Palazzo Paleotti

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Sei anni fa, queste stesse giornate di luglio; per me un bel periodo, di integra, autentica serenità, sia pur relativa, e di apertura a nuovi interessi. Probabilmente l’ultimo del genere, fra quelli del mio passato che, per vicinanza temporale, mi vedono più simile a quello che sono adesso.
Intorno a mezzogiorno mi recavo quotidianamente, dalla mia vecchia abitazione in centro, alle frequentate ma quiete postazioni internet del centro universitario di Palazzo Paleotti, in via Zamboni, se ben ricordo per non consumare il tempo quotidiano di connessione casalinga che mi dava il mio abbonamento a Fastweb.
E fu il sito ‘Meteolive’ (tappa obbligata in una stagione estiva sia pure un po’ meno feroce di quella attuale) a stuzzicarmi, tramite il relativo portale ‘Leonardo’, ad aprire un mio blog personale.
Così, un po’ sperimentalmente, sul finire di quel mese diedi vita e forma a questo stesso diario pubblico (a meno della  migrazione su WordPress, di molto successiva) su cui ora sto rievocando quel periodo.
L’esperienza fu coinvolgente, e in qualche misura entusiasmante, mentre il passare dei giorni mi faceva prendere confidenza con questo strumento e questa mia inedita dimensione pubblica, cercare faticosamente il giusto equilibrio fra intimismo confidenziale e approccio giornalistico di denuncia, e osservare fin dove poteva spingersi la possibilità da una parte di farmi conoscere, dall’altra di intessere contatti con nuove amiche e amici.

Sei anni dopo sono cambiate molte cose, e mi sembra abbia qualcosa di prodigioso l’ininterrotta continuità di questo mio strumento, a fronte di tali cambiamenti, nel mondo di internet in primis, con il tellurico avvento dei social network, ma anche nella società e in me stesso.
Mi è diventato però sempre più difficile, da un po’ di tempo in qua, trovare argomenti e soprattutto la spinta a elaborarli mentalmente per renderli pubblici, sarà per un corso particolarmente introverso del mio cammino e progetto di crescita, sarà, più probabilmente, per aver constatato i limiti del gioco, che ha ormai preso stabilmente i connotati di un piccolo cenacolo fra vecchi amici, su cui ogni tanto sorvola in lettura senza lasciare traccia qualche altro casuale visitatore.
Hai un bell’insistere a voler cambiare il mondo e diffondere consapevolezza sociale, politica ed ecologica, quando sai che “ce la diciamo e ce la cantiamo” fra noi classici quattro amici al bar.
A fronte, poi, del senso di sterilità di questo impegno, c’è la ciclopica dimensione dell’obiettivo, dimensione che in questi sei anni, che pure hanno visto cambiare tante cose anche nella diffusione di idee adeguate alla realtà, tuttavia non è venuta meno, anzi è probabilmente aumentata, se consideriamo, ad esempio, l’allarme ecologico planetario, e il tempo perduto per porvi rimedio.

Troverò, forse, spero, nuove vie, senza dover per forza abbandonare questo diario che, sia pur a costo di una certa fatica, sia pur ridimensionato nelle mie aspettative, continua pur sempre ad essere una palestra espressiva e un’occasione importante di contatti umani, di riflessione e di dibattito.
Conoscerò, forse, spero, una nuova stagione di apertura a nuove possibilità, dopo tanti mesi in cui, come in un sistema a circuito chiuso, ho continuato solitariamente a investire tutto il mio tempo libero in riposo, sport, alimentazione naturale, e spontanea rivisitazione del passato.
Di due cose, comunque, sono certo. Che mai la considerazione degli allarmi epocali mi porterà per rassegnazione, o sconfitta, o fuga, a un’impostazione edonistica della mia vita, poiché non so concepire la gioia, quell’elemento vitalizzante di cui si ragionava nel post precedente, svincolata da una coscienza etica.
E che ben difficilmente diventerò, nella vita reale, un persuasore dotato del dono della parola autorevole e trainante: quella scritta continuerà sempre ad essere la mia preferita per questo genere di obiettivi.

