Nello stesso nome della speranza

grillo diba.
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Alle quattro del mattino di sabato 24 maggio il cielo che la notte ha terso si appresta già a colorarsi, ad Est, dei primi chiarori dell’alba.
Nel lungo parcheggio alberato della Certosa, le due corriere noleggiate dal Movimento Cinque Stelle di Bologna e provincia sono appena rientrate dalla trasferta romana, destinazione Piazza San Giovanni, e alla spicciolata tutti i partecipanti, per lo più giovani, si disperdono verso le automobili. I saluti sono un po’ intorpiditi da quelle mezze ore di sonno che un po’ tutti hanno strappato alle scomode poltroncine, dopo la fatica fisica delle molte ore passate immobili, in piedi, nella piazza gremita per la lunga e vibrante manifestazione elettorale.

Anch’io saluto alcuni estemporanei compagni di avventura. La coscienza di aver vissuto un’esperienza di condivisione eccezionale, per carica emotiva e calore affettivo (da molto tempo non mi capitava a livelli così sorprendenti), di essere stati comunità nel senso più pieno e nutriente per la mente e l’anima, si esprime negli sguardi e nelle poche parole.
“Ora” mi viene da esclamare sorridendo, “non ci resta che aspettare i risultati. Sto già palpitando al pensiero di domenica notte.”
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Domenica notte, come sempre, sono alla guida del taxi. Non della Cavallona, ricoverata in attesa del trapianto del turbocompressore, ma di una piccola Fiat di scorta, che fa preziosamente il suo dovere, pur con tutti i suoi limiti. Fra i quali limiti, il più grave, almeno in questo momento, è che non funziona l’autoradio. A cavallo delle undici l’attesa degli exit-poll e poi delle prime proiezioni, che mi aspettavo spasmodica, avviene per me in un insolito silenzio, che ha tuttavia il vantaggio di generare un’atmosfera quasi ipnotica e anestetica. Non mi riesce difficile continuare a lavorare anziché correre a casa ad accendere la tivù o il computer; quasi mi meraviglio di me stesso, cercando di leggere i significati sottesi a questa mia strana calma.
Fermo al posteggio della stazione mi affianco alla Renault del collega amico dei poliziotti e candidato per la Lega Nord alle comunali di Pianoro. Ha un piccolo schermo televisivo in macchina; attraverso i finestrini scorgo l’immagine di Bianca Berlinguer; non riesco ad afferrare le sue parole, devo accontentarmi di studiarne postura e movenze, che trovo particolarmente rilassate, pessimo segno. A dispetto del suo cognome, si tratta di una fra i tanti rappresentanti del fronte nemico, in quello che tutta la campagna elettorale, e non solo quella di parte, ha prefigurato come un testa a testa fra zio Beppe (noi) e la Casta (loro) guidata dal Berluschino fiorentino.

Più tardi mi ritrovo accanto a un altro collega, che ha la radio a volume alto sintonizzata sulla stazione di “Rai- G.R. Parlamento”. Mi sembra di percepire qualche parola su esiti di rafforzamento dell’attuale governo. Troppo poco, troppo presto, ma i presentimenti negativi si fanno largo.
Ancora più tardi, dopo una breve corsa con un cliente, torno allo stesso posteggio e rivedo lo stesso collega, quello con la radio, un po’ più avanti. Si tratta di una persona con sintomi psicopatologici: dall’aspetto molto trasandato, benché riesca a condurre l’attività evidentemente nei limiti della norma, quando è in attesa lo si vede spesso parlare da solo, il più delle volte intorno al suo chiodo fisso: i comunisti, oggetto delle sue imprecazioni sarcastiche.
Non dovrei farlo, ma il deficit di informazioni mi rende debole: scendo dalla mia macchinina, mi dirigo verso di lui e, appena in tempo prima che venga raggiunto da nuovi clienti, gli chiedo, con voce flebile: “Si sa qualcosa?”
Sorpreso che qualcuno gli abbia rivolto la parola, accusa il colpo con uno strano, inquietante scatto del volto. Poi mi risponde, con il solito tono stentoreo e sprezzante: “Ha votato solo il trentasei per cento, cosa vuoi che contino i risultati?”

