Messaggio Urbi et Orbi 2020

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Care amiche, cari amici,
non mi sottraggo dall’ormai consueto e rituale mio “messaggio” di fine anno, che spazia, con visuale dichiaratamente soggettiva ma documentata, sulle cose del mondo e della realtà.
La cosa mi riesce più che mai difficile, sul finire di un anno così diverso dai precedenti.
E mi è difficile sia per la straordinaria complessità dei temi, sia per quanto divisive e generatrici di polemica si mostrino le contrapposte letture di quanto abbiamo vissuto, stiamo vivendo e dovremo vivere.
La polemica non è nelle mie corde, anzi è l’ultima cosa che, caratterialmente, desidero. Dunque, rischiare fortemente di provocarla, e di farlo soprattutto con le persone a cui voglio bene (e alle quali è rivolto, in prima battuta, questo mio scritto), è un prezzo molto alto che mi tocca pagare, a fronte del mio amore per la verità e dello spirito di servizio che, credetemi, sono gli unici fattori che stanno animando le mie dita su questi tasti.

Aggiungo un altro elemento: personalmente, a quel blogger che tanti anni fa dedicava ogni tre giorni molte ore notturne alla pubblicazione di racconti, idee e commenti, con una sorta di sacro furore per il cambiamento di un mondo seriamente minacciato, si è ormai sostituito una specie di vecchio saggio, cosciente della pochezza dei nostri interventi individuali e interessato molto più al progresso interiore, sia come valore autosufficiente, sia come strumento paradossalmente più efficace di modifica della realtà.
…Ma almeno il mio “messaggio” di fine anno non si tocca!

Per agevolare la lettura, scandirò questo lunghissimo articolo in brevi paragrafi con un titolo, così che sia possibile scegliere quelli da leggere con più attenzione o eventualmente saltare.
Cominciamo, dunque.

1 – Conformisti e complottisti

Come dicevo prima, parliamo di argomenti fortemente divisivi, all’interno di due macro categorie: chi dà credito alla “versione ufficiale dei fatti” (nonché, fondamentale aggiunta, “dei valori”), diffusa dalle televisioni e dai principali giornali, e chi ritiene questi ultimi essere soltanto la voce di propaganda di un subdolo regime, orchestrato da una “élite” mondiale d’individui quasi sconosciuti, caratterizzati da capitali stratosferici e volontà di potere a livello planetario.
In entrambe le categorie risiedono sia atteggiamenti riflessivi che fanatismi.
Non so dire il rapporto quantitativo fra il primo e il secondo gruppo, ma i primi sembrerebbero in grande maggioranza.
Quello che appare molto evidente è l’insofferenza reciproca, soprattutto dei conformisti verso i complottisti (termini ugualmente dispregiativi), in un combattimento che mi ricorda molto i manzoniani “capponi di Renzo”, che combattono fra loro mentre vengono portati a morte sicura.
Situazione che, nell’ipotesi dei complottisti, asseconda il “divide et impera” dell’oligarchia segreta.

2 – Perché complottisti: l’11 settembre

È venuto il momento di dichiararmi, per chi non l’avesse ancora capito: faccio parte dei “complottisti”.
A squarciare il velo e iniziare un cammino divaricato e sempre più lontano dalla fiducia nei media principali, fu la lettura di un libro di Thierry Meyssan che faceva luce, a poca distanza di tempo dall’11 settembre 2001, sull’impossibilità che uno degli aerei di quell’attentato multiplo si fosse schiantato sul Pentagono.
Seguì la mia partecipazione, a Bologna, a un importante convegno di confutatori della versione-Bin Laden, che mi emozionò molto e a cui dedicai un articolo sul blog (non più leggibile, perché ospitato dalla vecchia piattaforma “Leonardo” poi disattivata).
A oggi, la quantità di persone che credono ancora alle barzellette che ci furono raccontate (ahimè tuttora sostenute da personaggi come Piero e Alberto Angela, con il loro seguito di cani da guardia del sistema, fra cui Paolo Attivissimo), è molto calata.
Lo sarebbe, poi, in modo ancor più convinto, circostanziato e utile, se tanti visionassero il ricchissimo documentario sull’argomento che realizzò, con grande rigore critico, Massimo Mazzucco, nella sua versione completa (vedi qui: prima parte; seconda parte; terza parte),
o in quella ridotta (vedi qui).

3 – Perché complottisti: le dinamiche del capitalismo

Il nostro sistema economico-sociale, fondato sul capitalismo predatorio e il consumismo forzato, nella sua logica perversa, ha portato all’arricchimento, continuo, progressivo, a dismisura, di un’infinitesima porzione dell’umanità, a scapito della povertà diffusa in molta parte del pianeta.
Mi sembra del tutto logico e conseguente, anzi inevitabile, che questa ristrettissima minoranza, di pari passo con l’accumulo, decida di estendere il potere economico a quello sociale, con metodi non certo trasparenti, per garantire il proprio tornaconto, tramite il controllo altrui (financo di vita e di morte), in un ambiente ormai degradato e vicino al collasso.

4 – Perché complottisti: i “false flag”

Sotto questo termine vengono indicati eventi turbativi, dalla grande risonanza, a cui viene attribuito immediatamente un movente, spesso geo-politico e legato al fondamentalismo religioso islamico, che, a uno studio indipendente dei particolari, rivela nettamente l’artificio dell’operazione, che ha scopi inconfessati e ricerca proprio emozione e sdegno suscitati a livello collettivo.
Il caso più clamoroso fu proprio quello dell’11 settembre, ma a questa logica non si sottraggono sistematicamente tutti gli eventi sensazionali, capaci di destare grande riprovazione collettiva, come gli attentati di Parigi del 2015 e, in casa nostra (precedentemente e sia pur con dinamiche che ci allontanano un po’ dal tema di fondo), l’assassinio di Aldo Moro e la stagione delle stragi.