A questo punto, voglio chiudere queste nuove riflessioni spostando l’attenzione, da me stesso al saggista che più spesso ho citato nei sei anni di vita di questo blog, Giulietto Chiesa.
Un recente brano, che linko qui  (e che ho già segnalato in un commento nel blog di Luca), mi sembra costituisca una buona sintesi del suo pensiero, e soprattutto che si colleghi opportunamente ai concetti di consapevolezza e di allarme che hanno fatto da sfondo non solo a questo post, ma anche a tutta la vita di questo blog.
Così come a tutto questo tempo che ci è dato vivere.
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Immagine da: http://www.sglab.it/progetto.php?text=des&tipo=cultura&prog=106

Informazioni su Franz

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25 risposte a Palazzo Paleotti

  1. TADS ha detto:

    Esimio Franz,
    sono un blogger dal 2004, ho traslocato su questa piattaforma all’inizio di questo anno, tempo addietro si vivevano gratificazioni diverse (post con 8/9.000 visite e dozzine di commenti), oggi si viaggia su livelli diversi ma non credo la cosa sia imputabile ai social, hanno una funzione diversa.

    C’è la tendenza a parlarsi addosso, mi riferisco ai nuovi bloggers, una concezione snob che mortifica l’interazione, può anche capitare di lasciare diversi commenti ed essere ignorati, per dirla in volgo… molti “se la tirano”, pur non avendo i mezzi per farlo.

    Esiste anche un altro problema, chi scrive un post tecnicamente perfetto, sia nella forma che nella sostanza, inibisce i commenti, lo stesso accade se si adotta un linguaggio troppo forbito.

    La comunicazione è una scienza molto complessa, non ha surrogati, non basta azzeccare i congiuntivi e nemmeno mettere insieme qualche concetto degno di nota (è chiaro che non mi riferisco a te, personalmente ti apprezzo molto). Una volta si diceva. “mezza Italia scrive e l’altra metà non legge”, questi “valori” sono cambiati, in peggio.

    Un caro saluto

    TADS

    • Franz ha detto:

      Ho sempre nutrito un misto di ammirazione e mal celata invidia, nei confronti delle superstar della blogosfera, capaci (come confidi di essere stato anche tu) di attrarre tanto pubblico.
      Mi meraviglia che tu non colleghi la parziale fuga da questa dimensione alle modalità di comunicazione molto più rapide ed immediate (nel bene e nel male) offerte dai social network; mi sembra che tale mia opinione sia piuttosto diffusa e prevalente fra chi non vuole rinunciare a scrivere, leggere e commentare brani in maniera più ponderata e riflessiva, come appunto avviene nei blog.

      Grazie del contributo, esimio TADS, e un caro saluto a te!

      • TADS ha detto:

        Caro Franz,

        non sono mai stato una superstar della blogsfera, c’è chi vanta numeri di gran lunga superiori, ho solo vissuto il periodo in cui i blog erano molto seguiti

        Possiamo sicuramente affermare che i blog abbiano cannibalizzato i forum ma non che i social facciano altrettanto con i blog, è emigrata la quantità non la qualità. I social hanno mire, funzioni, tempi , modi e nature diverse. Un blogger convinto, appassionato, non chiude il proprio club virtuale per trasferirsi su face book o twitter, spazi in cui non riuscirebbe ad esprimersi.

        Una volta sui blog si leggevano cose tipo: “ieri il mio gatto non ha mangiato, “mi sono comprato una maglia”, “qui piove, che tempo fa da voi?”… e via andando. Tutte persone che oggi condividono la loro quotidianità sui social, direi giustamente.

        Non dimentichiamoci che la STRAGRANDE maggioranza delle “amicizie” su FB sono teoriche, richieste e accettate solo per far numero e palesare una popolarità che di fatto non esiste, comunicare e “condividere” con migliaia di “amici” è umanamente impossibile, a che serve avere 2.000 amici se poi si interagisce solo con una minima parte di essi???

        I SN hanno scremato la blogsfera elevandone il livello

        TADS

      • Franz ha detto:

        Concordo con la tua analisi.
        Penso però che la capacità di un benefico contagio, sia pur parziale, nei confronti di chi ama pascersi di espressioni leggere e superficiali, sia venuto meno.
        E, con questo, la valenza più autenticamente politica delle proprie pubblicazioni.

