Allenamenti intensivi – 1

La mia carriera informatica, durata dal 1980 al 2003, mi portò progressivamente ad allontanarmi da un ruolo prevalentemente tecnico molto congeniale, che significa lavorare in beata solitudine alla soluzione di problemi, a uno con una componente commerciale molto più forte, che significa attività coordinata e molto più esposta all’arroganza di clienti e concorrenti.
Pagai cara sulla mia pelle questa svolta, molto in antitesi col mio carattere sensibile e piuttosto timido, ma non mi ci opposi, anzi la favorii, a motivo degli importanti ritorni economici che comportò.
Le banche, clienti finali dell’attività, erano propense a sborsare cifre esorbitanti per il rinnovamento delle loro procedure automatizzate.
Strano a dirsi quando si parla di quattrini, la mia fu dunque una scelta essenzialmente etica, di non potermi permettere di perdere quel treno.
Tale sviluppo, affrontato con la mentalità di resistere finché ci fossi riuscito, in realtà durò diversi anni, permettendomi così di mettere da parte un gruzzolo di tutto rispetto che poi, a fine corsa, potei investire nei ponderosi acquisti di una licenza di taxi e di un bell’appartamento al limitare fra città metropolitana e campagna bolognese, dove potei andare ad abitare dopo lunghissimi anni di trasferta continuativa con base, solo nei fine settimana, nella vecchia casa in affitto nel centro storico.

Venduta la licenza del taxi dopo tredici anni di attività e poi, dopo la scelta di vendere anche la casa per trasferirmi qui a Tenerife, mi trovai da investire quel mio storico importante gruzzolo.
Fra scelte azzeccate e altre meno, sempre più mi lasciai conquistare dal mondo delle criptovalute ed ebbi l’immensa fortuna di imbattermi in un gruppo di giovani particolarmente seri, preparati, acuti nell’inventiva di prodotti d’investimento remunerativi, autofinanziati grazie a un’attività collettiva, continuativa, strutturata e praticamente infallibile di trading (cioè compravendita di cripto), basata su sofisticate teorie che vengono anche insegnate, e infine, ciò che più conta, non privi a loro volta di un approccio etico e umano: sto parlando di Metatron Ecosystem (vedi sito web  e canale telegram).

Fui guidato all’investimento in portafogli “decentralizzati”, cioè accessibili senza intermediari, in basi a chiavi private.
Si tratta di un criterio di grande responsabilità e attenzione a fondamentali misure di sicurezza.
Seguendo tali loro indicazioni, comprai un piccolo computer da dedicare esclusivamente a questo e, in un primo tempo, effettuai gli accessi al mio portafoglio in connessione via cavo con il router anziché in wi-fi.

Non posso rinfacciare al capo storico di Metatron, Luca Serleto, di non aver spiegato che le reti wi-fi sono vulnerabili anche da remoto; fatto sta tuttavia che restai ahimè nella convinzione che il cavetto servisse solo a proteggersi da eventuali attacchi dei vicini, cosa che dopo un po’ di tempo mi fece propendere per il wi-fi, molto più comodo in base all’arredamento di casa.

Da questo mio errore ebbe inizio, sul finire di gennaio, un quadrimestre in cui la sorte sembra divertirsi contro di te come il gatto col topo.
Ho deciso di risvegliare il mio dormiente blog per raccontarne le vicende principali in un seguito di articoli, di cui questo è il primo, per poi dedicarne uno finale ad innalzare il racconto delle disavventure verso considerazioni metafisiche.

