5-8: Incantevole Tuscia silvestre (1)

Una nuova giornata, una nuova intensa successione di apparizioni e situazioni, sta per arricchire ulteriormente la fantasmagorìa infinita di questo mio viaggio, mentre, alle cinque e quaranta, faccio scorrere ancora una volta, anzi due, il cancello dell’albergo.

In programna ventiquattro chilometri, un percorso di tutto rispetto, con destinazione la storica città di Sutri.

Le luci dell’alba, amplificate dall’effetto fotografico, si stagliano a Est, nel cielo limpido dietro la boscaglia.

Raggiunta per l’ennesima volta la statale Cassia, tema portante delle mille variazioni francigene, la percorro fino alla deviazione che sale verso la frazione di Giardino.

Mi volto e resto incantato dal saluto che mi dà Vetralla, troneggiante sulla sua piccola collina.

La strada asfaltata sale con lieve pendenza regolare, ben assecondata dai miei passi, in un ambiente privo di spunti paesaggistici,

se escludiamo questa villa fiabesca.

Rare e isolate le presenze, sia umane che veicolari, dei primi abitanti di questo nuovo giorno.

Si tratta solo del prologo, un anonimo trampolino di lancio, di un lungo percorso di sorprendente bellezza ambientale.

Che esordisce, sul finire della prima ora di marcia, con l’ingresso in un grande percorso ciclabile attrezzato all’interno d’un bosco molto piano, rado e luminoso, frequentato da podisti solitari, di età (e velocità) molto varia.

Con l’esclusiva colonna sonora di vari cinguettii e gorgheggi, è un ambiente incantato, all’interno del quale è un piacere procedere.

Fa la sua comparsa il sole, benvenuto, in una mattina del tutto serena e limpida, a dispetto delle previsioni che facevano temere nuovi temporali.

Poco prima dello scadere della seconda ora di cammino, l’itinerario si lascia alle spalle la foresta incantata per entrare in un ambiente altrettanto suggestivo.

Si tratta di sterminati noccioleti, dalle piante disposte in regolare scacchiera. La luce del sole vi penetra lateralmente, con godibili effetti visivi.

L’attraversamento della statale non interrompe quest’ambientazione così suggestiva.

Intanto non sono più solo: mi ha raggiunto Filippo, di Marsala, dotato di un passo veloce e di un simpatico sorriso.

Lui è partito da Siena, insieme a un’amica, mia coetanea, che voleva contagiare con la passione per questo tipo di vita, a lei ignota.
L’esperimento, mi racconta, non è riuscito: la fatica del cammino non sorretta da una forte passione, concordiamo, genera noia e rigetto. Ma non ha rinunciato alla vacanza: si danno appuntamento nei posti di tappa, che lei raggiuge con i mezzi pubblici e visita con l’approccio di una turista classica e curiosa.

Fra i nocciòli, vediamo comparire vestigia di un lontano passato.

Nello scambiarci le nostre esperienze, capisco che Filippo, pur conoscendo l’applicazione, è ignaro della preziosa funzione di localizzazione satellitare sulla mappa.
Due coincidenze, una più curiosa dell’altra, stanno per susseguirsi.

Intenzionato a provare la funzionalità da me decantata, ha dovuto aspettare che ci fosse sufficiente connessione, per scaricare la mappa, e intanto abbiamo proseguito conversando.
Quando c’è riuscito, la cosa si è rivelata preziosa, perché il segnalino risultava fuori dal percorso. Avevamo, cioè, distrattamente deragliato: dietro front, fino a recuperare il filo d’Arianna.

Ma qui è successa una coincidenza ancor più clamorosa. Nei panni del maestro, gli spiego come seguire, tramite il segnalino, la linea rossa del tracciato, ma quest’ultima sembra dirigersi fuori sentiero, dritta fra le piante.
Ovviamente scegliamo di seguire i segnavia fisici, che comunque più avanti dovrebbero riallinearsi con la traccia elettronica.
Un caso, più unico che raro (e decisamente beffardo) di disallineamento e di parziale inaffidabilità dello strumento.

