Le palline da golf

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Un grigiore uniforme copre come un dolcissimo abbraccio i miei consueti paesaggi, nella prima campagna a qualche chilometro dall’ultima uscita della tangenziale.
Procedo per la stradina deserta correndo senza affanno, al mio solito passo di allenamento regolare e moderato, gli occhi ben aperti, un po’ ad evitare qualche residua pozzanghera, un po’ sulla vastità del mite spettacolo che manifesta lo stemperarsi dei colori, in una sorta di dono reciproco fra la terra e il cielo.

Davanti a me una signora un po’ anziana, decisamente non alta, cammina di buon passo.
La riconosco solo all’ultimo momento, quando sto per superarla; anche le tinte del suo abbigliamento, solitamente vivaci e squillanti, oggi sono dimesse e un po’ scure.
C’è ormai un’antica familiarità fra noi, fatta di saluti gioiosi e, quasi sempre, di una rapida battuta, prima che il mio passo di corsa mi faccia allontanare, con il cuore reso più lieve da quel fugace ma abituale incontro, e l’espressione del mio viso più serena.
La consueta intesa si realizza ancora una volta nei nostri sorrisi, anche se la sua espressione oggi mi sembra un po’ titubante.
E infatti, quando sono già qualche metro più avanti, mi rivolge nuovamente la parola:
“Signore…”.
Mi fermo immediatamente e le vado incontro, tornando sui miei passi. Non ha perso la sua gentilezza e il suo sorriso, ma, con mia sorpresa, ha bisogno di parlarmi.

“Signore, mi scusi, sa”.
“Mi dica”; la guardo con curiosità e conservando anch’io il sorriso.
“Volevo chiederle: lei lo incontra, vero, quell’uomo che cerca sempre le palline sul ciglio della strada vicino ai campi da golf ?”
“Certo”, mi illumino, “anche se non ci salutiamo mai”.
“Ecco io devo dirle una cosa, avevo promesso di aspettare il nuovo anno, ma so che lei mi perdonerebbe”.
“Non so di che cosa, ma la perdono !”.
“No, non è lei, che mi deve perdonare; è una signora, una che la conosce molto bene”.
“Ah sì ?”
“Sì, si chiama Leonarda”.
E a quel nome il mio sorriso cede il posto a un misto di meraviglia e sgomento, mentre il cuore, già sollecitato dalla corsa, non può evitare il classico tuffo, e un’ulteriore accelerazione.

La mia fata protettrice, abitante a metà fra la realtà virtuale e quella fisica, dopo tanto tempo, dopo tanti mesi non proprio facili, torna improvvisamente a darmi dei segnali.
“Anche lei la conosce ?”, le domando guardandola negli occhi con tutta l’intensità di cui siano capaci i miei.
“Sì, la conosco da molti anni, e mi ha insegnato tante cose. Soprattutto ad attingere alla fonte della gioia, e a diffonderla senza cercare di trattenerla”.
“E’ una persona del tutto speciale,” ribatto, ” anche se io la conosco molto meno di quanto lei conosca me. L’ha vista di recente? Come sta, dove si trova ?”
“No, l’incontrai l’ultima volta all’inizio della scorsa primavera. Era molto turbata, diceva che non capiva perché le sue capacità si fossero improvvisamente interrotte, che ora le sembrava solo di combinare guai e portare dolore là dove era abituata a donare conforto. E mi parlò anche di lei, a lungo”.
“Incredibile !”.
“Sì, mi raccontò delle vicende complesse, tristi, di morte, di prevaricazione, e doveva vedere con quale grado di partecipazione”.
“Incredibile !”.
“E mi disse che si stava preparando per un lungo viaggio, e che non ci saremmo riviste per più di un anno”.
“Ah”, sussurro palpitante, mentre un po’ di sollievo mi dà apprendere la ragione della sua scomparsa.

