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Per il primo giorno di cammino insieme, non ho voluto imporre a Massimo una levataccia, anche perché la tappa non sembrava particolarmente lunga e impegnativa.
E poi, anche solo per fare colazione alle sette, abbiamo dovuto chiedere una deroga agli standard dell’hotel.
Ma la consumiamo indisturbati, e posso anche “capitalizzare” dei quadratini di crostata e delle fette biscottate.
Usciamo quasi alle otto e c’incamminiamo lungo le vie di Pontremoli verso il centro, col sole già alto.
La campagna ci accoglie in una festa di luci e colori, in questa domenica mattina che i recenti temporali hanno reso limpidissima.
I nostri impavidi eroi devono guadare un torrente
prima che il tracciato li riporti sulla statale
A parte questo primo tratto, il percorso, secondo i consueti e apprezzatissimi criteri, sceglierà sempre vie alternative disegnando, sulla mappa, una specie di arabesco (piuttosto difficile da tradurre preventivamente in chilometri) intorno alla direttrice principale.
Ancora lo splendore della campagna
(vengo colpito alle spalle…)
e poi un primo borgo antico: Ponticello
Proseguiamo molto a lungo, di buon passo e senza soste, in un’alternanza di panorami agresti e urbanizzati, in tempi antichi o recenti.
La gestione dell’alimentazione si presenta complessa, anche dopo le indicazioni che, a più riprese, chiediamo e otteniamo dalla nostra locandiera.
L’alloggio si trova in un paesino privo di negozi e trattorie; per fare la spesa (tenendo presente anche che oggi è domenica) bisognerebbe raggiungere il paese di Filattiera, che è fuori dal tracciato, altrimenti, senza deviazioni, dovremmo trovare aperto un locale (ma il condizionale è d’obbligo) in un altro borgo, che si chiama, niente meno, Filetto.
Tentiamo la sorte; a differenza mia, che ho l’abitudine di un solo pasto pomeridiano, Massimo deve procurarsi il cibo anche per la cena: chiederà qualcosa d’asporto nella trattoria.
Raggiungiamo Filetto che è già abbondantemente l’ora di pranzo.
Il borgo ha un aspetto antico molto affascinante, ma ci appare deserto.
Sembra davvero impossibile che in un ambiente così abbandonato ci sia un ristorante aperto.
E invece, nella piazza (che a desolata bellezza non è da meno)
il ristorante c’è, e anche, sorprendentemente, piuttosto frequentato.
Dopo questa bella insalata mista, ordiniamo la specialità di queste parti: i testaroli al pesto, una pasta morbida e un po’ spugnosa che riscuote la nostra approvazione.
Ma oggi è domenica: non possiamo negarci un dolce (e sarà una scelta memorabile!) e un buon caffè per neutralizzare, prima di riprendere il cammino, l’abbondante birra che abbiamo bevuto.
Il pomeriggio si presenta altrettanto splendente.
Quando raggiungiamo il nostro magnifico borgo (che, a nome, pure lui non scherza: Virgoletta), sono già le tre e tre quarti.
Le ore di cammino, e probabilmente anche i chilometri, sono stati maggiori del previsto,
ma ci hanno regalato immagini e momenti molto luminosi.
Se escludiamo una zona all’entrata del paese, a Virgoletta vige un quasi totale isolamento dalla connessione internet.
Sarò costretto a rimanere nuovamente indietro di un giorno con questo mio diario di viaggio, ma, devo confessarlo, per una sera, questa sorta di monastico “silenzio” totale, non mi dispiace affatto!
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Mh forse la tappa più colorata e bella fino ad ora
Beh, è sempre una gioia condividere colore e bellezza!!