5 – Le elezioni statunitensi: un esempio emblematico

Un caso estremamente impressionante di distanza, fra i messaggi forniti da tivù e giornali da una parte e la realtà, così come ci viene esposta da corrispondenti liberi, si è verificato e si sta verificando tuttora a proposito delle elezioni americane di inizio novembre, nonché dell’immagine stessa del presidente uscente

(quest’ultimo aspetto, in realtà, fin dal suo primo comparire alla ribalta politica).
È opinione diffusa che la vittoria del suo avversario, data già da diverse settimane per certa e consolidata, tolga finalmente dalla scena un protagonista poco affidabile, ignorante, gretto, irrispettoso, clownesco; insomma, aggiungo io, un Berlusconi d’oltreoceano (anche se il nostro vince ai punti, in quanto pure pregiudicato, corruttore e mafioso). Finalmente, pensa la gente che legge “La Repubblica” e ascolta i TG, una persona per bene torna al timone degli U.S.A.
Le cose stanno in modo assai diverso.
Il ribaltamento premeditato del risultato elettorale, che in realtà ha premiato il presidente uscente con larghissimo suffragio, appare di un’evidenza nettissima; sondaggi seri ci dicono che ne è convinta anche la maggioranza della popolazione statunitense, compreso un trenta per cento degli elettori democratici. È in corso una gigantesca battaglia, in primo luogo legale, per ristabilire il corretto esito della consultazione, e concedere così un altro quadriennio all’inquilino della Casa Bianca.
Sono due sistemi di potere a scontrarsi ora, e con tutta probabilità ancora per molto tempo: quello del cosiddetto “deep state” (stato profondo, apparati occulti di potere interni, graditi ai “padroni universali” e vicini al Partito Democratico statunitense) e quello contrapposto, che si è andato coagulando intorno al presidente uscente.
L’elezione imprevista di quest’ultimo, quattro anni fa, costituì il classico sassolino che inceppa gl’ingranaggi dei potenti gruppi legati agli apparati militari, orientati alle consuete strategie di guerra e d’imperialismo geo-politico, che attribuiscono alla Russia un inesistente ruolo aggressivo, mentre, nei confronti della Cina, i centri finanziari stabiliscono accordi segreti.
Il biondo riccone non ha fatto guerre, al contrario del nero premio Nobel per la pace suo predecessore; al contrario, con la sua mentalità da industriale, ha risollevato fortemente l’economia del suo Paese e aumentato l’occupazione, anche fra gl’ispanici e, soprattutto, fra i neri, che hanno ottenuto un’integrazione sociale prima sconosciuta e, grati di ciò, l’hanno votato in massa, contribuendo a un curioso ribaltamento di elettorati fra la destra e la sinistra.
Al contrario, il “personaggio per bene”, che risulterebbe vincitore delle elezioni più corrotte della storia occidentale, costituisce un’autentica e grave minaccia per il mondo intero.
Il suo ritratto è spaventoso: vi prego, se non ci credete, di guardare questo servizio, dal minuto 2 in avanti.
Quotidianamente, il giornalista Roberto Mazzoni ci riferisce, dalla Florida, l’evolversi imprevedibile della situazione (vedi qui), anche con notizie clamorose che non compaiono altrove, come ad esempio la quasi certezza che, una volta che (eventualmente) s’insediasse alla Casa Bianca, il neo-presidente democratico verrebbe subito defenestrato dal “fuoco amico”, a vantaggio della sua vice-presidente: vedi qui.

6 – COVID-19: origine spontanea o deliberata?

Dopo l’excursus in terra americana, passo ora a occuparmi del grande tema che ha sconvolto il mondo in questo 2020.
A instillare dubbi (sia pur non esplicitamente) circa l’ipotesi del passaggio incontrollato, nell’uomo, del virus dai pipistrelli o da qualche altro animale, un giornalista d’inchiesta libero, Franco Fracassi, ci spiega l’incredibile e crescente fermento di simulazioni pandemiche e sperimentazioni su Corona-virus nei tempi precedenti il dilagare dell’epidemia. Veniamo a sapere di laboratori di “manipolazioni chimeriche” ad altissima pericolosità (dapprima bloccate poi nuovamente consentite dagli Stati Uniti), paragonabili a minacce nucleari sparse in vari punti del mondo. E veniamo a sapere che il laboratorio di Wuhan, voluto dai francesi, era stato poi preso in mano da fondazioni americane sostenute dai principali fondi d’investimento. (vedi qui)
Chi poi si è detto convinto di un’origine di sofisticata ingegneria genetica del Covid-19 è, fra gli altri, il virologo francese Luc Montagnier, scopritore del virus HIV e premio Nobel 2008 per la medicina, secondo cui proprio una sequenza genica del virus HIV è stata introdotta in quella del Corona-virus dei pipistrelli. Vedi qui.
Ancor più interessante, e di una chiarezza divulgativa eccellente, è un video di soli sei minuti in cui lo scienziato Enzo Pennetta ci illustra la particolarissima struttura del virus, “incredibilmente” adatta ad attaccare l’uomo: vedi qui.

7 – Fuga incontrollata o pandemia premeditata?

I due ricercatori che ho citato, correttamente, non si sbilanciano a ipotizzare esplicitamente un progetto criminale di pandemia deliberata.
Lo faremo noi, ovviamente senza disporre di prove, ma semplicemente sull’antica sapiente traccia del “cui prodest?”, cioè: a chi giova?
Ho letto che la pandemia ha ampliato ulteriormente la forbice fra i super-ricchi e la popolazione sotto la soglia di povertà.
Ma sarebbe evidentemente un movente molto debole, visto che tale forbice tende ad allargarsi già da sola per le dinamiche del capitalismo a cui accennavo all’inizio.
A questo punto, però, bisogna prendere in considerazione due ipotesi più complesse e con grado crescente di criminalità.
La prima resta nel campo economico ed è legata all’avvicinarsi del collasso del sistema finanziario mondiale, sempre più “gonfiato” e svincolato dalla ricchezza reale e materiale a disposizione dell’umanità. Come sappiamo, la pandemia sta generando una crisi economica senza precedenti; far deflagrare l’intero sistema può rappresentare il colpo di grazia in vista di una riprogettazione, che sempre più spesso viene definita “Grande Reset”, dei meccanismi di produzione e distribuzione della ricchezza. Il tutto, ovviamente, sotto l’occhio ben vigile dell’oligarchia mondiale (“i padroni universali” secondo la definizione che ne diede Giulietto Chiesa), pronti probabilmente allo scambio di un “minimo sindacale” di sussistenza, a livello di reddito universale gratuito, con il controllo stretto delle nostre vite quotidiane, in una società dominata da una tecnologia onnipresente, financo all’interno del nostro corpo.
La seconda ipotesi è di carattere “eugenetico”: i vaccini come strumento immediato di controllo sulla riproduzione (e limitazione) della famiglia umana.
Prima di tacciarmi di essere non solo complottista, ma anche credulone, negazionista, terrapiattista, invito tutti a guardare un filmato di meno di quattro minuti (vedi qui), che c’introduce al prossimo paragrafo.