  2. Carlo ha detto:

    Carissimo,
    6 anni sono una bella sommetta. Non si cancellano certo con un colpo di spazzola.
    Credo che l’evoluzione del tuo blog sia quella che hanno tutti i blog, non peccando tu di superbia e non avendo dunque la pretesa di poter metter insieme un altro successo insperato à la Grillo, con milioni di seguaci quotidiani.
    Intendo dunque che si parte con tante buone speranze, si sperimenta, arrivano i primi lettori, molti passano, pochi restano, e via andare si dedimenta l’essenza della discussione giornaliera, che finisce con l’ assumere i contorni di sempre per non scontentare proprio gli amici più fedeli.
    Il bello del mezzo Internet è che ci offre l’occasione di essere “tutti protagonisti”: talvolta temo persino che il numero degli scrittori sia persino superiore a quello dei lettori e allora mi chiedo se ci sarà ancora qualcosa da dire…

    • Franz ha detto:

      E’ vero, la propensione a dire la propria sembra molto più diffusa di quella a donare il dovuto tempo ed attenzione alla lettura del pensiero altrui.
      Anche la tua attività di blogger è sostenuta da un principale fine molto nobile, che è la ricerca della verità, e da una modalità, se possibile, ancor più nobile (e in qualche misura rivoluzionaria!”), cioè la gratuità dell’impegno.
      Facciamoci forza fra noi e non demordiamo!

      • Carlo ha detto:

        Non darmi del rivoluzionario, per carità, che secondo come tirerà presto il vento, qui correremo nuovamente il rischio di essere tutti arrestati! 😉
        Ciò detto, scherzi a parte (? sigh…), ti ringrazio per le belle parole, ma devo ammettere che il mio blog sia semplicemente nato dall’esigenza di gridare a qualcuno la mia indignazione sviluppatasi come naturale conseguenza di certe mostruosità politiche.
        Se tutti fossimo un po’ più attenti -parlo in generale, non dei tuoi ottimi lettori- credo che forse oggi, a dispetto di quanto dicevo prima, avremmo diversi milioni di blogger in più! 😉

      • Franz ha detto:

        Speriamo che la situazione non degeneri fino a costringerci alla clandestinità…
        E speriamo di avere un giorno diversi milioni di blogger in più (ma anche qualche centinaio di nuovi lettori!). 🙂

  3. Riri52 ha detto:

    Io sono la più volubile, amo cambiare il blog, lo considero come un brogliaccio su cui traccio parole in libertà, specialmente quando commento la politica. Nella piattaforma di Leonardo ero finita in mezzo a siti porno e il mio contatore dei contatti andava molto forte. Poi ho cambiato per motivi tecnici.
    Perché ho iniziato?
    Perché avevo bisogno di scrivere i miei pensieri, che qualcuno li leggesse non era importante anche se chiaramente restare sempre ignorata mi faceva tristezza. Certo che adesso ho meno argomenti, nel senso che la politica è una tristezza, la vita diventa sempre più complessa, con meno pensieri positivi e si rischia di ripetersi. Ma è lo stesso. In compenso ho conosciuto alcune, voi, persone interessanti e mi dispiacerebbe se smettessero di scrivere, come è già accaduto con altri in passato. In effetti, facendo un bilancio non è che internet abbia portato nella mia vita valanghe di persone nuove, ma quelle poche vanno bene. Milvia la conoscevo già ed è stata lei a trascinarmi con il suo entusiasmo a scrivere. La prossima volta, però facciamo una video conferenza!!!! Che ne dite! Ciao ciao.
    P.S. ho ricominciato a camminare al mattino, e vai!!!

    • Franz ha detto:

      Hai già detto tutto tu, cara Riri, e il tuo approccio libero e spassionato alla scrittura non ha bisogno di altre giustificazioni, salvo il fatto che vorrei anche per te più attenzione da parte di utenti evidentemente un po’ viziati dai social network.
      Teniamoci forte comunque, in fondo siamo una piccola comunità, con tutto il valore aggiunto che questo comporta.
      Ciao e buone passeggiate, magari un giorno ci si incontra sulla via Montanara o intorno ai laghetti (stamattina sono uscito di casa, per il mio allenamento podistico, alle sei meno dieci!)

  4. Luca ha detto:

    Come sicuramente sai, te l’avrò già detto e/o fatto capire e/o ci sarai arrivato da solo per deduzione logica (esercizio nel quale Sherlock Holmes non ti allaccia neanche le scarpe) io avrei potuto chiamare il mio blog “fra l’intimista e l’intimista”.

    Lo avevo aperto il 19 luglio 2006 dalle magiche postazioni della Biblioteca Civica di Parma in un momento in cui stavo affrontando, e garrulamente risolvendo però, una immane marea di problemi personali, professionali, economici, esistenziali, resistenziali, epistemologici, filosofico-culturali, spirituali, pragmatici, gastroenterici, neurologici, psichiatrici, genitoriali, erotici, etilici, storici, geografici, biologici, matematici. Sicuramente me ne sono anche dimenticato qualcuno ma limitiamoci a un campionario abbastanza completo e per i censimenti c’è sempre tempo.