Dunque una mattina, nell’accedere al mio portafoglio Metatron, lo trovo completamente svuotato.
Si può immaginare la violenza del trauma.
Chiamo subito il servizio di consulenza della società: a differenza di altre volte, la gravità del problema fa sì che ottenga in brevissimo tempo un contatto telefonico diretto con Andrea Bertocchi, il giovane amministratore delegato, e poi con lo stesso fondatore Luca.
Ricordo ancora la mia voce desolata nel manifestare l’idea dell’inesorabilità dell’accaduto. E invece loro mi rincuorano: non temere, le cripto in rete Metatron siamo in grado di bloccarle e ti verranno restituite. Per quanto riguarda gli USDT che avevi su rete esterna, invece non possiamo prometterti niente.
Enorme sospiro di sollievo: gli USDT erano in percentuale abbastanza trascurabile. E in effetti, le indagini di Andrea confermeranno che questi ultimi avevano preso il volo.
Mi indicarono di resettare completamente il computer dedicato e per il futuro di collegarmici sempre solo via cavo.

Me l’ero comunque cavata molto a buon mercato ma, mi pesa molto ammetterlo, di lì a qualche giorno feci un nuovo errore.
Sul telefono, collegato in wi-fi abitualmente (e quasi necessariamente, vista la cattiva connessione da casa con le reti pubbliche), una mattina controllai i miei bitcoin, visibili esclusivamente attraverso l’applicazione mobile di Metatron. Erano decisamente di più degli USDT. E li vidi praticamente sparire sotto i miei occhi.
Anche in questo caso, Andrea ne avrebbe cercato le tracce, invano.
Cercai di farmene una ragione: percentualmente, comunque, la parte del mio capitale complessivo che mi era stata sottratta, al di là del bruttissimo colpo e se consideriamo anche i miei altri investimenti (metalli preziosi in custodia presso un’azienda svizzera e altre cripto in un ambiente centralizzato e molto ben protetto) si era limitata a livelli abbastanza accettabili.

Mi toccò aspettare un tempo quasi infinito, prima di poter vedere mantenute le promesse di restituzione, perché l’amico italiano a cui mi rivolsi per resettare il piccolo computer era indaffarato con la casa sottosopra. Ma, dopo diverse settimane, finalmente poté dedicarsi alla ripulitura e, su sua indicazione, all’installazione del sistema operativo Fedora Linux, non difficile da apprendere e fondamentalmente più sicuro.

Nel frattempo Andrea mi aveva cercato, per dirmi che avevano intercettato l’haker nel momento in cui tentava di tramutare in un bonifico le cripto dalla rete Metatron, appunto quelle bloccate che mi aveva sottratto.
Si tratta di un indonesiano, mi disse, smentendo così la mia idea che avesse operato da Milano, cosa che il suo indirizzo I.P. sembrava indicare e che non poteva fugare eventuali sospetti di una talpa all’interno della società.
Ora, soggiunse, le indagini passano alla polizia locale.

Il trascorrere di quelle settimane mi vede cercare di soffocare, con un atto di fiducia, quel po’ di ansia di non poter avere sotto il mio controllo le cripto salvate.
Ma quando finalmente posso tornare a operare, ad aprire un nuovo portafoglio e a chiedere che vi vengano inviate, il sollievo nel ritrovarle integralmente è grande.

Intanto mi ero reso conto di dove l’haker avesse potuto reperire la chiave privata (una sequenza di dodici brevi parole inglesi, la cosiddetta “seed phrase”) per accedere al mio portafogli: sicuramente nell’allegato di posta di una casella, che tenevo a scopo esclusivo di salvataggio dell’archivio di tutte le mie password (in prima battuta memorizzato su un paio di chiavette USB, dunque esterne al computer principale).
Con l’errata convinzione che il computer dedicato alle cripto non corresse alcun rischio, purtroppo quella casella, e proprio quella mail, dovevano essere in bella evidenza, ovvero, a ben pensarci, l’archivio doveva esser stato intercettato in occasione di un nuovo invio a quella stessa casella di posta dedicata.

