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Luglio in città è un mese difficile, sgarbato, ostile; dovrò in futuro tenerne conto, prima di cantare vittoria, nuovamente e pubblicamente, al raggiungimento solstiziale della Cima Coppi della luce diurna.
Ma il tempo, anche quello più ostico, passa: viene agosto, e qualcosa magicamente cambia.
Nonostante le previsioni parlino di un perdurare a oltranza dell’anticiclone africano, e, le cronache, di siccità, ti sembra improvvisamente di avere nuove risorse per misurarti con i pomeriggi e le sere di calura afosa e spietata; le notti sono più lunghe e più fresche, e le luci del mese precedente, di un chiarore abbacinante e confuso, mutano in tonalità più dolci, che saturano di colore i palazzi del centro, enfatizzandone una quieta bellezza, e regalando preziosi chiaroscuri.
Ti senti confortato dall’impressione di nuove possibilità, quasi un succoso anticipo di quelle cantate, relativamente a settembre, da Francesco Guccini, e, a quel precedente senso di una battaglia spietata e solitaria, si sostituisce il piacere della compagnia, che sembra paradossale, nel mese istituzionalmente dedicato alla fuga dalla città.
Ma in fondo, almeno una buona metà degli ingredienti della compagnia abitano in te, nella tua disponibilità e apertura verso il mondo, nella tua voglia e capacità di attesa e sorpresa per le prossime varianti sul tuo consueto cammino, nel tuo livello di equilibrio e armonia e autenticità e semplicità.
L’altra metà, invece, ti è offerta dalla vita quotidiana.
Quando, ad esempio, ti capita di incrociare altri podisti nel tuo solito percorso di allenamento; hai imparato (non senza sorpresa) ad alzarti intorno alle sei di mattina ogni tre giorni, e questo piccolo sacrificio ti offre, insieme al contatto con l’aria fresca e con il risveglio festoso della campagna, la scoperta che non sei il solo a frequentare a passo di corsa quelle stradine, e ti dà gioia ed energia il saluto spontaneo che intercorre con quei tuoi simili sportivi …e ancor di più con le sportive.
E poi c’è la preziosa compagnia, durante il lavoro, delle voci della radio, presenti più che mai grazie alle olimpiadi, e alle relative cronache semiserie (a tratti goliardiche) offerte sia dai vecchi amici di ‘Caterpillar a.m.’ su Radio2, sia da quelli nuovi di ‘Popolare network’.
C’è la compagnia delle pagine di un buon libro, nelle attese ai posteggi quando l’incedere della notte spegne dalla radio cronache e divagazioni olimpioniche.
E anche quella dei colleghi, a volte, con cui ti sembra di riuscire meglio del solito a imbastire qualche rapporto positivo.
Mese di inattesa compagnia, dunque, annunciato ogni anno da una di quelle che da tempo chiamo pietre miliari sul mio cammino: la manifestazione in ricordo della strage alla stazione, il 2 agosto, lo stesso giorno di trentadue anni fa.
La città sembra prodigiosamente vestirsi ogni volta di luce e colore, nell’accogliere il suo popolo di cittadini e ospiti, lungo via Indipendenza, poi in Piazza delle Medaglie d’oro, accanto all’edificio ricostruito della stazione, e sotto quell’orologio rimasto fermo a indicare per sempre quell’orario, le dieci a venticinque.
Gonfaloni coloratissimi, pubblici rappresentanti nella loro divisa ufficiale, gente comune.
Un minuto di silenzio di una densità sacra, all’ora esatta della più mostruosa esplosione della nostra storia. Emozione, lacrime, memoria, impegno. Le parole di Paolo Bolognesi, in rappresentanza dei parenti delle vittime, le instancabili sue argomentazioni, che sono un grido di verità e giustizia.
Per un giorno, il sapore antico della democrazia, e la compagnia di uomini e donne sconosciuti ma uniti al tuo cuore dallo stesso palpito.
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L’immagine iniziale è tratta da http://tempolibero.blogosfere.it/2008/08/agosto-in-citta-sport-allaria-aperta.html
Agosto in città una volta si portava dietro il fascino della città vuota e silenziosa, la virtuosità della ricerca del negozio aperto (per molti anni nei giorni a cavallo del ferragosto rimaneva aperto solo il Centro Torri alla periferia nord della città, che assumeva l’aspetto surreale di un bunker che proteggeva dalla calura, e lì tutti erano d’accordo, e dalla solitudine, e lì invece qualche eretico eterodosso non considerava quest’ultima una iattura, anzi!!!), la riscoperta di spazi e nicchie invisibili nella bagarre abituale.
Alle 10 gli autobus sono mediamente pieni, i negozi chiudono a rotazione e quindi statisticamente la recherche diventa troppo facile e non ha effetti collaterali ed addentellati che la rendano proustiana, perfino la calura sembra attenuata e quasi gradevole. La notte arriva ogni giorno un po’ più presto ricordandoci che l’equinozio non è più lontano di una quarantina di giorni.
E’ verissimo che in agosto si riescono a frequentare meglio e più profondamente amici che passano, come te, tutte o parte delle giornate libere dal lavoro nei bellissimi parchi che la presenza multietnica a volte degrada ma più spesso illumina e colora (in funzione del tipo di rapporto che si è potuto e saputo costruire con la città e col Primo Mondo).
Anche se lo stacco non è più così vistoso, c’è più spazio per il silenzio e la lentezza che ogni giorno di più mi sembrano accompagnare quel bene prezioso che è la Libertà.