8 – L’Innominato

Una delle fonti che più m’impressionò, in maggio, nel tempo che dedico quotidianamente all’informazione, fu un’inchiesta in quattro puntate (per un totale di circa due ore) intorno all’individuo che avrete certamente riconosciuto, e che preferisco non nominare.
Temevo fortemente che, ad oggi, i quattro video su youtube fossero stati censurati, e invece sono ancora del tutto fruibili, ben sottotitolati in italiano.
Eccoli:
prima parte
seconda parte
terza parte
quarta parte .
Volli dedicargli un articolo, che intitolai “Il filantropo” (vedi qui) e che verteva sul delirio d’onnipotenza di una delle persone più ricche del mondo (grazie a una scalata avvenuta senza alcuno scrupolo e, purtroppo, senza gl’indispensabili deterrenti), educato dalla famiglia a un’idea di superiorità che può giustificare qualsiasi progetto, dunque anche quello, di carattere eugenetico, di controllo planetario della riproduzione umana.
La sua ossessione per i vaccini non sembra casuale; se poi veniamo a sapere (vedi qui) che la sua fondazione (che, per chi non lo sapesse, controlla l’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha finanziato ricerche per l’impianto sotto-pelle di “punti quantici”, una specie di codice elettronico con funzioni di certificato vaccinale (e potenziale strumento di sorveglianza e imposizione dagli sviluppi imprevedibili, …o magari già previsti), la nostra innata simpatia per quest’individuo ne esce, come no?, sicuramente rafforzata!

9 – La piramide del potere

Suggestionato così a fondo da quell’inchiesta, per un certo tempo m’ero convinto che l’individuo fosse già il dominatore assoluto del mondo, al vertice di quella piramide che vede, nel piano più alto, gli altri subdoli “padroni universali”.
Un’amica, vicina ai giornalisti indipendenti come Franco Fracassi, mi si disse convinta invece che, lassù, non ci sia una “stella fissa”, ma una sorta di “nebulosa” formata da poche entità finanziarie e, solo subordinatamente, da persone. E che il “filantropo” sia solo legato a tale nebulosa da interessi comuni.
Chissà.

10 – Le limitazioni della libertà

Incontrollata o voluta che fosse, la pandemia si è diffusa, in due successive fasi intervallate dalla tregua estiva, e ha sparso dolore e morte, spesso in persone a noi vicine e negli anziani, la parte più debole e bisognosa di protezione (ma, se vogliamo essere spietatamente oggettivi, ciò è avvenuto nel mondo in misura quasi impercettibile, se rapportati al dolore e alla morte presenti già da prima sulla scena, vedi alla voce: Africa, ma, relativamente, anche nei Paesi ricchi come il nostro…); ha provocato una crisi economica senza precedenti, disoccupazione e povertà (che hanno colpito a macchia di leopardo, per ora, solo alcuni importanti settori lavorativi), limitazioni alle nostre abitudini quotidiane che mai avremmo immaginate, e una strisciante diffusa prostrazione, ansia e aggressività (soprattutto fra le persone più deboli culturalmente e psicologicamente, condizionate dall’incessante terrorismo mediatico, e fra i bambini e gli adolescenti).
Come ben ricordiamo, l’Italia fu il primo Paese occidentale colpito, e decise di seguire la strategia cinese di stretto confinamento (“lockdown”, sia pure senza il rigore assoluto di quel popolo lontano), per smaltire l’epidemia in tempi più lunghi, così da evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere. Almeno così ci avevano detto, salvo poi, nelle fasi discendenti della curva, compresa l’attuale, conservare criteri che sembrerebbero molto più orientati verso l’impossibile obiettivo di debellare il virus e altre eventuali recrudescenze dell’epidemia.
In nome dell’emergenza, abbiamo assistito a un accentramento di poteri nelle mani del capo del governo, sostenuto da un comitato tecnico-scientifico, quest’ultimo oscuramente restio a rendere pubblici i propri elaborati.
In modo non esattamente costituzionale, il nostro premier si è servito di uno strumento amministrativo, il “DPCM”, per emettere ordinanze a ripetizione, a loro volta in contrasto, in nome dell’emergenza sanitaria, con alcuni fondamentali principi costituzionali.
Salvo clamorosi casi contraddittori causati da tali ordinanze, non mi sento di emettere giudizi di condanna in modo assoluto verso Giuseppe Conte, che ritengo una persona animata da buone intenzioni.
Tornerò più avanti a parlare di lui; ora mi preme emettere, diciamo, “un giudizio di condanna relativo”, ma non per questo meno grave, legato all’omissione forzata (se non addirittura al divieto) di diversi protocolli di cura che si sono rivelati sul campo estremamente efficaci.

11 – Le cure negate

Con il rigore che gli è consueto, Massimo Mazzucco sta realizzando un documentario proprio su questo tema; ho potuto ascoltare le prime parti, presentate in anteprima sulla sua “Contro tv”.
Sono diverse, le cure efficaci che sono state evidentemente osteggiate: fra queste, in particolare, l’idrossiclorochina, i cortisonici e la plasmaferesi (quella praticata con successo dal dottor De Donno). Mazzucco mostra, con spietata evidenza, quanto abbiano contribuito a screditare queste cure i giornali, evidentemente succubi delle grandi case farmaceutiche, che non vedono in esse la possibilità di sufficienti guadagni, e che, soprattutto, metterebbero in discussione il sacro dogma del Vaccino Salvifico e Liberatore, quello che del resto, nell’ipotesi di una diffusione deliberata della pandemia, appare costituirne lo scopo ultimo e principale.
Al contrario di me, non può essere tacciato di complottismo il dottor Luigi Cavanna, direttore del Dipartimento di Oncoematologia dell’ASL di Piacenza, in questo interessante video in cui riferisce i successi di un gruppo di medici (vedi qui).

