Dal Medio Adriatico all’Idice – Sesto giorno

(da Rep.San Marino – Borgo Maggiore a Sant’Ermete di Santarcangelo di Romagna)

Effettuata la consueta doccia miracolosa, ieri pomeriggio mi sono reso conto all’improvviso di dover affrontare un problema urgente: la prenotazione degli alloggi per questa e la prossima giornata, vale a dire per il critico fine settimana.
Molto scarni i miei appunti per la prima sera (la sola indicazione: Verucchio), mentre per il sabato, quattro possibili alloggi in agriturismo o bed and breakfast nella zona di Sogliano sul Rubicone.
Se da una parte la possibilità di fissare di giorno in giorno i posti tappa rende il gioco più creativo (anche nei confronti del percorso definitivo), è anche vero che può capitare di vedersela brutta.
Con ansia crescente, costretto a immaginare soluzioni d’emergenza (per esempio partire senza prenotazione, oppure affrontare tappe lunghissime, ovvero, all’opposto, fermate strategiche di un giorno), appiccicato al tablet (che non è un personal computer) e al vecchio Nokia, dopo molti tentativi ho trovato alla fine, davvero sollevato e soddisfatto, una soluzione, fissando due bed and breakfast. Una tappa molto breve oggi e una molto lunga domani.

Decido di non rinunciare alla colazione in ostello, dalle otto in poi: affronterò anche oggi la crescente calura contando appunto sulla brevità del percorso, di dodici chilometri prevalentemente in discesa.

Caffè d’orzo, fette biscottate, marmellate, tutto a volontà (e di volontà ce n’era…). Fra una cosa e l’altra sono già le nove e venti quando esco nella luce di una nuova giornata.

Mi aspetta una lunghissima ora e mezza di superstrada in discesa, sotto un sole già cattivo, in assenza di vegetazione, con il costante baccano del traffico, in un ambiente più o meno urbanizzato: negozi, banche, centri commerciali.
La bellezza di questo lembo di terra sta altrove.

Una tregua mi viene concessa, a un certo punto, dal mio buon navigatore, che ha scoperto una stradina molto più umana, complanare per qualche tratto alla superstrada. Uno strategico cavalcavia pedonale mi permette di raggiungerla attraversando

e appena imbocco la variante, ho una gradita sorpresa: mi appare un albero di mirabolani pieno zeppo di dolci frutti gialli perfettamente maturi.

Apro lo zaino ed estraggo il contenitore, lo stesso che una gentile commessa occhialuta mi aveva riempito di pesche di macelleria, e comincio la raccolta fino a colmarlo nuovamente. Anche per oggi il problema del pranzo è risolto!

Purtroppo la variante non dura molto e mi ritrovo presto nuovamente nella rumorosa superstrada in discesa.
Fino al confine di Stato, annunciato platealmente da questa architettura.

Ed eccomi rimpatriato, ad osservare i frutti del …”genio italico” rappresentati da una distesa promozionale di marmorei abitanti da cortile.

Sono già quasi le undici quando termina finalmente il tratto più fastidioso del mio viaggio fin qui: una deviazione sulla sinistra mi fa imboccare una strada di campagna, questa volta in salita.
L’impatto uditivo (prima ancora che visivo), nel tornare improvvisamente ad ambienti agresti e non trafficati, è impressionante.

Il sole a picco è implacabile, ma la fatica della nuova salita viene presto ricompensata da nuovi scorci panoramici.

A giudicare dalle mappe, tutto il percorso rimanente si svolgerà in aperta campagna. Sembrerebbe dunque che oggi l’irrinuciabile pausa-chinotto non sia cosa.
L’unica residua chance ce l’ha un ristorante, previsto dalle mappe ad un incrocio a ‘T’ che sto per raggiungere. mentre la strada ha ripreso a scendere.
Con le pupille a forma di bottiglietta scorgo l’insegna “Bar-ristorante”, insieme a un altro inequivocabile segnale: il pensionato nullafacente seduto fuori a un tavolino.

La dinamica giovane barista va a verificare che cosa c’è fuori dal frigo.
“C’è solo la Sprite…”
Se per la Fanta sono stato capace di un compromesso, con la Sprite proprio non se ne parla: “No, allora va bene il chinotto freddo.”
“Tanto,” ribatte lei, maglia rossa: “fa presto a scaldarsi.”
“Già, con questo caldo…”

Sul mio tavolino c’è una copia di “Stadio-Corriere dello Sport”. Cerco notizie della ciclista in gravi condizioni dopo una caduta; sfoglio pagine su pagine tutte incentrate su un campionato di calcio che sta osservando il suo mese di vacanza; sfinito da tanta vacuità, rinuncio.
In bagno riempio la borraccia di acqua fresca, poi, saldato il conto e abbastanza ritemprato dalla scura bevanda un po’ troppo fredda, indosso lo zaino ed esco nel sole infuocato della campagna.

E procedo sulla striscia d’asfalto, sempre più vicino alla Pianura Padana e a un Adriatico che, probabilmente per un ultimo giorno, anziché allontanarsi si avvicina sempre più, con Rimini ormai in bella vista.

L’impressione odierna, dovuta probabilmente alla prevalente discesa, è di avvicinarmi anticipatamente alla meta.

Quando mi rendo conto di essere a pochi minuti dal bed and breakfast, telefono al proprietario, per essere sicuro che mi apra.
Mi dice di richiamarlo appena mi troverò davanti all’entrata.
Immortalo via dei Ciclamini, appena scorgo il cartello, e di lì a poco sono al numero 17, davanti a un’insegna di bed and breakfast.

Peccato solo che sia un altro…

Nell’ansia di risolvere i miei problemi, ieri ho fatto un po’ di confusione, e mi dico baciato dalla fortuna quando Google sentenzia che dista solo altri sette minuti,

È un giovane alle prime armi, molto desideroso di venire incontro a tutte le mie esigenze (compresa la più importante: la colazione alle sei e mezza). La casa, in mezzo al verde di una minuscola frazione di Santarcangelo, ha un aspetto gradevole e molto familiare. Domina la tinta azzurra.

Resisto alla tentazione narcisistica di farmi una foto, tramite lo specchio del bagno, in accappatoio azzurro (in dotazione).
Ma poi, più tardi, un’immagine del bagno

vado apposta a catturarla.

Informazioni su Franz

Per una mia presentazione, clicca sul secondo riquadro ("website") qui sotto la mia immagine...
Questa voce è stata pubblicata in Tutti gli articoli. Contrassegna il permalink.

2 risposte a Dal Medio Adriatico all’Idice – Sesto giorno

  1. Amanda ha detto:

    Ma Amelie lo sa che ci sono così tanti nani da giardino da sequestrare da quelle parti?

Commenti:

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.