Dal Medio Adriatico all’Idice – Quattordicesimo giorno 

(riposo)

Chissà se il tempo davvero ci domina, o ci inganna, o magari siamo noi in grado di dominarlo?
Oggi questo dubbio è stato per me inevitabile, associato alla strana impressione di un arresto indefinito del tempo dopo una sua cavalcata lunga e ininterrotta.

Mi sento bene, qui nella ‘Casa del Fiume’ di Borgo Tossignano: ho una camerata tutta per me con quattro letti a castello al secondo piano mansardato; tengo la porta aperta per far girare l’aria, nessuno mi disturba. Mentre scrivo sento la voce di Rosi, il suo accento spagnolo, e quello più locale di Uliano, impegnati in cucina per la cena del sabato sera.
Dalla finestra qualche cinguettio su una base discreta di cicale.

Stamattina ho fatto colazione con loro, all’aperto. A differenza dell’ottimo servizio di ristorante, non sono attrezzati per le colazioni. Caffè d’orzo, muesli… e del latte di soia quasi più per non deludere la signora.
Sempre sorridente, sempre disponibile, corporatura ‘XL’ ma non quanto il suo compagno, ottimo cuoco.

Durante la colazione ho chiesto se conoscono un negozio Wind in zona: sono gli ultimi giorni di un’offerta, a cui non mi permise di aderire quel negozio, chiuso, di Terra del Sole, in un pomeriggio afosissimo ormai inghiottito dal tempo, così come le mille altre situazioni vissute e solo in parte raccontate durante queste due settimane.

Bisogna arrivare al centro commerciale ‘Leonardo’ di Imola; Uliano si offre di accompagnarmi: deve recarsi da quelle parti a bordo del suo vecchio camper.
E così (il tuffo sembra vertiginoso) mi ritrovo qui:

Ho risolto presto e bene con la Wind, poi sono entrato nell’Ipercoop e ho comprato una confezione di piade.
Aspetto a lungo il mio personale camperbus, davanti all’ingresso del centro commerciale; il viaggio di ritorno è costellato di altre brevi soste per acquisti del mio padrone di casa.
Durante il tragitto alterniamo silenzi neanche troppo imbarazzati a scambi di impressioni neanche troppo scontate.
E si fa mezzogiorno.

“A che ora apre la cucina?”
Ho deciso di concedermi un buon pranzo da loro: oggi mi tratto bene, una glorificazione finale anticipata di questa mia esperienza. Perché domani e lunedì mi aspettano due tappe lunghissime e bisognerà innanzi tutto portarle a termine senza danni.

Dopo pranzo ci scappa la pennichella, poi (covavo l’idea da tempo e nel centro del paese avevo adocchiato la bottega), si va dal barbiere, sperando che mi prenda, di sabato senza prenotazione.

Mi prende e mi fa aspettare anche poco.
Si parla di calcio, argomento prezioso con qualsiasi interlocutore, ma anche di Marco Pantani e di Vasco Rossi.
Deve avere la mia età; mi sento a mio agio più che dal mio, bravissimo, abituale da infiniti anni e che sto tradendo per la prima volta.
Ma prima di partire non ero riuscito ad andarci.

E ora mi sento alleggerito: è sempre straordinario l’effetto di sentire accorciati e riordinati i miei diciannove capelli grigi.

Nel rincasare mi perdo e vago un bel po’ per il lungofiume: dopo il recente exploit si torna nella norma…

Una comitiva molto chiassosa, battute con spiccato accento romagnolo e risate forti, ora sta cenando in una tavolata all’aperto qua sotto. Io mi sono arrangiato qui in camera con quello che avevo.
Temo che vadano avanti a lungo, ben carburati dal sangiovese, ma in fondo mi fa piacere che ci sia gente così allegra che si gode la vita. È ancora possibile.

A me non resta che andare giù a saldare il conto e salutare i miei squisiti locandieri, cercare di dormire qualche ora e domattina, molto presto, tornare a indossare lo zaino e far ripartire le lancette dell’orologio.

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3 risposte a Dal Medio Adriatico all’Idice – Quattordicesimo giorno 

  1. Pingback: Prove tecniche – 2 | Franz-blog .3

  2. Amanda ha detto:

    Com’è strano che chi fa ristorazione non abbia di che allestire una decente e ricca colazione, mah!

    • Franz ha detto:

      In effetti è strano: mi è quasi sembrato di chiedere una cosa fuori standard…
      Comunque li perdono perché mi hanno fatto stare bene e spedere poco.

Commenti:

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