La camminata, a cui si riferiscono i quattro articoli precedenti, ha rappresentato per me una gran bella evasione dalla lunga stagione delle limitazioni, soprattutto quelle territoriali.
Il nuovo numero dell’Antizuc, che sarebbe dovuto uscire oggi, è rimandato di una settimana, poiché non ho avuto il tempo di collezionare e commentare nuovi contributi.
Mantengo comunque l’appuntamento del martedì sera, con questo breve post, scritto in modo più confidenziale e diretto.
Sulla scia dei miei più autentici interessi, sarei tentato di affrontare i temi spinosi e divisivi della pandemia e della vaccinazione di massa, offrendo magari ai lettori (cosa che cerco di evitare sempre nell’Antizuc) i contributi più estremi e inquietanti, fra quelli d’impronta cospirazionista. Magari potrebbe essere eticamente utile o addirittura necessario, vista l’enormità delle poste in gioco.
Ma preferisco dare ascolto alla voce interiore che mi dice di soprassedere, mantenendo tonalità e prospettive relativamente serene.
Fra queste, la speranza che ci aspetti un’estate abbastanza spensierata, almeno quanto quella dell’anno scorso, anche se la platea di chi è stato colpito duramente, chi negli affetti e chi nella propria attività, è aumentata a dismisura.
Ho la fortuna di non far parte di nessuna delle due categorie (se escludiamo una mia amica colpita da un ictus, per fortuna senza troppe conseguenze, dopo la vaccinazione).
La storia contemporanea ha preso una piega drammatica e inaspettata, benché probabilmente progettata a lungo.
Altrettanto probabilmente, dietro la scena si stanno combattendo enormi forze, più o meno occulte e non tutte criminali.
Credo che sia ingenuo ipotizzare il ritorno a quella normalità che ci sembra d’aver perduto e che, a uno sguardo critico, rivelava comunque gravi sintomi di malattia sociale. La nostra personale vitalità e capacità di trarre linfa dalle cose più essenziali (e sempre sorprendenti) di questa nostra misteriosa esistenza, determinerà, molto più di quanto siamo indotti a pensare, gli esiti dello scontro.
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I fedelissimi della rubrica “La poesia del lunedì” troveranno qui l’ultima mia composizione.
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