(Diario di un resistente – 8)
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“Andate un po’ via per Pasqua?”
“No, no, di questi tempi è meglio non muoversi.”
La corposa signora dinanzi a me è lenta, nello scegliere e ordinare varie porzioni; siamo nella rosticceria della vicina frazione, dove sono giunto in bicicletta, sfidando a fatica un forte vento contrario che flagellava la campagna circostante illuminata di vividi e cangianti colori, a ritirare le mie lasagne domenicali per domani.
E la titolare, signora C., dall’altra parte della vetrina, anche lei un po’ rotonda di corporatura, con la sua voce tenue e garbata le dà corda; dev’essere di sicuro un’ottima cliente mi viene da pensare, fermo, immobile nell’attesa, in questa scena, resa oggettivamente assurda dalle nostre museruole, che indossiamo per un allarme sanitario collettivo completamente infondato già da tanto tempo.
Ma in fondo era ancor più assurdo che, per legge, non potessi neanche entrarci, qui, fino a dieci giorni fa, io che ho rifiutato di essere siringato e marchiato, come un bovino d’allevamento, con un codice QR nella memoria del telefono.
Immagino che “questi tempi”, citati dalla cliente, siano quelli dell’inflazione fuori controllo e prospettiva di scaffali vuoti nei supermercati.
E invece no: “Con questo COVID…” aggiunge sorprendentemente con un sospiro, evidenziando così un ciclo di ritardo nell’assuefazione al nuovo clima di allarme, che, questo sì, è invece molto fondato.
Ma poi ci ragiono: le televisioni e i giornali sono troppo impegnati a fomentare l’odio contro il nuovo Hitler, pazzo e invasore, meritevole delle più severe e crescenti punizioni finanziarie e militari, per poter dare risalto ai tempi di carestia, del tutto inediti, che ora ci aspettano, senza le fonti d’energia, il grano e i fertilizzanti russi di cui i nostri cosiddetti “rappresentanti governativi” hanno deciso di fare a meno, in modo, loro sì, pazzesco e criminale.
Finalmente la sua provvista (involontaria nei tempi e nei modi) ha termine e la signora estrae per il pagamento una coloratissima carta di credito.
Non sanno, le due controparti di questo pagamento, che la relativa percentuale soggetta a tassazione serve anche a fornire armi alle arroganti, violente, sadiche squadre naziste che da otto anni, nel silenzio dei media, portano soggezione, umiliazione, distruzione, morte, deportazioni, dolore straziante alla popolazione del Donbass (la regione orientale e di lingua russa dell’Ucraina) e, ora, quei nazisti dichiarati sono chiamati a rappresentare l’irriducibilità del democratico mondo occidentale rispetto alle proprie mire espansionistiche di conquista del mondo intero, nell’ambito di quel progetto sociale di “grande reset” che, nel volgere di pochi anni (se non ci si fossero messi di traverso Putin, Trump, i camionisti canadesi e l’opinione pubblica americana influenzata da valenti giornalisti), ci vorrebbe tutti poveri, inquadrati, controllati e felici, come afferma il vecchio, turpe manigoldo di Davos
e le canaglie dei primi ministri e direttori di testate giornalistiche che lo assecondano, qui da noi in primis.
Le due signore non sanno di quali crudeltà siano capaci, quegli energumeni armati e chi ha deciso di manovrarli.
Non sanno di quale viltà si stiano macchiando quei servi nella politica e nell’informazione, di quale pavidità assassina gli uomini della cultura, della musica e dello spettacolo allineati come piccoli gerarchi fascisti alla narrazione di regime.
Non sanno nemmeno che, fra poco tempo, quella stessa carta di credito non farà più capo a una delle tante banche che conosciamo, ma esclusivamente a quella centrale di stato. E che il denaro contante verrà abolito, sostituito da moneta elettronica, controllabile a capriccio, come con un rubinetto, da entità governative.
E vai tu a spiegare a quelle paciose e verbose signore la funzione di presidio di libertà rappresentato unicamente dalle criptovalute e la difesa del potere d’acquisto che esse possono permettere, se investite in protocolli di rendita sicura ad alto interesse.
Più facile, forse, sarebbe suggerire loro d’investire, difensivamente, parte dei loro risparmi in monete o micro-lingotti d’oro, tramite un sito come questo.
E poi no, l’idea di spegnere definitivamente la televisione non sfiora certo il loro cervello, così come un’altra urgenza collettiva: quella di attingere informazione veritiera e intelligente, per esempio, da canali come “Visione TV“, grazie a Francesco Toscano, ai suoi molteplici ospiti quotidiani di alto spessore e agli appassionati servizi giornalistici del coraggioso Giorgio Bianchi dal Donbass.
E che, prima ancora che spendere comprensibilmente i propri soldi in cibi appetitosi, sarebbe un dovere civico appoggiare e sostenere servitori della verità e della politica liberi e capaci come loro, tramite qualche ricorrente donazione.
Perché la vera guerra, che sconvolge in modo inatteso ed epocale i nostri tempi, anche così la si può vincere, la si deve vincere, la si vincerà.
“Ecco le tue lasagne e il tuo puré, Francesco,” mi si rivolge la signora C. quando finalmente è il mio turno.
“Tanto per cambiare…”
“Eh in effetti potresti anche provare qualcos’altro!”
“Sì, una volta ho preso i tortelloni: erano buoni, ma le vostre lasagne sono insuperabili.”
China un po’ la testa con evidente soddisfazione.
“Ci vediamo sabato?”
“Eh no, credo che per Pasqua sarò ospite.”
“Meglio, così non sarai solo.”
Poco dopo, eccomi a liberare la ruota dal lucchetto; nel tornare verso casa, questa volta avrò il vento a favore.
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Ricevo dall’amica Daniela V. questo commento:
“Se non si capisce – ora – cosa e come sia la informazione vuol proprio dire che non si vuole capire.”
A questo proposito, penso che i burattinai abbiano certamente assoldato i più grandi esperti di psicologia sociale attualmente sulla piazza e che, con tutta probabilità, la popolazione “che non vuole capire” faccia anch’essa parte dei loro calcoli.
Ognuno è intriso del “sè” che è riuscito a costruirsi. Chissà che direbbero di te le signore, individuando i tuoi pensieri.
Buona giornata Francesco, ti leggo sempre con interesse.
Purtroppo sono stati generati abissi di distanza, fra chi “si è costruito” una disincantata ricerca della verità e chi si accontenta della propaganda televisiva; credo che le due signore della rosticceria sarebbero le prime a restarne esterrefatte (quanto meno, delle due, la cliente).
Grazie, cara Sari; fin d’ora ti auguro una serena e gioiosa festività pasquale.