    E lo avevo immediatamente concepito, col protervo egocentrismo non scevro da puntatine nel vittimismo autoindulgente ed autocommiseratorio dell’ex- figlio unico luce degli occhi dei suoi attempati genitori, come uno spazio autoterapeutico e catartico che, come il modulo del Parma di Sacchi prescindeva dal gol fin quasi a non prevederlo (ma che spettacolo quando giochiamo noi…), così la mia sinuosa cattedrale nel deserto quasi snobisticamente disdegnava i commenti. Temendo e paventando (ma poi per fortuna il fenomeno non si è mai manifestato) una quantità di commenti e commentatori che pregiudicasse la qualità (vedi il blog di Maryann Unfaithfull in quei periodi, che rischiava di sembrava una chat, specie se e quando la titolare si assentava per anche solo un paio di giorni).

    E’ nato come, è stato e continua ad essere il fedele reportage di un omettino “se non del tutto giusto quasi niente sbagliato” che ha delle cose da dire in modo disordinato e delle volte con leziosa inutile gratuità. Il “big bang” era stato l’applicazione del concetto di “entropia” alle tematiche socio-culturali, brillante intuizione di Jeremy Rifkin dal quale Grillo e Casaleggio molto hanno (lodevolmente ed opportunamente) preso e portato a casa.

    Partendo da quel “big bang”, con quel po’ di buon senso e buon gusto rimasto alle soglie (allora) dei 50 anni a fare da bosone di Higgs a contenuti che altrimenti sarebbero schizzati via alla velocità della luce e privi di massa, ho scritto, strascritto, parlato e straparlato di tutto senza un minimo filo conduttore.

    Nel tempo i compagni di viaggio sono cambiati, con alcuni le strade si sono separate in modo esplicito e non del tutto pacifico, altri si sono “Lost in translation” e sono ancora lì che mi aspettano su Facebook o forse, orrore!, perfino su Twitter (che neppure l’uso compulsivo che ne fa il buon Pizzarotti mi rende meno insopportabile, anzi il rischio è che diventi meno sopportabile lui piuttosto che sopportabile lo strumento).

    Incontrare il tuo blog (in seguito a una risibile disparità di opinioni sul cantante Zucchero) ha reso anche il mio un po’ più orientato al sociale. Io sono restio a dire grazie, al massimo chiedo scusa più volte al giorno, ma a te un sano fraterno grazie penso di doverlo senza il minimo problema.

    Sia Leonardo che la Biblioteca Civica hanno subito una metamorfosi involutiva che non ne fa più quegli spazi magici e stimolanti che furono.

    La seconda può ancora sopravvivere, Leonardo non lo so.

    Come anche Milvia ci insegna, lei che ha quella capacità di persuasione e traino che tu non ti riconosci ma secondo me ce l’avrestise te la legittimassi, e io idem, il segreto, il trucco, il must è “resistere e insistere” perchè la plausibilità è soggettiva, la coerenza invece è obiettiva e misurabile”.

    Di qui a poco i nostri rispettivi blog festeggeranno il sesto compleanno così li potremo iscrivere a scuola e cominceranno anche un po’ a cavarsela da soli, come Ronald Reagan sperava che capitasse per il debito pubblico americano che ormai era “grande abbastanza”.

    • Terry ha detto:

      Caro Franz, prima cosa:
      1) non sono allineata ma mi intrometto tra te e Luca perchè ormai ho perso il podio e tantovale fare il mio solito casino;
      2) non lo so perchè ho messo i punti, ora così però devo continuare;
      3) anche io sono bloggeristicamente parlando vecchietta come voi, in effetti la mia tenera età non mi porta a fare tutte queste considerazioni che fate te e Luca sui blog, sugli argomenti, cosa scrivo cosa dico eccc. eccccccc
      4) vedi il titolo del mio blog “ilmiocassettodelcasino” detto tutto.
      5) ci sono non ci sono ma non chiudo tanto chi mi apre?
      6) basta ho vergato troppo
      7) baci ed abbracci a tutti

      • Franz ha detto:

        Cara Terry:
        1) va bene anche così, ma con un po’ di impegno il prossimo podio sarà tuo!
        2) neanch’io;
        3) sei la mia più antica commentatrice, e l’unica che ha resistito al passare degli anni, dunque grazie per questa ormai lunga amicizia di tastiera! Poi forse un giorno, quando non sarai più una sbarbina, ti metterai anche tu a fare queste considerazioni. …Ma anche no!
        4) è il casino più allegro, strampalato e confortante del web!!!
        5) va bene così, libertà di contenuti e frequenze, basta che non chiudi;
        6) anch’io;
        7) bacione ed abbracciatona virtuale ma affettuosa.

