Cambiamenti epocali

.
.
Da molto tempo non aggiorno il mio blog; è venuto il momento di interrompere questa, chiamiamola, vacanza volontaria, sgradita a me stesso per primo.
Mi ha sollecitato a farlo anche un mio vecchio compagno di escursioni, un tipo socievole e piuttosto eccentrico, nel corso di una sua gradevole telefonata da Bologna. Coi suoi buffi modi vulcanici, mi ha spiegato che cosa dovrei mostrare del mio nuovo ambiente di vita canario, al fine di sollecitare l’interesse di vecchi e nuovi lettori, e ha sottolineato con forza l’urgenza di diffondere informazione sia a livello generale geo-politico, sia di finanza e strumenti d’investimento, intuendo come in questi campi in rapida e drammatica trasformazione io abbia accumulato un livello di conoscenza in qualche modo speciale.

In mancanza di nuovi spunti nella mia attuale vita di emigrato, non lo accontenterò nella prima sollecitazione. E neppure nella terza, cioè in campo divulgativo sugli investimenti finanziari, rimandando eventualmente a futuri scritti il momento di affrontarne la grande complessità.
Cercherò invece di sintetizzare la prospettiva restante, cioè la visione d’un mondo in rapido e traumatico cambiamento, che deriva dalla mia quotidiana e appassionata frequentazione di fonti d’informazione non viziate dalla propaganda, come invece avviene regolarmente in tutte le reti televisive e nei principali giornali stampati; per fortuna, questi ultimi, in caduta libera per quanto riguarda le vendite.

Mi sembra, in estrema sintesi, di notare l’antitesi di due approcci, da parte del pensiero libero: uno di allarme per le trappole che l’oligarchia mondiale sta preparando all’umanità intera, l’altro invece che, pur senza nascondere i gravissimi pericoli incombenti, coglie elementi fondamentali di potenziale, grande rinnovamento.

Vorrei tanto seguire questo stesso ordine nella mia esposizione, per poter terminare in tono ottimistico, ma mi sento costretto a fare il contrario, essendo il primo approccio (quanto meno in apparenza) più sistematico e onnicomprensivo del secondo.

Dunque sul piano geo-politico stiamo assistendo al rapido dipanarsi di un’evoluzione di carattere storico, per non dire epocale, che assomiglia più a una colossale frana, dell’impero statunitense/britannico, di cui, massime con l’attuale governo, l’Italia continua a essere (vergognosamente e dannosamente) devota suddita.

meloni biden

Gli è andata male, molto male, grazie al cielo, nel loro progetto di destabilizzare, fare a pezzi e divorare la Russia (ultimo ostacolo prima del duello finale con la Cina), portato avanti in Ucraina fin dal colpo di stato del 2014 contro il governo di Viktor Yanukovych e poi con la guerra, da cui presto sembrano ormai costretti a uscire con la coda fra le gambe. L’iniziale piano di pace, boicottato principalmente da Boris Johnson, avrebbe risparmiato oltre mezzo milione di vite umane (secondo gli attuali calcoli più attendibili), in massima parte i giovani nelle file dell’esercito ucraino, mandati sconsideratamente al macello, nonché di distruzione di una quantità di mezzi militari NATO e di relativi ingentissimi capitali, anche europei, anche italiani, che avrebbero potuto essere destinati ad altri progetti, ben più urgenti.

Nello stesso tempo sta franando anche il dollaro, e la politica finanziaria americana di emissione senza limiti della loro moneta di riferimento mondiale, politica che negli anni si è sostituita a quella produttiva industriale, ormai completamente demandata all’estero.
Ampiamente franata, poi, ancor di più, la credibilità di un anziano presidente imbarazzante sia per le sue condizioni fisiche e mentali, sia per gli scandali familiari di corruzione, sempre in Ucraina, da parte del figlio, che si faceva scudo col nome di suo padre fin da quando quest’ultimo era vicepresidente di Obama.

