Dal Medio Adriatico all’Idice – primo giorno

(Da Senigallia a Torrette di Fano)

Dopo alcune giornate a Senigallia in occasione del ‘Caterraduno’ (per la prima volta quest’anno poco più della scusa per una vacanza), è giunto il giorno della partenza, cioè dell’inizio del mio nuovo viaggio a piedi, che mi riporterà a casa girovagando quindici giorni verso le colline marchigiane e romagnole.

Il passaggio alla dimensione solitaria che contraddistinguerà anche questa nuova lunga traversata è graduale: ci sono prima da salutare tre persone care, protagoniste in modo diverso della vacanza appena conclusa.
La prima è Emanuela, che come sempre, insieme alla sua, mi ha fatto sentire in famiglia.
Eccola sfoderare un bel sorriso dalla cabina di regia dell’hotel:

Dopo pochi minuti dall’inizio del cammino, che avviene alle nove e quaranta, è la volta di Massimo, a cui consegno (dopo una prima borsa ieri sera) una sporta con le ultime cose da recapitarmi a casa oggi stesso, di passaggio in automobile nel suo ritorno in Versilia.
L’arrivederci, dopo i bei giorni appena condivisi, è forse per molto presto, se, come sembra, riuscirà ad affiancarmi per tre tappe della prima settimana.

Percorro il lungomare fino verso la Rocca, questa volta non in bicicletta come nei giorni scorsi ma a piedi zaino in spalla: l’animazione balneare della prima domenica di luglio è molto viva.
Mi resta da salutare Silvia, la pizzaiola di convinta fede animalista e vegana, che anche quest’anno mi ha dato la possibilità di eccellenti morbidi spuntini alla farina di canapa.

Ed eccomi infine in compagnia di me stesso, a percorrere zone a me inconsuete della poliedrica bellissima città marchigiana, come il porto

o il ‘lunghissimomare’ di Ponente.
Un vento fresco, ma forte e costante, in direzione esattamente opposta al mio cammino, impedisce di sudare, ma sembra quasi una forza che si oppone alla mia nuova impresa e si insinua fastidiosamente anche sotto gli occhiali da sole.
Le luci e i colori sono abbacinanti.

Avevo due perplessità, che sono state via via fugate nel procedere.
La prima era il timore di una prima tappa monotona, visto che si trattava esclusivamente di costeggiare il mare verso Nord.
Mi sono presto accorto che, pure in queste circostanze, non veniva meno quello che ho battezzato come il tema conduttore dei miei viaggi: l’avvicendarsi continuo di paesaggi e situazioni.
La seconda perplessità era legata alla lunghezza non eccessiva delle prime due tappe: consideravo l’eventualità di percorrerle in un solo giorno.
Questa ipotesi mi ha tenuto compagnia a lungo, ma poi mi sono reso conto che, come prima giornata, il menù era più che sufficiente.

Anche perché quando, già in comune di Mondolfo, il lungomare si interrompe, scelgo di proseguire sulla spiaggia, una spiaggia che con sorpresa mi appare ora costituita da una distesa di sassi di media dimensione: l’andatura ne è ostacolata solo in parte.
Una foto alle onde…

…e una a due curiosi alveari umani.

Visto che oggi era impossibile smarrirsi, sono riuscito a complicarmi il percorso in una maniera del tutto speciale.
Ho scelto di riguadagnare la strada proprio in prossimità di un grande villaggio/camping: imponenti trulli in muratura da un lato, campeggio dall’altro…

…e nessuna via d’uscita: tutto recintato e bloccato.
Percorro il vialetto avanti e indietro, con il complesso dell’intruso; infine mi rassegno a tornare sulla spiaggia.

La voglia di far riposare gli occhi da tanta luce, e di consultare il tablet, è ancora più urgente di quella del pasto a base della frutta che ho comprato lungo la strada.
Mi siedo a un tavolino di un bar sulla spiaggia e ordino un orzo, mentre alla tivù stanno correndo delle motociclette.

Lo spuntino in stile frugivoro è rimandato solo di poco.
La spiaggia ghiaiosa mi permette di sedermi anche senza il telo.

Manca poco più di un’ora all’arrivo, mentre percorro nuovi tratti di lungomare poco battuti dagli autoveicoli, e incastrati fra la ferrovia e la spiaggia.

La fatica comincia a farsi sentire, più del previsto, così come superiore alle attese è il tempo che sto impiegando.
Ma il morale è buono e l’impressione di un esordio positivo prevale.

Successive fermate dell’autobus continuano a promettermi l’arrivo nella frazione di Torrette.
Quando finalmente la promessa è mantenuta, resisto ad alcune pensioni tentatrici, fino a intravedere, poco prima delle due e mezza, l’albergo che avevo adocchiato, ma non prenotato, su internet.

Una camera molto fresca e una doccia tiepida mi ristorano.
Non c’è tempo per riposarsi e oziare: prima ancora di dedicarmi al diario di bordo bisogna prenotare l’alloggio per domani.
Ci riuscirò con mille difficoltà, ma anche in modo molto positivo.

Informazioni su Franz

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2 risposte a Dal Medio Adriatico all’Idice – primo giorno

  1. Amanda ha detto:

    Qui comincia l’avventura

Commenti:

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