“Comunque vengo al sodo, perché non voglio farle prendere del freddo”.
“Mi dica !”
“Lei lo sa perché quell’uomo cerca le palline ?”
“Mah, immagino che gli diano un compenso per ogni pallina recuperata”.
“Sì, certo, certo, ma se ci pensa vedrà che i conti non tornano: per passare tutto il suo tempo in quella spasmodica ricerca, ci dovrà pur essere un incentivo maggiore, di quei tre o quattro euro al giorno, e quando va bene”.
“In effetti me lo chiedevo anch’io, ma poi mi dicevo che magari è anche un passatempo da pensionato”.
“Sempre lo stesso, tutti i santi giorni ? No, no, il vero motivo è un altro, ed è segreto”.
Sgrano gli occhi, in attesa della rivelazione.
“Siamo in pochi a saperlo, e lui non si sa come ne sia venuto a conoscenza. Fra le palline del Golf-club ce ne sono due molto speciali.”
La guardo incantato, senza profferire parola.
“La signora Leonarda mi ha raccontato anche della sua infanzia, e dei relativi sogni, fantasmi, immaginazioni”.
“Anche la mia infanzia conosce ?”
“Beh, solo le cose che contano”.
“Ad esempio ?”
“Ad esempio quella particolare sensazione che talora avvertiva, come di stranezza di essere proprio quel bambino e non qualsiasi altra persona, di meraviglia che la sua coscienza abitasse proprio lì, in quel corpo, in quella personalità, e non altrove, in una sorta di legame di proprietà rassicurante e allo stesso tempo misterioso”.
“Ma diavolo, cosa va a rispolverare…” sussurro mentre gli occhi mi si fanno lucidi.
“Bene, c’è una pallina da golf diversa dalle altre, è un po’ più gialla, e, con un po’ d’attenzione, la si può aprire in due emisferi.
Chi la apre potrà migrare.”
“Come migrare ?”
“Sì, proverà una cosa ignota a tutti gli esseri viventi qui sulla Terra: uscire dalla propria persona, spaziare, sconfinare oltre quel limite”.
“O Dio mio, ma è spaventoso !”
“No, non c’è da temere, è solo una possibilità in più, straordinaria, di conoscenza”.
“E quel buzzurro la va cercando ?”
“Sì, ma non la troverà mai, perché ha il cuore arido. Invece lei ha più di una possibilità…”
Non faccio in tempo a riavermi dalla rivelazione, che la gentile e dolce anziana signora spara la seconda cartuccia:
“E poi c’è l’altra”.
“O povero me”.
Sorride: “Leonarda, caro signore, mi ha detto quanto lei, in questi ultimi anni, senta l’angustia del tempo che passa, e, un po’ come da bambino provava quella meraviglia di abitare in una persona ben definita, ora avverta quella di essere legato ad un momento del tempo, ben definito, e sempre successivo, in un vertiginoso accumulo dell’esperienza del tempo già vissuto”.
Mi sento come attraversato dai raggi di una schermografia.
“Ecco, un’altra pallina, lievemente rosa, si apre e permette di evadere da quella costrizione, e vagare a piacimento nel tempo concesso alla propria vita. E anche questa, può star sicuro che quel buzzurro, così l’ha chiamato lei, non io (e sorride), non la troverà mai, mentre lei magari, cercando…”.
“Beh, e a lei non interessa ?”.
“No, io ormai sono vecchia, non ho più di queste curiosità, mi basta passeggiare in questa bella campagna, scambiare un saluto con le persone che  incontro”, la sua voce è squillante, gli occhi luminosi. “Ma ora vada, riprenda la sua corsa, che si sta congelando”.
“Grazie, grazie di cuore”, le allungo la mia mano gelata.

Poi riprendo a correre, e la mia vita ora non è più la stessa, anche se nulla sembra cambiato nel cielo grigio che, tutt’intorno, sovrasta ed abbraccia la natura.
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Immagine da: http://www.ecoblog.it/tag/EcoSport

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20 risposte a Le palline da golf

  1. DotGolf ha detto:

    Che bella storia!…… 🙂

  2. iolosoxchecero ha detto:

    ai nostri governanti, nel mondo delle palline magiche, non sarebbe consentito neppure guardarle, figuriamoci toccarle! Quindi sarebbero utilizzate solo per fini positivi, per capire gli altri più a fondo di quanto non si riesca oggi, circondati da tanto chiasso e dal silenzio assordante di frasi dette solo per dar fiato alla bocca. Un salutone!

    • Franz ha detto:

      Grazie, cara amica: vado a dormire un po’ più sereno, al pensiero di quel fantastico mondo che descrivi, che è bello sognare.

      Un salutone a te !

  3. solindue ha detto:

    ‘giorno Franz,
    trovato ancora niente? Io continuo a mettere legna sul fuoco, a stare qui in cerchio ed aspettare il seguiro della favola. Non ti dimenticare di noi bambini…

    • Franz ha detto:

      Di legna, e di pazienza, ce ne vorrà tanta: la componenente fantastica, vivacemente presente dalle tue parti, è piuttosto rara nelle pagine di questo blog, ma sono certo che prima o poi Fata Leonarda (che è ancora in viaggio e si è manifestata tramite l’anziana gentile passeggiatrice), si farà sentire di nuovo.

      Una buona serata a te, riscaldata da un buon tepore antico.