La popolazione statunitense, fin dalla psico-pandemia, mi ha dato l’impressione di essere molto più consapevole di quella italiana; attualmente, a quindici mesi dalle prossime elezioni presidenziali, l’appoggio a Donald Trump (che non è uno stinco di santo ma sicuramente bloccherebbe immediatamente l’espansionismo militare) si dimostra inversamente proporzionale alla persecuzione giudiziaria di cui è fatto oggetto. Mentre, sul fronte dei Democratici, un certo Robert Kennedy Junior sta facendosi strada in modo impressionante, visto il silenzio con cui i media cercano di neutralizzarlo.
Sentirlo parlare è per me un autentico piacere e la sua elezione mi appare come un magnifico sogno.

rkj

Ma sarebbe già molto se, a differenza della precedente, l’elezione del prossimo presidente americano non venisse clamorosamente truccata.

Come ogni animale braccato, il rischio è che le correnti belliciste più sconsiderate lancino gli attacchi della disperazione (senza escludere neppure l’opzione atomica), come, per esempio, a Taiwan, o anche, ma ritengo più difficilmente, in Africa, in appoggio a quell’altro cow-boy, inviso alla sua stessa popolazione, di Emmanuel Macron.

Aver citato l’Africa mi dà lo spunto per sottolineare le clamorose tensioni al rinnovamento positivo di una parte sempre più preponderante (quanto meno come popolazione ed estensione geografica) del mondo intero.
Il recente vertice di San Pietroburgo, a cui hanno partecipato quasi tutti i paesi africani, ha contribuito al rinforzarsi, nelle giovani nuove generazioni, di una diffusa istanza di emancipazione dall’indegno sfruttamento coloniale, in primo luogo francese; l’appoggio di Putin, poi, ha dato loro il coraggio e la possibilità teorica di ribellarsi, com’è avvenuto, quasi contestualmente, in Niger, il paese saccheggiato proprio dalla Francia, soprattutto nei giacimenti di uranio ad uso delle proprie numerose centrali nucleari. Il Mali e il Burkina-Fasu hanno già promesso di allearsi ai cugini africani in caso di attacco militare.

Mentre scrivevo quest’articolo, ho avuto occasione di ascoltare un video con importanti aggiornamenti, che posso sintetizzare così: fra i paesi africani manovrati dalla NATO, quello della Nigeria, paese confinante, è candidato a fungere da grimaldello in un attacco militare al Niger volto a ripristinare il vecchio regime amico. Questo però potrebbe condurre a una guerra pan-africana, che però vedrebbe schierati col paese aggredito non solo Mali e Burkina Fasu, dalle trascurabili forze militari, ma anche l’Algeria, che ha un esercito di assoluta rilevanza, mentre Ciad e Benin, sul fronte degli amici della NATO, si sono già defilati. Il Niger potrebbe inoltre avvelersi delle note capacità in battaglia del gruppo Wagner.

Gli equilibri, anzi gli squilibri, che sembravano eternamente a favore della potenza americana, stanno cambiando in fretta.
Clamoroso, ad esempio, il voltafaccia sprezzante dell’Arabia Saudita, con le sue enormi riserve di petrolio.
Sul piano finanziario, poi, l’alleanza di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, i cosiddetti BRICS, a cui molti altri stati chiedono di partecipare, si è posta l’obiettivo di varare, in sostituzione del dollaro, una nuova valuta di scambio ancorata a beni effettivi fra cui l’oro.
Benché i media, come loro costume, non ne parlino, alla fine di questo mese di agosto si svogerà in Sudafrica, a Johannesburg, un vertice di tali paesi, che probabilmente troverà una citazione nei futuri libri di storia.

Due visioni del mondo sembrano contrapporsi: l’imperialismo sanguinario anglo-americano da una parte; una rete di paesi sovrani e legati da rapporti di scambio dall’altra. Vladimir Putin, un profilo d’importanza colossale, potrebbe rivelarsi storicamente l’alfiere del trionfo salvifico di quest’ultimo nuovo assetto internazionale.

Come avevo accennato, mi tocca ora aprire una pagina più inquietante.

Ho dato per scontata, già nelle prime righe di questo scritto, l’esistenza di un’oligarchia mondiale, molto evidente a tutti i commentatori liberi dai vincoli che a essa stessa fanno capo.
È costituita da un mostruoso gruppo finanziario infiltrato dappertutto, come è la piovra Blackrock, nonché da storiche famiglie di predatori, come i Rothschild (ebrei aschenaziti) e i Rockefeller (massoni americani), da associazioni d’indirizzo politico globale, come il World Economic Forum dell’ottuagenario tedesco Klaus Martin Schwab e infine da singoli potentissimi individui, più o meno noti al pari di Bill Gates, Mark Zuckerberg e il novantatreenne George Soros.