Una volta finalmente a casa, privilegio il computer come canale di informazioni per la lunga notte che mi accingo a vivere, almeno nelle aspettative.
La coscienza dell’inattesa batosta (quanto meno in termini di differenza di suffragi sull’avversario diretto) fa presto a imporsi. Seguo il sito del Ministero dell’Interno per i risultati ufficiali. Nervosamente comanderò a più riprese l’aggiornamento della pagina, e di tanto in tanto vedrò aumentare il numero delle sezioni scrutinate, ma sempre pressoché inalterata la distanza abissale di quell’uomo in fuga.
E seguo la trasmissione in streaming-tv di Salvo Mandarà, un operatore semi-professionista e appassionato di questa modalità di informazione, conosciuto sostenitore del Movimento.
Siamo poco più di cinquecento utenti collegati. La desolazione, lo sconforto, la stanchezza, sono evidenti nel volto e nelle parole del comunicatore, così come negli interventi (in modalità ‘hangout’) di chi offre le proprie parole e la propria immagine tramite una web-cam. A lato del riquadro con il video, scorre la chat dei commenti testuali, tutti dello stesso tenore, forse un po’ più esasperati e rabbiosi.
Finché non chiede e ottiene immagini e parole un giovane collegato dal Venezuela.
Ha il tono deciso, di chi cerca di dare la sveglia. Sostiene che è impossibile che questi siano i risultati veri, che il sistema si è schierato in propria difesa: “Io conosco bene, qui, questo genere di fenomeno.” Ed elenca una raffica di indizi che rende assolutamente inverosimile un esito tanto sorprendente. “Chi ha in mano il controllo informatico dei dati ha in mano il potere, e il software delle totalizzazioni è stato dato a una multinazionale di George Soros.”
Quel volto e quel tono di voce così convincenti hanno l’effetto di ridestare la vita e la speranza nella piccola popolazione raccolta intorno a questa trasmissione.
Si fanno altre ipotesi, si cercano le incongruenze nell’afflusso dei risultati, anche Salvo Mandarà si coinvolge in questa riscossa.
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L’indomani, a mente riposata, lo stesso Salvo dichiarerà apertamente di averci ripensato e di essersi convinto della validità dell’esito, come peraltro avviene a livello ufficiale, da zio Beppe in giù.
Da parte mia, invece, il tarlo dell’esito truccato continua a lavorare, e, con questo, l’istanza di lanciare l’allarme.
Sia pure col beneficio del dubbio, pubblico alcune considerazioni sulla mia pagina Facebook, relative soprattutto agli exit-poll, che ho cercato e trovato a posteriori, e che davano il PD al trentatrè per cento e il Movimento al ventisette, risultato molto più in armonia con le aspettative di tutti. L’errore di otto punti percentuali sembra un’anomalia troppo strana.
Avverto, in questo duro “day after”, di essere scosso, e di aver ricevuto un colpo molto grave alla mia speranza; quella di partecipare all’unica rivoluzione pacifica che potrebbe costituire una risposta adeguata, propositiva, salvifica, alle devastazioni nazionali operate dalla corruzione, e a quelle mondiali da un capitalismo devastatore. Quella di riportare nella società malata quella fratellanza, emozione, bellezza che ho vissuto così intensamente solo tre giorni prima.
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La serata, quando esco nuovamente dal garage con la macchinina di scorta, si presenta dolce nelle tinte e nelle luci.
Dopo alcuni clienti stranieri, è la volta di un uomo alto, gentile, socievole; mi dice che è la prima volta da quindici anni che prende un taxi in Italia, e commenta con ironia che avrebbe preferito per l’occasione una Mercedes o un’Audi, quando gli confesso che sto guidando l’auto di scorta.
Poi mi chiede che cosa dice la gente dei risultati elettorali: è un modo abbastanza evidente per cercare con me lo scambio di impressioni.
Ben presto scelgo di giocare a carte scoperte: “Sono sostenitore dei Cinque Stelle, può immaginare come mi sento.”
La sua reazione è misurata, qualche critica nei confronti di Grillo, ma anche apprezzamenti per alcune idee e battaglie.
Gli confido i miei dubbi sull’attendibilità dell’esito, specificando che non alludo a quello delle singole sezioni, ma al trattamento informatico dei dati.
“Secondo me è impossibile” ribatte, “perché i risultati sono consultabili, e qualunque presidente di seggio che li scoprisse taroccati farebbe innescare una reazione a catena che farebbe crollare l’intero castello di carte.”
“Ma sono davvero disponibili i dati per sezione?”
“A richiesta sì” mi risponde con una certa sicurezza, che basta a troncare l’argomento.
Alla fine, poi, anche lui scopre le carte: “Vede, lo sbaglio principale di Grillo è questo messaggio che tutto va male. Perché non è vero: in Italia, ad esempio, abbiamo il record europeo di energia da fonti rinnovabili. C’è bisogno di dare messaggi positivi. Vede io non ho avuto gli ottanta euro, ma penso che sia stato un provvedimento utile a ridare fiato all’economia.”
Se fossi portato al dibattito polemico, come non sono mai stato e mai sarò, mi scalderei nel dimostrare quello che mi sembra evidentissimo, cioè l’esclusiva finalità di propaganda elettorale di quel provvedimento; riesco invece solo timidamente a ribattere che, intanto, sono stati tagliati gli assegni familiari.
Lui risponde che è vero, ma che sono state colpite anche le rendite finanziarie, e che gli sembra molto giusto.
Morale: esco dal piccolo dibattito, apparentemente, senza aver intaccato, con le mie, le convinzioni di quest’uomo, gentile e pacato nei modi, che rappresenta la voce di quel sonante e indigesto quarantuno per cento dei votanti.