        • Terry ha detto:

          Letto tutto, anche dopo di te e Luca. Gnam!
          P.s. continuo a pensare al nickname di Maristella ma non mi viene, che rabbia!

        • Franz ha detto:

          Mi sono messo d’impegno e alla fine l’ho trovato: “56stella”.
          Contenta?
          Per la Terry questo ed altro!

    • Franz ha detto:

      (Replica a Luca:)
      La quantità di spunti e risonanze contenute nel tuo commento richiederebbe almeno un nuovo articolo come risposta; la tirannia del tempo a disposizione mi costringe a ribattere solo su pochi punti.
      E’ impressionante la vita parallela dei nostri blog: dieci soli giorni ne separano la nascita (il mio è nato il 29 luglio, e dicono che in un parto gemellare il secondo neonato è il più vecchio di concepimento…); ma è ancor più curioso che, prima di riconoscere giustamente e ampiamente la loro matrice comune e parentela stretta, per lunghi anni le creature si sono reciprocamente snobbate.
      Non direi che il tuo diario sia più intimistico del mio; mi sembra che il tuo linguaggio sia orientato a uno sguardo oggettivo sul mondo molto più del mio, che tende a prediligere la confessione/confidenza interiore, con tutti i rischi che questo comporta (di profonda noia e fastidio del lettore innanzi tutto…!).
      Ma è bellissimo osservare quanto si distingua ogni blog dall’altro, per contenuti, stile e sfumature espressive; quanto davvero la personalità di ciascuno abbia modo di manifestarsi univocamente. Ad esempio la mitica “Mary Ann Pink” che mi hai evocato (non senza un pizzico di stupita nostalgia) amava il cazzeggio fiorito e parecchio spensierato, e la cosa le valse un successo davvero strepitoso di commentatori abituali, finché non sparì, di punto in bianco, e senza avvertire nessuno, …o quasi, che comunque la stilista (di cui non ricordo più il nickname) diceva di conoscerne le recondite cause. Tempi andati, ormai avvolti da un alone di mito, e destinati a lasciare ricordi, sempre più vaghi, e solo in ostinati cultori come noi.

      • Luca ha detto:

        Tra la Roma imperiale di fine 2007 e la Sena Gallica cispadana di metà 2012 sembrerebbero passate un paio di epoche geologiche. E magari lo sono.

        Continuo a considerare Internet la Nuova Babilonia, dove tutto può accadere e forse accade meno di quello che ci si potrebbe attendere.

        Ma, soprattutto, dove emeriti farabutti e angelici filosofi si fondono e si confondono rendendone complessa l’etichettatura e il discrimine.

        Oltre a un post sul clandestino Ahmed, mi urge un post sulla piattaforma Leonardo trasformata in una nave fantasma. E io nell’Olandese Volante che giròcla per la tolda sbraiando “C’è qualcuno?” o, nella sua improbabile seconda lingua, “Gh’è miga qualchidò?”.

        Il livello di gemellarità, pur rigorosamente eterozigotica vista la totale dissimilitudine fenomenica, cresce in modo esponenziale.

        A chi dei miei amici parmigianfidentini mi critica e quasi mi banna l’amicizia in rete, rispondo “Nella vita reale spesso ti devi accontentare di chi acchiappi al bar (a proposito…), nella vita virtuale puoi andare sanamente oltre e scoprire affinità che non troveresti sul tuo stesso pianerottolo.”,

        Mi sembra che il concetto sia ben espresso. Alla prossima.

        • Luca ha detto:

          Mentre per quanto riguarda la stilista, trattavasi e trattasi tuttora della deliziosa Maristella Gulisano da me soprannominata Arianna per la sua enorme capacità, pratica e metaforica, di tessiture di ogni tipo, genere e grado. Della quale alla fine ho perso le tracce ed entrambi ce ne siamo fatti una ragione.

