Messaggio Urbi et Orbi 2023

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.Cari amici,
dallo scorso 8 agosto non ho più scritto alcunché su queste pagine, che negli anni lontani della “Cavallona” (ricordate? la mia penultima autovettura-taxi), aggiornavo mediamente due volte alla settimana.
Inutile dire che me ne dispiace, ma forse è altrettanto inutile rivendicare il diritto-dovere di farlo solo quando ne avverto una spinta autentica. Evidentemente ciò non è stato in questi ultimi mesi di un anno che di argomenti ne avrebbe ben avuti, sia in campo “intimistico” che “sociale”, per usare proprio due aggettivi che, contrapposti fra loro, sottotitolarono a lungo questo stesso diario.

Ma rinunciare al tradizionale messaggio di fine anno no, non me lo perdonerei.
Cominciando, dunque, dalla mia situazione di vita, per poi passare a temi attuali e universali.

Ricordo con molta dolcezza l’impresa della luminosa traversata in automobile da Bologna a Tenerife, che si concluse il 2 di gennaio e che documentai in diretta, sera dopo sera, su queste pagine. La vicina ricorrenza è un’ulteriore occasione per un mio consuntivo di questo primo anno.
Ritrovarmi a vivere in un’isola vulcanica, in una casa appena sopra il centro di una città costiera di trentamila abitanti (senza contare i numerosi semi-residenti, soprattutto tedeschi) non finisce di sorprendermi, perché l’idea non mi avrebbe neanche sfiorato, se non fosse stato per seguire, come infine scelsi di fare, l’esempio di mio fratello, che sette anni fa vi si stabilì, in un edificio a due passi dalla quieta e confortevole abitazione in affitto che ho avuto la fortuna di trovare.

In quest’anno, malgrado le numerose difficoltà, non ho mai avuto un attimo di ripensamento su quella scelta, sia a livello per così dire istintivo, sia se osservo razionalmente la realtà italiana.
Ho trovato un clima complessivamente gradevole, non di rado addirittura inebriante, in ogni stagione: l’arrivo delle feste natalizie alla temperatura diurna sui venti gradi, con luminosità dolcissime e pomeriggi più lunghi rispetto alla latitudine padana, mi riesce particolarmente gioioso.

Ho trovato diffusamente gentilezza, dolcezza, sorrisi e saluti da sconosciuti, e anche una capacità d’intendersi profondamente fra loro e socializzare con allegria autentica, che non avevo mai conosciuto prima.

Non ho ancora allacciato amicizie con abitanti locali, soprattutto per le difficoltà della lingua; la mia vita sociale è in gran parte limitata alla frequentazione bisettimanale, in compagnia di mio fratello, di ristoranti gestiti da italiani, con uno dei quali, in particolare, si è instaurata un’ottima intesa, anche perché, nonostante sia un cuoco affermato, possiamo dialogare tranquillamente con lui a mezzogiorno della domenica, quando il locale è ancora semivuoto; raramente, al di fuori dei ristoranti, mi vedo con altri italiani legati da amicizia con mio fratello; fanno decisamente eccezione a questa routine i periodi di vacanza, qui, di amici di vecchia data: ne ho già vissuti addirittura quattro, uno per stagione, e sono stati anche l’occasione di scoperta e condivisione delle molte attrattive naturali disseminate nell’isola.
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La solitudine comunque non mi pesa; è una mia antica e consolidata compagna di vita, che trova qualche appoggio nelle ore quotidianamente passate al computer e nelle appassionanti partite di calcio, in particolare di un sorprendente e godibilissimo Bologna F.C., che vado a vedere sempre alla tivù di mio fratello.

Quasi tutte le mattine, un po’ di ginnastica e una mezz’ora di corsa in un parco vicino, gradevole e assai curato; il benessere psico-fisico che ne ricavo è un alleato potente.
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Ho superato molte difficoltà per così dire burocratiche, prima fra tutte, per complesssità, l’immatricolazione spagnola dell’automobile; peraltro ogni appuntamento, per le abitudini locali, non è mai davvero garantito.

Dicevo delle difficoltà della lingua; ho avuto la fortuna di trovare, in un’amica italiana di mio fratello, un’insegnante che conosce perfettamente lo spagnolo, addirittura nelle sue varianti locali; tuttavia il mio cammino verso una certa fluidità d’espressione mi sembra ancora piuttosto lungo, anche a causa della mia memoria, che in questi ultimi anni è calata sensibilmente.

