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Un paio di mattine di sole interrompono una sequenza di giornate piovose che sembra non finire mai, impressione che trova demoralizzanti conferme nelle previsioni del tempo per tutto questo penitenziale mese di marzo. E’ come una sola occhiata, che ha il sapore dello spasimo di desiderio, alla stagione che evolve senza concedersi; è come una breve interruzione in una lunghissima e opprimente galleria autostradale.
E la situazione politica non è da meno. Terminavo il mio articolo scritto poco prima del voto, prefigurando la gioia di Piazza San Giovanni, di un popolo unanime e festoso, e poi l’emozione palpitante dei risultati elettorali per chi, come me, aveva vissuto con crescente entusiasmo l’affermarsi di una nuova straordinaria speranza. E prefiguravo anche il clima di guerra che un atto rivoluzionario, benché operato con il democratico strumento del voto, avrebbe portato.
Non mi sbagliavo: nulla è più come prima, il banco è stato sbaragliato, molte posizioni di comodo e connivenza smascherate, la stabilità subdolamente devastante delle ultime stagioni politiche sostituita da un’incertezza inquieta e lacerante, foriera di divisione, scontro e paura.
Nel mio scritto dopo il voto (cioè l’ultimo prima di questo), raccontavo poi le mie altalenanti emozioni all’inizio di quello stesso tunnel di incertezza che stiamo giorno dopo giorno percorrendo; e, fra i motivi di conforto, citavo un filmato relativo ad alcuni neo-eletti a Cinque Stelle, conforto poi amplificato dall’ormai famosa sequenza di autopresentazione di tutti loro, a cui alludevo nei commenti allo stesso post.
Senza dubbio, la coscienza dell’ingresso in Parlamento, tramite i centosessantatré eletti, di una nuova cultura, attenta alle problematiche dell’ambiente, dei beni comuni, della legalità, della decrescita, è un dato certo che continua ad alimentare una fortissima speranza, ma intanto, proprio dallo stesso fronte, sono giunti segnali tutt’altro che incoraggianti. La scellerata rivalutazione degli esordi storici del fascismo espressa (in un suo post scritto nel recente passato) proprio dalla neo-capogruppo alla Camera; la stupida idea (poi smentita) di una piccola marcia collettiva per le vie di Roma in occasione dell’insediamento previsto ormai a giorni; ma soprattutto il cedimento, dichiarato da alcuni, rispetto alla linea intransigente nei confronti dell’appoggio a un governo del centro-sinistra, stanno complicando un quadro già fin troppo contrastato.
E zio Beppe, sulla falsariga di Gianroberto Casaleggio, è dovuto già ricorrere, ben pochi giorni dopo lo strepitoso successo, alla prima ‘mozione di fiducia’: “Se in futuro fossi smentito da un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l’Italia, allora, pacatamente, serenamente, mi ritirerò dalla politica.”
Ha fatto bene, ha stroncato sul nascere un’ipotesi che mi appare sempre più negativa nel merito, ma soprattutto deleteria nel creare una frattura insanabile fra un leader illuminato e una pattuglia di giovani volonterosi. E ha dimostrato quanto dicevo (e scusate l’ennesima autocitazione) sulla fragilità di un modello che, per quanto straordinariamente ricco di propulsione, si basa su una fondamentale contraddizione: teorica democrazia diretta e reale verticismo.
Clima di guerra, dicevo, o, se vogliamo smorzare i toni, comunque di aspro scontro. I poteri che si sentono fortemente minacciati, a partire da quelli della finanza internazionale, e che si irradiano, tramite un’ormai collaudata rete, in quelli più nostrani, rappresentanti dalla vecchia cricca politico-informativa, hanno cominciato a sparare le loro potenti munizioni. Una campagna d’opinione di portata massiccia sta veicolando con impressionante insistenza un messaggio unico: ‘Se il Movimento Cinque Stelle rifiuta l’accordo con Bersani, si rende colpevole di una pericolosa ingovernabilità’.
Ce lo dicono tutti i giorni, a tutte le ore del giorno, i principali quotidiani, i principali talk-show, gruppi di saggi e miopi intellettuali, schiere di infiltrati nei social-network; e trovano terreno fertile, nel fondamentale italico amore (con frequenti connotazioni accidiose) per il quieto vivere; nel senso di rivalsa dei milioni di elettori di centro-sinistra umiliati dal risultato elettorale e dagli schiaffi ricevuti da zio Beppe; nell’oggettiva fatica di immaginare un diverso percorso, tutto da costruire, per il reale bene collettivo.
