La variante del comico

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Da diverso tempo non dedico a temi politici queste mie riflessioni scritte; penso sia giunto abbondantemente il tempo di farlo, visto che non ne manca certo il materiale; anzi, nel tumultuoso incalzare degli eventi e nel modificarsi del panorama nazionale e internazionale, la difficoltà è quella di trovare una sintesi fra i tanti pensieri e le tante sensazioni che attraversano la mente, per dire qualcosa di davvero significativo, senza peraltro lasciarsi spaventare dalla complessità dei problemi che la situazione presenta e prefigura.

Per essere sicuro di non ripetere argomenti di pubblico dominio già scontati, comincerò confidando come ho intimamente vissuto il terremoto elettorale di una settimana fa.
Il successo del Movimento Cinque Stelle è stato un evento che, benché da me auspicato e in qualche piccola maniera incoraggiato, mi ha colto di sorpresa, mi ha spiazzato, mi ha costretto a rivedere i miei paradigmi e immaginare scenari nuovi. Ed è una cosa ben diversa, ben più impegnativa, rispetto a quella sorta di ebbrezza che accompagnò i successi locali ottenuti nelle due ultime elezioni comunali bolognesi e in quella regionale.
E’ stato come passare dal tifo per una squadra di provincia, capace di fare qualche sgambetto alle grandi, a vedere diventare la stessa squadra il fenomeno principale sulla scena sportiva.

Voglio bene a zio Beppe, seguo quasi tutti i suoi spettacoli da anni lontanissimi, come pure da molti anni leggo quotidianamente il suo blog e partecipo a tante sue iniziative collettive. Come a ogni persona a cui si vuol bene, gli perdono i suoi innegabili difetti, primo fra tutti l’impulsività, che ogni tanto gli fa commettere delle scivolate clamorose.
Non si tratta tuttavia soltanto di una forma di devozione irrazionale, né da parte mia, né, sono convinto, da parte di chi ha deciso di attivarsi, nei gruppi sul territorio e poi nel movimento politico. In questi giorni, oltre a tante critiche più o meno motivate, si possono leggere molti diversi articoli anche sulle sue capacità propositive.
Rinuncio a farne un mio personale elenco o una sintesi; mi limito a sottolineare il fattore che ritengo discriminante, che è un fattore di linguaggio.
I detrattori a questo punto penseranno mi riferisca al linguaggio colorito e sprezzante dei vaffanculo, coniugati in molteplici maniere e varianti; no, non sto parlando di quello. Il linguaggio a cui mi riferisco è quello di chi mostra di aver capito la realtà attuale nella sua caratteristica di crisi epocale, da osservare e affrontare con schemi di pensiero nuovi e liberi dai condizionamenti di tanta politica passata, anche quella buona. Di chi, in altre parole, ha fatto suo l’insegnamento della decrescita, concetto che implica il fallimento del modello capitalistico e l’approccio a una fase di transizione verso nuove forme sociali che, almeno in teoria, permettano all’umanità di immaginare e costruire un futuro possibile, e anche migliore del presente, sia pure con un metro di giudizio completamente rinnovato.
Non sono in molti, sulla scena genericamente politica, ad averlo capito, e a parlare quel linguaggio: c’è Giulietto Chiesa, ci sono, solo parzialmente, Giorgio Cremaschi e Maurizio Landini, sembra (a detta dello stesso Chiesa) che ora ci sia un gruppo di intellettuali capitanati da Luciano Gallino (con un nuovissimo soggetto politico battezzato “Alba”), infine ci sono i vari movimenti e sindaci attenti al tema dei beni comuni.
E poi ci sono tutti gli altri, alcuni schiavi di prospettive politiche ormai inadeguate, molti di più invischiati a vari livelli in giochi di potere e di corruzione.