12 – Un protocollo assassino

Con grandissimo ritardo, rispetto alle insistenti richieste mediche, a fine novembre il comitato tecnico-scientifico si è deciso a diramare il protocollo di cura per i malati di Covid-19.
L’indicazione che viene data, per le fasi iniziali, è esclusivamente quella del paracetamolo, vale a dire la Tachipirina, la più classica delle cosiddette “cure sintomatiche”.
Quest’ultima definizione è un evidente ossimoro, cioè una contraddizione in termini, per chi è giustamente vicino ai concetti e alle pratiche dell’Igienismo (o “Igiene naturale”): la comparsa dei sintomi è una naturale difesa dell’organismo; annullare farmacologicamente tali risposte immunitarie significa remare contro la guarigione, nel nome di un’esasperata, quanto diffusa, ricerca dell’efficienza sempre e comunque, tipica del nostro modello socio-economico; nella logica consumistica di poter comprare la salute in farmacia, e infine di un atteggiamento magico-esorcista nei confronti del disagio e del dolore fisico.
Anche in questo caso, più della mia voce e della mia esperienza, contano quelle di un altro medico e di un avvocato, entrambi seriamente dalla parte dei pazienti: vedi qui.

13 – Il vaccino

Sulla home-page del “Fatto quotidiano” on-line (testata sempre molto vicina all’attuale governo), pochi giorni fa, con significativo effetto a cascata, comparivano l’annuncio della nuove austere limitazioni durante le feste natalizie, e quello dell’inizio della campagna di vaccinazioni prima della fine dell’anno.
Il Feticcio Liberatore è dunque in arrivo e, dopo la strage degli anziani e il cataclisma mondiale, merita un ultimo grande sacrificio collettivo, che personalmente mi sembra estremamente odioso, nel trasformare in giornate di silenzio e solitudine quelle che da sempre e per tutti, credenti o no, rappresentano ritualmente (e non solo consumisticamente) il più grande momento annuale di fraternità, quieta pace e serenità, convivialità, incontro, festa.
Ebbene, …che ne dite? Sono stati proprio bravi, che nobile corsa per realizzare in tempi così ristretti l’arma letale contro il maledetto virus…!
Sicuramente questa volta non ci saranno gravi effetti collaterali, come quelli verificatisi in altre vaccinazioni, su cui, via, non è proprio il caso d’indagare…!
E poi, se qualcuno farà ricorso, potrà sempre contare su un fondo pubblico che le principali case farmaceutiche, eh bisogna pur capirle, hanno preteso, garantendosi la propria totale impunità, evidentemente prima e meglio dell’altrui immunità.
Sì, davvero, …proprio bravi a raggiungere sicurezza ed efficacia così in fretta, in qualche mese anziché nei consueti lunghi anni, soprattutto se consideriamo che stanno mettendo sul mercato vaccini di nuova generazione, pensate la meraviglia!, che vanno a modificare l’RNA di chi li riceve. Organismi Geneticamente “Modificanti”, dunque.
Non facciamo i pignoli, poi, anche se non è chiaro quanti richiami dovremmo fare nei mesi e negli anni futuri, e neppure se saremmo veramente immunizzati o soltanto parzialmente coperti dagli effetti patogeni del virus.
E non staremo certo a credere, perbacco, a scienziate come la dottoressa Loretta Bolgan, a sentir la quale ci passerebbe anche la voglia di ricevere il vaccino contro l’influenza, perché in gran parte inefficace e addirittura possibile fattore di altre infezioni, come appunto il Covid. (vedi qui).
Allo stesso modo noi rifiutiamo sdegnosamente, vero?, la tesi complottista che sia stata proprio una precedente massiva campagna vaccinale la causa del dilagare dell’epidemia nelle province di Bergamo e Brescia.
E infine, caspita!, hanno proprio ragione i bravi giornalisti come Beppe Severgnini, a esigere, col ditino alzato, il pugno di ferro verso chi si rifiuterà; povero Beppino, non meritava di essere bacchettato da quel cattivone di Massimo Mazzucco (vedi qui, fortemente consigliato).

Post scriptum: invito tutti, ma soprattutto i conformisti (che in realtà sono i veri negazionisti), entusiasti del vaccino Pfizer che sta per arrivare da noi, a guardare che cosa è successo, in diretta televisiva, a un’infermiera in Alaska (attenzione: dal minuto 17.30 di questo video).

14 – Le statistiche

Non avendo documentazione al proposito, mi limito solo ad accennare alla tendenza, denunciata da molte voci libere, di contare, nel bollettino quotidiano dei deceduti, anche quelli morti per altre cause ma al contempo risultati positivi al controllo dell’infezione.
Almeno altrettanto scorretta nonché scandalosa, comunque, è la principale metodologia di controllo, tramite tampone molecolare e cicli “PCR” di amplificazione dell’RNA, che si spingono enormemente oltre la soglia di attendibilità, indicata intorno ai trentacinque cicli. Ognuno di essi raddoppia il livello d’analisi, dunque una progressione geometrica, che viene esasperata, in Italia, anche oltre i quaranta, andando così ad aumentare a dismisura e impropriamente il numero dei contagiati, cioè il primo elemento vagliato per stabilire l’andamento dell’epidemia e le contromisure sociali.
Ce ne parla, con la sua consueta chiarezza e capacità di sintesi, Enzo Pennetta: vedi qui.