Così facendo, cercano di dividere al suo interno, e indebolire nell’immagine, il piccolo grande esercito che hanno visto crescere dal nulla e ora insidiare dannatamente le antiche posizioni di comodo; e lo fanno amplificando la radicalizzazione del dibattito, propria dei toni battaglieri che tanto seguito hanno concesso a Beppe Grillo, e che ora tende a dividere pericolosamente, ma per alcuni vantaggiosamente, l’intera popolazione.
Cercherò di anticipare la critica che qui immagino, da parte di chi si è schierato a favore di quella voce di apparente buon senso: la critica, cioè, di assecondare una spinta esclusivamente distruttiva.
Il programma del Movimento Cinque Stelle, e più in generale il pensiero di Beppe Grillo, sono propositivi: almeno questa cosa, negata per gran parte della campagna elettorale, è ormai diventata di dominio pubblico. La strategia per realizzarlo non può passare però attraverso accordi con chi quei punti di programma ha evitato di affrontare, e in pratica osteggiato, almeno negli ultimi vent’anni. Intanto però la situazione del Paese è critica, e rischia di sfociare addirittura nel panico, se solo a qualcuno faccia comodo che ciò avvenga.
Inoltre nessuno ha voglia del salto nel buio di nuove consultazioni elettorali a brevissimo termine, tanto più con l’attuale sistema di voto (e sono abbastanza convinto che alla fine questa volontà collettiva prevalga). Grillo prefigura un successo plebiscitario, che gli permetterebbe infine di governare, ma penso sia troppo intelligente per non avvertire quanto invece sia potenzialmente volatile il successo conseguito.
A questo punto, il progetto più logico sembrerebbe quello di ottenere, per il Movimento, un incarico di governo già ora, una volta fallito il mandato esplorativo di Pierluigi Bersani; magari un governo composto da personalità di alto livello e reputazione, che non mancano di certo, e finalizzato a pochi punti di programma, fra cui riforma elettorale e conflitto d’interessi. Il centro-sinistra sarebbe messo alle corde con il suo stesso tema della scelta di responsabilità, e si potrebbe realisticamente sperare in un esito positivo.
Il resto del programma penso sia troppo in rotta di collisione con gli attuali assetti di potere, per essere attuato senza un suffragio ancora più vasto, che potrebbe essere ottenuto dopo un anno di alcuni evidenti risultati molto positivi.
Purtroppo il nostro ineffabile Capo dello Stato sembra essersi messo già di traverso a un’ipotesi di questo genere, affermando che, dopo quello a Bersani, non darà altri mandati di governo. Ma le cose possono cambiare, e potranno comunque realizzarsi dopo la nomina di un nuovo Presidente, speriamo, questa volta, più degno di questo nome.
Ma anche i neo-eletti mi sembra che si stiano involontariamente mettendo di traverso a quest’unica ipotesi davvero realistica e positiva, quando affermano che chiederanno un mandato di governo sui venti punti del programma, e senza proporre alcun candidato premier.
Le giornate sembrano scorrere lente, e mi chiedo se è un bene, se è il presupposto a soluzioni ponderate, bisognose di maturazione.
Intanto, all’orizzonte ci sono due eventi che potrebbero modificare fortemente il panorama.
Marco Travaglio, proprio in queste ore dalle pagine (cartacee e telematiche) del ‘Fatto quotidiano’, sta dando il giusto rilievo al primo di questi eventi, che già da qualche giorno sta circolando in Rete.
Si tratta dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi sulla base di una legge del 1957 tuttora in vigore, ma mai applicata nei suoi confronti, che dichiara non eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per (…) concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica“.
La giunta parlamentare chiamata a convalidare ogni singolo eletto è la prima a cominciare i lavori, dopo la relativa formazione, del tutto indipendentemente dagli accordi per il governo; e, come immaginavo, il Movimento Cinque Stelle ha già dichiarato che voterà contro l’eleggibilità del Mostro di Arcore, oltre che, nel caso di richiesta, a favore di autorizzazione a procedere all’arresto del pluricondannato.
Una campagna di firme indetta da Micromega, per sostenere l’ineleggibilità, ha già avuto diverse sottoscrizioni illustri, ed ha già superato quota centosettantatremilacinquecento (vedi qui).
Sembra dunque molto probabile, a breve, l’inizio di un nuovo imperdibile spettacolo.
Poco più avanti nel tempo il secondo evento potenzialmente tellurico: il 4 aprile il TAR del Lazio, dopo aver già accettato un ricorso al proposito, deciderà se l’attuale sistema elettorale può considerarsi in conflitto con la Costituzione; in caso positivo sarà poi la Corte Costituzionale a dover dire l’ultima parola (vedi qui).
Franco Battiato, in una delle sue più belle canzoni, concludeva: “La primavera intanto tarda ad arrivare”.
