo habitat. E se tale minaccia nel contempo è purtroppo andata aumentando, almeno una certa diffusione di quel concetto, e di tutto ciò che vi gravita intorno, è stata evidente, forse grazie anche a questo infinitesimale contributo.
Alcuni temi, a dir la verità, sono di una gravità e di una portata tale da frustrare lo slancio di attivismo telematico: ci si sente piccolissimi, e disarmati, e incapaci di proposte che possano contrastare l’avanzata di processi di ingiustizia, distruzione, dolore, morte.
Come l’imminente conflitto che Stati Uniti e Israele stanno preparando contro l’Iran: le voci più informate evidenziano come la macchina della guerra sia già a un punto tanto avanzato, da rendere flebili le speranze di poterla arrestare.
E ci avvertono anche che si prefigura uno scontro di gravità non confrontabile con quelli a cui ci hanno abituato i rambo d’Oltreoceano in questi ultimi lustri; con tutta probabilità, se non vogliamo ricorrere a termini troppo allarmistici come ‘terza guerra mondiale’, dovrebbe comunque trattarsi dello scontro armato più importante di tutto il periodo che chiamiamo il dopoguerra, cioè gli ultimi sessantacinque anni e passa. Gli interessi sulle risorse petrolifere iraniane sono infatti troppo vitali per la Cina e la Russia, che si stanno a loro volta preparando strategicamente.
In situazioni come queste, la speranza diventa una virtù del tutto astratta (e per questo ancora più meritoria), mentre il famoso ‘ottimismo della volontà’ fatica a trovare santi a cui votarsi, o iniziative da appoggiare, e, come dicevo, a trovare anche la stessa voglia e determinazione per diffondere l’allarme.
Ma è una piccola fatica che è giusto fare, se non altro per capire, e aiutare a capire meglio, o a inquadrare, la nostra attualità politica e sociale.
La quale, a sua volta, è oggetto di interpretazioni che avverto opposte e inconciliabili alle mie da parte della maggioranza della popolazione, non solo, ma anche rispetto a fonti di informazione che in passato si erano dimostrate degne di fiducia, per indipendenza e anticonformismo (in particolare alludo al ‘Fatto quotidiano’ e a ‘Radio Popolare-network’).
Anche se rischio di apparire molto presuntuoso, mi attribuisco, sulla base di gran parte delle esperienze passate, una capacità di leggere la realtà molto più affidabile rispetto al sentire corrente, capacità derivante proprio dal saper individuare le fonti di informazione e di opinione più attendibili, libere e correttamente critiche, in un contesto sociale in cui la maggior parte delle persone si informano e formano invece da fonti molto inquinate, quali continuano ad essere le televisioni e i giornali anche in questa nuova epoca post-berlusconiana.
E’ sulla base di questi presupposti che avverto tutto lo stridore fra un’evidenza primaria, vale a dire la pericolosità, la grave dannosità e inadeguatezza del governo di Mario Monti, e il giudizio prevalente, che invece è positivo, su di esso.
Curioso poi che, come lessi un paio di settimane fa nei risultati di un sondaggio, siano proprio gli elettori del Partito Democratico i più convinti sostenitori di un governo, che ha già ampiamente dimostrato i suoi orientamenti di estremo liberismo capitalistico, per non dire di autoritarismo tecnocratico pre-dittatoriale, benché mascherato da maniere eleganti, da furbe azioni demagogiche, e soprattutto da quell’inedito e straordinario prestigio internazionale che tanto incanta una popolazione essenzialmente infantile, e pronta a cedere la propria sovranità a un papà dai super-poteri, ignorando che questi ultimi non sono altro che una diretta emanazione di quello stesso contesto internazionale.
Molti lettori di queste righe sono probabilmente dalla mia parte, ma ce ne sono sicuramente molti altri più o meno schierati sul fronte opposto, cioé allineati al messaggio-mantra secondo cui l’emergenza impone l’attuale commissariamento tecnico, e tutti i relativi sacrifici economici e, addirittura, la messa in discussione di diritti sociali che sembravano acquisiti stabilmente.
E’ principalmente allo spirito critico di questi ultimi lettori che mi rivolgo, nel presentare una breve testimonianza, estratta da una trasmissione televisiva, che meglio delle mie parole, o di quelle dei miei consueti maestri di pensiero, schiaccia sulle sue gravi responsabilità l’attuale governo, con l’evidenza della chiarezza e della semplicità, testimoniata dall’imbarazzo generato negli astanti alle parole di una semplice studiosa di diritto ed economia. Vedi qui.