15 – Il Tessitore Compromesso

Durante quest’anno ho dovuto anche cambiare, drasticamente, il mio giudizio sul nostro primo ministro.
Ero ammirato dalla sua non comune capacità di mediatore intelligente; ero confortato dal sentirmi governato e rappresentato, dopo le stagioni dei clown (Berlusconi e la sua mala copia: Matteo Renzi) e dei grigi tecnocrati (Monti, Gentiloni), da una persona capace, incorrotta, appassionatamente impegnata nel suo ruolo, dotata di valori etici e tanto abile diplomaticamente, e per questo lo ritenevo dichiaratamente uno dei migliori capi di governo nella storia del nostro Paese.
Purtroppo ho dovuto fare i conti con un elemento sottile, ma che si è palesato chiaramente in quest’anno così straordinario.
Il fatto è che, quando la capacità diplomatica non è sorretta da una visione alta, capace di conoscere, discernere e controllare le menzogne sottese ai rapporti, soprattutto in campo internazionale, tale virtù finisce per diventare connivenza, complicità.
I primi stridori erano giunti alle mie antenne già nella formazione dell’attuale governo, con l’attribuzione di metà dei ministeri a quel comitato d’affari chiamato Partito Democratico, un numero esagerato a confronto della sovrastante percentuale parlamentare dei 5 Stelle. E poi alcune nomine un po’ strane e molto indigeste, prima fra tutte, all’Economia, Roberto Gualtieri, uomo vicino ai vertici europei.
Ma altri e più profondi colpi alla stima per lui mi attendevano cupamente.
Come il delegare le sue decisioni alle indicazioni di due comitati tecnici, espressione di poteri non trasparenti: quello dell’OMS e dell’Agenzia Italiana del Farmaco nel comitato tecnico-scientifico e quello finanziario/tecnologico nella “task force per la ricostruzione” capitanata da Vittorio Colao, che fu per dieci anni amministratore delegato della Vodafone.
E poi, e soprattutto, il suo colloquio telefonico con l’Innominato, a seguito del quale vengono stanziati centoquaranta milioni per la campagna vaccinale (vedi qui), centoventi dei quali diretti alla GAVI, la specifica creatura foraggiata e controllata dalla sua fondazione; seguirà poi il contratto “sulla fiducia” con Astrazeneca, in accordo con Germania, Francia e Olanda, per la fornitura di quattrocento milioni di dosi del loro vaccino.
Infine, in campo economico, l’apparente brillante risultato in tema di Recovery Fund europeo, che nasconde l’insidia di un enorme debito contratto verso l’Europa, da restituire negli anni futuri, nonché le condizionalità da rispettare nel piano d’investimenti: non meraviglia lo scandalo di quei soli nove miliardi (meno del cinque per cento dell’intero fondo) destinati alla Sanità; così come l’approccio iper-tecnologico, con impegno dichiarato verso la nuova generazione di telefonia “5G”.
Mentre non una parola viene mai spesa, sempre in campo economico, sull’alternativo “Piano di salvezza nazionale“, elaborato, anche in forma di proposta di legge, da un gruppo interdisciplinare, con gli esperti di economia Antonino Galloni e Fabio Conditi primi firmatari.

16 – La battaglia legale

Con curiosa sincronia, avevo appena finito di scrivere il paragrafo precedente, quando mi è capitato d’ascoltare un’intervista che annuncia possibili sviluppi molto clamorosi qui in Italia.
L’avvocato Michele Pappalardo ci rivela una campagna che ha coalizzato uno squadrone denominato “Mille avvocati per la Costituzione”, che si sono attivati sistematicamente presso molte procure (inizialmente in Sicilia), per denunciare l’infondatezza scientifica dei tamponi nella rilevazione dei contagi e, conseguentemente, delle misure restrittive adottate dal governo.
A sostegno di ciò, portano gli studi di quattro ricercatori, che mettono in discussione la metodologia di controllo, molto più radicalmente di quanto io abbia riferito due paragrafi più sopra. Personalmente, avevo avuto modo di ascoltare più volte le tesi di tre di loro (e in un caso anche una convincente replica, da parte della già citata dottoressa Bolgan) e resto molto perplesso al riguardo.
Credo che, invece, abbia molta più possibilità di successo un altro fronte d’attacco di quegli stessi avvocati, per così dire procedurale.
Due solerti giovani signore hanno voluto scavare nei meandri delle leggi italiane, fino a scoprire una realtà inaspettata, riguardante lo stato d’emergenza.
Quest’ultima condizione, tuttora in corso, fu attivata dal governo ancora in gennaio (quando l’epidemia sembrava limitata alla Cina), sulla base di una legge relativamente recente. I criteri previsti da tale legge sono stati completamente e sostanzialmente travisati, così da togliere fondamento alla sua efficacia e a tutta la decretazione che ne è seguita.
Spero di aver suscitato abbastanza curiosità intorno all’intervista in oggetto (che linko qui). Sul finale di essa, viene indicata la procedura per affiancarsi in prima persona, ai singoli cittadini, con la modalità della cosiddetta autotutela, nel porgere la stessa denuncia.

17 – La situazione politica

Non nascondo che, ancora ferito dalla pugnalata inferta alle mie festività natalizie, che si annunciano silenziosamente lunghe, solitarie, austere e casalinghe come mai avrei immaginato, nell’ascoltare l’intervista all’avvocato Pappalardo ho partecipato emotivamente alla battaglia che prospetta.
A mente più fredda, però, penso che il rovesciamento dell’attuale governo, che ne dovesse seguire, non porti a nulla di buono, anzi, peggiori ulteriormente la situazione.
L’attuale opposizione, se escludiamo alcune individualità di spicco che rivendicano la sovranità nazionale usurpata dai tecnocrati europei, è un guazzabuglio di eterne logiche di potere, rigurgiti fascisti, mentalità e pratiche mafiose e berlusconiane, privilegio della produttività rispetto alla difesa dell’ambiente, infimo livello medio culturale; il tutto sulla base di quell’impostazione liberista che connota in modo originario la destra e che è l’origine di quasi tutti i mali, come dovrebbe essere ormai chiaro a tutti.
Poi, particolare non da poco, difficilmente tale coalizione potrebbe davvero andare al governo; prima delle elezioni, destinate probabilmente a sancirne la vittoria, la longa manus dei potentati europei e mondiali imporrebbe l’ennesimo governo tecnico, e ci troveremmo così di fatto commissariati, a rimpiangere Giuseppe Conte e il governo giallo-rosa come paladini di libertà… Che tristezza.
Anche perché poi, nonostante la rapida disgregazione della spinta rinnovatrice dei 5 Stelle, qualcosa di buono i due governi Conte hanno portato a casa: i primi esempi che mi vengono in mente sono il reddito di cittadinanza (che, con tutti i suoi limiti, ha dato un po’ di sollievo al segmento più povero della popolazione), il super-bonus “centodieci per cento” per la ristrutturazione ecologica degli edifici, e alcuni provvedimenti da parte del primo vero ministro dell’ambiente che si sia mai visto, cioè Sergio Costa.
In attesa che un’indispensabile (quanto ancora acerba) presa di coscienza popolare porti alla ribalta politica soggetti nuovi, come ad esempio il “Movimento 3V“, temo proprio che ci tocchi tifare ancora a lungo per questa opprimente stabilità, peraltro continuamente minacciata da quella mina vagante di Renzi.