Ma l’incontro mi è utile, per continuare l’elaborazione mentale del tema più urgente alla mia coscienza: quello dei brogli.
E nelle ore successive, sulla scia del ragionamento di quell’uomo, mi appare evidente l’anello debole della catena: se ci sono stati brogli, sono stati nelle totalizzazioni. Se è vero che i dati per singola sezione possono essere controllati, chi è che invece può prendersi la briga di rieseguire tutte le operazioni di somma che portano al dato nazionale, quelle effettuate dai programmi di George Soros?
La notte porta consiglio, e infatti mi sveglio l’indomani con un’intuizione risolutiva: le proiezioni. Bisogna recuperare le prime proiezioni dei risultati diffuse durante la notte, mentre ero ancora a bordo del taxi silenzioso.
Si tratta dei dati reali di seggi scelti come campione, e dunque se anche quelli sono in linea con gli exit-poll, l’ipotesi delle totalizzazioni truccate è avvalorata, altrimenti, se sono allineate con i risultati definitivi, sono smentite.
La potenza di Google riesce in pochissimo tempo a fornirmi la risposta: ritrovo le proiezioni che cercavo, e le percentuali sono del tutto simili al risultato finale. Il caso è chiuso, il risultato clamoroso è reale, la batosta c’è stata.
Così come è vero che l’ipotesi del trucco, consolatoria in prima battuta, avrebbe fornito, oltre alla massima urgenza di diffondere l’allarme, un quadro inquietante di una dittatura mai più contrastabile con l’arma, sia pur spuntata, del voto.
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Come ogni cosa della realtà, dopo eventi inattesi nel bene e nel male, tutto si elabora e metabolizza rapidamente. In questo caso grazie anche al fiume in piena dei relativi commenti.
Sono in tanti a pretendere dal Movimento un’autocritica, evitando di scaricare le cause e le colpe sull’elettorato, anziano, disinformato, eccetera.
Da parte mia penso che l’analisi dei molti errori sia giusta, ma che non debba sovrapporsi al dato di realtà che mi sembra di gran lunga più evidente.
Nel nome della speranza si sono schierati “loro”, quelli che hanno creduto ai messaggi positivi di Matteo Renzi, ben oliati da ottanta euro furbescamente elargiti a una parte della popolazione, nonché da un appoggio da parte delle principali testate giornalistiche e televisive degno dei peggiori regimi.
Nello stesso nome della speranza “noi”, che abbiamo una percezione (anzi, presumibilmente, una conoscenza) di una realtà molto più drammatica e corrotta, e per questo urliamo, con la voce di zio Beppe e dei valorosi guerrieri in Parlamento.
A “loro” non fa piacere sentire quelle urla, preferiscono un quadro edulcorato delle cose. E’ l’atteggiamento infantile e acritico di una popolazione che non vuole crescere, e non meraviglia, se ci voltiamo indietro, che la nostrana epopea del berlusconismo abbia potuto avere una rilevanza storica del tutto incomprensibile all’estero.