Non voglio terminare le mie considerazioni, tuttavia, senza un nuovo omaggio all’ottimismo della volontà e alla virtù della speranza; in parole più povere, voglio segnalare un paio di prossime manifestazioni importanti, di cui ho saputo da uno dei movimenti che sento più vicini e vedo più attivi in questo periodo, quello raccoltosi sotto la sigla ‘No-debito’ e che ha come principale testimone il sindacalista Giorgio Cremaschi, ma ha anche il sostegno di Giulietto Chiesa e del suo movimento ‘Alternativa’:
9 marzo – Sciopero generale della FIOM (vedi qui);
31 marzo – Milano – ‘Occupyamo Piazza Affari’ (vedi qui).
Continuiamo a tenerci informati, dunque, ma soprattutto vivi!
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Immagine estratta dal video: http://www.youtube.com/watch?v=rOMal8helx0
Il video in questione è stato segnalato dall’amica Alba Ciarleglio sulla sua pagina Facebook
Carissimo Franz,
leggo queste tue deliziose righe e scopro quant’è vero l’enunciato ‘corsi e ricorsi storici’ di Vico ma tirati sempre fuori da quel Croce che, detto tra noi, negli anni di Liceo lo abbiamo odiato un po’ tutti, anche se era uno che la sapeva lunga! 😉
Ovunque la si voglia guardare, ovvero sul fronte esteri con la nuova guerra che presto infiammerà il Medio-Oriente (una mia professoressa di Italiano delle medie che forse la sapeva più lunga di Croce -del resto era una donna: è naturale che fosse più smaliziata e consapevole di un uomo, anche se molto erudito- diceva che le ingiustizie al mondo continueranno fino a quando noi continueremo ad affidarci alle antiquate distinzioni tra Oriente e Occidente, fatte in modo da porre noi europei al centro di tutto…) e che ci riporta negli anni più bui della perfida epoca dominata dalla dinastia Bush, o sul fronte interno, con un Monti sul tetto del mondo, è tutto un penoso deja-vu.
Escluso l’ultimo periodo di Berlusconi, dove anche i meno accorti avevano iniziato ad annusare il fatto che tutto non stesse poi andando così bene come ci veniva detto, abbiamo vissuto gli ultimi 20 anni drogati dalla convinzione che l’economia girava, la crisi non esistesse ed il benessere fosse ancora a portata di mano. Questo perché i nostri problemi venivano risolti istantaneamente dall’ometto della Provvidenza (l’unto del Signore, ricordate?) cui avevamo delegato tutti i poteri, tutte le preoccupazioni, tutte le rogne (‘ghe pensi mi’). Ora quell’ometto è stato appena smascherato e già ci siamo tuffati a capofitto, senza nemmeno pensarci, tra le braccia dell’uomo ‘dieci e londen’ che promette miracoli e riforme mai fatte in 50anni. E tutto ha ripreso ad andar bene: la crisi, per noi italiani, è durata appena i convulsi giorni tra Ottobre e metà Novembre. Poi è passata, di colpo. Siamo davvero fortunati perché tutti gli altri Paesi democratici e moderni la stanno vivendo dal 2006 e ancora dicono che non ne usciranno tanto presto, noi invece ce la siamo cavata con un mesetto di tribolazioni. Poi un nuovo uomo della Provvidenza ci ha nuovamente soccorso…
Carissimo, la verità tende naturalmente a venire a galla, ma questo processo a volte trova grandissimi ostacoli. Non si spiegherebbe, altrimenti, la durata fantascientifica dell’impero barzellettistico berlusconiano.
La sua caduta, anche e soprattutto per come è avvenuta, non ha coinciso con un affrancamento della coscienza collettiva, pronta a cadere in una nuova trappola, se possibile ancor più drammatica di quella lunga assurda storia che ci ha perseguitato per tanti anni.
Chi ama la verità è spesso costretto a stare sul fronte, e a combattere con le armi della ragione e dell’intelligenza una guerra in suo nome. A cui si può ascrivere anche il giusto impegno della tua illuminata professoressa di Italiano.
La globalizzazione, insieme a molti frutti velenosi, ne sta tuttavia portando anche alcuni sani, fra cui una certa contaminazione fra culture lontane, cosicché è teoricamente possibile auspicare una caduta di tutte le barriere fittizie, come quella fra Occidente e Oriente.
Io sono sempre più confusa, lo ammetto. Mi sembrava che Monti avesse fatto qualcosa, poi si scopre che fa le cose in parte e alla fine la situazione non cambia. La Grecia è vicina e la paura di vivere la sua esperienza è più forte di tutto. Ed è forse questo il motivo che fa sembrare l’azione di Monti utile Però alla fin fine nessuno rinuncia ai privilegi raggiunti, anche se c’è il rischio Grecia.