18 – Le piazze

Ci sono popolazioni nazionali molto più insofferenti della nostra alla limitazione delle libertà: la piazza di Berlino (nell’immagine) e le strade di Parigi lo dimostrano, anche se i giornali… quasi non se ne sono accorti.
Ho seguito in diretta la manifestazione romana “Marcia della Liberazione” dello scorso 10 ottobre, che ha avuto il merito di far convergere gli eterogenei rappresentanti della galassia del dissenso, sotto il condivisibile motto “Per la fine del neoliberismo”.
La partecipazione popolare è stata molto scarsa, se rapportata alle altre due capitali europee.
Personalmente, poi, il mio ingenuo slancio a condividere con entusiasmo, su Facebook, la diretta della manifestazione, ha provocato una serie di reazioni ostili di stampo conformista, che mi hanno rattristato e avvilito.
C’è spazio di miglioramento…, ma non escludo che la violenta privazione delle sacre feste natalizie venga vissuta da noi, molto legati alle tradizioni e alla famiglia, con particolare e magari… utile turbamento.

19 – La telefonia “5G”

Come se non bastasse la pandemia, siamo alla vigilia d’una grande trasformazione tecnologica, data per certa praticamente da tutti i governi e motivo d’imponenti battaglie commerciali.
Si tratta del nuovo protocollo di trasmissione della telefonia di quinta generazione, noto appunto come “5G”.
A differenza dell’attuale, prevede una grandissima quantità di antenne disseminate sul territorio, l’utilizzo di diverse nuove bande di frequenza elettromagnetica, e promette un’enorme e rapidissima capacità di trasmissione dati, tale da garantire un’interazione continua fra persone e oggetti, denominata l’ “internet delle cose”. Un frigorifero potrà teoricamente ordinare al supermercato yogurt e bistecchine, non appena percepisce che stanno finendo, tanto per fare un esempio di quali gloriose frontiere ci attendano.
Nessuno può sapere, per oggettiva mancanza di sperimentazione a medio-lungo termine, l’entità dei danni alla nostra salute che produrrà quest’incessante nuova esposizione a onde elettromagnetiche.
Anche se parliamo di entità invisibili, esse hanno una funzione essenziale a livello delle nostre cellule, tale da richiedere molta prudenza.
Ma la prudenza, si sa, non è amica degli interessi dei potentati economici e dei progetti di controllo globale della popolazione.
Dovremmo essere molto stanchi di pagare, al cosiddetto progresso, dei prezzi altissimi in termini di salute e vite umane.
Accettiamo ormai da generazioni il rischio d’incidenti e i gravissimi danni ambientali legati alla mobilità privata.
Abbiamo accettato di trasferire via etere la telefonia e la trasmissione dei dati, con apparecchi mobili e reti wi-fi che, già ora, ci tempestano minacciosamente il corpo e il cervello.
Accettiamo, con ignorante connivenza, lo stato di oppressione neo-coloniale e le guerre criminali nei Paesi produttori, soprattutto africani, di metalli rari e altre materie prime.
Abbiamo accettato, più in generale, un aumento di tumori e malattie gravi che questo modello di sviluppo ha richiesto.
Accettiamo impotenti la degradazione del nostro ambiente, con la scomparsa della maggior parte delle specie viventi (biodiversità), il saccheggio e l’inquinamento dei mari, la distruzione dell’immensa foresta amazzonica, la rapida trasformazione del clima.
Non sarebbe ora di un ripensamento, a cominciare da ritmi e valori?

20 – Economia keynesiana o decrescita?

Alcuni esperti, che citerò più avanti, stanno propugnando un diverso modello d’economia, di tipo keynesiano: valorizzando domanda e produzione interne, e aumentando l’occupazione, si produrrebbe una migliore distribuzione della ricchezza, evitando così l’attuale spirale che avvantaggia le banche e impoverisce le famiglie.
Anziché cercare finanziamenti a debito, propongono poi di sfruttare il grande ammontare di risparmio privato che abbiamo accumulato, da riversare in obbligazioni a lungo termine, emesse frequentemente e rese attraenti da tassi d’interesse progressivi nel tempo, destinate solo all’acquisto per i cittadini residenti in Italia. Questo potrebbe rappresentare un motore gratuito per la ripresa, privo d’interessi passivi esterni e condizionalità imposte.
Gli stessi sono concordi inoltre circa la necessità di aumentare, con recuperi di sovranità monetaria a vario livello, normativamente già possibili, la quantità di moneta circolante.
Rispetto ai meccanismi predatòri attuali che ci affliggono e ci strozzano, sarebbe un enorme e autentico passo avanti.
Credo però, a mio modesto parere, che anch’esso non risolverebbe alla radice i problemi legati alla crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) e dunque all’enfasi sui consumi, che in questo modello rimarrebbe inalterata.
Un ripensamento più radicale, e l’unico che mi appare risolutivo, è dato dalla dottrina della “decrescita felice”. Consumi molto più essenziali; attenzione costante ai costi ambientali delle nostre scelte (innanzi tutto quelle alimentari); massima limitazione dei rifiuti grazie a recupero e riciclo; economia solidale di partecipazione, condivisione, scambio e dono.
Ma anche, di pari passo, una revisione dei valori che il consumismo ci ha inculcato: ritmi più lenti, meno rumore, più tempo libero (da ricercare, ovviamente e inizialmente, nei limiti del possibile), meno competizione e ansia, meno ossessivo bisogno di spostarsi, movimento all’aria aperta, cibi prodotti nelle vicinanze (non trattati chimicamente e non assoggettati alla grande distribuzione), più salute con un’alimentazione prevalentemente o totalmente vegetariana e non troppo abbondante (fermo restando l’amore per la buona tavola e il buon bere); più tempo per la cultura, l’arte, la musica e un sano divertimento.
Lo so, le implicazioni sul sistema produttivo e lavorativo sono estremamente complesse, ma c’è un importante vantaggio: a differenza di un cambio di modello da imporre ai nostri governanti, possiamo cominciare subito, in prima persona, a imprimere con i nostri comportamenti questa stessa direzione di marcia, tenendo ben presente che sono i nostri consumi a determinare la produzione, e non il contrario.
Se poi abbiamo voglia di collaborare con chi ha queste stesse idee, possiamo approfittare del Movimento per la Decrescita Felice: vedi qui, sito e pagina Facebook.

21 – Innalzarsi sulle miserie

Ad eccezione di queste ultime considerazioni potenzialmente positive, il quadro che ho tracciato della realtà attuale è desolante e inquietante, per chi rifiuta le comode certezze di un approccio “conformista” alla realtà. Sembrerebbe proprio, per citare Tolkien, che le forze di Sauron, l’oscuro signore, abbiano cominciato quest’anno a imporre decisamente la sua tirannia, per un destino di distruzione e desolazione…
A questo punto, avevo in programma di cambiare completamente registro e argomenti, per parlare di cose filosofiche e spirituali, aggiornandovi sulle mie piccole o grandi nuove acquisizioni, che sono il frutto di un interesse non meno vivo rispetto a quello per l’attualità.
Come per dare una dimensione verticale, che cambia completamente la prospettiva bidimensionale del quadro e che dà respiro.
Mi rendo conto, però, che non è possibile addentrarmi in tematiche così complesse dopo aver già scritto tanto.
Non lo prometto, ma non escludo di dedicare un nuovo articolo, più avanti, a questi argomenti che ora mi tocca tralasciare.

