2-8: Dal lago ai vigneti

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Il getto frontale dell’aria condizionata nella camera di Bolsena, benché attivato solo periodicamente, aveva poi ostacolato il mio primo sonno, a causa d’una narice intasata.
All’una, ancora sveglio, immaginavo di dover rinunciare alla mia partenza antelucana.
Poi, il consueto miracolo. Dopo un primo risveglio dopo le tre, riprendo sonno per un’ora, e mi ritrovo perfettamente in forma per affrontare la nuova giornata.
Ho smesso di chiedermi come sia possibile, ma ogni volta è una grande soddisfazione.

Sapendo che la colazione al bar convenzionato (proprio come ieri) sarà deficitaria, ho conservato un prezioso antidoto, in qualità più che in quantità.

Varco il portone e mi dirigo al bar, nel centro del paese trasfigurato dalla notte.

Come ieri, poco dopo le cinque trovo il bar già aperto, ma con un’atmosfera del tutto diversa. Intanto è già stranamente frequentato, in particolare da un trio di uomini maturi dall’accento emiliano, che immagino alto-borghesi dediti alla vela.
Poi c’è il barista; se mi aveva favorevolmente impressionato quello di Altopascio, questo ha un atteggiamento scostante e tende a non rivolgerti la parola, intento a pulire e riordinare con fare seccato.
“Anzi no,” mi correggo: “non una brioche; prendo una fetta di questa torta.”
“Non è una torta, è un ciambellone.”
Caspita, c’è una bella differenza!

M’incammino alle cinque e ventitrè, lo stesso identico orario di ieri.
L’itinerario però è molto più corto, solo diciotto chilometri, in salita da Bolsena a Montefiascone, dove potrò arrivare molto presto.

Ogni giorno di questo straordinario viaggio si dipinge di luci proprie; la tappa di oggi sarà diversissima da quella di ieri: sostanzialmente monocorde e del tutto solitaria, ma impreziosita da qualche sorpresa paesaggistica. Questo diario privilegerà necessariamente le immagini rispetto al racconto.

Sembra che il sole non voglia saperne di fare la sua comparsa e preferisca restare nascosto dietro le alture.

Nuvole rosa nel cielo sopra il lago, già lontano.

Un rumoroso mezzo agricolo sta ripulendo il margine e mi sbarra la strada; il conducente è di spalle. Con prudenza affianco la cabina e mi faccio notare con ampi gesti; immediatamente vedo il braccio meccanico farsi rispettosamente da parte.

La vista sul lago non è frequente come pensavo; la stradetta si snoda prevalentemente nella boscaglia, in certi tratti molto ombrosa.

Grazie alla mia partenza notturna e al mio passo costante, son cosciente che oggi non incontrerò, su questo mio stesso percorso, né gli amici olandesi né le due romanine.
Mi diverto a lasciare, ben fissato sopra questo cippo,

un messaggio personalizzato, con tutti i quattro nomi, di saluto e incoraggiamento, immaginandomi la sorpresa che desterà.

Sono già quasi le sette e mezza quando il sole rompe gl’indugi e comincia il suo lavoro di pittore dei colori.

E, dopo il sole, fanno la loro rigogliosa e pittorica comparsa le viti, quelle da cui viene prodotto il vino di Montefiascone.

Sulla base di un certo famoso aneddoto (sempre in tema di viandanti) porta il curioso nome “Est! Est! Est!”

Ora, usciti dal bosco, lo sguardo può spaziare su paesaggi molto più luminosi e colorati.

Ora una, ora l’altra, di queste numerose pecore, emette un forte belato.
Il verso lamentoso di questi quadrupedi è stranamente affine alla voce umana e, per questo, suscita sempre un coinvolgimento particolare.

Sempre lontano, sullo sfondo, il lago di Bolsena.

Immancabile, la confluenza nella via Cassia, fortunatamente su un viottolo al di là del guardrail.
Son passate le fatidiche tre ore senza soste; la fatica accumulata in salita rende impensabile affrontare di seguito l’altra ora e mezza mancante.
Avanzo per diversi minuti guardandomi intorno alla ricerca di un approdo confortevole.

Lo trovo finalmente, poco discosto dalla traccia, ai piedi di questo anziano tronco.

Inginocchiandomi alla sua altezza, vinco le ritrosie di questo bel micione bianco, che alla fine mi concede (o si concede?) una strusciata sul mio fondoschiena; ma quando cerco di fotografarlo da vicino, il ronzio dello zoom lo innervosisce.