La visione geo-politica degli equilibri mondiali passa in secondo piano, rispetto a quella di un gruppo di potere in grado di controllare ogni nazione.

A loro è stato possibile diffondere su scala planetaria l’allarme di una pandemia relativa a un virus ingegnerizzato e facilmente debellabile, se essi stessi non ne avessero osteggiato le cure, rivelatesi del tutto efficaci, di gruppi di medici coraggiosi (come il nostro indimenticato Giuseppe De Donno e l’associazione Ippocrate.org di Mauro Rango), per costringere a una vaccinazione a più dosi non testata, rivelatasi inutile e dai gravissimi, possibili e frequenti effetti collaterali.
Dal loro punto di vista credo che, purtroppo, l’esperimento sia stato un successo.

Nel loro progetto di controllo planetario totale, ora sembrano affermarsi due nuove strategie: quella ambientalista e quella monetaria.
In nome dell’ecologia, e nel culto di un riscaldamento globale di origine antropica (a cui sempre più scienziati si ribellano, con argomenti semplici e convincenti), assistiamo a politiche sempre più coercitive e che, a ben guardarci, sembrano mirare più che altro all’esproprio dei beni privati di proprietà, in primo luogo quelli immobiliari.
Chi segue questo blog da tempi antichi conosce quanto il tema dell’ecologia e della cosiddetta decrescita mi stia a cuore e quanto io stesso lo consideri imprescindibile per un futuro possibile, rispettoso e sereno.
Il senso di essere espropriato di miei valori di riferimento (che peraltro informano in modo importante le mie abitudini quotidiane), da parte di una banda di criminali, mi ferisce e inquieta profondamente, com’è facile capire.

Per quanto riguarda la moneta (e la sostituzione del castello ormai ingestibile della finanza mondiale), fervono, in ogni parte del mondo, i preparativi per l’istituzione delle CDBC, le valute digitali emesse dalle banche centrali.
Sul modello già sperimentato in alcune regioni dalla dittatura cinese, il contante andrà a morire, mentre i nostri soldi potranno così essere controllati, per quanto riguarda validità temporale e possibilità di blocco, anche in funzione dei dati legati ai nostri documenti elettronici e dunque dalle nostre scelte di vita, la cui traccia potrà venire in essi archiviata.

Con la spudoratezza abituale, hanno già rivelato che si renderà necessario, per convincere gran parte della popolazione all’adozione della moneta elettronica, un cataclisma informatico, che coinvolgerà tutti gli istituti bancari, spacciato come opera dei cosiddetti “hacker”, magari di nazionalità russa.
Dovrebbe avvenire a cavallo fra il 2024 e il 2025. Il tempo stringe, ma abbiamo ancora la possibiltà di opporci o comunque di difenderci, nei modi in cui diversi gruppi di studiosi informati stanno progettando.

Per sapere di più su quest’ultima tematica, segnalo un lungo e molto preciso intervento di Roberto Mazzoni, giornalista italiano che risiede in Florida: lo si può ascoltare cliccando qui.
Prima di concludere, segnalo infine i miei due canali d’informazione preferiti, invitando chi mi ha seguito fin qui a frequentarli e anche a sostenerli economicamente:

Il vaso di Pandora, di Carlo Savegnago: clicca qui
Visione TV, di Francesco Toscano: clicca qui (ma anche qui.)
.
.
.

Informazioni su Franz

Per una mia presentazione, clicca sul secondo riquadro ("website") qui sotto la mia immagine...
Questa voce è stata pubblicata in Tutti gli articoli. Contrassegna il permalink.