Dunque mi si era reso necessario cambiare urgentemente la password anche a tutti i siti con informazioni sensibili e private, diventati pericolosamente accessibili al criminale asiatico.
Una volta modificato l’archivio delle password, l’avevo salvato nuovamente su quella casella, con una nuova password robusta.
Le chiavette si possono perdere o rovinare; una casella di posta, invece, è sempre raggiungibile. Questa la logica del mio rinnovato salvataggio.
Modificando anche la password di rete wi-fi, e comunque collegando ora il computer delle cripto esclusivamente via cavo, mi sentivo nuovamente al riparo, come poi il passar dei giorni sembrò confermare.

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Messaggio Urbi et Orbi 2024

turn page

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.Cari amici,

ho appena finito di aggiornare l’elenco degli abbonati a questo mio antico blog, in seguito a un malfunzionamento che tale elenco aveva danneggiato; ne ho felicemente approfittato per ripopolarlo con gran parte degli indirizzi mail presenti nella mia rubrica.
Questo significa che, per molti, ricevere in posta elettronica questo scritto costituirà una novità, mentre, per gli altri, una consuetudine di fine anno, più o meno gradita.
Per me si tratta di un appuntamento irrinunciabile, quanto meno per ridar vita al mio diario telematico altrimenti piuttosto languente, ma anche e soprattutto per fare la mia parte nell’affermazione di verità nascoste e osteggiate in campo socio-politico e poi, solo nel finale di questo articolo, anche in campo metafisico e (a me per primo) bisognose di rivelazione.

Prima di cominciare questo nuovo “Messaggio”, sono andato a rileggere quello dell’anno scorso (vedi qui) rimanendo molto sorpreso nel ritrovarvi già espresse molte delle notizie, impressioni, idee e segnalazioni che andavo covando come nuovi contenuti per questa edizione.

Ciò mi permetterà di affrontare la mia fatica annuale (che più che mai avverto delicata e complessa), per differenza, rispetto alle cose già scritte allora e che invito ora a leggere o rileggere.

Fra queste, sento particolarmente urgente tornare su una constatazione solo accennata l’anno scorso.
Mi sono reso conto, soprattutto parlando con amici, di come chi s’informa correttamente sull’evolversi delle cose del mondo tramite internet, privilegiando alcuni siti web o canali Telegram, rispetto alla propaganda connaturata con i messaggi televisivi e radiofonici (ma anche con la quasi totalità della carta stampata e con le posizioni dei maggiori partiti politici), ascolta e condivide come assolutamente scontate alcune idee che in realtà, e aggiungo purtroppo, non sono affatto di dominio pubblico.

Cercherò di elencare le principali.

Con la definizione di “deep state”, cioè stato profondo, si allude a un sistema piramidale di potere che ha imposto nei decenni i suoi progetti di espansione e dominio imperialistico nel mondo, basandosi geograficamente negli Stati Uniti e in Gran Bretagna (senza mai negare l’appoggio al criminale sionismo di Israele) e, in campo economico, sullo strapotere del dollaro.

Influenti personaggi pubblici come Bill Gates, George Soros o Hillary Clinton, nonché il “World Economic Forum” presieduto da Karl Schwab e la relativa “Agenda 2030”, sono espressioni tangibili di tale mondo, che però vede verso la cima della piramide i più grandi gruppi finanziari come Blackrock (fondata da ebrei americani) e Bilderberg, nonché la potente lobby farmaceutica nota come “Big Farma” e infine, probabilmente ancora più al vertice, gruppi massonici occulti.

L’epidemia di Covid è stata un esperimento di controllo globale, solo parzialmente riuscito e spinto fino all’imposizione fisica di cosiddetti “vaccini” non sperimentati, dannosi e peraltro inutili, quanto meno se confrontati con la straordinaria efficacia di molti metodi di cura alternativi, sistematicamente boicottati.