L’attuale exploit elettorale di Grillo e dei suoi giovani seguaci non nasce però da una comprensione popolare di quel linguaggio, sarebbe impensabile, e troppo bello anche solo immaginarlo. Nasce piuttosto come unica proposta sulla scena percepita e giudicata attendibile e onesta, nel momento del crollo della classe politica sotto lo smascheramento di un livello di corruzione spaventoso, e nel momento del drammatico e vano inasprirsi delle condizioni di esistenza sotto i giri di vite del cosiddetto governo tecnico, cioé del vorace potere finanziario internazionale.
E’ una risposta elettorale che ha tratti comuni con altre nazioni europee (la piccola rivoluzionaria Islanda fece da battistrada, ma molto più recenti sono le affermazioni dei Verdi e dei cosiddetti ‘Pirati’ in Germania, o di altri partiti in Grecia e in Francia, ben descritti da Giulietto Chiesa nel suo più recente messaggio settimanale, vedi qui).
E’ assolutamente provvidenziale che lo scontento e la rabbia possano essere incanalati in una via di rappresentazione democratica ed elettorale, in questo sicuramente agevolati dagli istrionismi sbeffeggianti di un comico molto capace, e finire così, quasi per giunta, nell’alveo di un progetto che, come dicevo, si dimostra capace come pochi altri di interpretare la realtà.
Il rischio di derive autoritarie, da parte di qualche soggetto nuovo in grado di affabulare, con parole davvero violente, la grande massa di delusi e sfiduciati, potrebbe essere così sventato; sembrerebbe piuttosto più temibile il ricorso degli apparati alla sempreverde strategia della tensione, come purtroppo le recenti dichiarazioni delle ministre dell’Interno e della Giustizia fanno temere.

I difetti più diffusi della nostra popolazione sono ormai storicamente noti: l’immaturità, lo scarso senso di responsabilità, lo scaricabarile delle colpe, la moralità posposta all’umoralità di ciò che solletica la fantasia presentandosi come nuovo.
Sarebbe facile, a questo proposito, citare quanto avvenne nel ventennio fascista, ma è sufficiente osservare i due più recenti successi popolari, che tanta devastazione hanno procurato al nostro Paese: quello di Berlusconi e quello della Lega.
Inutile nascondersi che una fetta dell’irresistibile ascesa di zio Beppe possa trarre motivo da quelle nostre caratteristiche deteriori; ma almeno, questa volta, il risultato elettorale sarà positivo, umoralità e moralità troveranno cioè un’inedita sintesi, con ricadute sicuramente pedagogiche e costruttive una volta tradotte in rappresentanti eletti e magari chiamati a governare.

La prospettiva di governo nazionale, impensabile fino a una settimana fa e ora tutt’altro che peregrina, apre tuttavia il campo a interrogativi complessi e molto inquietanti. Perché quei giovani, volonterosi, onesti, studiosi, seri, a volte un po’ sprovveduti, sarebbero chiamati a un compito titanico: quello di scontrarsi con i potentati internazionali. Non siamo in Islanda, l’Italia è (ancora…) la terza potenza industriale europea, e davvero un ipotetico governo a cinque stelle dello Stivale costituirebbe un autentico cataclisma internazionale.
Senza considerare a quanto lavoro su un programma di governo, davvero completo e integrato, sarebbero chiamati a fare quei giovani e il loro patriarca di qui ad allora, e quante insidie possano celarsi nel ruolo dello stesso leader nelle vesti di capitano non giocatore.
Finora l’assoluta impermeabilità del movimento ha giocato a favore della sua immagine, contribuendo al successo, ma un progetto di governo, tanto più se (inevitabilmente) rivoluzionario, non potrà fare a meno di catalizzare, intorno a sè, anche le forze positive che non sono state capaci, finora, di attrarre significativi consensi.

Comunque sia, questo turno parziale di elezioni amministrative ha aperto la strada a nuovi scenari densi di conflittualità.
Penso però che solo chi non si rende conto della drammaticità del presente, nazionale e planetario, non possa esserne lieto.
E sperare, già da domenica e lunedì prossimi, in un miracolo in quel di Parma, miracolo che San Beppe, i suoi seguaci e i suoi simpatizzanti, sono già mobilitati (vedi qui) anima e corpo a realizzare.
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L’immagine è tratta da http://www.beppegrillo.it/2012/05/beppe_grillo_sul_time/index.html

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16 risposte a La variante del comico

  1. Terry ha detto:

    Ma in quel di Bologna che si dice? L’hai sentito il terremoto? Io un pochino, ero mezza sveglia, e per 10 secondi circa tutto tremava e devo dire che mi sono svegliata del tutto….. il marito da me scosso diceva: “stai brava che ora smette” e ha continuato a dormire, beato lui.
    ciao fai sempre il bravo neh

    • Franz ha detto:

      Impossibile non sentirlo, qui; sto per pubblicare un nuovo post in cui racconto il mio fine-settimana.
      Quanto al maritino, scommetto che quando lo scuoti con altre intenzioni, smette subito di dormire, eh eh eh eh!
      Faccio il bravo, tu pure.
      Ciau.