  4. lulu82 ha detto:

    Ciao.
    Le strade del blog mi hanno condotto fino a qua e ne sono contenta.
    Tornerò a leggerti ancora.
    Lulù

    • Franz ha detto:

      Per quanto virtuali, le ‘strade del blog’ sono molto più reali di quelle della fantasia e del sogno.
      Benvenuta da queste parti; sono contento anch’io di averti incontrata. 😎

  5. silvanascricci ha detto:

    Onirico.
    Ma siamo sicuri che questi poteri non siano già in noi?
    In fondo le palline sono, forse, il pretesto per esercitare l’empatia verso gli altri.
    Baci rosa e gialli
    Silvana

    • Franz ha detto:

      Mi riesce abbastanza facile immaginare in noi il potere di “abitare l’altro”, appunto tramite l’empatia.
      Decisamente meno quello di vagare nel tempo della propria vita: possiamo farlo solo molto parzialmente, e unicamente nel passato, tramite il ricordo.
      Ma parliamo di sogni, appunto.

      Tanti baci ad un’amica dotata di …palline e contropalline.

  6. iolosoxchecero ha detto:

    ma che momento delizioso che mi hai fatto vivere con questo racconto! Io vorrei trovare una pallina che mi permette di vivere per un giorno nei panni di un’altra persona e viceversa. Perché ci capita spesso di dire “dovresti metterti nei miei panni!” e sentirsi rispondere la stessa cosa…chissà cosa si prova…anche io vorrei incontrare una fatina… 🙂

    • Franz ha detto:

      Penso che, come ogni potere, anche quello di abitare in un’altra persona si presterebbe ad un uso buono, di apertura mentale e disposizione al cambiamento, e ad un uso cattivo, quello di cercare di plagiare la coscienza altrui.
      Secondo te che uso ne farebbero i nostri governanti ?

      Un salutone …fatato. 😉

  7. duhangst ha detto:

    Se esistono ti auguro di trovare queste palline “magiche”.

  8. lagiraffa ha detto:

    Il tuo racconto somiglia ad un sogno.. leggendolo mi è venuto in mente quante strane sensazioni si provano da bambini e, sopratutto, quanto possano essere profonde nonostante l’inesperienza della vita..

    • Franz ha detto:

      La capacità visionaria dei bambini, così come la loro drammatica impressionabilità, viene poi forzatamente ricondotta dall’esperienza nei tranquilli binari dell’umanamente prevedibile.
      E’ probabilmente un patrimonio che si perde, sistematicamente.

      Ricordo che, come bambino, mi sentivo parte di una categoria non capìta a sufficienza dal mondo degli adulti che comandano, e mi ripromettevo che da grande non l’avrei tradita.
      Non so se però se ho poi mantenuto quella promessa…

  9. solindue ha detto:

    Ma che bello Franz!!
    Letto tutto di un fiato.
    Io però la pallina gialla almeno proverei a cercarla. Abbiamo talmente tanto potenziale in noi e non è senza dubbio da tutti poter avere la possibilità di accrescere, spaziare e sconfinare addirittura oltre noi stessi. E poi se questa possibilità viene offerta così a te su un piatto d’argento avrà senz’altro un significato…quanto meno che non sei un buzzurro!
    Sfruttala senza paura, senza indugiare troppo e poi…racconta a noi “terrestri” com’è…straremo intorno al fuoco ad ascoltarti come bimbi che non hanno mai perso la vivacità di ascoltare belle favole.

    • Franz ha detto:

      Prenderò in considerazione il tuo consiglio, cara Solindue, anche se ti confesso che, fra le due palline da golf, a me affascinano di più i poteri sopra il passare del tempo, propri di quella rosa.
      La fata Leonarda fece visita diverse volte al mio vecchio blog, quello appunto sulla piattaforma ‘Leonardo’, con la caratteristica costante e straordinaria di essere un personaggio completamente di fantasia ma capace di influire sulla realtà.
      Mi chiedevo come potesse ripetersi il miracolo anche questa volta, e il tuo commento mi dà le chiavi di una possibile interpretazione: quei bambini intorno al fuoco virtuale, che ascoltano incantati delle favole, ci sono davvero, e tu sei una di loro.

  10. alanford50 ha detto:

    Che dire se non meraviglia, meraviglia, meraviglia, l’incontrare lungo il sentiero, nel tuo solito correre la fatina che lo percorre padrona e ne custodisce i segreti è assolutamente magico e meraviglioso, ti ha regalato un senso per continuare a correre per quei sentieri, fosse mai che trovassi veramente quelle due palline da golf colorate a cui sembri predestinato, non demordere.

    Ciaooo neh!wordpress stats plugin

    • Franz ha detto:

      Non so se davvero cercherò quelle palline: un vago timore evocano i super-poteri che vi sono racchiusi.
      Però ho già trovato, a metà fra la fantasia e la realtà, un’altra meraviglia: la capacità magica, di fate così come di amici, di donare attenzione pura e disinteressata, proprio a me, e di cercare insieme a me le fonti della gioia.

      Salutoneh !!!

Commenti:

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