22 – Personaggi ed interpreti: i canali informativi

Avviandomi alla conclusione, mi sembra utile una rapida carrellata sui personaggi di spicco che, con pregi e difetti, rappresentano comunque le mie fonti d’informazione preferite, e sui canali che essi gestiscono.
Al primo posto (molti l’avranno già capito), metto Massimo Mazzucco.

L’ascolto regolarmente sulla sua “Contro tv“: i programmi originali vanno in onda solo il lunedì, mercoledì e venerdì alle nove di sera, con i suoi collaboratori fissi Roberto Quaglia (lunedì e venerdì) e Margherita Furlan (solo il venerdì); l’accesso in diretta è gratuito, mentre, per fruire delle trasmissioni in archivio, è necessario abbonarsi, al simbolico costo annuo di dodici euro. Lo stesso Mazzucco ha un blog intitolato “Luogo comune“.
Al secondo posto, Claudio Messora con la sua squadra di giovani giornalisti, che ormai gli si sono sostituiti, nelle trasmissioni di “Davvero tv”, quella che mira a diventare una tivù libera e alternativa a tutti gli effetti, di cui lui ha assunto il ruolo di promotore e direttore. Al momento, oltre che trasmettere sull’omonimo sito e sull’omonima applicazione per smartphone, ha conquistato le frequenze del digitale terrestre in tre regioni: Lombardia (canale 606), Piemonte (607), Lazio (632). Ogni sera dal lunedì al venerdì alle sette, in particolare, viene pubblicato un telegiornale,

di cui è direttrice la brava e graziosa Virginia Camerieri (nell’immagine), che si può vedere liberamente anche sul canale youtube “Byoblu” (vedi qui). Byoblu è anche il nome del video-blog di Messora, che continua a essere aggiornato.
La già citata Margherita Furlan, poi, con tutti i collaboratori che gravitavano intorno al compianto Giulietto Chiesa, si può seguire sulla loro “Casa del Sole TV“, che ogni sera dal lunedì al giovedì pubblica un telegiornale, orientato anche a quelle notizie dall’estero che è difficile trovare altrove.
Il già citato Roberto Mazzoni, dagli Stati Uniti, trasmette le sue numerose conversazioni su questo sito.

23 – Personaggi ed interpreti: i protagonisti

Nondimeno, frequento alcune altre personalità di grande valore, in qualità di ospiti dei canali già citati, anche se hanno solitamente un proprio sito di riferimento.
Franco Fracassi è un giornalista d’inchiesta indipendente, molto attivo nell’ampliare la percezione collettiva dei grandi fenomeni, come l’attuale pandemia, con fondamentali dati di contesto, presentati nella loro oggettività.
Mauro Scardovelli, nelle sue variegate competenze (psicoterapeuta, giurista, esperto e sostenitore della nostra Costituzione) è figura trainante nel campo dei cosiddetti sovranisti.
Alberto Micalizzi è un economista che reputo assolutamente geniale. Purtroppo non capita spesso di ascoltarlo, ma ogni volta è un piacere, grazie alla sua preparazione sui meccanismi dell’economia e sulle relative straordinarie trasformazioni in atto, nonché alla sua lucidità nella critica e nella proposta attiva di soluzioni.
Fabio Conditi è un ingegnere, appassionato autodidatta d’economia, a capo dell’Associazione “Moneta Positiva“, che, a fronte dei guai derivanti dall’attuale “moneta a debito”, diffonde proposte di soluzioni, attuabili da subito, per rilanciare il nostro sistema-Paese.
Ugo Mattei è un giurista dalla parte della gente, promotore fra l’altro di un’iniziativa di legge sui beni comuni, tramite il “Comitato Rodotà“.
Infine Marco Guzzi, che viene definito “poeta e filosofo”, è per me un’entusiamante scoperta recentissima, nonostante conduca già da tempo i gruppi chiamati “Darsi pace” (vedi qui e anche sull’omonima pagina Facebook).

24 – Per un lieto fine

Non essendo riuscito a parlare di temi a carattere filosofico e spirituale, che avrebbero portato un po’ di luce nel quadro a tinte fosche della nostra attualità, cerco di supplire con due perle che, da sole, possano riportare un po’ di speranza nel futuro.
In un piccolo laboratorio italiano lavora un ricercatore che, con umiltà e testardaggine, e in collaborazione con altri laboratòri nel mondo (soprattutto in Giappone), si sta avvicinando gradualmente e incredibilmente alla possibilità di produrre energia pulita, rinnovabile e a basso costo, tramite quella che fu definita “fusione fredda”.
Si tratta di Francesco Celani, che potete ascoltare qui, intervistato dal solito Massimo Mazzucco.
Ho lasciato, invece, come ultimo link, la conversazione del già citato Marco Guzzi, avvenuta pochi giorni fa nell’ambito di un evento organizzato da Margherita Furlan. Questo il suo meraviglioso discorso (clicca qui), in cui, con grande lucidità, detta le linee per un difficile ma indispensabile rinnovamento sociale.

L’anno che sta terminando, anche per chi non sia stato visitato dalla malattia (personalmente o nei suoi affetti), o dalla perdita del lavoro, o comunque dalle ristrettezze, ha sconvolto le nostre abitudini e ci ha inevitabilmente cambiati, dopo che abbiamo dovuto conoscere una lunga condizione di prigionia nelle nostre stesse abitazioni, dopo che ci siamo abituati a camminare tutti mascherati e a distanza di sicurezza dagli altri, dopo che abbiamo dovuto sottostare a un continuo regime d’emergenza e alle gravi limitazioni che ci venivano (e ci vengono tuttora più che mai) imposte.
Allo stesso modo, anche la vecchia “normalità” a livello collettivo è stata colpita a morte e non esisterà più: non illudiamocene (o, per i più illuminati,… non temiamolo!).
Si è aperta la stagione della resilienza, che è la capacità di adattarsi positivamente a condizioni ambientali mutate, e nello stesso tempo ci troviamo di fronte a una titanica presa d’indirizzo, come a un fatale bivio; verso un destino di annientamento, oppure di riscossa, della nostra essenza più intima, vera, inspiegabile e gioiosa: quella di irrefrenabili bambini dell’universo.

