.
Fra quelle scattate da me e dagli amici, è una vera e propria tempesta di fotografie digitali, a lasciare un’infinità di tracce della vacanza a San Vito di Cadore (e ovviamente vasti dintorni), cosa inimmaginabile ai tempi delle pellicole Kodak o Agfa, che Claudio e io andavamo a far sviluppare da Foto Agnoli, a due passi dall’aguzzo campanile della chiesa, con dietro il consueto spettacolare sfondo, che sembra vicinissimo, della Croda Marcora.
Ne traspare un senso di bellezza e ricchezza di vita, che il tempo delle azioni e delle parole condivise quotidianamente, in sottogruppi più o meno numerosi della consueta e cara grande e vivace tribù familiare di Claudio e Daniela, e con l’altro mio vecchio amico, Roberto, compagno di stanza, quasi non ha permesso di contemplare in tutta la sua armonia, nel momento dello scatto così come in quello delle prime rapide osservazioni una volta scaricate sui computer, presenti ogni anno in maniera più copiosa e imperiosa.
Ieri ho inaugurato un mio nuovo fotoblog (visto che il vecchio è stato distrutto dai simpatici nuovi gestori della piattaforma Leonardo), con una trentina delle immagini che ho scattato nella settimana di vacanza; chi vuole, può guardarle partendo da questa.
E proprio come per le foto, è a posteriori, nel ritovato silenzio che accompagna da sempre la mia vita da singolo, che echeggiano le considerazioni sulla distanza da quei tempi remoti, fissati in bianco e nero come un immutabile monumento alla giovinezza ormai lontanissima, a una giovinezza illimitata, aspra e inquieta, e al presente di una breve vacanza
vissuta, nella tribù, vicino a chi è ancora più lontano dalla propria, ma anche a chi la sta sperimentando ora, come Silvia e Marco (qui ripresi con papà Claudio), o addirittura a chi è ancora bambino.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Si ritorna in città, all’abituale silenzio, e ai problemi sospesi per una sola settimana d’agosto, quella che dicono sia stata la più rovente e soffocante di un’estate quasi insopportabile.
Tutto come prima, nel bene e nel male, come una sequenza interrotta che riparte inalterata esattamente dal fermo immagine.
Ritrovo la necessità, e quella nuova specie di proficua voluttà, di lavorare molte più ore al giorno, per far fronte al privato autunno caldo che attende il mio conto corrente.
E il problema del rimborso assicurativo del tamponamento, con gli annessi e connessi che ho raccontato nell’ultimo post.
Martedì sono andato in Co.Ta.Bo., a parlare con Barbara. Oltre a offrirmi la sua attenzione e disponibilità ad assistermi, che sono da sole un bel conforto, mi ha rassicurato sull’opportunità di insistere per ottenere il risarcimento completo, fugando dubbi che mi venivano da internet e da cattive informazioni da parte di un collega assolutamente inaffidabile.
“La testimonianza che abbiamo presentato, senza la fotocopia del documento che non siamo più riusciti ad avere da quello là, è come carta straccia. E con tutta probabilità, basterebbe quel documento per sbloccare la pratica senza bisogno di azioni legali” mi dice. Poi aggiunge: “Io però non lo cerco più, mi sono stancata di esser presa in giro.”
“Certo, tenterò di nuovo io.”
“Se fossi in te farei una cosa, proverei a incontrarlo di sorpresa, magari al circolo dove stava andando quando ha assistito all’incidente, così gli dici di non aver paura, che non ci sarà bisogno di andare a un tribunale.”
“Sì, forse è meglio, domani sera ci provo.”
Poi ci ripensa, e tenta per l’ennesima volta di contattare il mio impalpabile testimone.
“…Figurati, c’è la segreteria.”
Ieri sera, poco dopo le nove, ho disattivato il terminale radio-taxi, per dirigermi, per le strade calde e svogliate della prima periferia, al circolo di via San Donato.
Diversi pensionati stazionavano e chiacchieravano, su sedie disposte a semicerchio sul prato dell’esteso giardino davanti all’entrata. All’interno una sola persona mi si fa incontro.
“Buonasera, è qui, vero, il circolo del biliardo?”
“No, questo è il Casalone, ma non è un circolo del biliardo, ne abbiamo uno solo.”
“Perché cercavo il signor N., mi sembra che venisse qui a giocare.”
“Sì, ma è da due mesi che non lo si vede più.”
“Ah, come immaginavo, sarà in vacanza…” poi, per amore di trasparenza, gli spiego in poche parole perché lo sto cercando.