Dicevo poi che l’osservazione da fuori della realtà italiana corona, in senso razionale, la bontà della mia scelta.
Da qui, la popolazione dello stivale mi appare complessivamente mesta, arroccata, sottilmente inquieta, incapace di una reazione forte e coraggiosa a un declino economico, politico e culturale che sembra divorarla senza via di scampo.

La mia percezione dell’Italia e del mondo deriva dai miei canali d’informazione preferiti, esclusivamente via internet: sarò drastico e anche antipatico, ma penso che chi non abbia ancora scelto di tenere spenta la tivù sia inevitabilmente, in qualche misura, narcotizzato, drogato e ingannato.

Da parte di chi? La domanda è retorica ma penso sia utile affrontarla.
Da molto tempo, chi s’informa correttamente ha con tutta evidenza il quadro di un’oligarchia mondiale, composta da vari personaggi e raggruppamenti, alcuni molto noti altri meno, nonché da famiglie storiche. Tale oligarchia è detentrice di ricchezze e poteri neanche immaginabili solo fino a qualche decennio fa.
Sono malati, costituzionalmente e inguaribilmente, di avidità e onnipotenza e lavorano incessantemente per aumentare tale ricchezza, e tale potere sulle popolazioni del mondo, anche tramite continui focolai di guerra, cambi pilotati di regime e campagne mediatiche studiate scientificamente.
Benché essenzialmente sovra-nazionali, hanno geograficamente le loro basi privilegiate negli Stati Uniti e in Gran Bretagna; gran parte del restante mondo occidentale è loro sottomesso.
Il progetto di conquista della Russia (propedeutica a quella della Cina) tramite la frontiera ucraina, si è scontrato, del tutto provvidenzialmente, contro un popolo incorruttibile, guidato dalla più grande personalità mondiale di questi nostri tempi, che ha ormai vinto la guerra sul campo, senza bisogno di dare fondo ai propri arsenali e di uccidere volontariamente civili, come sta invece avvenendo nel tragico sterminio dei Palestinesi della Striscia di Gaza.

Nei piani del presidente russo c’è, anziché un mondo asservito a quella categoria di psicotici assassini, un insieme di rapporti alla pari fra le popolazioni. Tante nazioni, storicamente vicine agli U.S.A. (come l’Arabia Saudita) o schiavizzate dal vorace mondo occidentale (come quasi tutta l’Africa), stanno dando manforte a tale progetto che, ne sono sicuro, vincerà, perché è dalla parte del progresso autentico.
La caduta dell’impero, che stiamo cominciando a vivere, non sarà però indolore: a questi pazzi non mancano i mezzi, economici e politici, per contrastarla, anche molto violentemente.

Sentirsi individualmente impotenti di fronte a questo titanico scontro fa il gioco dei peggiori. Ognuno di noi è tenuto a farsi portavoce di rivendicazioni di verità, giustizia, libertà.
Ed è comunque evidente la crescita numerica, un po’ anche in Italia, di questa falange di informati, per non dire (per non peccare di presunzione) di illuminati, grazie anche all’amara presa di coscienza del colossale inganno vissuto ai tempi del Covid, come sta risultando sempre più evidente ed esplicito.
Non sottovalutiamo, ad esempio, le elezioni europee che si svolgeranno all’inizio di giugno.
A differenza delle ultime politiche, organizzate in fretta e furia nell’estate del 2022, il fronte del dissenso informato potrà organizzarsi senza sostanziali e nefaste divisioni. Incoraggianti sono i segnali che ciò stia avvenendo nel solco tracciato da Francesco Toscano e Marco Rizzo tramite il partito “Democrazia Sovrana Popolare”.

Segnali di presa di coscienza promettenti, ancora e molto più diffusi, giungono dagli Stati Uniti, congiuntamente alla rabbia, nel veder dissanguare le loro condizioni economiche nazionali e familiari anche per una guerra lontana e non sentita.
In questa situazione possiamo forse sperare che le elezioni presidenziali, che vedono attualmente il partito democratico in stato confusionale (esattamente come il presidente), non subiscano i clamorosi e decisivi brogli delle precedenti. La sicura vittoria di Donald Trump, se riuscirà a candidarsi contro tutte le trappole legali di cui è sistematicamente oggetto, garantirà un provvidenziale spegnimento dei focolai di guerra nel globo e un passo decisivo nella costituzione di un mondo multipolare.

Fra le armi di distruzione di massa (intendo della nostra autonomia e ricchezza) in mano all’oligarchia in declino, particolare rilievo hanno inevitabilmente quella economica e monetaria.
Il piano di sostituzione delle attuali forme di denaro, contante o elettronico, con l’euro virtuale (di pari passo con le altre valute nazionali nel mondo) è già stato concordato e pubblicato nelle sue linee guida (se vuoi saperne di più, clicca qui).
Anche i nostri documenti d’identità stanno subendo la stessa trasformazione; la connessione fra portafoglio e documenti virtuali renderà possibile il controllo e l’eventuale blocco dei nostri soldi a fronte di comportamenti sgraditi a lorsignori.