Vi auguro di cuore pace, salute e felicità.

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6 risposte a Messaggio Urbi et Orbi 2020

  1. Sari ha detto:

    Hai fatto bene a spiegare, a chi non ti conosce, che non sei persona che si perde dietro a inutili complottismi perchè ogni tua opinione ha motivi nati dall’informazione affatto superficiale ma sempre ben documentata.
    Ti ho letto e ritengo il tuo “Urbi et Orbi 2020” un augurio che si fa strumento per affrontare il nuovo anno con occhi vigili e mente aperta… sugli argomenti che qui tocchi e anche su altro che capita nella vita. Una vita che non è mai comoda come si spera e si tende a credere perchè ogni piccola scelta, ogni distrazione, ogni “lascio correre” ha conseguenze che crederemo, a torto, un ineluttabile destino.
    Lasciatevi coinvolgere, informatevi qui e qui – ci dici spingendoci a premere sul link per andare a vedere. Credere di essere informati perchè si legge lo stesso quotidiano o seguendo una stessa emittente televisiva è un inganno e accetto il tuo spronarmi a un’altra informazione. Occorre coraggio per farlo, lo so bene, e anche fatica perchè ogni stimolo ne richiede altri e altri e altri… ma la fatica paga, è un allenamento come quello dello sportivo che fatica ogni giorno, e per un anno intero, per quei pochi minuti di gara che lo vedrà vincente o perdente. Ecco, il nostro informarci è un allenamento che ha come premio la consapevolezza delle scelte che faremo e della fiducia che daremo a chi, secondo noi, lo merita.
    Penso tu sappia che, per quel poco che sono riuscita a far mio, sono d’accordo con quanto scrivi e invito chi non lo è a non offenderti ma ad andare a vedere.
    Buon anno Franz, grazie!

    • Franz ha detto:

      Cara amica Sari,
      innanzi tutto ti ringrazio di cuore, per questo bel messaggio e per la grande stima che ancora una volta mi dimostri.
      Sì, non mi sorprende saperti vicina ai contenuti che ho esposto, come già avvenne nel tuo commento al mio articolo sul “Filantropo”; la conferma, naturalmente, mi fa molto piacere: non siamo (ancora) in tanti…

      Il tuo paragone all’allenamento costante di uno sportivo, seppur efficace, sembra celare un approccio di volontario eroismo verso le cose della vita, quanto meno verso quelle che più contano.
      Credo, da parte mia, che la nostra esistenza sulla Terra imponga già, di per sè, discrete dosi di eroismo senza doverne aumentare il carico: se guardo alla mia esperienza nell’approccio all’informazione, mi sembra forse più calzante l’esempio di chi si abitui a mangiare sano e non voglia più saperne del cibo-spazzatura.
      Dunque un porsi con naturalezza e attenzione verso abitudini più essenziali e gratificanti.
      Ho scritto con lo stesso atteggiamento lo stesso lungo articolo che stiamo commentando; se non mi avesse appassionato avrei fatto meglio a lasciar perdere.
      Anzi, penso che probabilmente sia la passione che vi traspare, l’elemento potenzialmente più efficace al cambiamento: sappiamo bene quanto legato a fattori psicologici sia l’attaccamento rassicurante dei conformisti alla loro visione della realtà, e dunque impermeabile a qualsiasi confronto logico e razionale.

      Dirò di più, riprendendo un tema che son riuscito solo ad accennare all’inizio del mio scritto: sono giunto alla conclusione che il cammino personale di progresso interiore possa sortire, per vie indecifrabili, molto più effetto di trasformazione collettiva rispetto a un’attività preordinata.
      Ed è un’idea confortante, visto lo sforzo titanico che comportebbe quest’ultima, nell’attuale situazione del mondo e della società.

      Viene da sè che, per l’anno che sta per cominciare, auguro a te, a me, a tutti, proprio questo: un continuo progresso interiore, in spirito di conoscenza, verità, compassione, fratellanza.
      E tutta la gioia che ne conseguirà!

  2. Sari ha detto:

    Non ho tempo per leggerti ma lo farò. Per ora mi preme farti auguri di tanto bene e serenità.
    Buon Natale Francesco, qualsiasi cosa significhi per te questo giorno di festa.
    Ciao.

    • Franz ha detto:

      Grazie per i tuoi auguri mai banali, Sari carissima!
      Ti auguro, in questo strano silenzioso Natale, una gioiosa e debordante serenità di cuore, insieme a chi ti è vicino.

  3. Elisabetta ha detto:

    Carissimo Franz,
    è da Sabato che controllo FB per poter leggere il tuo consueto messaggio di fine anno.

    Eccolo finalmente!!

    L’ho divorato, cibo per la mente, per il cuore e pieno tantissime fonti dalle quali poter trarre informazioni finalmente più libere, più oggettive, frutto di un giornalismo d’inchiesta del quale questa società ha bisogno come l’aria da respirare.

    Le tue analisi sono precise, lo stile estremamente curato e ponderato, così come la scelta delle parole, si vede che ci hai dedicato tempo e passione!!

    Io sono d’accordo su tutto, sarebbe bello poterlo condividere a più persone possibili!!

    Grazie ancora e ti auguro un 2021 pieno di pace, salute e serenità,

    Un abbraccio forte.

    Elisabetta

    • Franz ha detto:

      Cara Betta, quando ho ricevuto la segnalazione di un primo nuovo commento su questo articolo, ho pensato con preoccupazione: “Ecco, ci siamo, comincia la polemica…”. Puoi capire perciò quanto mi abbiano spiazzato e confortato le tue parole così assolutamente positive.
      È vero, ho dedicato alla scrittura e alla pubblicazione un tempo e un’attenzione enormi, ma lavorare con gratuita passione, come è avvenuto, non è una fatica ma un privilegio.
      Ho per ora limitato la diffusione a soli amici selezionati, ma forse, prima di Natale, linkerò l’articolo anche sulla mia pagina di Facebook, così che possa venire diffuso verso una platea potenzialmente più ampia.
      Ti ringrazio per gli auguri e per l’abbraccio, che ricambio di cuore.

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