Prima di manifestare la sua intenzione di allungare il passo, il mio compagno di viaggio mi racconta la sua esperienza sul cammino di Santiago, che conferma quelle immagini di fitta processione evocate ieri da Giacomo, rinforzando così il mio rigetto.
Di cui, comunque, anche a lui spiego le motivazioni: ritrosia ecologica al lusso di voli aerei evitabili e anticonformismo.

Resta positivamente colpito (come in un successivo incontro mi confiderà) dalla mia attenzione alla sostenibilità ambientale.

Ci salutiamo, con la speranza di rivederci, magari già per le strade di Sutri.

Sul finire della terza ora di cammino, l’ambientazione naturale cambia ancora, non finendo di stupire, in collaborazione con le luci e i colori di una mattina molto limpida.

Ho rinuciato, a cuor leggero, alla fatidica sosta della terza ora, e punto a raggiungere Capranica, l’unico paese previsto sul percorso.Cosa che avviene quasi un’ora dopo.

Evito subito di seguire le indicazioni di un bar, nella speranza di trovarne un altro proprio sul percorso.

“Scusi, signora, c’è un bar in zona?”
È giovane, ma ha un’espressione dolce e materna.
“Sì, in fondo alla strada, a destra.”
Poi aggiunge, quasi giustificandosi: “È molto piccolo!”
“Non importa; l’importante è che mi faccia bere qualcosa.”
“Eh sì…” mi guarda condiscendente.

Chissà se ho capito bene, mi chiedo in fondo alla lunga strada, prima di girare a destra sulla Cassia.
Èureka, il piccolo bar c’è!

È frequentato da alcune signore in vena di chiacchiere, benché con un tono tranquillo, quieto.

“A me non piace chiacchierare” mi dice uscendo e sedendosi di fronte al mio tavolino, una strana signora dall’aspetto di un’originalità trasandata. “Soprattutto quando parlano degli altri, spettegolando.”

Con me, che avrei voglia di consultare il tablet, però parla volentieri. È curiosa, vuol sapere che cosa spinge a mettersi in cammino. Vuol sapere che cosa ho fatto nella vita; lei, che inizialmente si diceva ignorante, è laureata in chimica ma si è occupata di organizzazione scolastica. Vuol sapere che cosa penso della pandemia. E si finisce a parlare, con una a cui non daresti alcuna credibilità, delle case farmaceutiche e del Forum di Davos…

Le ultime due ore abbondanti di cammino cominciano con una nuova sorpresa, questa volta non di carattere naturalistico: il centro storico di Capranica.

(continua…)
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Informazioni su Franz

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4 risposte a 5-8: Incantevole Tuscia silvestre (1)

  1. Sari ha detto:

    Sai vivere a 360 gradi (e forse piú). Buon cammino Franz!!!

    • Franz ha detto:

      Grazie per il bellissimo e originale complimento, Sari.
      Cercare di far fruttare al meglio il proprio tempo è sempre doveroso, oltre che fonte di arricchimento.
      Grazie anche per quell’augurio finale, che in questi giorni ho imparato ad accettare ed amare!

  2. Gilda D'Elia ha detto:

    Caro Franz, stasera abbiamo letto il tuo blog, qua fuori dal terrazzo con vista mare, cullate da una leggera brezzolina, insieme a mia madre.
    Alla fine della lettura mia madre ha così commentato in dialetto formiano:: Insomma, si sta a addegreà!!!!!
    ….dunque è questa la sensazione che il tuo racconto rende sempre di più: il piacere del viaggio, delle piccole-grandi cose lungo il percorso, degli incontri, delle luci dei colori, dei suoni della natura, delle scoperte che il cammino offre.
    bello essere con te attraverso questo resoconto, tappa dopo tappa!!!
    con un caro abbraccio ti auguro buon cammino per domani :-))))))

    • Franz ha detto:

      Eh sì, cara Gilda e cara mamma di Gilda, me sto proprio a addegreà! 😂
      Addegreàmose, finché se pó, in quest’anfamóne d’un monno! 😂😂
      La tua partecipazione ai miei racconti, partoriti con la pazienza di Giobbe su questo piccolo apparecchio elettronico, mi è di conforto, gratificazione e incentivo.
      Grazie e, sempre, con un abbraccio, buona vacanza marittima! 🐟🏊⛵🔆

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