      • terry ha detto:

        eh eh eh eh ma guarda che monello che sei diventato neh!!!!!! Comunque ho appena letto il tuo ultimo post, anche io come te sono rimasta sgomenta per tutta questa violenza, non riesco neanche a pensare alla mamma di quella ragazza che mi vengono i brividi e le lacrime…… baci

        • Franz ha detto:

          Il dolore che può colpire delle persone innocenti a volte raggiunge livelli davvero difficilmente immaginabili.
          Speriamo che possano trovare tutto il calore e l’affetto utili a lenirlo, almeno in piccola parte.

          Ciao Terry, baci.

      • terry ha detto:

        ecco vedi io ci avevo provato a stare allineata con il commento di prima ma cliccavo su replica e non succedeva niente. ora invece che ho lasciato già il commento NON ALLINEATO riesco a scrivere qui su replica. Non sono degna di vergare in questa sede. sono punibile penalmente o civilmente o come meglio? Lasciamo ai posteri l’ardua sentenza…….

        • Franz ha detto:

          Sempre più che degna di vergare qui (e anche di pirandellare, se è per questo!).
          Quando clicchi su ‘replica’, lo spazio per il commento viene spostato a destra e compresso; se vuoi mantenere quello del commento a cui stai rispondendo, devi andare al livello immediatamente precedente, come peraltro hai fatto correttamente qui.

  2. Carlo ha detto:

    Su Grillo mi sono già espresso, carissimo Franz, sai come la penso e sai che mi sta antipatico quasi quanto Berlusconi…
    Esco solo un pochino dal seminato, però, per farti/vi notare cosa sta accadendo in questi giorni a Milano col centro sociale Macao, l’occupazione di un mostro di cemento del gruppo Ligresti abbandonato da 10 anni e la sorprendente reazione della giunta-Pisapia: ecco, per me, anche se quella vicenda deve ancora evolversi e bisognerà vedere come finisce, è comunque segno del fatto che per cambiare non c’è necessariamente bisogno di rivolgersi ad un altro comico: è sufficiente puntare sulle persone giuste…

    • Franz ha detto:

      Carissimo, l’antipatia è un fatto soggettivo e dunque insindacabile. Ti esorto però, almeno, a giudicare con occhio critico l’operato, presente e futuro, dei giovani a 5 stelle eletti nei consigli comunali.
      Sempre su un piano critico, poi, fra il mostro di Arcore e l’istrione di Genova ci sono almeno un paio di sostanziali e abissali differenze. La prima è che mister B. è mosso dal suo esclusivo tornaconto, mentre mister G. agisce per un prevalente interesse collettivo (altrimenti avrebbe già seguito altri modelli: presenzialismo televisivo alla Gerri Scotti, oppure concessioni spettacolari estremamente calibrate alla Adriano Celentano, oppure ancora pubblicità per un gruppo bancario alla Gialappa’s Band); la seconda è che Grillo non cerca ruoli parlamentari o di governo.
      Per quanto riguarda Pisapia, il paragone con la giunta precedente è impietoso, ma ciononostante il suo linguaggio dimostra che non ha afferrato e fatto suo l’insegnamento, per me ineludibile, della decrescita: il caso dell’Expo-2015, un evento anacronistico e dall’impatto territoriale devastante, eppure da lui sostenuto come strumento di rilancio economico, lo dimostra senza ombra di dubbio.

      • Carlo ha detto:

        Sono ansioso di poter recensire l’operato a livello locale dei grillini, anche perché non mi piace passare per la Cassandra della situazione che vede in Grillo un pauroso deja-vu di ciò che è stato Forza Italia. Ansioso dunque di essere smentito. Guarda, se mi conosci un minimo non dubiterai certo della mia onestà intellettuale, ergo nel caso lo scriverò proprio sul blog.
        Ma veniamo ai due punti ‘pro-Grillo’ che dovrebbero aiutarmi ad apprezzarlo… il fatto è che io li leggo proprio alla rovescia:
        a) Il fatto comunque che Grillo disdegni il mezzo televisivo, infatti, non lo valuto positivamente: 1- anche in questo caso, come Berlusconi prima di lui, ciò gli consente di evitare raffronti diretti e di pontificare indisturbato dal proprio blog; 2- sa bene che se presenziasse in una trasmissione tv si attirerebbe la facile critica di chi ‘predica bene e poi razzola male’, disdegnando il mezzo internet a favore dell’antiquato tubo catodico…
        Non capisco però perché non va almeno a farsi intervistare da Santoro, che sfrutta proprio Internet come principale strumento di divulgazione della propria trasmissione, e invece scappa sempre.
        b) Quanto al fatto che non voglia buttarsi in politica in prima persona, io che sono sempre maligno e leggo dunque il male in ogni cosa, non la reputo naturalmente una scelta corretta dal momento che questo scaltro stratagemma gli consente di esporsi, senza però rendersi responsabile delle scelte proprie e quelle del proprio partito (basta chiamarlo ‘movimento’: è un partito, e chi vi milita e viene eletto è un ‘politico’ che fa ‘politica’… certa ipocrisia verbale non l’ho mai sopportata). Insomma, la sua figura non si sporca e lui può rimanere sempre sulla cresta del consenso popolare, sia se il Mov.5S finisce all’opposizione, sia se governa.
        Circa Pisapia, devo dire che rinunciare all’Expo, sempre ammesso che potesse farlo (perché in gioco ci sono penali di milioni di euro per chi ritratta) sarebbe stata una scelta impopolare e scriteriata, considerato quanto ha speso il comune per aggiudicarselo, strappandolo a città europee molto importanti.

    • Franz ha detto:

      Sono curiosi i ruoli contrapposti che abbiamo in questa discussione: le nostre diverse età anagrafiche farebbero pensare all’esatto contrario.
      Detto questo, non dubito certo della tua onestà intellettuale; a differenza che nella tua Liguria, qui in Emilia e in particolare a Bologna vediamo già da alcuni anni l’operato dei grillini nei consigli comunali e regionale, e credo che la relativa qualità sia stata uno strumento di quello straordinario aumento di popolarità ottenuto proprio in questa regione.

      Le scelte di immagine del nostro, che lui motiva con il disprezzo per i programmi televisivi (compreso ‘Servizio pubblico’, vedi qui), hanno indubbiamente una componente di strategia politica, peraltro efficace.
      La tua antipatia per lui è incentivata da tali scelte, mentre, da parte di chi come me riconosce un fondamentale e importante valore etico del suo impegno politico (e anche giornalistico), le strategie vincenti sono viste positivamente.

      Tornando a Pisapia, e ammettendo le difficoltà di un dietro-front sull’EXPO, un sindaco che parlasse quel ‘linguaggio’ di cui dicevo, avrebbe con trasparenza dichiarato: “Considero i danni sociali derivanti dall’aggravio economico per l’abbandono del progetto superiori ai danni ambientali che il progetto causerà”. Invece lui sbandiera l’EXPO come occasione di sviluppo, ed è un linguaggio diverso, già sentito in troppe altre occasioni in questa Italia devastata.

      Ancora un salutone.

  3. Riri52 ha detto:

    Concordo con te Franz, almeno le facce giovani potranno cambiare il panorama, ma la realtà. formata da burocrati, lobby, poteri vari è molto intricata e non so quando potranno sradicare il marcio. Sarebbe già importante che portassero informazioni fuori dai palazzi, in modo che chi li ha votati sappia cosa succede. Auguroni a tutti, spero che almeno loro riescano a portare una boccata di aria buona! Un abbraccio Riri52

    • Franz ha detto:

      Sulla boccata d’aria buona sono convinto, come pure sulle enormi difficoltà, in prospettiva futura, del compito a cui verranno chiamati. Senza la capacità di aggregare tutte le altre forze positive del Paese la vedo molto dura.

      Un abbraccio a te.

  4. duhangst ha detto:

    A volte la speranza è più importante dei programmi politici, ma Beppe Grillo a me questa speranza non la da… Il problema forse è mio, anzi senza forse, sono scoraggiato.

    • Franz ha detto:

      Se la speranza non te la dà Grillo, credo che possano dartela i giovani del movimento: anche prescindendo dagli interessanti risultati da loro ottenuti, là dove sono stati eletti come consiglieri comunali e regionali, si tratta di persone che concepiscono la politica come servizio, e scusa se è poco!

      Salutone.

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