Tutto si metabolizza rapidamente. L’unico inganno possibile è quello della fissità di una realtà che è sempre in tumultuosa evoluzione.
La forza della verità e della bellezza, come un fiume sotterraneo, intanto continua il suo eterno lavoro, e ci sorprenderà prima o poi con fresche, incantevoli risorgive.
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(Immagine trovata su varie pagine di Facebook)

Informazioni su Franz

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15 risposte a Nello stesso nome della speranza

  1. lucarinaldoni ha detto:

    Sono alcuni mesi che non commento sul tuo blog (in realtà che non aggiorno neppure il mio e che vado poco o nulla su Internet) e quindi non è semplice ripresentarsi ora, come se niente fosse (come un Mattia pascal o un Ulisse che torna dal mare di roversiana memoria) di fronte a un risultato elettorale così vistoso e per certi versi inquietante.

    Come probabilmente sai o hai intuito, un po’ per necessità un po ‘ per libera scelta la mia passione per l’attualità e la politica sono entrambe venute scemando. Oggi come oggi sono uno dei milioni d’italiani che devono duramente combattere per la propria sopravvivenza fisica ma soprattutto morale, per non essere inseriti nella massa amorfa dei “poveri” che possono essere solo oggetto di commiserazione e di pelosissima carità.ma per cercare di restare dei cittadini portatori di valori, opinioni, esigenze e (perché no) sogni.

    Questa vittoria di stampo democristiano di una ex-sinistra che non è più sinistra forse qualche ammo fa mi avrebbe comunque provocato sentimenti di gioia pur se temperati dall’ovvio dubbio “Sì, ma che sinistra è?”; oggi mi rattrista e mi infastidisce.

    Però mi rattrista anche l’involuzione (così almeno la vedo io) di un Movimento 5 Stelle sempre più verticistico e “personalizzato” (uno vale uno, rammenti?) che ha probabilmente bruciato un’enorme opportunità di incidere sul governo nazionale quando ha sdegnosamente rifiutato anche il più piccolo accordo programmatico col Pd di Bersani, ben più presentabile e ben meno “neo-democristiano” del presente.

    Sono impressioni, tu chiamale se vuoi emozioni di chi guarda la politica un po’ da fuori e ultimamente non vota neppure più perché ha perso il referente semantico di quella operazione.

    Non sono sicuro di quello che volevo dire, comunuqe l’ho detto.

    A proposito, il mio blog ha riaperto a tutti gli effetti e aspetta vividi sprazzi della tua intelligenza.

    Un abbraccio.