La NATO è un’organizzazione militare che ha mutato col tempo la sua funzione, da difensiva nei confronti dell’Unione Sovietica ad aggressiva, estendendosi sempre più minacciosamente a ridosso della Russia; anche l’Ucraina, dopo la destituzione nel 2014 del presidente Janukovyč, è indirettamente diventata parte strategica di tale progetto.
L’attacco della Russia di Putin in tale Paese si deve configurare come l’inevitabile risposta alle ripetute provocazioni ricevute da quel confine.
Il piano di smembramento e controllo della Russia, insito nell’appoggio militare incondizionato al burattino Zelensky, è fallito sui campi di battaglia, anche se una parte del Deep State non si rassegna a tale evidenza.

L’Europa, delle nazioni asservite in larghissima parte agli interessi dei padroni d’oltre oceano (contro i propri stessi interessi), è in rapido declino economico e strategico.

Il sistema dell’economia basata sul debito, cioè sull’emissione continua di enormi quantità di dollari coperti dal successivo acquisto di titoli pubblici, ha raggiunto dimensioni tali da rendere assai probabile un prossimo collasso.

La costituzione di un’economia svincolata dal dollaro e basata su rapporti bilaterali, da parte dell’associazione di stati “BRICS” (inizialmente Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ma poi estesa a molte altre nazioni strategiche, prima fra tutte l’Arabia Saudita), ha rappresentato un colpo potenzialmente mortale all’intero Deep State.
L’avvento di Donald Trump alla presidenza U.S.A. e il suo insediamento il prossimo 20 gennaio potranno suggellarne la definitiva sconfitta storica.
Gli attentati alla vita di Trump (sulla falsariga di altre passate e costanti “eroiche gesta” dei cow-boys americani) e i tumultuosi eventi di questi giorni (cambio di regime in Siria, uccisione del generale russo Igor Kirillov, avvistamenti continui di oggetti luminosi nei cieli americani, minaccia di nuove pandemie) testimoniano il panico dello storico gruppo di strapotere e il rischio di ulteriori pericolosi colpi di coda della disperazione da parte loro.

Ecco, fin qui ho cercato di elencare i principali temi che, in modo implicito o esplicito, accomunano i canali più seri della controinformazione, bollati come complottisti dal nemico comune.
Nel seguito di questo articolo troverete i link ai miei preferiti.

Mi sembra opportuno accennare, a questo punto, alle mie aspettative relative a questo storico cambio di regime mondiale (ammesso che vada in porto), a partire dal primo mese del nuovo anno.
Senza giungere alla visione millenaristica e misticheggiante di Gianmarco Landi (a cui peraltro riconosco il merito di essere di gran lunga il più capace nel cogliere e interpretare i segni delle vicende in atto, nonché una voce caparbiamente e insolitamente positiva sul futuro), sono convinto che, con Trump e i suoi alleati al vertice degli Stati Uniti (fra cui va citato Robert Kennedy Junior), ne vedremo delle belle, venendo scoperchiati molti intoccabili sarcofaghi in vari campi e apparendo in tutta la loro evidenza nefasta progetti e condizionamenti sociali dettati unicamente dalla loro brama, come ad esempio quelli nel modello occidentale della medicina.

Potremo dirci salvi dagli spaventosi piani a breve di una banda d’invasati psicopatici e forse riprendere in qualche misura la virtù della speranza e la volontà di costruire.

Tuttavia, praticamente tutti gli opinionisti che condividono il quadro che ho tracciato, e non sono pochi, incorrono a mio parere in un grave limite.
Per reazione al deep state, che si è impadronito dei temi dell’ecologia subdolamente, furbescamente (e anche spesso scorrettamente nei contenuti), considerano un progresso liberarsi tout-court di tali vincoli.
Mi sembra giusto, in questo blog che in anni lontani dedicò moltissimo spazio alle tematiche ambientali, tornarci sopra brevemente ora.