Non credo ci sarà una guerra mondiale in futuro, credo che bastino quelle locali e le operazioni economiche delle multinazionali di ogni colore. Basta strangolare un popolo, come i Greci, che hai vinto. Una volta giocavo a un gioco di società che si chiamava Civilisethion. Si trattava di costruire una civiltà partendo dal nulla. Lo sviluppo avveniva solo attraverso la crescita economica, se fallivi finiva il tuo gioco. I russi possono chiudere i rubinetti del gas e hanno vinto. Posso anche sbagliarmi, a anche la Cina basta che chiuda qualche rubinetto ( si sta comprando mezzo mondo), e ci lascia a piedi. Ciao Riri52
Nonostante le apparenze rassicuranti, il rischio-Grecia è purtroppo amplificato dalla politica di rigore di bilancio, come argomenta anche la giovane studiosa del filmato.
D’altra parte, non possiamo aspettarci che uno dei rappresentanti più alti del potere finanziario internazionale, che ha causato l’attuale dissesto, diventi improvvisamente paladino di equità e di progresso vero.
Quanto ai “rubinetti del potere”, in una logica macro-economica, è anche vero che i fornitori non possono rinunciare ai consumatori. Comunque sia, l’autonomia energetica e agricola/alimentare si rivela il bene più prezioso di una collettività, ed è in questa direzione che bisogna indirizzare gli sforzi, a livello nazionale, ma anche di piccole comunità o addirittura di semplici famiglie.
Ciao, Riri, grazie del contributo.
Per chi ha giocato a Civilization 1,2,3,4 e sta per comprare Civilization 5, è assolutamente chiaro come si può sperare di vincere: costruendo una civiltà di idonee dimensioni rispetto alle risorse disponibili, nè troppo grande nè troppo piccola. Male non fa anche costruire alleanze cooperative piuttosto che imbarcarsi in guerre rovinose. Anzi, le civiltà piccole e dinamiche possono facilmente avere la meglio su imperi sconfinati il cui mantenimento sacrifica la felicità dei cittadini e la ricerca scientifica.
Mi sembra una buona metafora.
(Come improvvise Prospettive Nevskij, si aprono scorci di inaspettate competenze maturate dal dotto Rinaldoni!)
Mentre scrivo questo commento ho appena licenziato un post di assoluta solidarietà col mio omonimo che ha cercato di guardare il mondo dai lucidi cieli dell’utopia per ritrovarsi martoriato in un letto d’ospedale: la sua parabola mi sembra una struggente metafora delle tensioni ormai ineludibili fra due modelli di Italia, di Europa e di mondo.
Il modello capitalista è ormai grottescamente imploso ed è in grado di produrre solamente arricchimenti asimmetrici, tensioni, imbarbarimento dei rapporti sociali e, sullo sfondo, guerre.
Sfortunatamente il ben più valido e coerente (quanto meno sul piano filosofico-scientifico) modello marxista non vanta miglior fortuna: dove è stato applicato ha prodotto di tutto salvo la dittatura del proletariato.
Probabilmente le ideologie sono tutte in pessima salute e bisogna avere la forza di rivalutare una cultura legata alla terra, alla natura, alla semplicità.
Condivido la tua conclusione: c’è molto lavoro da fare, come suol dirsi ‘dal basso‘, che significa sì dalla gente comune, ma anche dal ‘piano-terra’, ground-zero, ground-brown.
Abbiamo molte sovrastrutture di falso progresso (e reale distruzione) da lasciarci alle spalle, se vogliamo sperare che il sole splenda ancora in maniera amichevole sui nostri troppo violentati paesaggi.
Da quasi settant’anni aspettiamo ancora una primavera (non necessariamente rossa, oramai non se ne fa più una questione di colore) in cui sorga il sol dell’avvenir.
Più o meno a metà del cammino, all’inizio dei plastificati anni ’80, il grande Battiato amaramente ironizzava “E perchè il sol dell’avvenire splenda ancor su questa terra facciamo un po’ di spazio con un’altra guerra.”. Se non avesse passato il testimone dei testi all’ineffabile Manlio Sgalambro, cosa scriverebbe oggi il grande catanese (credo che meriti questa definizione altrettanto, se non più, di Verga e Bellini) vedendo tre nazioni irresponsabili che si guardano in cagnesco con l’indice che prude? (Ammesso che al presente esistano nazioni che si possano definire “responsabili” e “civili”, tutte schiacciate in una cieca involuzione mascherata da progresso in cui generali e banchieri muovono spesso i politici come marionette).
Accontentiamoci della primavera meteorologica, ed è già tanto!
E dei poeti, dei visionari, degli irriducibili: sono l’unico vero deterrente antinucleare e anti-“cieca involuzione”.
In questo periodo si fa veramente fatica a dormire tranquillamente…
Credo sia importante allenarsi a stare sereni: occhi ben aperti nella veglia e ben chiusi nel riposo.