Dirittura d’arrivo

dirittura.
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Torno su queste pagine dopo una pausa ancor più lunga delle precedenti.
Indubbiamente frutto negativo (se mi si passa l’ossimoro) del tema conduttore dei miei ultimi anni, che in una parola sintetica ho definito la lentezza, ma che in realtà ne sottintende molte altre (riappropriazione, riposo, introspezione, rinuncia, essenzialità, benessere, sobrietà, salute, investimento, ricerca, attesa, ed altro ancora…).
Ma pure tanto lavoro, giorno dopo giorno, e pochi svaghi, per far fronte alle molte spese impreviste e al prossimo acquisto della nuova vettura.

Gli argomenti, le ‘pietre miliari’ che mi piace sempre citare, questa volta abbondano: potrei parlare del nono compleanno di questo stesso diario, che ricorre più o meno in questi giorni, ovvero delle sensazioni legate alla gita al mare, da cui sono appena tornato, nei luoghi delle mie vacanze familiari di cinquant’anni fa (e il solo confessare quel numero mi dà sgomento); potrei parlare, come ho fatto in passato, dell’imminente solstizio d’estate, che quest’anno più che mai sancisce la fine di una stagione impegnativa, o del quasi altrettanto imminente nuovo ‘Caterraduno’, che attendo come una piacevole vacanza fra amici ma con aspettative ormai quasi azzerate di coinvolgimento con l’intonazione complessiva, fra l’etico e il burlesco, dell’evento.

C’è un tema, tuttavia, che sovrasta tutti gli altri, anche in considerazione di quanto abbia in passato caratterizzato questo diario e il libro che ne trassi: quello della Cavallona.
Ebbene sì, con un’accelerazione improvvisa di quelle che non ti aspetti, ho trovato il modo di mandarla in pensione, cosa che avverrà mercoledì prossimo, 24 giugno, dopo quasi sei anni e oltre duecentoquindicimila chilometri di onorata carriera. Onorata si fa per dire, vista la frequenza ossessionante di guasti e di guai che mi ha causato in tutto questo tempo.
L’accelerazione è causata dall’aver trovato una nuova vettura in pronta consegna, nel momento in cui ho cominciato a girare per concessionarie.
Era cominciata male, con il venir meno di entrambe le scelte da molto tempo in ballottaggio per la sostituzione dell’animale, cioè un’altra Volkswagen Touran o una Opel Zafira, entrambe a metano.
Era pronto anche il nome di battaglia dell’erede: si sarebbe chiamata la Puledrona.
Avevo alla fine optato per la prima, anche sulla base di indicazioni erronee circa una nuova versione del motore meno spinta ma più affidabile.
La realtà è però diversa: uscirà fra qualche mese un modello completamente nuovo di cui non si sa nulla, e per ora non è possibile nemmeno prenotarla.
Quanto alla Zafira, speravo fosse ancora sul mercato il penultimo modello, viste le dimensioni dell’ultimo, assolutamente esagerate per la mobilità cittadina, e invece niente. Forse qualche “chilometro zero” in giro per l’Italia, che significa rinunciare al sostanzioso sconto standard concesso dalle concessionarie ai tassisti, nonché andarsi a complicare maledettamente la vita per il passaggio di proprietà e l’ulteriore immatricolazione come taxi.
Rimasto con le pive nel sacco, mi sono messo a rovistare in internet il campionario di vetture a metano sul mercato, fino a trovarne una di cui ero completamente ignaro, e che mi ha presto convinto.
Si tratta di una Seat Leon Station Wagon, di cui pubblico qui una foto tratta da internet,

seat-leon-st--5-in attesa di immortalare personalmente la mia nuova compagna di viaggio, che ora si trova nell’officina del Polo Tecnico della Co.Ta.Bo., per l’equipaggiamento come taxi.

A meno di ripensamenti dell’ultima ora è ormai consolidato anche il soprannome: La Gheparda.

Nel condurre la Cavalla in queste sue ultime galoppate, mi chiedo a volte se avverto un po’ di malinconia al pensiero di doverla lasciare dopo tanta convivenza.
Ma devo confessare (e speriamo che non mi senta, con quel suo carattere così suscettibile…) che prevale il sollievo, anzi la paura che mi faccia qualche altro brutto scherzo proprio in dirittura d’arrivo. Fra l’altro gli ammortizzatori sono messi sempre peggio, e ho ormai l’impressione di guidare una vecchia carretta poco affidabile, benché sempre dotata di una grande potenza in accelerazione, a cui dovrò a malincuore rinunciare.

La prossima settimana sarà tutta dedicata al passaggio di consegne, che prevede fra l’altro un’opprimente scaletta di adempimenti burocratici, e guai a sbagliarne uno.
E poi sarà finalmente tempo di vacanze: a Senigallia per il Caterraduno da lunedì 29, e poi, una volta tornato e appena il semaforo del meteo sarà verde, via per la camminata a tappe da casa mia a Firenze.
Non ho intenzione comunque di abbandonare queste pagine, per i miei pochi residui lettori abituali e per quelli estemporanei.
Alle prossime, dunque!
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Immagine iniziale da: cavallomagazine.it/ascot-solow-al-comando-delle-queen-anne-stakes-1.1067329

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