Se cerchiamo di osservare il nostro modello di vita con sguardo davvero distaccato dai condizionamenti, non potrà sfuggirci che l’esasperazione ai consumi ha già generato e continua a generare una vera e propria catastrofe ambientale, con distruzione di moltissime specie viventi e gravi squilibri per la vita anche umana nell’ambiente che la ospita.
Mi viene da aggiungere che è stato minato anche il sano e vitale istinto alla sobrietà, cosa che porta a limitazioni nella contemplazione del bello e ad improprie ansie di possesso.
È necessario e urgente un movimento che, inevitabilmente, parta dalla popolazione e che insegni e imponga il recupero di tale virtù e, di conseguenza, l’attenzione all’impatto ambientale di ogni singolo nostro gesto, acquisto, spostamento.

Agganciandomi alle tematiche ambientali, voglio però ora cambiare registro e farvi un fantastico regalo.
Nel parlarvi nuovamente di quel genio italiano di Francesco Celani (come feci qui lo scorso giugno) e dello stato dell’arte negli esperimenti di “fusione fredda” dell’atomo (ora definita scientificamente LENR, Low Energy Nuclear Reactions).
L’occasione di una sua nuova intervista, a dire il vero, è tutt’altro che positiva (per non dir di peggio): la chiusura forzata, per cavilli burocratici, del laboratorio a Frascati dove erano in corso i suoi promettentissimi esperimenti.
Ma i contenuti mi sembrano ugualmente straordinari.
Veniamo a sapere che simili sperimentazioni sono in corso anche in Giappone e in almeno un paio di altri laboratori nel mondo, ma che i risultati ottenuti dal suo gruppo di lavoro, in termini di quantità di energia prodotta, sono i migliori in assoluto.
Come già illustrai, l’attenzione primaria di Celani e degli altri laboratori è quella di utilizzare, anziché il palladio dei primi esperimenti della fine degli anni ’80 (da parte di Martin Fleischman e Stanley Pons), un materiale a basso costo e di estrema diffusione; per Celani e per i giapponesi si tratta della costantana, cioè praticamente la parte chiara delle monete da uno e due euro nelle nostre tasche.

Il momento più straordinario dell’intervista è indubbiamente come risponde alla domanda sulle previsioni di tempo necessario per raggiungere standard di produzione di energia alla portata di ogni famiglia.
…Cinque anni!
Non mi dilungo a cercare di disegnare le trasformazioni mondiali che questo comporterà (perché penso che il progresso potrà essere ostacolato ma non fermato); voglio solo accennare che verrà meno uno dei principali moventi delle tensioni di guerra, che è proprio l’accaparramento delle principali fonti di energia: il petrolio e l’uranio.

L’intervista è in due parti, ma tutti i contenuti interessanti sono già nella prima; nella seconda si resta stupiti dall’eccezionale curriculum di studi e di attività che l’intervistatore chiede di elencare a questo genio, vivente e boicottato dal sistema.
Prima parte: clicca qui.
Seconda parte: clicca qui.

E a proposito di link, e prima di cambiare decisamente argomento, ecco quelli ai miei canali d’informazione preferiti.

Il vaso di Pandora” a cura di Carlo Savegnago, ogni sera intorno alle 17.30 in diretta (e poi comunque immediatamente fruibile), uno o due ospiti di alto spessore commentano, per meno di un’ora, l’evolversi dei fatti nel mondo.

Lo stesso avviene a “Visione tv” a cura di Francesco Toscano, presidente di Democrazia Sovrana e Popolare (o in alternativa c’è la bravissima Enrica Perucchietti), però con tre ospiti e per una durata leggermente superiore, nell’ambito della rubrica “Dietro il sipario”; il canale ospita inoltre altre rubriche e video registrati.

Nel pomeriggio, ma non tutti i giorni, Arnaldo Vitangeli (fra l’altro esperto di finanza) intervista uno o più ospiti, nel suo canale denominato “Il puzzle“.

Con video a cadenza frequente e irregolare, ma comunque sempre fruibili, Stefano Orsi, nell’omonimo canale youtube, ci informa molto dettagliatamente sui fatti più recenti; accuratissimi i suoi resoconti sulla guerra in Ucraina.