Manteniamoci vivi, coltiviamo la speranza, anche costretti a un’opprimente e pericolosa guida in galleria: là fuori qualcosa sta cambiando, e la primavera può certo tardare all’appuntamento, ma in realtà non ne ha mai mancato uno.
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Immagine da: http://it.opel.ch/gamme/gamma-opel/auto/new-astra-sports-tourer/caratteristiche/sicurezza.html
Sicuramente il periodo storico in cui ci troviamo è decisamente complicato e difficile… speriamo in un futuro migliore anche le le prospettive di serenità sono poche!
Abbracciatona di inizio primavera!
Giò
Certo, carissima Giò, la situazione e le prospettive, nazionali ma soprattutto globali, sono piuttosto inquietanti, ma, almeno qui da noi, credo che la forza di rinnovamento del Movimento Cinque Stelle, nonostante tutte le difficoltà e gli errori, ci possa dare grandi speranze.
Abbracciatona quasi primaverile a te!
Non sempre commento, ma leggo e sostengo! 🙂
🙂
Fa indubbiamente piacere, soprattutto in situazioni così maledettamente complicate.
Carissimo, permettimi di dissentire anche questa volta!
Non credo proprio che Grillo vorrebbe un incarico di governo, specie di un governo a tempo. Ha promesso ai suoi la rivoluzione: sedersi sullo scranno piu’ alto, fare due riformette essenziali o considerate tali (e quelle del suo programma non lo sono, tra l’altro) per poi tornare alle urne sarebbe per lui una Waterloo. Dell’elettorato che lo segue, tutt’altro che intelligente e preparato (tranne alcune eccezioni tra le quali sei certamente annoverabile), una simile mossa la capirebbero in tre. Per gli altri sarebbe solo la fine di un sogno…
forse mi sono perso qualche tuo approfondimento..oppure oltre a sentenziare potresti anche argomentare? Così per noi “ignoranti” sarebbe l’occasione per capire i differenti punti di vista e usare un po più la testa!
Mi spiace, Pioggia, che ti sia sentito parte dell’elettorato che ho definito ‘ignorante’, quand’è chiaro che, non conoscendoti, non alludessi certo a te. E mi spiace anche che pensi che sia una persona carica di pregiudizi, o che parla per partito preso, per sentito dire…
Conosco tantissimi grillini di persona, ieri berlusconiani, o addirittura così avulsi dalla vita politica da non sapere la differenza tra il potere legislativo e quello giudiziario, per dirne una, e in più leggo i commenti in calce al blog di Grillo e del Fatto, e questo mi ha a poco a poco convinto che non saremo forse ai livelli dell’elettorato leghista, ma poco ci manca.
Poi per 10 che si fanno sentire ce ne possono essere 100 intelligenti e (per quello) silenziosi. Io qui riporto le mie sensazioni, oltretutto nemmeno dette a cuor leggera ma dopo quella che considero un’attenta analisi del movimento e dei suoi elettori, dovuta al fatto che, in un primo tempo, sconfiferasse anche me, prima di perdere in mille rivoli populistici sui quali non mi pare il caso di soffermarsi.
Ciò detto, mi chiedi di argomentare, ma mi pare d’averlo già fatto: Franz ipotizza che Grillo possa ambire ad un governo più che mai ‘pro-tempore’, legato a qualche punto specifico e finalizzato unicamente al raggiungimento di quelli.
Per me questo è un modo di vedere le cose che non tiene conto di ciò che vuole davvero il Gabibbo pentastellato (e lo chiamo gabibbo in senso simpatico, sono ligure pur’io), perché far salire Grillo domani per vederlo scendere, per di più sua sponte, dopodomani, a giochi invariati e con l’Ue che ci caccia (perché Grillo non farà mai le manovre richieste, sia perché non vuole, sia perché piuttosto spera in un Monti che si sporchi le mani al posto suo), segnerebbe in modo drammatico la sua fine.
Lui accetterà il timone solo se e quando avrà una maggioranza netta che gli consenta di fare ciò che vuole, non vuole bruciarsi inutilmente prima.