    • Franz ha detto:

      Bentornato: anche questo mio blog, che emette vagiti a cadenza ormai solo mensile o quasi, è ben lieto di ritrovare a sorpresa nuovi vividi sprazzi della tua inteligenza! 🙂
      Per quanto riguarda la situazione politica, in estrema sintesi, penso anch’io che il Movimento abbia commesso diversi errori, ma penso anche che questi siano stati determinanti solo parzialmente, e in modo non decisivo, su un esito elettorale che l’irresistibile ascesa del Berluschino Fiorentino, appoggiata disgustosamente da tutti i principali mezzi di informazione, aveva predeterminato, stante la vocazione della nostra popolazione a lasciarsi ingannare dal venditore di turno di comodi sogni (questa volta, a parziale discolpa dell’elettorato, anche a causa dei mezzi di informazione di cui sopra).
      Per quanto riguarda il verticismo, penso che il Movimento rappresenti un curioso e interessante (ma delicatissimo) equilibrio fra una forma di tirannia illuminata di stampo machiavelliano e di democrazia diretta.
      Il fatto confortante, su cui non possiamo non essere d’accordo, è che questo equilibrio ha generato un gruppo di giovani parlamentari con i controcosiddetti; speriamo che il miracolo si ripeta nel parlamento europeo.

      Ciao, ricambio l’abbraccio, e appena avrò il tempo per farlo come si deve ricambierò anche la visita.

  2. trudy1970 ha detto:

    “grazie a te Beppe e a tutti i meravigliosi ragazzi che lavorano dentro al Movimento. E’ dal 2006 che vi vivo e vi respiro in ogni poro della mia pelle!! E venerdì 23 maggio a Roma in Piazza San Giovanni diverse volte mi sono commossa e ho pianto… Beppe non arrenderti ….non arrendiamoci mai. Finchè abbiamo un alito di fiato …continuiamo ad urlare fino a rimanere senza voce! Stai certo che le nostre grida non cadranno sempre nel vuoto. Ti abbraccio.”.
    Ecco Franz questo è quello che ho scritto a Beppe l’indomani dei suoi ringraziamenti ai 5 milioni e rotti che hanno votato per lui e il movimento..
    Tra le varie argomentazioni nel post parli di presunti brogli elettorali e se ci sarà bisogno di ricontrollare e ricontare schede e preferenze è bene che avvenga, questo comunque, purtroppo, non ribalterà i risultati elettorali.Ora un’analisi di quanto avvenuto. Non mi addentro nei retaggi del perchè e del come non ha senso, è andata così. Punto a capo a. In un precedente post ti dissi che l’elettore che è sbagliato. Finchè non se n va questa classe vecchia ignorante che gira ancora con l’Unità in tasca come 50 anni fa cosa pretendi? Non c’è peggior ignorante di chi nega l’evidenza. A questa classe -come disse Beppe a Bologna- neppure dei nipoti senza lavoro gliene frega niente. Hanno i figli (della nostra generazione) più o meno a posto. I vecchi si sono già sacrificati abbastanza la guerra, le lotte per ottenere dei diritti, i partigiani, Berlinguer, la famiglia, i figli….ora basta ora si sono seduti attoniti tutti ebetini. Ai npoti ci pensano i figli. Dalle politiche alle europee cosa è successo? Lentamente Beppe i ragazzi hanno capito hanno ragionato hanno corretto tante cose. D’altronde chi lavora veramente e fa esperienza sbaglia sperimenta ed infine trova altre strade e strategie. Meglio fare e sbagliare che non provarci per non sbagliare mai per cambiare quello che non va, Chi prova e si rinnova è sempre vivo e aggiornato. Non ha para del futuro e di quello che ha davanti. Certo che tutti gli altri inficiati collusi e torbidi, presenti in Parlamento, non hanno bisogno di urlare per dire sono qua esisto ho voce e testa per dire quello che penso, non sono qua per scaldare la sedia o spingere n ditino per dire si o no ad un decreto, semplicemente non sono ne scemo ne asservito ai poteri stantii e putrefatti di questa aula. Dopo un fallimento dietro l’altro raccogliendo da un insediamento all’altro sempre più schifezza, con Letta e quell’xx yy di Napolitano abbiamo sfondato il fondo. Dopo lo psico-nano, ecco arrivare l’ebete di turno giurando che avrebbe spazzato via Beppe e tutti i suoi cretini, ma come dice Beppe ha vinto una battaglia e non la guerra. Tornando a Beppe ora, giustamente, su in Europa, ovviamente, non si allea con la casta. Beppe nel suo “meraviglioso” carattere immediato, se vuoi, viscerale, da tutto di se in quell’attimo, ma poi si sa fermare e ragionare è un gran stratega onesto pulito e cerca le alleanze più vicine al pensiero vivente suo e del movimento e se uno degli alleati si chiama Nigel Paul Farage, ben venga!! Son certa che sa quel che fa perchè lassù insieme ai ragazzi tolga un bel po’ di merda, E non dimentichiamoci che qua abbiamo nel 2015 le regionali, nel 2106 le amministrative e poi le politiche. Vedi Beppe quanto da fare ha ancora. Non puoi e non devi abbandonarci. Ciao Franz e ciao a zio Beppe.