Aver incontrato, fra le tante voci del web, il giovane che parla nel video appena segnalato (e la sua altrettanto giovane società finanziaria in rapida crescita), sono convinto che sia stato un fatto del tutto provvidenziale per la mia vita: egli associa a una grande cultura specifica una straordinaria capacità progettuale e di aggiornamento, non senza una fondamentale spinta etica.
Consiglio a tutti di seguirlo: si chiama Luca Serleto, e “Metatron” è la sua creatura, coordinata da un gruppo di esperti nel settore (vedi il loro sito web, ovvero il canale Telegram “Metatron il multiverso”, nel web a questo indirizzo).

Fra i suoi vari progetti, ci sarà la possibilità di memorizzare e utilizzare i propri documenti, in modo del tutto regolare, senza quel pericoloso collegamento al portafoglio elettronico.
Inoltre la società ha appena installato una propria autonoma rete di criptovalute, tramite cui offre strumenti d’investimento e di salvaguardia estremamente interessanti. Non manca una ricca scelta di prodotti orientati alla formazione su campi in costante evoluzione tecnica e operativa.

Uno dei frutti più amari di questo mio 2023 è maturato nel campo dell’ecologia, che da sempre ha un ruolo fondamentale in tutte le mie scelte di vita, piccole o grandi.
Perché i miei informatori privilegiati mi hanno fatto capire come di questo tema si sia impossessata, per i loro dannati fini, l’oligarchia di cui sopra.
Uno stato d’inquietudine diffusa, una propensione alla denatalità e un abbattimento del valore degli immobili (destinati forzatamente a costosissime ristrutturazioni) sono evidentemente alcuni fra i loro obiettivi in questo campo.
Ho fatto decisamente mia, al seguito di numerosi scienziati attendibili, la negazione del fattore umano al cambiamento climatico, dovuto a cause cicliche sempre avvenute.
Ma mi rifiuto di rivedere le mie convinzioni sui gravi danni ambientali insiti nel modello capitalistico che si è imposto nel mondo intero, nonché la mia simpatia per le tesi della cosiddetta “decrescita felice”.
Sentire associata alla ganga dei padroni universali non dico Greta Thumberg (che è facile capirlo), ma addirittura una figura come Aurelio Peccei, con il Club di Roma e la loro pubblicazione nel 1972 della basilare opera “I limiti dello sviluppo”, è stata una vera e propria pugnalata nel cuore.
Ho la convinzione che gran parte dell’informazione libera non sia stata ancora capace di elaborare un’idea progettuale di mondo alternativa sia alla dittatura dell’oligarchia, sia al capitalismo basato sui consumi, accettato come unico modello possibile e desiderabile.
In questo clima mi risulta difficile, come invece facevo in passato, la diffusione di idee di decrescita che finirebbero per avvalorare i progetti perversi del nemico: ogni volta sarebbero necessarie le distinzioni che ho or ora abbozzate.

Alla conclusione di questo mio scritto annuale manca solo un tema, probabilmente il più importante di tutti: quello metafisico.

Ne avevo già parlato nel “Messaggio” dell’anno scorso, della figura di Franco Bertossa, ma spenderò ancora qualche frase di presentazione per chi non lo abbia letto o non se ne ricordi più.
Croato di nascita, trapiantato a Bologna in giovanissima età, è uno dei pochi studiosi (azzerderei l’unico) capaci di associare una conoscenza approfondita della filosofia occidentale a quella del pensiero orientale. E dunque di poterli confrontare (vedi qui).
La sua vita, come spesso rievoca nei suoi quotidiani scritti su Facebook, ebbe una svolta decisiva in seguito a un evento di illuminazione, innescato dall’angosciosa percezione dell’impossibilità dell’esistente.
Ogni causa generatrice, infatti (qualsiasi dio compreso), si troverebbe nella situazione di “altro da nulla”, senza sfuggire, ricorsivamente, a tale impossibilità.
A seguito della successiva notte tormentata, Bertossa racconta di aver trovato una straordinaria pace interiore e senso di gratitudine infinita per questo miracolo privo di autori, con un processo poi ritrovato nell’eredità spirituale del Buddha, principalmente nelle sue massime sulla vacuità.