Beninteso, se fosse possibile ingrassare placidamente sedendo sugli scranni dell’opposizione per qualche tempo, così da raccogliere i consensi dell’ultim’ora gridando ancora per un po’ ‘fate schifo!’ e ‘siete tutti uguali’, per lui sarebbe perfetto…
Il periodo troppo lungo, per permettere alla mia capacità letteraria di lettura, mi confonde e non mi fa capire con certezza se la frase di Franz contenente:”Caro Carlo, credo che la tua concezione dispregiativa sull’elettorato a Cinque Stelle(che ha giustamente causato l’irritazione dell’amico Pioggia) sia condizionata dalla lettura in Rete degli interventi della parte più chiassosa, fanatica e dogmatica dello stesso,purtroppo presenti in maniera sempre e comunque eccessiva.” Se quel ..dello stesso..sia rifetita a me o all’elettorato in genere,per chiarire,quel pure elettorato presente sulle chat, quelli che inneggiano alla modalità da stadio,piuttosto che..immagino non sia riferito a me dato che non credo di avere dato lo stesso adito che danno appunto “i tifosi” non tanto del MoVimento quanto del grillismo. L’importante è non cadere secondo me nelle stesse dinamiche da tifoserie, anche se soltanto differenti per erudizione.Consiglierei a tutti i preziosi amici intellettuali di impiegare le proprie energie più per elaborare proposte e analisi fattive, usando anche un linguaggio comprensibile ai più(tifosi e populisti compresi),piuttosto che ritrovarsi ancora una volta a fare salottto tra i soliti quattro gatti intellettualoidi, alla fine sempre perdenti di fronte l’elettorato “medio”. A Franz chiedo un maggiore impegno nella partecipazione ad un qualche gruppo di lavoro, mi sembrerebbe di capire che la tua predisposizione è quella alle comunicazioni !? Nel 1° incontro post elezioni Gruppo di Lavoro Comunicazione di Bologna,questo mercoledì passato,(purtroppo sembra non si senta nemmeno la necessità di creare un verbale dell’incontro da pubblicare sul Meetup) si è evidenziata la necessità di promuovere una “mini”testata giornalistica,radio, a livello locale. Ovvero strategie comunicative rivolte al cittadino “medio” e poco informatizzato.Poco informatizzato almeno quanto tutta quella massa di rincoglioniti che cazzeggiano tra chat e FB, alla maniera da stadio o da bar! Anche da qui parte il consolidamento di quell’elettorato ancora tendenzialmente “populista”, finchè non si attiverà una strategia “rieducativa” alla crescita della consapevolezza individuale e collettiva.
Mi spiace profondamente, amico Pioggia, che tu abbia potuto pensare ad un’interpretazione rivolta a te di quello ‘stesso’ (che in effetti, formalmente, si prestava all’equivoco), ma sarei quantomeno stupidamente autolesionista se mi mettessi ad attaccare l’unico commentatore che, come me, si dichiara schierato apertamente con il Movimento.
Faccio mio il tuo invito all’attivismo, ma, come ti ho già accennato, al momento la mia vita è piuttosto satura, e l’attività su internet, insieme al resto delle incombenze della vita di un single sportivo e salutista, è tutto ciò che posso permettermi, anche in considerazione del mio carattere timido e introverso, e di un lunghissimo cammino di emancipazione da antichi deficit di natura psicologica e affettiva. Sono convinto tuttavia che anche l’interazione in Rete (la cui parte attiva avviene sul blog e su Facebook) possa essere proficua e fruttuosa, quando sia fatta con spirito di dedizione anziché con il piacere masturbatorio di un aspirante o sedicente intellettuale.
Niente paura,immaginavo non fosse rivolta a me! Non credevo nemmeno di essere assieme a te l’unico sostenitore del M5S(senza riserve ma con tutte le dovute riserve)tra i tuoi commentatori su questa pagina.
Insisterei sull’opportunità/necessità di una tua partecipazione a un Gruppo,Comunicazione credo sarebbe perfetto, ma approfitto anche per farti presente che si sta sviluppando una interessantissima discussione e analisi su Democrazia Liquida alla pagina FB “Democrazia Liquida 5 Stelle” per la quale credo che potresti dare un contributo significativo.
Riguardo a problemi di timidezze e cose del genere..mmh? Mi limito a faci su una risata!
Ciao.
Vabbé, non mi hai capito, poco male: l’importante è saperti dalla mia stessa parte, ciascuno coi propri mezzi, nelle battaglie di civiltà che ci stanno a cuore!
Caro Carlo, credo che la tua concezione dispregiativa sull’elettorato a Cinque Stelle (che ha giustamente causato l’irritazione dell’amico Pioggia) sia condizionata dalla lettura in Rete degli interventi della parte più chiassosa, fanatica e dogmatica dello stesso, purtroppo presenti in maniera sempre e comunque eccessiva.
E penso inoltre che l’immagine di Beppe Grillo che tendi ad avere tu, come la maggioranza degli elettori della sinistra, immagine di un cinico spregiudicato mosso da qualche delirio di onnipotenza, sia altrettanto condizionata e falsata da pregiudizio, e dalla falsariga delle ultime generazioni di politici, interessati al proprio tornaconto anziché al bene collettivo.
Carissimo Franz,
è vero, Grillo lo intendo esattamente così, ma questo solo perché lui fa di tutto per essere ‘letto’ così. E questo, naturalmente, non implica che sia davvero quel dittatore fascistoide che ama impersonare quand’è sul palco.