Quasi quotidianamente Fabio Frabetti conduce una breve trasmissione (cinque minuti o meno) di aggiornamenti dal mondo, nel suo canale “Border nights“.

Ed ecco infine il link per iscriversi al canale Telegram di Gianmarco Landi: clicca qui.

Bene, come feci l’anno scorso, in conclusione del mio annuale Messaggio è venuto ora il momento di cambiare marcia, per affrontare tematiche e prospettive che fanno impallidire e comunque relativizzano tutto ciò che ho trattato finora.
Non ho molto da aggiungere a quanto sinteticamente esposi sulla figura di Franco Bertossa, quello che ritengo il mio maestro spirituale e che, grazie ai suoi quotidiani e frequenti scritti su Facebook, mi ha donato una prospettiva e una ricchezza di pensiero che non avrei potuto immaginare.

Ho scelto uno dei suoi scritti più completi che riguardano il mistero dell’esistenza: lo potete leggere cliccando qui.

Gli utenti di Facebook possono provare a “chiedergli l’amicizia”, al fine di ricevere costantemente i suoi interventi, cliccando qui sulla sua pagina.

A questo punto davvero non mi resta che concludere, augurando di cuore, a chi mi ha seguito fin qui, serene festività, nonché un anno di svolta positiva non solo nel mondo ma anche nella vita di ciascuno di voi e di noi!
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Il tramonto

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Stiamo vivendo tempi assolutamente eccezionali, in cui la storia dà l’impressione di risvegliarsi da un letargo e mettersi improvvisamente a correre.

Concludevo il mio articolo di ieri preannunciando nuove straordinarie rivelazioni promesse da Gianmarco Landi per la settimana prossima; ebbene, tale intervento è stato realizzato già ieri, sabato 13 luglio (sempre sul canale di Arnaldo Vitangeli), poi tenuto in sospeso da Youtube a fini di controllo fino a stamane; in questo frattempo, con un tempismo da colpo di scena cinematografico, ecco intorno alla mezzanotte italiana l’attentato a Donald Trump, in cui uno o due centimetri di mancata precisione hanno impresso agli eventi un esito anziché un altro, condannando probabilmente al definitivo tramonto anche gli ultimi brandelli, che non vogliono darsi per vinti, dell’ormai defunto deep state (come abbiamo visto nel precedente articolo).
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Donald Trump
Evolversi dei fatti ed emergere di chiavi di lettura della realtà finora nascoste si intrecciano vorticosamente; da parte mia mi sento gratificato dall’aver individuato, nella figura di Gianmarco Landi, chi ha saputo conquistarsi un ruolo unico nella divulgazione della verità e, con le piccole forze di questo blog, di poter contribuire a tale operazione di prospettiva storica.

Il nuovo video di Landi mantiene le promesse, anzi, direi che amplifica addirittura il concetto di “rivoluzionario” rispetto ai relativi contenuti.
Questa volta, anziché farne un riassunto, mi limiterò a definirne il contenuto in un paio di frasi, sollecitando più che mai alla fruizione integrale del video stesso, che linko più sotto.

Viene mostrato un “ordine esecutivo”, emesso dal presidente Trump nel settembre 2018,
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ordine esecutivo
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in cui si dà mandato al DNI, che è il vertice della piramide dei servizi segreti, di pieno controllo del potere in caso di minaccia (di stampo elettorale) alle istituzioni democratiche statunitensi.
Tale minaccia fu poi molto evidentemente costituita dai brogli che portarono Joe Biden alla Casa Bianca; ci vengono proposti i segnali, di un’evidenza straordinaria, di come, a tutti gli effetti, il presidente degli USA, in ossequio a tale ordine esecutivo, sia stato solo un fantoccio, a cui si è preferito dare l’immagine di presidente per evitare una sorta di guerra civile successiva a quelle elezioni truccate e al relativo smascheramento.
Sì, lo so, sembra fantapolitica, ma se guardate il video sono certo che ve ne convincerete.

