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Scandisce imperiosi secondi
l’orologio al quarzo in cucina
come un instancabile timoniere come
un cuore che batte
nel più irreale dei silenzi
dacché un microrganismo
sprovvisto di vita autonoma
ha inceppato vorrei per sempre
la macchina del rumore
mi guardo intorno
cerco invano riferimenti e obiettivi
mi sento un automa prosciugato
drogato da contatti e opinioni a distanza
che chiede solo la possibilità
di camminare in campagna
senza venir bloccato dalla polizia
fra le imperterrite
strabilianti armoniose fioriture d’alberi e un’orchestra
di svariate specie d’uccelli innamorati
l’unica cosa uguale a prima
è la voglia di tuffarmi in un sonno ristoratore
forse succederà ancora forse
non è che il primo passo del ritorno
alla fonte unica delle coscienze
ma ora no
senso di smarrimento e abbandono
sembrano infittire il mistero dell’essere
l’epidemia
falcia ricordi e palpiti di futuro
togliendo il respiro ai vecchi che muoiono soli
e la voce ai ricercatori
di significati
ed emozioni vitali
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San Lazzaro di Savena, 14 marzo 2020
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Abito in un grande condominio e restare chiusi in casa tutto il giorno per tutti i giorni è davvero duro. Chiunque esca di casa deve avere l’autocertificazione e doverla usare per vuotare il pattume è ridicolo e insultante, oltre che senza senso. La burocrazia è sempre presente e invadente.
Quel tuo orologio pare ammalato, come il mio, di una nuova lentezza.
Buona giornata Franz.
La reclusione in casa ad oltranza, cara Sari, tanto più in un condominio in città, è una prova terribile.
Credo che il nostro governo, peraltro all’altezza dell’emergenza (con meriti di gran lunga superiori all’elettorato nazionale), abbia normato con ambiguità questa costrizione.
Nel sito del governo, fra le domande frequenti, è scritto con grande chiarezza che l’attività motoria è consentita, da soli e con le dovute precauzioni.
Poi, tale diritto non si trova riconosciuto nel modello dell’autocertificazione, salvo farlo rientrare impropriamente nei gravi motivi di salute.
E’ pur vero che all’interno di una grande città (a differenza delle strade di campagna in cui gli incontri sono molto rari), se tutti si mettono a passeggiare si può verificare il rischio di qualche contagio.
Ma noto con disappunto, su questo tema, una certa crociata censoria, dovuta all’immancabile e sempre nefasto “duropurismo”, sia delle amministrazioni che di una parte della cittadinanza (fisica ma soprattutto digitale).
Sono convinto che siano molto più pericolose, e per questo da controllare strettamente e punire, le visite a parenti e amici, ritenuti invulnerabili al virus, che troppi continuano a fare.
Una buona giornata a te!
Non ho mai desiderato tanto indossare gli scarponi
Se, come immagino, sei in trincea e indossi la mascherina, hai il diritto di provare struggenti desideri e la pesantezza di questo incredibile periodo più di me, che ne indago le tracce all’interno dell’anima.