    • Franz ha detto:

      Cara Trudy, se zio Beppe è per carattere viscerale, come lo definisci, e aggiungo tumultuoso come un fiume in piena, bisogna proprio dire che l’allieva ha superato il maestro!
      Vediamo di fare un po’ d’ordine su alcuni punti del tuo appassionato commento.

      Scartato una volta per tutte (spero) il discorso dei brogli e dei riconteggi, resta sul deludente esito del voto un doppio possibile approccio: quello di cercarne la causa nell’inadeguatezza dell’elettorato, oppure negli errori commessi in campagna elettorale.
      Così come l’amica Riri52 nel suo commento, diversi giornalisti, anche fra i pochi liberi e lucidi, invitano a evitare il primo approccio, tacciandolo di immaturità.
      L’ho scritto nel post e nelle risposte a Riri: da parte mia insisto invece, bellamente, in questo atteggiamento, perché altrimenti mi sembrerebbe di rinnegare tutti gli anni di sostegno convinto che ho dato alle campagne d’informazione e d’opinione di zio Beppe. Vedo che anche tu scegli questa opzione, e lo fai con parole veementi, che risulteranno certo più offensive delle mie a chi ha fatto la scelta opposta. Alzare troppo i toni però non aiuta, né alla propria analisi né a instaurare un dibattito approfondito ed equilibrato, come la stessa campagna elettorare ha dimostrato.

      Mi soffermo solo su un altro punto, cioè sulle strategie di alleanze che animano in questi giorni il dibattito sul Movimento.
      La tua fiducia a scatola chiusa sulle scelte di Beppe è un po’ pericolosa, perché se è vero che l’uomo è dotato di una straordinaria capacità intuitiva e profetica, è anche vero che troppo spesso gli capita di essere avventato e non certo idoneo nelle sue prese di posizione. L’alleanza con Nigel Farage è un argomento delicato e con molte più sfaccettature di quanto possa sembrare; va dunque affrontato con molta cognizione di causa, equilibrio, libertà di pensiero.
      Ho linkato nelle risposte al commento di Amanda gli argomenti contro e pro tale alleanza, espressi rispettivamente da Marco Travaglio e Pino Cabras.
      Da parte mia, dopo un certo travaglio (con la t minuscola) mi sto orientando, non senza persistenti dubbi, a dare ragione anch’io alla spregiudicata opzione di Grillo, che, mi sembra di intuire, darebbe più libertà d’azione e più incisività alla presenza dei parlamentari europei a 5 stelle, di cui prefiguro con un certo piacere l’attività.

      Mi fermo qui, ringraziandoti per il tuo contributo.
      Ciao!