        • Franz ha detto:

          “Continuo a considerare Internet la Nuova Babilonia, dove tutto può accadere e forse accade meno di quello che ci si potrebbe attendere”.
          Da parte mia considero di essere nato in un periodo fortunato almeno per due principali motivi: non avere vissuto in prima persona alcuna guerra (finora), ed avere invece vissuto e sfruttato una delle più fantastiche invenzioni dell’ingegno umano, cioè appunto il Web.
          A la prochaine.

  5. Milvia ha detto:

    Caro Franz, anni fa, nel mio blog, creai una categoria che nominai “I resistenti”. I Resistenti erano (e sono) le persone che, nonostante delusioni, ostacoli, demotivazioni, continuano a tenere accesa la fiaccola di una corretta informazione e contemporaneamente della speranza, che suggeriscono modalità per praticare stili di vita più umani che non ci facciamo precipitare definitivamente nella catastrofe, per quanto è possibile. Nella classifica dei miei “Resistenti” tu, con la tua costante attenzione e con il tuo sguardo limpido sulle cose del mondo, occupi senza dubbio una delle prime posizioni. Da te, attraverso il tuo blog, ho imparato molto, così come è accaduto (e il commento di Loretta lo conferma) a molte altre persone. Sei diventato un punto di riferimento, nella Rete, e se come tu scrivi, siamo ormai solo “quattro amici al bar”, non ha poi molta importanza. Anche chi è in linea con il tuo pensiero, e ti segue costantemente, ha modo di apprendere sempre cose nuove e di arricchirsi di nuovi stimoli che lo spingono lungo la… buona strada.
    Faccio mie, dunque, le parole che ha pronunciato Giulietto Chiesa nella relazione che tu hai linkato: “Dunque occorre (provare), intensificare i tentativi, moltiplicare gli sforzi.”, e ti invito a seguirle. So che lo fai nella vita reale, continua a farlo, sempre, nel mondo virtuale. Continua a essere “Resistente”, per “tutto il tempo che ci è dato vivere”. Ne abbiamo necessità.
    Un abbraccio e l’augurio di una buona serena settimana, impreziosita da momenti di gioia.

    (Ma che ci faceva Scilipoti –Scilipoti???!!!!- in quel convegno? )

    • Franz ha detto:

      Un grazie di cuore per quel mio lusinghiero piazzamento nella tua speciale “hit parade dei Resistenti”.
      In fondo, la magia di una struttura reticolare come Internet permette alla trasmissione di un segnale o messaggio di moltiplicarsi strada facendo, generando opinioni informate e condivise in maniera molto indipendente dalle possibilità e volontà di ogni soggetto (o “nodo”) di quel reticolo, anche se resta vero, dal lato opposto, che chi ha molti collegamenti ha comunque una possibilità di influsso moltiplicata.
      Credo che a una possibilità di intervento pubblico, impensabile fino a pochi decenni fa, si affianchi forzatamente anche una sana disciplina a non aspettarsi troppo seguito e successo; peccato che in questo ambito dei blog tale disciplina, a causa di Facebook e Twitter, sia diventata un tantino stoica…
      Ma noi resistiamo, magari guardandoci intorno alla ricerca di nuovi canali e possibilità, confortati dall’esempio di vita di grandi maestri del pensiero come Domenico Scilipoti. 😀
      Abbraccio e augurio ricambiati.

  6. Loretta ha detto:

    Ciao Franz mi sembra di leggere un pò di sconforto ed amarezza nel tuo constatare che i messaggi attraverso il blog arrivano a troppe poche persone.
    Per quello che mi riguarda tu sei in un certo modo la mia Ansa e ciò che leggo da te mi aiuta
    a restare aggrappata alle nostre realtà politiche e non solo.
    i tuoi post sono dei semi che forse non andranno tutti a germinazione, ma qualcuno riesce
    piano piano a germogliare, a fare parte di altre parole, di discussioni con altre persone estranee
    ai blog.
    Io mi auguro egoisticamente che tu continui a renderci partecipi dei viaggi con la Cavallona,
    dei tuoi momenti di gioia musicali e delle tue battaglie ecologice e politiche.

    • Franz ha detto:

      Cara Loretta, la mia intenzione di continuare per ora è salda, e resiste al ridimensionamento delle aspettative di un tempo.
      Ricevere poi messaggi di incoraggiamento intensi e generosi come il tuo fa uscire di scena ogni tentazione di interrompere l’ormai lungo cammino iniziato sei anni fa, ammesso e non concesso che tale tentazione si sia presentata.
      Un salutone.

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