Non aggiungo altro dei succosissimi contenuti, che ancora una volta prospettano (giusto con qualche eccessivo slancio metafisico nel finale) un immediato futuro di straordinarie trasformazioni sociali, in un quadro storico che l’autore fa risalire a diversi secoli addietro.

Ecco il link: clicca qui.

Voglio ora trascrivere il pensiero sull’attentato, espresso da Gianmarco Landi nei social network: viene giustamente contestata l’interpretazione di un ennesimo “false flag”, cioè messinscena, che anche a me appare non semplicemente improbabile ma del tutto impossibile.

Prima di cedergli la parola, linko qui il comando per iscriversi al canale Telegram dello stesso Landi: clicca qui.

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LA LOGICA E LA STORIA,
QUESTE SCONOSCIUTE

Chi potrebbe concepire una messa in scena con Trump che deve essere colpito all’orecchio da un proiettile dal calibro pesante, mentre parla e si muove?
A 150 metri di distanza un leggero movimento del capo di Trump, che non può essere previsto dal cecchino né da nessun altro, può determinare la vita o la morte nel momento in cui il grilletto viene premuto e il proiettile è partito, alla stregua di un lancio di un dado non ancora tratto.
Non è stata, perciò, una false flag.
La gente che era lì ci ha messo alcuni secondi a capire, e la maggior parte delle persone sono rimaste attonite perché il tutto è durato pochi secondi.
I proiettili destinati a Trump, hanno colpito a caso sia una donna, uccidendola, sia due uomini ferendoli gravemente. Chi può concepire una ‘false flag’ in favore di Trump che avrebbe seriamente potuto ucciderlo e scatenare una guerra civile?
Si è evidentemente trattato di un tentativo concreto di assassinio che ha avuto qualche sostegno (tradimento) da parte di qualcuno della intelligence che muove il personale dei servizi segreti posti a protezione di Trump.
Il ragazzo attentatore era un invasato che odiava Trump ed è stato usato per questo tentativo molto diverso da quello di Kennedy, quando invece a sparare furono più uomini della CIA, che non furono mai individuati, per poi dare la colpa alla testa di legno Oswald. La modalità questa volta poteva essere solo questa, perché la portata eversiva della CIA è stata schiantata negli ultimi anni, e la quasi totalità, o almeno la maggior parte della DNI, è leale a Trump.
Chiunque dica il contrario dovrebbe argomentare con la logica e con argomenti concreti e riconoscibili, non con sensazioni e suggestioni sentimentali.
Si è trattato di un tentativo disperato per fermare tutto quello che dovrebbe accadere la prossima settimana, e che ha enorme rilevanza nel sistema finanziario mondiale. Il capo della Redemption e dei Cappelli Bianchi è Trump, perciò pensare che possa essere messo in pericolo di vita per beatificarlo in pubblico, è semplicemente insulso, dato anche che Trump non ha certo problemi di consenso ma li ha solo il Partito Democratico.
I nemici di Trump hanno lanciato la monetina:
una faccia sarebbe stata il cesaricidio, cioè la morte di Trump e la guerra civile; l’altra sarebbe stata Trump che diventa come Lorenzo il Magnifico dopo il fallito attentato dei Pazzi voluto da Papa Sisto IV.
Gli è andata male!
Lorenzo fu definito il Magnifico non perché era il numero 1 di Firenze, la New York ai tempi del Rinascimento, ma perché portò la Pace e la prosperità in tutta Italia. Se i suoi nemici fossero riusciti a fargli fare la stessa fine del fratello Giuliano, rimasto ucciso dalla lama di un coltello che lo raggiunse alla gola mentre era inginocchiato a messa, evenienza contestualmente non accaduta a Lorenzo, la Storia del Mondo sarebbe andata diversamente.
Stanotte è stata la Storia a comandare.
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