      • trudy1970 ha detto:

        Caro Franz torno di nuovo sulle pagine del tuo blog per commentarti i risultati delle consultazioni via web che Beppe ha voluto fare per sapere da noi elettori con chi si sarebbe dovuto alleare e con immenso piacere ho avuto confermato la mia opinione “a caldo” che l’alleanza con l’UKIP di Nigel Farage sarebbe stata l’unica appetibile. D’altronde cosa c’era di alternativo? Al di la di quelli che non hanno neppure confrontarsi con Beppe (non ha perso nulla ed una fatica di meno). Gli altri? I soliti dei compromessi, delle riforme, dei giochini del c…. Che fanno perdere tempo e non risolvono nulla, anzi aggiungono fango la dove ce ne è a valanghe che diventando duro come cemento copre sempre di più le mafie colluse della casta europea. Sono convinta che con quei due guru dalle teste calde ne vedremo

        • trudy1970 ha detto:

          Delle belle. Chissà quanti coperchi apriranno. Sono qua e non vedo l’ora! Un abbraccione.

      • Franz ha detto:

        Cara Trudy, in effetti non c’era scelta fra le tre opzioni possibili: alleanza con Farage, con il gruppo dei conservatori, nessuna alleanza.
        Quella (strategica e non politica) con Farage, stante l’indisponibilità mostrata dai Verdi ai colloqui preliminari, e la vischiosità di un’eventuale alleanza con loro, sembra davvero l’unica possibilità per presentarsi agguerriti contro i poteri della finanza.
        Dato che il regolamento prevede che partiti di almeno sette nazioni costituiscano un gruppo, e ne mancano due (perché alcuni alleati di Farage hanno recentemente cambiato squadra), speriamo che nei pochi giorni che mancano, magari anche sulla spinta dell’adesione del Movimento, le trattative in corso abbiano successo, altrimenti la possibilità di influire, al di fuori da un gruppo, sarebbe molto ridotta; un vero peccato, da scongiurare!
        Abbraccione ricambiato.

  3. Riri52 ha detto:

    Franz non mi piace che si denigrino gli elettori, quando si perde. Sarebbe meglio chiedersi dove si è sbagliata la comunicazione.
    Poi si possono far tutte le analisi possibili, e puoi pensare che ci siano state manipolazioni. Ma l’elettore che si è alzato, è andato nella sezione, ha messo la croce ha fatto quello che richiede la democrazia.
    Ciao Riri52

    • amanda ha detto:

      Io il movimento l’ho votato, alle europee, ma non alle amministrative, a Padova il programma era inesistente e interrogato su due punti dai quali partire il candidato sindaco ha detto lo stadio (il padova quest’anno è retrocesso in lega pro, immagina la necessità di uno stadio) e gli zingari e questo mi ha fatto venire i brividi; ma fondamentalmente non mi sono piaciute due cose:1) l’insulto costante dell’avversario, è ai fatti che ci si doveva costantemente attenere e continuare a dimostrare la preparazione e l’informazione acquisita nel tempo; 2) dare la vittoria per certa salvo poi prendersi la randellata sui denti. Per quanto riguarda il dopo elezioni, prendere i primi contatti con i nazionalisti di destra inglesi mi ha lasciata più che perplessa

      • Franz ha detto:

        Per Amanda:
        Anch’io alle amministrative non ho votato 5 stelle, rappresentato nel mio comune di San Lazzaro di Savena da un gruppo uscito da una faida interna con metodi inaccettabili.
        Per quanto riguarda gli errori fatti in campagna elettorale, stanno emergendo in tutta la loro evidenza, ma a mio parere non intaccano il dato di fondo sulla differenza antitetica dei due elettorati, a cui ho accennato nell’articolo e che ho approfondito nella mia risposta a Riri52.
        Infine, sui discutibili contatti con Nigel Farage, ti invito a leggere le interessanti precisazioni, provenienti dall’ufficio stampa dello stesso Farage, che zio Beppe ha appena pubblicato sul suo blog (clicca qui).