Ha solo capito che, calandosi in quella parte, ottiene inspiegabilmente il consenso della gente (del resto dopo Berlusconi tutto è possibile). Per questo lo considero anche più pericoloso di B: perché è astuto e politicante come pochi.
E per questo penso che un po’ di lungimiranza e malizia tutte politiche lo terranno ben lontano da impegnarsi ora, specie con un suo esecutivo pro-tempore.
Invece di ribattere alle tue impressioni, mio carissimo, vorrei suggerirti una specie di scommessa.
Senz’altro il passare degli anni dimostrerà che uno di noi due si sbagliava: o il sottoscritto per una adesione ingenua, fidestica e populista, o tu per una presa di distanze di un cinico rigore.
Credo che entrambi possiamo augurarci, per il bene collettivo, che si avveri la seconda ipotesi, ma, a parte questo, penso che la valutazione a posteriori sarà di un errore comunque grave: sia, nel mio caso, di aver contribuito alla destabilizzazione del Paese, sia, nel tuo caso, nell’aver soffocato uno straordinario e provvidenziale vento di rinnovamento.
Carissimo,
la accetto ben volentieri.
Senonché non mi puoi nemmeno rimproverare un punto di vista particolarmente disilluso: ho 27 anni, sono cresciuto con Berlusconi e non ho visto altre politiche che non fossero le sue.
E’ normale, dunque, che la gioventù di oggi sia spaccata in due fazioni: quelli che per disperazione votano Grillo e quelli che, in tante sue sparate, mosse elettorali e strategie di marketing applicate alla politica rivedono lo spettro di Berlusconi.
Ciò detto, apprezzo la tua assunzione di responsabilità (conosco tantissimi berlusconiani di ieri che oggi disconoscono di aver mai votato per lui), dal canto mio sono pronto ad assumermi le mie per non aver creduto nei 5 stelle, e, ancora una volta, concludo augurandoci che sia tu ad aver ragione!
Dato che io continuerò ad essere ospite del tuo blog e confido che tu vorrai continuare ad essere ospite del mio, trascorreremo assieme il tempo di questa scommessa, che ha un termine tutt’altro che dietro l’angolo. 😉
D’accordo, buon cammino condiviso, allora, e speriamo, un giorno non troppo lontano, di sorriderci sopra insieme molto serenamente.
p.s.: lo so, da un po’ di tempo non ricambio le tue visite, ma è solo per mancanza di tempo.
Se il porcellum dovesse essere incostituzionale sarebbe una sferzata per la democrazia ma a tempo scaduto. Io l’ho già detto non voglio tornare a votare, perché mi sembra poco rispettoso per i cittadini italiani. I due partiti con maggiori voti possibile che non si mettano d’accordo? la democrazia è anche mediazione, altrimenti si chiama dittatura. Sul M5S attendo gli eventi, anche se le ultime da Grillo non mi sono piaciute per niente ( se fanno accordi mi ritiro dalla politica, e quindi tolgo il simbolo). Ma si sa che non amo il ricciolo selvaggio! Ciao e buona primavera. Riri52
Sicuramente nessuno ha voglia di nuove chiamate (e campagne) elettorali, e per questo, come ho già detto, penso che, almeno per qualche mese, si eviterà tale scenario.
Sul no a un accordo, che invece tu auspicheresti, ho già detto la mia sia nel post che nelle risposte agli altri commenti; in estrema sintesi, penso che sia un fatto di coerenza, di evitare trappole e soprattutto di evitare di snaturarsi, da parte del Movimento e di Beppe Grillo in persona, il quale poi è stato costretto a minacciare il ritiro per garantire l’unità d’intenti dei suoi; purtroppo, infatti, più d’uno aveva manifestato intenzioni diverse, senza aspettare di aver trovato all’interno del Movimento una posizione univoca.
Ciao e buona (benché bizzarra) primavera a te!
Continuano ad esserci due cose di cui sono profondamente convinto:
1. Che fra le colpe, pur gravi, di questa cosiddetta sinistra e il “dolo” spudorato e assoluto di questa destra, tracotante e compiaciuta della propria ignoranza, corre ancora una differenza che sarebbe altrettanto doloso e imperdonabile ignorare;
2. Che se il M5S e il Pd trovassero un’intesa sui punti che sicuramente conosci a menadito (conflitto di interessi; esorbitanza dei costi della politica; contromisure legislative severe e certe contro la corruzione; reintroduzione del voto di preferenza, e direi che posso fermarmi qui) potrebbero davvero dare una svolta positiva a questa Terza Repubblica (che a questo punto sarebbe una Repubblica Tersa & Pulita) di cui nessuno dei loro rispettivi elettori avrebbe a dolersi.