Non mi soffermo su un altro suo cavallo di battaglia: l’impossibilità del libero arbitrio, se non per testimoniare un certo sollievo di fronte al ripresentarsi alla mente di tante situazioni più o meno incresciose del passato, come è mia inquieta abitudine.
Non potendo frequentare di persona lo studioso, né il suo centro “ASIA” di Bologna, al momento non ho gli strumenti di meditazione per cercare di avvicinarmi al grande evento dell’illuminazione. Mi accontento però, ed è già grande cosa alla mia età, di aver trovato un senso profondo (benché inspiegabile) del mio cammino e, soprattutto, della dimostrata impossibilità di annichilimento quando sarà il momento conclusivo della mia personale vicenda terrena.

Nel finire questo scritto voglio pubblicare qui il link a uno scritto di Bertossa che mi sembra particolarmente completo per conoscere il suo pensiero, e inoltre, ancora una volta, l’accesso ai miei due canali informativi preferiti: quello di Carlo Savegnago (“Il vaso di Pandora”: clicca qui) e quello ai Francesco Toscano (“Visione tv”: clicca qui).

Con questo non mi resta che augurarvi con tutto il cuore tanta serenità per le festività natalizie e tanta fortuna per l’anno nuovo.
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Informazioni su Franz

Per una mia presentazione, clicca sul secondo riquadro ("website") qui sotto la mia immagine...
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10 risposte a Messaggio Urbi et Orbi 2023

  1. baldassinisandragmailcom ha detto:

    Ricco come il panone e denso come l’osmio, arrivi dritto a noi che qui siamo rimasti. Con qualche finta certezza e qualche speranza.
    Ti auguro un lungo e luminoso cammino nella consapevolezza.
    Sandra

    • Franz ha detto:

      Puntuale come il sorgere del sole e gradito come un bel regalo, giunge il tuo commento, cara Sandra.
      Ti auguro di vivere serenamente queste ultime giornate dell’anno e che, insieme ai tuoi cari, quello nuovo ti porti fortuna commisurata alla tua sensibilità.

      • baldassinisandragmailcom ha detto:

        Mi piacerebbe che il 2024 ci portasse anche fisicamente a Tenerife… Un abbraccio.

        • Franz ha detto:

          Vi accoglierò con gioia, sia se vorrete partecipare alla vacanza dell’AVIS organizzata da Roberto per novembre (ma bisogna comunicarglielo presto), sia in qualsiasi altro periodo dell’anno.
          Abbraccio ricambiato.

        • baldassinisandragmailcom ha detto:

          Grazie per lo spunto Francesco, non frequentando più l’AVIS non avevamo questa info!! Sicuramente una bella e golosa occasione…

  2. Franz ha detto:

    L’amico Camu ha pubblicato in questi giorni un suo articolo sulle linee fondamentali del rapporto CENSIS 2023 sull’Italia. Ne esce un panorama inquieto e inquietante che sembra voler confermare le impressioni molto negative che ho espresso nel mio “messaggio”.
    Ecco il link al suo interessante scritto:
    https://duechiacchiere.it/il-rapporto-del-censis-per-il-2023

  3. Valerio ha detto:

    Caro Franz, grazie per questo tuo eccellente messaggio urbi et orbi, che condivido in larga parte; e che apprezzo per il coraggio e l’originalità anche laddove non mi convince in pieno. Mi fa piacere sentirti in buona salute nel tuo nuovo mondo. Mi è mancata l’appassionante cronaca del tuo viaggio a piedi, ma credo che tu stia vivendo un’esperienza ancora più importante! Un augurio carissimo di buon Natale e di uno splendido 2024! A presto, un abbraccio

    • Franz ha detto:

      Grazie di cuore, caro amico!
      In effetti mi rendo conto di quanto importante sia stata questa mia svolta e spero, imparando la lingua, di integrarmi sempre più in quest’isola fortunata.
      Ricambio di cuore gli auguri a te, a(lla) Betta e ai tuoi giovanotti, per un sereno Natale e un ottimo nuovo anno.

  4. camu ha detto:

    Bellissimo post, pieno a tappo di argomenti interessanti che andrebbero spacchettati uno ad uno. Ben trovato! Concordo su tutto quello che scrivi, dalla narcotizzazione della televisione alla caduta dell’impero. Buone feste in quest’avventura che continua a stupirti ogni giorno.

    • Franz ha detto:

      Grazie di cuore, Camu, per il tuo puntualissimo messaggio, nonostante il mio lungo silenzio.
      Auguro anche a te e ai tuoi cari serene feste e un anno ricco di novità importanti.
      (Ti avevo risposto ieri ma non so come mai sia sparito il mio commento).
      Ad maiora! 🙂

Commenti:

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