(Diario di un esule – 4)
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L’importanza di questo momento mi porta a cercare simboli significativi in ogni cosa, per esempio nel lasciar l’Italia in epoca solstiziale, come ad aver assistito a un calo del sipario di luce sulla scena di tutta la mia vita fin qui, prima di un nuovo atto.
Ovvero il fatto di aver trovato alloggio, in questi quattro giorni da quando ho finito di svuotare casa, non a San Lazzaro ma a Bologna, come nel voler privilegiare, per il commiato, invece degli ultimi sedici anni tutti i precedenti.
Sono stato complessivamente bene, in questa stanza, anche perché il trasferimento ha significato la fine improvvisa di tre settimane d’impegno necessariamente molto lucido e quasi forsennato, per far fronte a un’enorme quantità di incombenze che si sono andate accavallando, il tutto condito da un seguito d’imprevisti che generavano fortissime ansie per poi puntualmente ridimensionarsi e risolversi nel giro di uno o pochi giorni.
E anche qui, come non leggerci una prova estrema? Da parte di un destino severissimo, ma che non mancava di strizzarmi l’occhio con altri piccoli segnali su cui non mi soffermerò.
La stanza è di poco fuori porta San Vitale, appena oltre l’Ospedale Sant’Orsola, quasi di fronte al bar Wolf.
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Si tratta di un locale storico, che s’impose fin dai primi anni ’70 su un pubblico di studenti, grazie alla novità di sfiziosi panini caldi d’autore.
La mente viaggia nel lontano passato, quasi a stimolare emozioni che mi sembrano quasi inadeguate e carenti, al confronto con il passo che mi accingo a fare.
La scelta di pranzare un’ultima volta al circolo ARCI di San Lazzaro, poi (come sempre di buon’ora), è dettata più da ragioni di comodo che di nostalgia, ma poi un paio di foto all’attiguo Parco della Resistenza, meglio noto come “delle caprette”, sede d’innumerevoli ricordi, non rinuncio a farle, in questa giornata d’un grigiore evocativo e in un ambiente piuttosto quieto.
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Poi, come da programma, son tornato sul luogo del delitto, a effettuare il carico di tutto l’equipaggiamento per l’esodo, che avevo selezionato e riposto nel garage, locale che i nuovi giovani e gentili proprietari mi hanno dato la possibilità di sfruttare all’uopo ancora per questi ultimi giorni.
Gioia intensa, a fine carico, quando mi son reso conto d’aver limitato tanto le cose da portar via, da riuscire a farle stare tutte nel bagagliaio. M’immaginavo, erroneamente, un abitacolo traboccante di borse e oggetti vari e, per questo, pericolosa esca per ladri vaganti.
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Il senso di leggerezza, nell’aver faticosamente vuotato quell’autentico pozzo di San Patrizio di tutto il materiale accumulato nei decenni (e non sono mancate le constatazioni sul modello sociale esasperatamente consumistico a cui siamo da sempre abituati), unito al senso d’avventura del viaggio che intraprenderò domattina, prevale nettamente su quello di gravità legato, questo, a una scelta di vita radicale, maturata solo negli ultimi sei mesi e mezzo.
In particolare, non mi sembra vero che sia giunto il momento che, nelle fatiche e nelle incertezze delle ultime settimane, ho sempre considerato come il grande obiettivo: accendere il motore e partire.
Il mio piano di viaggio vede prudenzialmente suddivisi i duemiladuecentocinquanta chilometri che mi separano dal porto atlantico di Huelva (poco a nord di Cadice), in cinque tappe, che mi faranno raggiungere prima, nell’ordine, le città di Ventimiglia, Perpignan, Valencia e Cordova.
Mi farà piacere farvi salire a bordo, dapprima nell’automobile poi nella nave-traghetto, tramite i miei resoconti serali.
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Beh che dire, caro Franz, una scelta importante, coraggiosa e coerente….se il segno zodiacale, che ci accomuna puo darne un’interpretazione, direi che ne capisco i nessi causali…. Comunque in bocca al lupo … e Viva il Lupo …e naturalmente siamo tutti appassionati al prosieguo 😊😀🍀🍀🍀
Grazie di cuore del tuo affettuoso messaggio, Mariposa!
Poiché non amo l’astrologia, preferisco di gran lunga parlare di affinità elettive…
Viva il lupo, certamente, e grazie ancora per l’attenzione e il sostegno.
Un forte abbraccio, ciao!
Mi ha stupita quel bagagliaio semivuoto… mi ha ricordato il mio ultimo trasloco e la separazione, doverosamente netta, tra il necessario e il resto. Con la fredda logica del momento ho scoperto che ben poche cose potevano essere etichettate come necessarie.
Quel che porti con te, in questo viaggio, non può essere stipato nelle valige e non peserà troppo… almeno credo.
Da oggi sarai cittadino di tutti i mondi che attraverserai in sicurezza… sapendo che la nostra città t’accoglierà se vorrai tornare.
Buon viaggio.
Grazie, cara Sari, per questo tuo commento più che mai dolce e profondo.
Per quanto riguarda i bagagli, a quanto ho svelato or ora in risposta all’amico Camu, posso aggiungere che l’eliminazione di una quantità sbalorditiva di oggetti, di svariate epoche e provenienze, è stata per me molto istruttiva, facendomi ragionare, una volta di più, su quanto il modello dei consumi senza freni abbia condizionato e viziato le nostre vite.
Ho intenzione di tornare almeno una volta l’anno a Bologna e, magari, sarà curiosamente la volta in cui avremo occasione di conoscerci di persona!
Intanto buone feste e buon viaggio. Come gli altri lettori che mi hanno preceduto, non vedo l’ora di leggere questi appunti del viaggiatore, un novello Cristoforo Colombo alla scoperta di terre (per lui) inesplorate 😉 Sono rimasto basito nel vedere un bagagliaio così organizzato e ben sistemato. Quando sono partito io per l’America, avevo molta ma molta più roba che ho spedito a più mandate tramite pacchi giganteschi per posta (immagini le imprecazioni dell’addetto all’ufficio postale). Poi però con gli anni ho finito per disfarmi di molta di quella roba, quindi hai fatto benissimo a fare una purga preventiva!
Grazie, caro amico, mi fa molto piacere sapere che leggerai con interesse il mio diario di bordo.
A onor del vero, la foto non mostra lo zaino e il computer che intanto stazionavano nella mia camera d’albergo a Bologna e, inoltre, nasconde tutti gli oggetti che son riuscito a incastrare sotto il pianale del bagagliaio.
Detto questo, però, anche per me è stata una felicissima sorpresa il colpo d’occhio finale, poiché mi aspettavo, addirittura, di dover eliminare ancora qualcosa all’ultimo momento.
Maggior sicurezza durante il viaggio, dunque, e maggior leggerezza quando sarò a destinazione!
Inizia un tuo nuovo capitolo caro Francesco, io intanto mi emozioni leggendo le tue tappe finali, mosse tra posti a me conosciuti!! Ti abbraccio Sandra B.
Vorrà dire, carissima Sandra, che cercherò attentamente le tracce dei tuoi passaggi…..
Un’abbracciatona.
Ti accompagnerò volentieri nelle tappe del tuo viaggio verso una nuova vita
Grazie, cara Oriana: la compagnia virtuale di un’amica come te rende ancora più bella la mia lunga avventura!