Detto questo, alla fine sto cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno, e apprezzo sostanzialmente la coerenza di Grillo e la sua fermezza nel non farsi incantare dalle sirene bersaniane (la sua incauta battuta pre-elettorale, che non era nè carpita nè fuori onda ma assolutamente pubblica, sullo “scouting” da fare all’interno del M5S non era stata delle più felici per definire una sinergia a pari dignità).
Coerenza o non coerenza, però, converrai che questo stallo è talmente delicato e precario che non potrà che modificarsi in un qualche modo. E non voglio credere che un movimento giovane, dinamico, creativo pur con tutte le sue numerose “adolescenziali” contraddizioni possa arroccarsi dietro una riedizione del “tanto peggio tanto meglio” stile PCI anni ’50. “Analizzando la situazione a mente fredda senza passione” (come fa Riccardo Cocciante in una sua vecchia canzone per scoprire vizi e virtù reali e non fittizi della sua amata) il rifiuto di Grillo a concedere voti di fiducia a scatola chiusa a chi cerca di montare sul carro del vincitore (gioco talmente noto e reiterato che sarebbe un po’ da stolti cascarci) è probabilmente l’unica posizione possibile.
Il paradosso è che in questa fase criptica e intrinsecamente oscura, i teorici nipotini di Togliatti (ricorderai la battuta da vero ignorante della storiografia politica di Monti, “Loro sono nati nel 1921”) sono nel ruolo funzionale della vecchia DC e se mai le cose e i concetti di sinistra sono quasi tutte da ricercare nel programma a Cinque Stelle.
Io non sono un esperto di scenari politici, sono mosso da curiosità e (soprattutto) onestà intellettuale: preferisco dire stronzate delle quali sono convinto che bei concetti per fare bella figura con chi mi legge. E a volte mi manca il tempo (e forse anche la voglia) di navigare nel mare magnum dell’informazione scoprendo isole del tesoro e scansando l’isola del Ciclope che mi si mangia vivo.
L’esperienza di Parma dimostra che le forze nuove incontrano fortissime resistenze e controforze omeostatiche potentissime. Nessuno meglio di Pizzarotti che, come ho detto tante volte, governa una città che conosce come le sue tasche, sa quanto sia difficile mantenere coerenza, “stare calmi e indifferenti quando tutti intorno fanno rumore”.
I neoeletti pentastellati entrerenno in un Parlamento che lo Zio vorrebbe venisse “aperto come una scatoletta di tonno”, ma sa benissimo che il Parlamento non ha l’apertura a strappo, ci vuole l’apriscatole di Braccio di Ferro e se non si sta attenti la scatoletta resta chiusa e si finisce al Pronto Soccorso.
Infine anch’io come te seguo con passione vera e autentica trepidazione l’evolversi degli eventi pronto a gioire se sarà il caso e a dire “No ragazzi, non ci siamo ancora” se credrò di doverlo dire.
Ad maiora.
Da attento e sensibile lettore della realtà quale sei, e non ne avevo dubbi, stai vivendo anche tu quasi sulla tua pelle la delicatissima sfida che il risultato elettorale ha aperto, e lo fai esponendo idee e aneliti in parte contraddittori, come è giusto e inevitabile.
E’ vero, la distribuzione delle colpe e dei demeriti fra destra e sinistra necessita di distinzione: da parte mia, con buona approssimazione, paragonerei il primo soggetto a un piromane, che ha dato fuoco ai palazzi per proprio tornaconto, e il secondo a un pompiere, che invece di spegnere l’incendio l’ha sfruttato per fare un barbecue.
Anch’io, comunque, penso che la situazione di stallo troverà qualche via d’uscita; certo, se l’inqualificabile Presidente della Repubblica smettesse di fare danni sarebbe tutto più facile; il giorno che lascerà il Quirinale bisognerebbe davvero scendere in piazza a festeggiare, magari unendo la festa a quella per la fine politica ormai prossima del Mostro di Arcore.
La realtà si evolve, e mai come adesso è necessario osservarla con attenzione positiva e non lasciarsene spaventare, o addirittura demonizzarla rancorosamente e sprezzantemente, come tende a fare l’elettorato deluso della sedicente sinistra.
Osservare positivamente l’evolversi della realtà, poi, diventa ancora più appassionante se lo si fa insieme ad amici di formazione e sensibilità comune.
Ad maiora.
Complimenti per lo scritto,buon giornalismo,quando pubblichi su “Il Fatto Quotidiano”?
Grazie per il bel complimento. Quanto al ‘Fatto quotidiano’, indipendentemente dalla maggiore o minore dignità dei miei scritti, l’accesso a tale ribalta non è pensabile per un ignoto blogger seguito da pochi ma fedeli lettori.