Ci salutiamo con cordialità, lo lascio alle sue solitarie attività all’interno del circolo completamente deserto, e vado nuovamente a riaprire la portiera della Cavallona, e a cercare ancora con lei di afferrare le poche occasioni di lavoro di queste sere di fine agosto, in una città che sembra tramortita.
Questa mattina, dopo un po’ di abituale tempo a poltrire, accendo il telefono e mi alzo, apro le persiane e, prima ancora di andare in bagno, apro i cassetti della scrivania per cercare, fra i documenti, il numero di telefono dell’uomo misterioso. Lo trovo abbastanza presto. Sostituisco la carta SIM dell’apparecchio, per evitare che, riconoscendomi, l’uomo inafferrabile eviti di rispondermi; ma quella che inserisco non viene riconosciuta come valida. Inserisco di nuovo la solita, e un attimo prima di comporre il numero, sento il segnale di un sms.
“Chiamare urgentemente Co.Ta.Bo., ufficio assicurazioni, Barbara.”
Mi precipito al telefono fisso, in soggiorno, e faccio il numero di Co.Ta.Bo., poi digito il codice dell’ufficio desiderato.
“Sono Selis, sei tu Barbara?”
“Sì, sono io, volevo dirti che ha chiamato. Ha visto che qualcuno l’aveva cercato e ha richiamato. Ha detto che torna in città lunedì, e di richiamarlo martedì mattina, per metterci d’accordo per il documento.”
“Ma bene, ma non gli avevi dato anche il numero di fax?”
“Sì, ma è meglio che vai a incontrarlo di persona, se no ricominciamo da capo.”
“Certo, lo chiamo io martedì, allora.”
Indubbiamente un bel modo di cominciare un’altra giornata, in questo periodo di iscrizioni al nuovo anno scolastico, al nuovo giro di giostra.
.
.
.
.
——-
La seconda immagine, quella del passaggio sulla cengia, è di Roberto Nanni
Ho visto le foto (belle). Sappi che io e Milvia, la quale oltre che mia carissima amica oramai riveste anche il ruolo di badante e solido bastone della mia vecchiaia, mentre ci trascinavamo mollemente affrante per le vie di una città spettrale che il caldo rendeva angosciosa e estranea come neanche fosse più quel bel paesone ai margini della pianura padana che è, ma una sconosciuta pericolosa città africana o mediorientale, io e Milvia dunque pensavamo spesso a te con grande, grandissima invidia.
Buon rientro e auguri per la vertenza automobilassicurativa.
Mirella
La nostra comune carissima amica, che di solito sembra dotata in estate di una corazza ignifuga, quest’anno ha a più riprese dovuto ammettere di accusare lievi disagi…
Da parte mia ho schivato forse la settimana peggiore, ma credo che questi ultimi mesi di luglio e agosto abbiano modificato radicalmente il mio concetto di estate in città.
Grazie del bel commento e degli auguri!
Salutone.
Dicono che i grandi scrittori riescono a rendere vera la storia più inverosimile. Ma c’è anche chi sa fare l’esatto contrario, cosa che a me sembra ben più difficile (e io infatti ben raramente ci provo, se non addirittura mai del tutto, per evitare clamorose tonfolate): presentare la realtà effettiva ed oggettuale in modo tale da darle la corposità ed il respiro di una pagina di romanzo.
Cosa rispetto alla quale, fin da tempi assolutamente non sospetti, ti ho riconosciuto e continuo a riconoscerti un congenito talento, una connaturata maestria, una spontanea capacità che rende la lettura dei tuoi post uno dei momenti-clou della settimana.
Non sempre c’è bisogno di espandersi in commenti lunghi il doppio del post che li origina, e quindi questo è quanto.
Buona fine d’estate.
Un congenito talento, per quanto riguarda te (oltre alle doti di versatile scrittore-blogger) è quello di saper incoraggiare e gratificare profondamente, cosa preziosissima per chi svolge un’attività impegnativa ma del tutto gratuita come questa.
In effetti, solo questa tua chiave di lettura giustifica la mia abituale operazione di mettere in piazza i fatti e fatterelli privati della mia vita, e relativi piccoli o grandi patemi.
Che dire, …grazie!
E buon settembre a te.
Mi infilo in mezzo tanto per rompere un pò come piace fare a me. Caro Franz sono andata a vedere le tuo foto, ma complimenti che belle! Ma caro il mio Luca pensavo che il tuo momento clu clu clu fosse la lettura del mio blog ahhhhhhh sono alquanto alterata non ti saluto più. notte a tutti
Grazie cara e Terrybile amica, ma non strapazzarmi il Rinaldoni che da sempre ti adora… (come me, ovviamente!)