Credo che possiamo condividere che ogni anno la riscoperta di tali atmosfere silenziosamente irreali è una felice sorpresa.
E che il prodigio sembra rinnovarsi anche in tempi di crisi; probabilmente perché i maggiori disturbatori della quiete pubblica comunque sono andati via, continuando a permettersi e a scegliere le loro vacanze convenzionali (quanto a periodo e sicuramente anche a qualità).
Carissimo,
ne parlavo proprio questo pomeriggio: Agosto quest’anno mi sembra poco Agosto… e più Settembre. Sarà che qui l’afa la si percepisce appena, contrariamente a quanto vissuto in Luglio, sarà che le città sono rimaste piene e le strade trafficate, ma proprio climaticamente parlando il sole non è il sole di Agosto. Non è quel sole che brucia la terra delle campagne e annichilisce chi osa sfidarlo nel primo pomeriggio. E’ più timido, malinconico, velato, quasi un’anticipazione della -strepitosa- malinconia autunnale.
E’ un Agosto davvero differente dal solito -un Agosto montiano, direi, garbato e in loden, su misura per la crisi che sa rispettare chi non può andare in vacanza-, oppure no?
Beato te, che percepisci appena l’afa: qui ancora certi giorni si fa sentire pesantemente.
In compenso, come avevo scritto, non definirei la luce del sole malinconica e velata, ma ancora forte e soprattutto capace di colorare molto intensamente le strade della città.
E meno male che l’effetto, qui, non ricorda la cosiddetta sobrietà montiana, che il solo pensiero di quell’uomo mi dà la nausea…
Ciao, carissimo!
Preferivi una estate napolitana, dì la verità! 😛
Sai che cosa preferirei davvero? Una bella (e definitiva) …vacanza napolitana. 😀 Ma bisogna aspettare un altro annetto. 😦
Coraggio, il tempo vola quando ci si diverte… 😉
Ma è eterno quando si aspetta… 😦
Allora bisognerebbe divertirsi aspettando… 😕
Come mi piacerebbe alzarmi alle sei e correre nell’aria fresca, perché dopo il giorno diventa infernale e carico di afa! ma sono pigra :-))). Perché in agosto è un caldo tremendo, ma quest’anno la situazione si protrae da giugno. E io che soffro molto il caldo offro, appunto! Per dire che in questa estate insolitamente rovente da due mes,i non so dirti quale mese preferisco! Certo agosto porta il ricordo della strage del 2 agosto e una volta città semideserte, ora non c’è differenza. Bello quello che hai scritto. Al primo fresco!!! Ciao Riri52
Sembra che il clima si diverta a prendermi in giro: dopo aver scritto di notti più fresche, quella scorsa è stata la più calda in assoluto, e il termometro in casa, con tutte le finestre aperte, non è sceso sotto i ventinove gradi.
La difficoltà di dormire mi ha aiutato ad andare a correre nuovamente all’alba, e ora mi sento molto bene; coraggio, Riri, il sacrificio di alzarsi molto presto, anche solo per una passeggiata, vale davvero la pena!
Passerà, speriamo presto, e aver resistito senza condizionatore resterà un ricordo glorioso (che neanche le imprese olimpiche…)
Ciao!
Una pagina di diario che infonde un pò di speranza…
Belle e significative le immagini.
Buona e serena domenica.
Giò
Riuscire a infondere speranza, di questi tempi più che mai, è un autentico privilegio; se ci sono riuscito non posso che esserne felice!
Una buona settimana a te, cara Giò.
Un po’ mi sorprende l’incipit di questa tua nuova pagina di diario, caro Franz, forse perché, personalmente, non riesco ad attribuire a nessuno dei mesi che compongono la mia stagione preferita i termini che tu hai usato per definire il mese di luglio. Ma non posso che essere contenta di leggere, poi, che entrare in questo ancora giovanissimo mese di agosto ti abbia riconciliato con l’estate.
Mi piace anche l’uso del “tu”, lo trovo un ottimo punto di osservazione di se stessi, nella narrazione di sé o di personaggi fittizi. Prendere le distanze e starsi a guardare, come se fossimo altro da noi. E se a volte capita di intravedere zone d’ombra, capita anche, e il tuo racconto n’è testimonianza, di scorgere positività di cui forse non eravamo del tutto consapevoli.
Un bellissimo testo, attraversato da luci propositive, condivisioni, serenità. Non può che rendermi felice per te, leggerlo.
E non posso fare a meno, ancora una volta, di augurati buon cammino, buone condivisioni, sia sotto la gentile luce dell’alba, sia sotto le luci serotine della città. Buone e sempre migliori compagnie.
Belle anche le foto, soprattutto l’ultima.
Devo dire che un po’ ha sorpreso anche me, e non proprio felicemente, il senso di prostrazione che mi ha dato la calura soffocante e quasi ininterrotta di luglio, proprio dopo che avevo celebrato i fasti della stagione estiva; evidentemente solo a pochi fortunati/e è concesso di non risentirne… 🙂
Mi fanno molto piacere le tue parole di apprezzamento; quando confido analiticamente il mio vissuto, sia pur usando la seconda persona come in questo caso, l’impressione di risultare egocentrico e noioso è sempre molto viva.
Ti ringrazio, infine, per aver condiviso di persona con me, ancora una volta, la partecipazione alle celebrazioni.
E ti ringrazio per i cari auguri di buona vita, che so sinceri e che allo stesso modo ricambio con affetto.