Ciao Franz,
vediamo se oggi sono più fortunata e mi riesce di lasciarti un commento 🙂
Più che per quello di oggi vorrei ringraziare per il post precedente: ha il grandissimo pregio di essere pieno di dubbi e di alterne emozioni e rendere il tuo blog un luogo dove discutere in modo più sereno rispetto ai social. Mi piacerebbe molto se, almeno qui, il clima potesse restare così, senza “mantenere troppo le distanze” 😉
Come sai, o forse no e allora lo premetto, chi scrive è “al di sopra di ogni sospetto”: non ho mai votato PD (né DS, PDS, né PCI) in vita mia e condivido in pieno la critica radicale a questo partito. A questo giro ho dato un voto a RC e uno al M5S. Il voto al M5S con due valenze: una in negativo, per “dare un segnale” di netta contrarietà alle politiche portate avanti dal governo tecnico con il sostegno di chi sappiamo; una in positivo, perché -dopo tanti anni passati a votare ininfluenti partitini con percentuali da prefisso telefonico- mi piaceva assai l’idea di poter vedere finalmente rappresentate in Parlamento alcune delle istanze ambientaliste portate avanti dai movimenti degli ultimi dodici anni. Istanze che più legittimamente avrebbero dovuto essere raccolte dalla sinistra a sinistra del PD ma che invece -con buona pace dei Wu Ming- sono state letteralmente e colpevolmente regalate all’onnivoro movimento 5S.
Tuttavia, pur con questa premessa, anch’io concordo con la maggior parte dei tuoi commentatori (anzi, commentatrici) nel ritenere un accordo tattico M5S-PD su alcuni punti la soluzione migliore per dare una risposta immediata, benché parziale, alla strepitosa volontà di cambiamento di un Paese in ginocchio. Fatti salvi i militanti a 5S e gli iscritti ai meet up, agli 8.700.000 votanti del M5S nulla interessa delle strategie di cambiamento culturale a lunghissimo raggio, interessa invece vedere una modifica della rotta qui ed ora. Non saper cogliere il momento è segno di a) mancanza di intelligenza politica oppure di b) malafede (tanto peggio tanto meglio, spingiamo per il caos e raccoglieremo alle prossime elezioni) oppure di c) manifesta incapacità ad assumersi responsabilità di governo, il che significa ammettere di aver bluffato alla grande nel proporsi come forza in grado di governare. Non vedo altre possibili spiegazioni e, credo, come me non le vedono moltissimi altri che al prossimo giro col cavolo rivoteranno 5S. Rimandare la gente alle urne senza aver portato a casa nemmeno un risultato non sarà capito, né perdonato.
Un’ultima nota: a me il MoVimento, pur con tutte le sue contraddizioni, piace e fa moltissima simpatia. Molto, ma molto meno, piace il due capelluto: sono convinta che, per crescere veramente, il Movimento debba -più prima che poi- affrancarsi da questi due. Detesto invece visceralmente i modi urlati e violenti di quello che tu chiami “zio B.” -già li detestavo ai tempi di “Te lo dò io il Brasile”, figurati un po’. Considero Bersani un vero avversario politico ma immagini come quella che hai riportato nel tuo precedente post, mi fanno sentire in profondo imbarazzo. La forma, credo, in qualche caso è anche sostanza.
Chiedo scusa per la lunghezza, e ti mando un abbraccio 🙂
Ciao Equipaje, cerco di rispondere passo passo al tuo commento.
Credo che le alterne emozioni, se non i dubbi, traspaiano anche da questo post, e se così non fosse ti assicuro che, come ho appena risposto a Loretta, vivo l’attuale difficile situazione politica con molta apprensione, e sforzandomi continuamente di rifuggire da posizioni dogmatiche; anch’io, stante la mia (già più volte dichiarata) scarsa propensione soggettiva al contraddittorio, ritengo importante salvaguardare serenità e profondità del dibattito, cosa che, come giustamente dici, può avvenire meglio in un blog che su un social network. (Però tu, blogger pentita, predichi bene e razzoli male… 🙂 ).
E veniamo al punto principale di disaccordo. Innanzi tutto credo che il voto degli Italiani abbia espresso un rifiuto molto clamoroso alle politiche di appoggio all’Europa (anzi al mondo) della finanza, e a tutto ciò che rappresenta, e questo sia un dato politico di per sè importantissimo, incontrovertibile e in qualche misura rivoluzionario. Credo poi che il giudizio sulla possibilità o meno di accordi e compromessi con il centro-sinistra sia in funzione di un altro giudizio, quello cioé del grado di corresponsabilità storica di quel soggetto rispetto alla progressiva devastazione attuale. L’Italia è un Paese per troppi aspetti umorale e infantile, che rifugge il vero senso di responsabilità e la capacità di ammettere le colpe storiche (ed è per questo che i revisionisti sono sempre capaci di proselitismo): non ho sentito l’onesto Pierluigi Bersani ammettere che il suo partito abbia fallito nel ruolo di opposizione, e anche in quello di governo, che sarebbe stato opportuno e necessario per evitare lo sfascio.