6 risposte a Cambiamenti epocali

  1. cenerentol ha detto:

    Ciao Franz,
    Grazie per il tuo nuovo aggiornamento blog
    con gli argomenti su scala globale.
    Mi ero già vista poco tempo fa un video di Mazzoni sulla nascita del BIS da un punto di vista storico e le sue caratteristiche…
    Mi è meno chiaro, credo lo sia per molti come potere difendere il proprio risparmio nel px futuro.
    Attendo aggiornamenti concreti 😉

    • Franz ha detto:

      Cara amica, Mazzoni sostiene fortemente il bitcoin come strumento sicuro di difesa dagli attacchi famelici dell’oligarchia.
      Se da una parte ha ottime, teoriche ragioni per farlo, dall’altra credo che in pratica non sia attualmente il momento, visto che il mercato delle criptovalute si mantiene ribassista e i miei esperti di riferimento prevedono addirittura un imminente crollo delle quotazioni.
      Come ho scritto nel mio articolo, ho preferito per ora non affrontare il complesso tema degli investimenti sicuri nelle attuali prospettive telluriche dei tradizionali mercati finanziari; spero di riuscire a farlo presto.

  2. camu ha detto:

    Ciao, ma il mio commento precedente è arrivato a destinazione? Se si, cancella pure questo commento 🙂

    • Franz ha detto:

      Buongiorno Camu, no, il tuo commento (sempre puntuale e gradito) questa volta non è stato memorizzato, come purtroppo ogni tanto succede qui in ambiente WordPress. Ti prego dunque di ripeterlo.

      • camu ha detto:

        Mi trovi perfettamente d’accordo. Sono anni che ripeto che l’America è in declino, forse perché abitandoci, vedo da vicino quei dettagli che i giornali spesso non riportano, e che fanno intuire che qualcosa si è rotto. Qualcosa si è rotto già ai tempi di Clinton, e poi con Bush figlio, e via dicendo. Intanto la Cina zitta zitta, anziché sfoggiare l’imperialismo armato come fanno gli Stati Uniti, costruisce infrastrutture in giro per il mondo, e guarda al futuro accaparrandosi risorse naturali che le consentiranno di proseguire nella propria strada verso il posto più alto sul podio. Nel frattempo gli altri si distraggono con le guerre e spendono soldi inutilmente nel tentativo disperato di preservare una condizione che oramai non esiste più. La pacchia è finita, più presto di quanto m’aspettassi. L’Americano medio non ha più una cultura, non ha tradizioni, non ha quel senso di appartenenza ad una nazione, al contrario del Cinese, che crede nel suo governo e nelle tradizioni secolari su cui fonda la propria cultura. Il crogiolo di razze a stelle e strisce è stato un esperimento che ha fallito.

        PS: mi piacerebbe leggere anche articoli in cui spieghi come ti trovi da emigrato alle Canarie, sul sistema sanitario locale (cosa che m’interessa se davvero decideremo di metterci in pensione su quei lidi), sulla burocrazia, sulla vita quotidiana insomma.

        • Franz ha detto:

          Caro Camu, credo che il connotato principale del popolo americano, agli occhi di noi latini, sia sempre stato quello del pragmatismo, lontano sì dai nostri bizantinismi, ma anche assai privo di substrato culturale.
          Purtroppo tale atteggiamento non ha saputo evitare, in tempi relativamente recenti, l’ascesa al potere di personaggi orribili e, quel ch’è peggio, piuttosto influenti nello scenario internazionale.
          Come ho scritto nell’articolo, mi sembra tuttavia che, attualmente, la popolazione sia mediamente molto più sveglia e smaliziata della nostra, relativamente agl’inganni globali; il successo di Donald Trump e, particolarmente, quello crescente di Robert Kennedy Junior, sembrano confermarlo.
          Credo che per questo motivo (e per certi aspetti paradossalmente), potrà venire proprio dagli U.S.A. una salvifica corrente di consapevolezza. La scadenza delle prossime elezioni presidenziali potrebbe contribuire a questo, sia nell’auspicabile ipotesi di uno svolgimento pulito, sia in quella, ahinoi più probabile, di sistematiche manipolazioni dell’effettiva espressione di voto.

          Accolgo positivamente il tuo suggerimento, relativo a un prossimo articolo che riferisca la mia esperienza di espatrio alle Canarie, per quanto riguarda gli aspetti burocratici così come quelli di vita quotidiana, ad uso di chi prenda in considerazione l’ipotesi di trasferirsi. Penso che possa rivelarsi utile e, da parte mia, sicuramente più facile da scrivere rispetto a quest’ultimo.
          Se poi servirà a deciderti di trasferirti con la tua famiglia qui a Tenerife ne sarò particolarmente felice!

          Ti ringrazio per il tuo immancabile e importante contributo.

Commenti:

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.