    • Franz ha detto:

      Per Riri52:
      Ciao Riri, credo che, a posteriori, la prospettiva di una partita testa a testa fra Grillo e Renzi abbia dimostrato di essere del tutto fuorviante.
      In realtà il Movimento 5 stelle ha avuto un calo percentualmente non clamoroso, mentre clamorosa è stata l’affermazione del PD.
      Chiedersi dove si è sbagliata la comunicazione è un esercizio necessario, ma quel tipo di errori non modifica un dato oggi evidente, circa la composizione antitetica dei due elettorati, se escludiamo una minoranza, volubile, umorale e poco informata, che è passata da un fronte all’altro.
      Matteo Renzi, oltre che un bugiardo seriale, è un politico di stampo nettamente conservatore, schierato sistematicamente su posizioni della destra liberista e capitalista in tutte le scelte di campo (articolo 18, TAV in Valsusa, appoggio a Marchionne, unioni omosessuali, eccetera) e piegato a tutti i poteri forti (composizione del governo dalla Lega delle Cooperative rosse alla Confindustria; gita a osannare Madama Merkel come primo atto del governo, eccetera).
      Tutto ciò è l’esatto contrario del progetto che definirei di “rivoluzione progressista e democratica” che anima il Movimento.

      Quanto alla “denigrazione” di chi ha scelto quel modello di politica, non ci si può sentire colpevoli, dal momento che l’osservazione del comportamento elettorale della maggioranza degli italiani fin dal dopoguerra, dunque su dati ormai passati al vaglio della storia, dimostra una continuità, che passa dalla Democrazia Cristiana a Berlusconi e oggi a Matteo Renzi. Non so se tu abbia mai votato Berlusconi, ma penso e spero che concordi con me che si sia trattato di una lunga calamità nazionale, permessa e favorita da chi l’ha sostenuto col voto.

      Per concludere, e scusami la franchezza, penso che l’elettore che si è alzato, è andato nella sezione, ha messo la croce sul PD, avrebbe fatto meno danni a stasene a casa, come puntualmente i fatti dimostreranno.

      Ti ringrazio per il tuo contributo e, anche se la pensiamo molto diversamente, ti saluto con amicizia.

      • Riri52 ha detto:

        Caro Franz io non sto a replicare alle affermazioni dei 5 Stelle, ma difendo gli elettori. Ogni cittadino che va a votare fa un atto di democrazia che non si può cancellare. Mi dispiace che tu affermi che potevano stare a casa. Hanno solo scelto. Se poi la scelta per i vari partiti è sbagliata è un altro paio di maniche. Sono contenta che le mie prime analisi, fatte appena usciti i risultati siano confermate dagli stessi grillini. Ora ne vedremo delle belle, mi sa! A me dispiace che il Movimento 5 Stelle si sia ridotto così. Aveva une bella forza propulsiva che ora non c’è più. Su questo si devono interrogare i politici. Quanto a Renzi ha occupato uno spazio lasciato vuoto, lo stesso che Grillo voleva occupare. Forse ha comunicato meglio? Credo di sì. Da elettrice attenta, che ascolta ciò che dice la gente. Quanto alla mia posizione politica ho partecipato al V.D., poco dopo me ne sono distaccata, pur combattendo da una vita per le tematiche dell’ambiente, prima che si sapesse che cosa era. Ciao

      • Franz ha detto:

        Dici che ne vedremo delle belle, cara Riri; io resto convinto che ne vedremo delle brutte.
        I gruppi di potere e di malaffare che hanno devastato il nostro Paese escono rafforzati da questo voto, ed è per questo che sostengo che chi ha esercitato il sacrosanto diritto elettorale ha in pratica avallato e rinforzato questa tendenza, di cui, anche senza voler essere catastrofisti, mi è difficile non immaginare la prosecuzione.
        Ma, come concludo nel post, anche chi come me esce demoralizzato da questa vicenda, non deve dimenticare che tutte le forze positive, di rinnovamento vero, non possono essere annientate da un giorno all’altro, e continueranno sotterraneamente a lavorare per un progresso possibile.
        Ciao!

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