Ultimi saluti al lago, prima dell’ingresso a Montefiascone.
Che avviene su strade larghe e dal traffico sostenuto, che non meritano fotografie,

a differenza della facciata della basilica di San Flaviano, unico edificio storico che incontro sulla via verso il mio bed and breakfast, che è poi sempre la Cassia.

Su una breve laterale, sono le dieci e mezza quando mi appare, con un giardino molto fiorito e curato.

La signora ha un modo di parlare da classica popolana del Sud: mi dà del voi e mi indica, come supermercato più vicino, il conàdd.

Stupisce il contrasto con la camera, arredata e allestita con raffinata eleganza.

L’ottimo orario d’arrivo (e l’ottima connessione) mi consentirà una giornata dai ritmi più tranquilli del solito.

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11 risposte a 2-8: Dal lago ai vigneti

  1. Altea ha detto:

    Ciao Francesco, eravamo fiduciose di incontrarti da Bolsena a Montefiascone ma ahimè non è successo! Siamo partite alle 5:30 ma sei stato troppo rapido!
    Oggi forse ti abbiamo intravisto alle nostee spalle prima delle terme di Bagnaccio (8:30 circa) ma credo tu non ti sia fermato lì, giusto? Era il giusto riposo del guerriero.
    Abbiamo incontrato gli olandesi che ti salutano e noi tutti ti ringraziamo per il carinissimo biglietto lasciato nel bosco! Grazie :)! Spero a presto, Altea e Giulia! Ps. Siamo quasi a Roma, te la salutiamo e le diciamo che arrivi presto! 🤗

    • Franz ha detto:

      Ciaoooo, Altea e Giulia!! 😊😊
      In effetti ieri son partito da Bolsena molto presto, ma, da quanto mi dite, solo pochi minuti prima di voi e, dunque, per poco non si è ripetuto il nostro incontro prima dell’alba, quello ad Acquapendente.
      Oggi invece è del tutto probabile che vi abbia superate durante la vostra sosta alle terme.
      Sono certo che questo vostro primo assaggio del cammino francigeno abbia lasciato nel vostro cuore e nella vostra memoria un segno importante, che vi farà tornare a vivere per periodi più lunghi questo meraviglioso tipo d’esperienza.
      Da parte mia, aver condiviso con voi i momenti di quel nubifragio e poi, soprattutto, il piacevole “ritorno alla vita” (in quel bar e poi camminando sotto il sole), resterà uno dei ricordi più gradevoli del mio cammino.
      Grazie della vostra simpatia e arrivederci lungo qualche sentiero!

  2. Valerio ha detto:

    Splendido il paesaggio con le viti, il lago e il suono della voce umana delle pecore!
    Non avevo presente, anche se forse ne avevi già parlato, il fatto delle “fatidiche tre ore senza soste”: un sforzo di autodisciplina sicuramente necessario.
    Troppo forte il messaggio sul cippo! 😀 Facci sapere se è poi stato visto!

    • Franz ha detto:

      Quella di procedere a lungo senza soste è per me una novità di quest’anno, tutto sommato utile e virtuosa. Oggi ho fatto tutta una tirata da Montefiascone a Viterbo…
      Jurgen e Laura, gli olandesi, mi hanno scritto apposta una mail per ringraziarmi e ne hanno anche parlato nel loro diario telematico. 😊
      Le romanine invece niente, finora. 😕
      Un salutone a te e… alle prossime!

      • Valerio ha detto:

        Tutta una tirata da Montefiascone a Viterbo: mammamia, complimentissimi! Poi leggerò il report della tappa.
        Mi fa piacere sapere del feedback di Jurgen e Laura, aspettando le romanine.
        Fra cinque giorni sei a Roma… che emozione!

        • Franz ha detto:

          Sì, il traguardo di tre anni di cammino è sempre più vicino e mi batte già forte il cuore al pensiero della passerella finale fino in Piazza San Pietro!
          Con una curiosa coincidenza, il tuo commento segue di pochi minuti quello di Altea e Giulia (le “romanine”) e la mia risposta.

        • Valerio ha detto:

          Ho visto ora il commento di Altea e Giulia! 🙂

  3. Federica conti ha detto:

    Complimenti Franz per la tua personale olimpiade.. e viva il presente.

  4. Elisabetta Lefons ha detto:

    Bellissime le foto!!

    Buon cammino,

    Baci,

    Betta

    • Franz ha detto:

      Grazie, carissima Betta.
      Ogni giorno che passa la macchina fotografica sembra deteriorarsi, ma finché si può cerco di sfruttarla al meglio.
      Un bacione a te!

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