Il Movimento Cinque Stelle non può accettare ora, senza snaturare la sua funzione di antidoto e motore di rinnovamento, le profferte di tale soggetto, dettate da spirito di conservazione più che da vera responsabilità. La coerenza ha un prezzo, e sono personalmente convinto che lo stesso Beppe Grillo stia vivendo con apprensione intensa, se pur nascosta, l’attuale pericolosa instabilità; il prezzo della coerenza potrà essere la delusione e l’abbandono di una parte consistente dell’elettorato, che mai come ora si è dimostrato capace di tradire massivamente i partiti a cui era fidelizzato. Ne sono convinto, anche se i sondaggi, attualmente, danno il Movimento in ulteriore crescita.
Rifiuto poi anche l’idea di un’astratta funzione di rinnovamento culturale a lunghissimo raggio, tanto è vero che il primo provvedimento dichiarato per un eventuale governo a Cinque Stelle sarebbe quello del reddito di cittadinanza.
Sul come uscire dall’impasse nel modo secondo me ottimale, poi, mi sono già espresso nel post, auspicando il ribaltamento dei ruoli, con un centro-sinistra che appoggiasse un governo M5S su un programma di pochi punti.
Sul duo capelluto, ferma restando l’insindacabilità delle proprie simpatie, ti invito a non sottovalutare che il Movimento non sarebbe nato, né avrebbe potuto mai avere un successo elettorale così strepitoso ed epocale, senza di loro; e ad immaginare che cosa succederebbe senza la loro guida, con il Movimento destinato a fare la fine di un qualsiasi Popolo viola di recente memoria.
Infine, sull’immagine per te imbarazzante di Bersani-morto che parla, vorrei farti presente che lo sberleffo, anche a tinte forti, è sempre stato un segno di rivendicazione popolare contro la prosopopea e l’arroganza dei potenti, e che i segni espressivi che si rifanno al teatro popolare fino alla Commedia dell’Arte sono propri dell’ex-comico, e carattere distintivo, nella forma e nella sostanza, del modo di esprimersi suo e, per osmosi, dei suoi attivisti.
Spero di aver risposto in modo abbastanza soddisfacente al tuo ricco commento, di cui ti ringrazio.
Un abbraccio a te. 😉
Hai ragione a dire che la primavera arriverà senza dubbio, ma potrebbe essere ugualmente
fredda, piovosa, uggiosa e non farci apprezzare le meraviglie che stanno nascendo.
Sto vivendo il clima politico in questo modo. Da perfetta ignorante mi sento di dire che il M5S
aveva un’opportunità meravigliosa di mettere qualche puntino sulle i senza dover stravolgere
tutto il sistema, opportunità che mi auguro non debba perdere, perchè non sono sicura che eventuali nuove elezioni gli darebbero lo stesso successo.
Roma non si è costruita in un giorno e non è possibile cambiarla tutta in una volta.
Penso solo che intanto che TUTTI quelli che abbiamo votato pensano a loro stessi, l’azienda per cui lavoro ( come altre migliaia e migliaia )sta mettendo in cassa integrazione padri di famiglia che non hanno altri redditi, ( cassa integrazione di cui si sa già che sono finiti i soldi) e questo mi rende acida verso tutti.
Ciao ( e scusa ).
Cara Loretta, capisco bene il tuo pensiero, il tuo sconcerto, e anche quella che chiami acidità.
Se può esserti di conforto, posso assicurarti che da parte mia vivo con grande apprensione questa nuova pagina della vita politica, in un Paese in situazione molto critica e a rischio di crisi ancora più drammatiche.
Tuttavia, e col beneficio del dubbio, razionalmente capisco e appoggio la coerenza di chi rifiuta le proposte di collaborazione con chi è corresponsabile di questo stato di cose, né è capace di ammetterlo. E continuo a essere profondamente convinto che la finalità di Beppe Grillo, e del Movimento che ha fatto nascere, abbia un fondamentale carattere e spinta etica, e di autentico rinnovamento; e continuo a coltivare la speranza che le strade per realizzare questo si possano trovare, senza lasciarsi prendere dalla fretta o dal panico.
Ciao (e grazie).
coltiviamola Franz, navigando cauti cauti a vista
Cautela e speranza sono sempre doti preziose, cara Amanda, ma in certi momenti di più.