Buon settembre anche a te, bacioni.
Sì, ma la belvetta mente sapendo di mentire, datosi che mi saluta ancora e mi riempie di elogi (modestamente meritati, inutile fare gli ipocriti). Mi spiace che si adonti, il suo blog era da me stato etichettato “semplicità ed eleganza”, parere che ancora sottoscrivo, ma si dà il caso che i posts (con la esse, son più d’uno) del mio quasi-gemello petroniano-felsineo siano giusto un filino più articolati e quindi vincono il Pulitzer. Alla Terrybile un Premio Ignobel per la simpatica facciatosta.
Pregasi immaginare un emoticon dall’espressione indecodificabile.
Su, bboni, non litigate! (Pregasi immaginare pronunciato dalla voce nasale e ormai stridula di Maurizio Costanzo).
p.s. dovevo allinearmi dopo lo scritto di Franz che dice “su booni” ma non si poteva caro Franz non ti arrabbiare uomo molto allineato.
Si si il pulizer ve lo do io il pulizer a calci vi arriva a tutti e due ah ah ah ah
fate i bravi cari vecchietti, comunque siete divertenti per non dire spassosi ah eh eh eh eh ciao baci a tutti e due (uguali così non litigate e sappiate che anche se non fossero inviati virtuali ma di persona sarebbero comunque dati a debita distanza – ma che ho scritto, si capisce? -) ciao notte
Cara nipotina capricciosa come una pizza, a me sembri più che allineata, quindi bada ora di non scomporti con l’attivazione di procedure punitive di genere fisico che turberebbero un tantino la tua innata eleganza posturale.
Lasciami il pulitzer virtuale e la mia dose di baci, di cui per questa volta mi accontenterò (sia per quantità che per distanza).
E buonanotte al secchio.
Ciao!
Spero che tu abbia passato delle buone vacanze e soprattutto che tu risolva questa spiacevole situazione.
Positiva la prima risposta; per la seconda, stiamo a vedere… 🙂
Carissimo, ben ritrovato.
Ho letto con il solito piacere il tuo puntuale resoconto di quanto accaduto in questi mesi e devo anzitutto rallegrarmi per aver riagguantato il testimone (i miei dubbi espressi in altra sede circa la sua affidabilità già li conosci, non che poi differissero dai tuoi).
Ora speriamo che vada fino in fondo e che ti dia sto benedetto documento. E, in caso di contenzioso davati al gdp, che non faccia strane retromarce rivelandosi reticente o inattendibile.
Ma inutile metterti in testa cattivi pensieri… deformazione professionale! 😉
Ancora un in bocca al lupo per tutto!
Ben ritrovato (e spero anche ben ricaricato…) a te.
Da quanto mi ha detto l’impiegata Barbara, la mia controparte diretta in un contenzioso sarebbe la mia stessa assicurazione, che poi dovrebbe rivalersi su quella della controparte. Mi sembra di capire che questo meccanismo riduce il ricorso al giudice di pace, nei casi in cui sia piuttosto chiara la dinamica dei fatti.
Quanto al testimone, sarò ingenuo, ma ho ripreso a sperare che riprenda a collaborare.
Grazie della solidarietà, e crepi il lupo!
Si, i contenziosi per i sinistri stradali ti permettono di citare due obbligati in solido: il guidatore e l’assicurazione della vettura.
Ovviamente si andrebbe dal giudice (tribunale o gdp a seconda del valore della controversia, quindi dei danni che hai riportato), solo se l’ass.ne facesse orecchie da mercante o frapponesse ostacoli alla tua richiesta di risarcimento, cosa che, per quello che ho visto in questi anni, solitamente succede ogniqualvolta vi sia la benché minima possibilità che ad aver causato il sinistro non sia la vettura a cui si chiedono i danni.
Nel caso, appunto, dovresti sperare che il teste smetta di ballare il ballo di San Vito e si assesti su di una posizione, mantenendola, perché scopo della tua controparte (l’ass.ne) sarebbe quello di dimostrare la sua estraneità alla faccenda, e con un teste che nicchia ci va a nozze.
Ti auguro perciò di avere fortuna e di ottenere subito risposta positiva con pedissequo pagamento immediato in tuo favore!
Leggo con piacere che, sia pur in termini più specialistici, confermi le notizie/impressioni avute in quel colloquio.
Ora non resta che attendere martedì, quando cercherò di ricontattare Fantomas, e sperare.
Grazie ancora, e ciao.